Settembre 28, 1926 (5)
Mi sentivo oppressa e come schiacciata sotto il peso d’una umiliazione profonda, perché mi era stato detto che non solo ciò che riguarda la Volontà di Dio si deve mettere in istampa, ma pure ciò che riguarda tutte le altre cose che mi ha detto il mio amabile Gesù. Era tanto il dolore, che mi toglieva fin le parole per poter addurre parole per non farlo fare, né sapevo pregare il mio amato Gesù perché ciò non permettesse. Tutto era silenzio dentro e fuori di me. Onde il mio amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha stretto a sé per infondermi coraggio e forza, e mi ha detto:
“Figlia mia, non voglio che guardi come cosa tua ciò che hai scritto, ma [che] lo guardi come cosa mia e come cosa che a te non appartiene. Tu non ci devi entrare affatto in mezzo, me la veggo tutta io. E perciò voglio che me ne faccia la consegna e, come scrivi, voglio che me ne faccia un dono, affinché io resti libero di fare quello che voglio, e per te, ti resti solo quello che ti conviene per vivere nella mia Volontà. Io ti ho fatto tanti doni preziosi per quante conoscenze ti ho manifestato, e tu, nessun dono mi vuoi fare?”
Ed io: “Mio Gesù, perdonami, non vorrei sentire neppure io ciò che mi sento. Il pensare che ciò ch’è passato tra me e te devono saperlo gli altri, mi rende irrequieta e mi dà tale pena che io stessa non so spiegare; perciò dammi la forza, in te mi abbandono e tutto a te dono”.
E Gesù ha soggiunto:
“Figlia mia, così va bene. Tutto ciò lo richiede la mia gloria ed il trionfo della mia Volontà; ma il primo trionfo lo vuole, lo esige su di te. Non sei tu contenta che diventi la vittoria, il trionfo di questa Volontà Suprema? Non vuoi tu dunque fare qualunque sacrificio per fare che questo regno supremo sia conosciuto e posseduto dalle creature? Lo so anch’io che tu soffri molto nel vedere che, dopo lunghi anni di segreto tra me e te, che con tanta gelosia ti ho tenuto nascosta, ora nel vedere uscire[1] fuori i nostri segreti, e senti le tue forti impressioni; ma quando lo voglio io lo devi volere anche tu, perciò mettiamoci d’accordo e non ti dar pensiero”.
Quindi, dopo di ciò, mi faceva vedere il reverendo padre[2], e Gesù, standogli vicino, metteva la sua santa destra sul suo capo per infondergli fermezza, aiuto e volontà, dicendogli:
“Figlio mio, fa presto, non prendere tempo; io ti aiuterò, ti starò vicino, affinché il tutto vada bene e secondo la mia Volontà. Come mi interessa che la mia Volontà sia conosciuta, e come con paterna bontà ho dettato gli scritti che riguardano il Regno del Fiat Supremo, così aiuterò la stampa, starò in mezzo a quelli che si occuperanno, affinché il tutto sia regolato da me. Perciò presto, presto”.
[1] nel vedere uscire, cioè escono
[2] Si tratta del Beato Annibale Maria Di Francia
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta