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“Il sole divino a tutti dà la sua luce, ma chi gode i suoi benefici effetti? Chi tiene aperti gli occhi alla luce della verità”.

“Figlia mia, quando do all'anima l’amaro, le tribolazioni, se l’anima si uniforma alla mia Volontà, mi è grata, se me ne ringrazia e me ne fa un presente offrendolo a me stesso, per essa è amaro, è sofferenza, e per me si cambia in dolcezza e ristoro; ma quello che più mi ricrea e mi dà piacere è vedere l’anima che se opera e se patisce è tutta intenta a piacere a me solo, senza altro fine o scopo di ricompensa. Però quello che rende più cara l’anima, più bella, più amabile, più intrinseca nell'Essere Divino, è la perseveranza in questo modo di comportarsi, rendendola immutabile coll'immutabile Dio; ché se oggi fa, domani no, se una volta tiene un fine ed un’altra volta un altro, oggi cerca di piacere a Dio, domani alle creature, è immagine di chi oggi è regina e domani è vilissima serva, oggi si pasce di squisiti cibi e domani di sporcizie”.

Dopo poco Gesù è scomparso, ma dopo poco è ritornato soggiungendo:

“Il sole sta a benefizio di tutti, ma non tutti godono i suoi benefici effetti. Così il sole divino a tutti dà la sua luce, ma chi gode i suoi benefici effetti? Chi tiene aperti gli occhi alla luce della verità. Tutti gli altri, ad onta che sta il sole esposto, ne restano allo scuro; ma propriamente gode, riceve tutta la pienezza di questo sole, chi sta tutto intento a piacermi”.

(Libro di Cielo 5° Volume - 16 giugno 1903)