Aprile 3, 1915 (90)
Il mio sempre amabile Gesù continua a venire di tanto in tanto, ma senza cambiare l’aspetto di minacce e di flagelli, e se qualche volta tarda, viene con un aspetto da muovere a pietà; stanco, sfinito, mi tira a sé e mi trasforma in lui, entra in me e si trasforma in me, vuole che io baci una per una le sue piaghe, che le adori e ripari. E dopo che si è fatto lenire la sua Santissima Umanità, mi dice:
“Figlia mia, figlia mia, è necessario che venga da te di tanto in tanto a prendere riposo, a farmi lenire, a sfogarmi, altrimenti il mondo lo farei divorare dal fuoco”.
E senza darmi tempo a dirgli nulla, fugge. Ora questa mattina, trovandomi nel solito mio stato e tardando [Gesù], pensavo tra me: “Che sarebbe stato di me se non fosse per il Santo Voler Divino in queste privazioni del mio dolce Gesù? Chi mi avrebbe dato vita, forza, aiuto? O Santo Voler Divino, in te mi chiudo, in te mi abbandono, in te riposo. Ah, tutti mi fuggono, anche il patire ed anche quello stesso Gesù che pareva che non sapeva stare senza di me! Tu solo non mi fuggi, o Voler Santo. Deh! Ti prego, quando vedi che le mie deboli forze non ne possono più, svelami il mio dolce Gesù che mi nascondi e che tu possiedi. O Voler Santo, ti adoro, ti bacio, ti ringrazio, ma non essere meco crudele!” Mentre così pensavo e pregavo, mi son sentita investire d’una luce purissima, ed il Voler Santo svelandomi Gesù, mi ha detto:
“Figlia mia, l’anima senza della mia Volontà sarebbe stata come la terra se non avesse avuto né cielo né stelle né sole né luna; la terra per se stessa non è altro che precipizi, alture scoscese, acque, tenebre. Se la terra non avesse un cielo al disopra che strada all’uomo la via per fargli conoscere i diversi pericoli che la terra contiene, l’uomo andrebbe incontro ora a precipitare, ora ad affogarsi, ecc.; ma il cielo le sta disopra, specie il sole, il quale in muto linguaggio dice all’uomo: ‘Vedi, io non ho occhio né mani né piedi, eppure sono la luce del tuo occhio, l’azione della tua mano, il passo del tuo piede; e quando dovendo[1] illuminare altre regioni, ti lascio lo scintillio delle stelle e il chiarore della luna a continuare il mio ufficio’.
Ora avendo dato all’uomo un cielo per bene della natura, anche all’anima essendo più nobile ho dato il Cielo della mia Volontà, perché anche l’anima contiene precipizi, alture e [luoghi] scoscesi, quali sono le passioni, le virtù, le tendenze ed altro. Or se l’anima si toglie da sotto il Cielo della mia Volontà, non farà altro che precipitare di colpa in colpa, le passioni l’affogheranno e le altezze delle virtù si cambieranno in abissi. Sicché come nella terra senza del cielo sarebbe tutto in disordine e infecondo, così l’anima senza della mia Volontà”.
[1] devo
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta