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“In me troverai la tua immagine fatta da me e simile a me”.

Continuando la mia afflizione dicevo tra me: “Non mi riconosco più; dolce vita mia, dove sei? Che cosa dovrei fare per ritrovarti? Mancando tu, amor mio, non trovo la bellezza che mi abbellisce, la fortezza che mi fortifica, la vita che mi vivifica; mi manca tutto, tutto è morte per me, e la stessa vita senza di te è più straziante di qualunque morte; ah, è sempre morire! Vieni o Gesù, non [ne] posso più! Oh, luce suprema, vieni, non più farmi aspettare!

Mi fai sentire i tocchi delle tue mani, e mentre faccio per prenderti mi sfuggi; mi fai vedere la tua ombra, e mentre faccio per guardare dentro dell’ombra la maestà, la bellezza del mio sole Gesù, sperdo ombra e sole. Deh, pietà! Il mio cuore è straziato, è lacerato a brani, non posso più vivere. Ah, potessi morire almeno!” Mentre ciò dicevo, appena è venuto il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:

“Figlia mia, sono qui dentro di te; se vuoi riconoscerti vieni in me, e dentro di me vieni a riconoscerti. Se verrai in me a riconoscerti ti metterai nell'ordine, perché in me troverai la tua immagine fatta da me e simile a me, troverai tutto ciò che [ab]bisogna a conservare e ad abbellire questa immagine; e venendo a riconoscerti in me, riconoscerai anche il prossimo in me, e vedendo come io amo te e come amo il prossimo, salirai al grado del vero amor divino, e tutto, dentro e fuori di te, le cose prenderanno il vero ordine, che è l’ordine divino.

Invece se ti vuoi riconoscere dentro di te, primo, che non ti riconoscerai davvero, perché ti mancherà il lume divino; secondo, tutte le cose le troverai in disordine e cozzeranno tra loro: la miseria, la debolezza, le tenebre, le passioni e tutto il resto. Sarà il disordine che troverai dentro e fuori di te, che non solo [queste cose] guerreggeranno te, ma anche tra loro a chi più potrà farti male, e immaginati tu stessa in che ordine ti metteranno il prossimo. E non solo voglio che debba riconoscerti in me, ma se vuoi ricordarti di te devi venire a farlo in me, altrimenti se vuoi ricordarti di te senza di me, farai più male che bene”.

(Libro di Cielo 11° Volume - 2 novembre 1912)