Un giorno, sentendomi male, [Gesù] mi disse:
“Figlia mia, che sarà se cessa la musica nel mondo?”
Ed io: “Signore, che musica può cessare?”
Ed egli ha soggiunto: “Diletta mia, la tua musica, perché quando l’anima soffre per me, prega, ripara, loda, ringrazia continuamente, è una continua musica al mio udito e mi distoglie dal sentire l’iniquità della terra, e quindi dal castigare come si conviene; non solo, ma è musica nelle menti umane e le distorna di fare cose peggiori. Onde se io ti porto, non cesserà la musica? Per me è niente, perché non sarà altro che trasportarla dalla terra al cielo, ed invece d’averla dalla terra l’avrò nel cielo, ma il mondo come farà?”
Ond’io stavo pensando tra me: “Questi sono i soliti pretesti per non portarmi; ci sono tante anime buone nel mondo e che tanto fanno per Dio, e che io fra tutte queste non occupo forse che l’ultimo posto; eppure dice che se mi porta cesserà la musica? Ce ne sono tante che gliela fanno migliore”. Mentre ciò pensavo, come un lampo è venuto ed ha soggiunto:
“Figlia mia, questo che dici è vero, che ci sono molte anime buone e che molto fanno per me, ma quanto è difficile trovare una che mi dia tutto per potermi [io] dare tutto! Chi si ritiene un po’ d’amor proprio, chi la propria stima, chi un affetto fosse pure a persone anche sante, chi una piccola vanità, chi si ritiene un po’ d’attacco alla terra, chi all'interesse; insomma chi una cosetta e chi un’altra, tutti ritengono qualche cosa di proprio, e questo impedisce che tutto sia divino in loro. Onde non essendo tutto divino ciò che esce da loro, non potrà la loro musica produrre quegli effetti al mio udito ed alle menti umane. Quindi il molto loro fare non potrà produrre quegli effetti né così piacermi, come il piccolo fare di chi non ritiene niente per sé e che tutta a me si dona”.
(Libro di Cielo 6° Volume - 7 febbraio 1904)