“Mia piccola figlia, tu devi sapere che il nostro amore rigurgitò nella creazione, e straripando fuori di noi senza che nessuno aveva meritato un tanto bene neppure con una sola parola, la nostra somma bontà e liberalità senza limiti creò con tanta magnificenza, ordine ed armonia tutta la macchina dell’universo per amor di chi non esisteva ancora. Dopo di ciò il nostro amore rigurgitò più forte e creammo colui per cui tutte le cose furono create.
E siccome noi nell'operare operiamo sempre con magnanimità inarrivabile - e mentre non esauriamo diamo tutto, in modo che nulla deve mancare all'opera nostra, di magnificenza, di grandezza e di tutti i beni - nel creare l’uomo, senza che lui aveva nessun merito, per dote, per fondamento, per sostanza di tutti i beni, gioie e felicità, gli demmo per regno la nostra Volontà, affinché nulla gli mancasse, avendo a sua disposizione una Volontà Divina ed insieme con essa il nostro Essere Supremo.
Quale onore sarebbe stato per noi se l’opera della creazione fosse stata povera, misera di luce, senza la molteplicità di tante cose create, senza ordine e senza armonia, ed il nostro caro gioiello, il nostro caro figlio qual è l’uomo, senza la pienezza dei beni di colui che lo aveva creato? Non sarebbe stato onore per chi tutto possiede e tutto può, fare opera incompleta; molto più che il nostro amore, rigurgitando forte forte più che onde impetuose, voleva dare, sfoggiare quanto più poteva, fino a riempire il nostro amato gioiello di tutti i beni possibili ed immaginabili e formare dei mari intorno a lui che straripassero da lui stesso, mari che gli aveva messo il suo Creatore. E se l’uomo ciò perdette, fu lui che respinse di sua propria volontà il regno della mia, la sua dote e la sostanza della sua felicità”.
(Libro di Cielo 23° Volume - 30 ottobre 1927)