Marzo 7, 1915 (89)
Il pensiero dei flagelli e che io li potessi fomentare con l’uscire da me, mi trafiggeva il cuore. Il confessore continuava a non stare bene; io pregavo e piangevo, e non sapevo decidermi. Il benedetto Gesù veniva a lampo e fuggiva e mi lasciava libera; finalmente, mosso a compassione è venuto, e tutta compatendomi e carezzandomi mi ha detto:
“Figlia mia, la tua costanza mi vince, l’amore e la preghiera mi legano e quasi mi muovono battaglia; perciò son venuto a trattenermi un poco con te, non potendo più resistere. Povera figlia, non piangere, eccomi tutto per te; pazienza, coraggio, non ti abbattere. Se tu sapessi quanto soffro! Ma l’ingratitudine delle creature a ciò mi costringe, i peccati enormi, l’incredulità, il voler quasi sfidarmi. E questo è il meno; se ti dicessi della parte religiosa! Quanti sacrilegi! Quante ribellioni! Quanti che si fingono miei figli e sono i miei accaniti nemici! Questi finti figli sono usurpatori, interessati, increduli, i loro cuori sono sentine di vizi; e questi figli saranno i primi a muovere guerra alla Chiesa e cercheranno di uccidere la propria Madre! Oh, quanti già stanno per uscire in campo! Ora è guerra tra governi, paesi, e fra poco guerreggeranno la Chiesa, e i più nemici saranno i propri figli. Il mio cuore è lacerato dal dolore. Con tutto ciò tollero che passi questa burrasca e che la faccia della terra, le chiese, siano lavate dal sangue di quegli stessi che le hanno imbrattate e contaminate. Anche tu unisciti col mio dolore, prega ed abbi pazienza del veder passare questa burrasca”.
Ma chi può dire il mio strazio? Mi sentivo più morta che viva. Sia sempre benedetto Gesù e sia fatto sempre il suo Santo Volere.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta