Libro di Cielo - Volume 12°

Ottobre 16, 1918 (65) 

Minacce. Terribili contrasti. Cose consolanti.

Mi sentivo molto afflitta per la privazione del mio amabile Gesù e la mia mente era funestata dal pensiero che il tutto era stato, in me, o lavorio della fantasia o del nemico. Corrono voci di pace e di trionfo per l’Italia, ed io ricordavo che il mio dolce Gesù mi aveva detto che l’Italia sarà umiliata. Che pena, che agonia mortale pen­sare che la mia vita era un inganno continuo! Mi sentivo che Gesù voleva parlarmi, ed io non volevo sentirlo, lo respingevo. Ho lottato tre giorni con Gesù, e molte volte era tanto sfinita che non tenevo forza per respingerlo; ed allora Gesù diceva, diceva, ed io pigliando forza dal suo dire gli dicevo: “Non voglio sapere nulla”.

Finalmente Gesù mi ha cinto il collo col suo braccio e mi ha detto: “Chetati, chetati. Sono io, dammi ascolto. Non ti ricordi che mesi addietro, lamentandoti tu con me della povera Italia, ti dissi: ‘Figlia mia, perde chi vince e vince che perde’. L’Italia, la Francia, sono già umiliate e non saranno più finché non saranno purgate e ritornate a me libere ed indipendenti e pacifiche. Nel trionfo pu­ramente apparente che godono, loro già subiscono la più grande delle umiliazioni, che non loro, ma uno stra­niero, neppure europeo, è venuto a cacciare il nemico. Sicché se si potesse dire trionfo, ciò che non è, è dello straniero. Ma questo è nulla. Ora più che mai perdono di più, tanto nel morale quanto nel temporale, perché ciò li farà disporre a commettere maggiori delitti, a rivolu­zioni interne accanite da sorpassare la stessa tragedia della guerra.

E poi quello che ti ho detto non riguardava solo i tempi presenti, ma anche i futuri; e quello che non si verificherà ora, si verificherà poi. E se qualcuno troverà difficoltà, dubbi, significa che non se ne intende del mio parlare: il mio parlare è eterno come sono io.

Ora voglio dirti una cosa consolante: l’Italia, la Fran­cia ora vincono, e la Germania perde[1]. Tutte le nazioni hanno delle macchie nere e tutte meritano umiliazioni e schiacciamenti. Ci sarà un parapiglia generale, sconvol­gimento dappertutto; col ferro, col fuoco e con l’acqua, con morte repentina, con mali contagiosi rinnoverò il mondo, farò cose nuove. Le nazioni faranno una specie della torre di Babele, giungeranno a neppure capirsi tra loro. I popoli si ribelleranno tra loro, non vorranno più re; tutti saranno umiliati e la pace verrà solo da me, e se senti dir pace non sarà vera, ma apparente.

Quando avrò tutto purgato, ci metterò il mio dito in modo sorprendente e darò la vera pace, ed allora tutti quelli che saranno umiliati ritorneranno a me e la Ger­mania sarà cattolica, ho dei grandi disegni su di essa. L’Inghilterra, la Russia[2] e dovunque si è sparso il san­gue, risorgerà la fede e s’incorporeranno alla mia Chie­sa. Ci sarà il grande trionfo e l’unione dei popoli. Perciò prega, e ci vuole pazienza, perché non sarà così presto, ma ci vorrà il tempo”.

 



[1] in altra edizione l’Italia, la Francia ora perdono e la Germania vince

[2] in altra edizione la Francia

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