Non essendo venuto il mio sempre amabile Gesù e stando molto afflitta, mentre pregavo un pensiero è volato nella mia mente: “A te non ti è venuto mai il pensiero che ti potessi perdere?” Veramente non ci penso mai a questo, e sono restata un po’ sorpresa. Ma il buon Gesù, che mi vigila in tutto, subito si è mosso nel mio interno e mi ha detto:
“Figlia mia, queste sono vere stranezze e che contristano molto il mio amore. Se una figlia dice al padre: ‘Non ti sono figlia, non mi darai parte della tua eredità; non vuoi darmi il cibo, non vuoi tenermi in casa’, e si affligge e ne mena lamenti, che direbbe il povero padre? ‘Stranezze! Questa figlia è pazza’, e con tutto amore le direbbe: ‘Ma dimmi, se non sei mia figlia, di chi sei figlia? Come? Vivi nel mio stesso tetto, mangi alla stessa tavola, ti vesto con le mie monete procurate coi miei sudori, se sei inferma ti assisto e procuro mezzi per guarirti. Perché dunque dubiti che mi sei figlia?’
Con più ragione io direi a chi dubita del mio amore e che temesse d’andar perduta: ‘Come? Ti do le mie carni in cibo, vivi in tutto del mio, se sei inferma ti guarisco coi sacramenti, se sei macchiata ti lavo col mio sangue; posso dire che sono quasi a tua disposizione, e ne dubiti? Vuoi contristarmi? Ed allora dimmi, ami tu qualche altro? Riconosci per altro padre qualche altro essere? Chi dice che non mi sei figlia? E se questo non c’è, perché vuoi affliggerti e contristarmi? Non bastano le amarezze che mi danno gli altri? Vuoi anche tu mettere pene nel mio cuore?”
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta