Libro di Cielo - Volume 12°

Marzo 4, 1918 (36) 

La fermezza dà l’eroismo.

Continuando il mio solito stato, mi lamentavo con Gesù del mio povero stato, e lui mi ha detto:

“Figlia mia, coraggio, non ti spostare in nulla. La fermezza è la virtù più grande; la fermezza produce l’eroismo, ed è quasi impossibile che [chi la possiede] non sia un gran santo, anzi come va ripetendo i suoi atti, così va formando due sbarre, una a destra e l’altra a sinistra, che gli servono di poggio[1] e difesa; e reiterando i suoi atti, si forma in sé una sorgente di nuovo e crescente amore.

La fermezza rassoda la grazia e vi mette il suggello della perseveranza finale. Il tuo Gesù non teme che le sue grazie possano restare senza effetti, e perciò a torrenti io le verso nell’anima costante. Sicché [da] un’anima che oggi opera e domani no, ora fa un bene ora un’altro, non c’è da sperare un gran che; non avrà nessun ap­poggio ed ora sarà sbattuta ad un punto ed ora ad un’al­tro, morirà di fame perché non terrà la sorgente della fermezza che fa sorgere l’amore. La grazia teme di versarsi [in lei], perché ne farà abuso e se ne servirà per offendermi”.

 



[1] appoggio

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