Continuando il mio solito stato, mi lamentavo con Gesù del mio povero stato, e lui mi ha detto:
“Figlia mia, coraggio, non ti spostare in nulla. La fermezza è la virtù più grande; la fermezza produce l’eroismo, ed è quasi impossibile che [chi la possiede] non sia un gran santo, anzi come va ripetendo i suoi atti, così va formando due sbarre, una a destra e l’altra a sinistra, che gli servono di poggio[1] e difesa; e reiterando i suoi atti, si forma in sé una sorgente di nuovo e crescente amore.
La fermezza rassoda la grazia e vi mette il suggello della perseveranza finale. Il tuo Gesù non teme che le sue grazie possano restare senza effetti, e perciò a torrenti io le verso nell’anima costante. Sicché [da] un’anima che oggi opera e domani no, ora fa un bene ora un’altro, non c’è da sperare un gran che; non avrà nessun appoggio ed ora sarà sbattuta ad un punto ed ora ad un’altro, morirà di fame perché non terrà la sorgente della fermezza che fa sorgere l’amore. La grazia teme di versarsi [in lei], perché ne farà abuso e se ne servirà per offendermi”.
[1] appoggio
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta