“Voglio insegnarti il modo come devi stare con me: primo, devi entrare dentro di me e trasformarti in me e prendervi ciò che trovi in me.
Secondo, quando ti sei riempita tutta di me esci fuori ed opera insieme con me, come se io e tu fossimo una cosa sola, in modo che se mi muovo io, muoviti tu; se penso, pensa tu alla stessa cosa pensata da me; insomma qualunque cosa che faccio io farai tu.
Terzo, con questo operato insieme che abbiamo fatto, allontanati per un istante da me e va in mezzo alle creature dando a tutti ed a ciascuno tutto ciò che abbiamo operato insieme, cioè dando a ciascuno la mia vita divina, ritornando subito in me per darmi a nome di tutti, tutta quella gloria che dovrebbero darmi, pregando, scusandoli, riparando, amando.
Ah, sì, amami per tutti, saziami d’amore! In me non ci sono passioni, ma se ci potesse stare passione, quest’unica e sola ci sarebbe, l’amore. Ma l’amore in me è più che passione, anzi è mia vita, e se le passioni si possono distruggere, la vita no. Vedi a quale necessità mi trovo d’essere amato? Perciò amami, amami”.
(Libro di Cielo 8° Volume - 9 febbraio 1908)