Maggio 23, 1926 (23)
Stavo accompagnando il mio dolce Gesù nella sua dolorosa agonia dell’Orto, specie quando sopra la sua santissima umanità si scaricò tutto il peso delle nostre colpe, fino a fargli versare vivo sangue. Oh, come avrei voluto alleggerirlo da pene sì strazianti! E mentre tutta lo compativo, mi ha detto:
“Figlia mia, la mia Volontà tiene il potere di dar morte e di dar vita, e siccome la mia umanità non conosceva altra vita se non che la vita della mia Volontà Divina, come le colpe si addossavano sopra di me, così essa mi faceva sentire una morte distinta per ogni colpa. La mia umanità gemeva sotto alla pena della morte reale che mi dava la mia Suprema Volontà, ma questa Volontà Divina, sopra a quella stessa morte che mi [dava], faceva risorgere la nuova vita di grazia alle creature.
Sicché per quanto la creatura dev’essere pessima, cattiva, se ha la fortuna di far entrare in lei un atto di mia Volontà, e fosse anche in punto di morte, essendo essa vita, getta il germe della vita nell’anima. Onde possedendo questo germe di vita, c’è molto da sperare la salvezza dell’anima, perché la potenza della mia Volontà avrà cura che questo suo atto di vita che è entrato nell’anima non perisca e si possa convertire in morte, perché la mia Volontà tiene il potere di dar morte, ma essa e tutti gli atti suoi sono intangibili e non soggetti a nessuna morte.
Ora se un atto solo di mia Volontà contiene il germe della vita, qual sarà la fortuna di chi, non un solo atto, ma continuati atti di mia Volontà abbraccia nell’anima sua? Questa non riceve il solo germe, ma la pienezza della vita e mette al sicuro la sua santità”.
Onde dopo, la mia povera mente si perdeva nel Santo Voler Divino, facendo in esso i miei soliti atti. Mi sembrava che tutto era mio e, come giravo per tutte le cose create per imprimere da per tutto il mio ti amo, la mia adorazione, la mia gloria al mio Creatore, così acquistavo nuova conoscenza di quanto Iddio ha fatto per la creatura e quanto ci ha amato. La Volontà Suprema sembrava che si dilettava nel far conoscere le nuove sorprese del suo amore, affinché potessi seguire i suoi atti, per darmi il diritto di possedere ciò che è uscito dalla sua creatrice Volontà, e la mia piccolezza si sperdeva nei suoi immensi beni.
In questo mentre il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e mi ha detto:
“Figlia mia, quando venne alla luce del giorno la mia Mamma Regina, tutti erano rivolti a lei e, come se avessero un solo sguardo, tutte le pupille guardavano colei che doveva tergere il loro pianto col portar loro la vita del sospirato Redentore. La creazione tutta stava accentrata in lei, sentendosi onorata di ubbidire ai suoi cenni. La Divinità stessa era tutta per lei e tutta intenta a lei, per prepararla e formare in essa, con grazie sorprendenti, lo spazio dove il Verbo eterno doveva scendere per prendere umana carne. Sicché se in noi non c’era la virtù che mentre operiamo, trattiamo, parliamo, diamo ad una, non omettiamo gli altri, tutti ci avrebbero detto: ‘Lasciate tutti noi da parte, pensate a questa Vergine, date, accentrate tutto in lei, affinché faccia venire colui in cui sono riposte le nostre speranze, la nostra vita, tutto il nostro bene’. Perciò si può chiamare quel tempo in cui venne alla luce del giorno la Sovrana Regina, il tempo della Mamma mia.
Ora figlia mia, si può chiamare il tuo tempo. Tutti son rivolti a te; sento la voce di tutti come se fosse una sola, che mi pregano, mi pressano che la mia Volontà riacquisti i suoi diritti divini, assoluti su di te, affinché acquistando il suo totale dominio possa riversare in te tutta la pienezza dei beni che aveva stabilito di dare se la creatura non si fosse sottratta dalla sua Volontà. Sicché tutto il cielo, la celeste Mamma, gli angeli e santi, tutti son rivolti a te per il trionfo della mia Volontà, perché la loro gloria in cielo non sarà completa se la mia Volontà non avrà il suo completo trionfo sulla terra.
Tutto fu creato per il totale compimento della Suprema Volontà e fino a tanto che cielo e terra non ritorna in questo anello dell’eterno Volere, si sentono come [a] metà delle opere loro, della loro gioia e beatitudine, perché il Divin Volere, non avendo trovato il suo pieno compimento nella creazione, non può dare ciò che aveva stabilito di dare, cioè la pienezza dei suoi beni, dei suoi effetti, gioie e felicità che contiene.
Ecco perciò, tutti sospirano la mia stessa Volontà; [essa] è tutta per te ed intende[1] a te, non ti risparmia nulla di grazie, di luce e ciò che ci vuole per formare in te il più grande dei prodigi, qual è il suo compimento ed il suo totale trionfo. Che crederesti tu, che sia più prodigio che una piccola luce resta chiusa nel sole o che il sole resta chiuso nella piccola luce?”
Ed io: “Certo che si renderebbe più prodigioso che la piccola luce rinchiudesse il sole, anzi mi pare impossibile che ciò potesse succedere”.
E Gesù: “Ciò che è impossibile alla creatura è possibile a Dio. La piccola luce è l’anima e la mia Volontà è il sole. Ora essa deve tanto dare alla piccola luce da poter formare di lei un cerchio e la mia Volontà restare rinchiusa in questo cerchio. E siccome la natura della luce è di spandere i suoi raggi ovunque, mentre resterà in trionfo in questo cerchio, spanderà i suoi raggi divini per dare a tutti la vita della mia Volontà. Questo è il prodigio dei prodigi che tutto il cielo sospira. Perciò dà largo campo alla mia Volontà né ti opporre in nulla, affinché ciò che fu stabilito da Dio nell’opera della creazione abbia il suo compimento”.
[1] intenta
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta