“Figlia mia supponi un padre ed un figlio che si amano: il figlio fa dei piccoli sacrifizi; il padre, per il vincolo di unione di paternità e di figliolanza e d’amore, che è il vincolo più forte, guarda questi piccoli sacrifizi come cosa grande, ne mena trionfo, si sente onorato, e dà al figlio tutte le sue ricchezze e dedica per il figlio tutte le premure e le sue cure.
Aggiungi un servo: lavora tutta la giornata, si espone al caldo, al freddo, sta a tutti i suoi ordini, se occorre veglia anche la notte a conto del padrone; e che cosa riceve? La misera mercede d’una giornata; dimodoché se non lavora tutti i giorni sarà costretto a sentire la fame.
Tal è la differenza che passa tra l’anima che possiede la mia unione e l’anima che non la possiede”.
(Libro di Cielo 9° Volume - 17 ottobre 1910)