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“Quanto sei bella, sento il fuoco del mio amore in te, con te voglio fare la mia perpetua dimora”.

Dovendo fare questa mattina la comunione, stavo pensando tra me: “Che dirà il mio benedetto Gesù quando verrà nell'anima mia? Dirà: ‘Quanto è brutta quest’anima, cattiva, fredda, abominevole!’ Quanto presto farà consumare le specie per non stare a contatto con questa così brutta. Ma che vuoi da me? Ad onta che sono così cattiva, pure dovete avere pazienza a venire, perché in tutti i modi mi sei necessario e non ne posso fare a meno”. In questo mentre è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:

“Figlia mia, non volerti affliggere per questo, non ci vuol niente per rimediarvi, basta un atto perfetto di rassegnazione alla Volontà mia per poter restare purgato da tutte queste bruttezze che tu dici, ed io ti dirò il contrario di quello che tu pensi; ti dirò: ‘Quanto sei bella, sento il fuoco del mio amore in te ed il profumo dei miei odori, con te voglio fare la mia perpetua dimora”. Ed è scomparso.

Onde essendo venuto il confessore gli ho detto tutto, il quale mi ha detto che non andavo bene, ché il dolore purga l’anima, e che la rassegnazione non ci entrava in questo. Quindi dopo avere fatto la comunione ho detto: “Signore, il padre mi ha detto che non va bene quello che mi avete detto, spiegatevi meglio e fatemi conoscere la verità”. E lui benignamente ha soggiunto:

“Figlia mia, quando si tratta di peccato volontario, allora ci vuole il dolore, ma quando si tratta d'imperfezioni, di debolezze, di freddezze ed altro, e che l’anima non ci ha messo niente del suo, allora basta un atto di perfetta rassegnazione, e se occorre anche di questo stato, per restare purgato, perché l’anima nel fare quest’atto, prima s’incontra con la Volontà Divina [che] purga la volontà umana e l’abbellisce delle sue qualità, e poi s'immedesima con me”.

(Libro di Cielo 6° Volume - 9 aprile 1904)