Ottobre [...], 1914 (80)
Stavo scrivendo le Ore della Passione e pensavo tra me: “Quanti sacrifizi nello scrivere queste benedette Ore della Passione, specie nel mettere su carta certi atti interni che solo tra me e Gesù erano passati! Quale ne sarà la ricompensa che egli mi darà?” E Gesù facendomi sentire la sua voce tenera e dolce mi ha detto:
“Figlia mia, per compenso che hai scritto le Ore della mia Passione, ad ogni parola che hai scritto ti darò un bacio, un’anima”.
Ed io: “Amor mio, questo a me, ed a quelle che le faranno, che darai loro?”
E Gesù: “Se le faranno insieme con me e con la mia stessa Volontà, ad ogni parola che reciteranno darò anche [a loro] un’anima, perché tutta la maggiore o minore efficacia di queste Ore della mia Passione sta nella maggiore o minore unione che hanno con me; e facendole con la mia Volontà, la creatura si nasconde nel mio Volere, ed agendo il mio Volere posso fare tutti i beni che voglio, anche per una sola parola; e questo ogni volta che le farete”.
Un’altra volta stavo lamentandomi con Gesù, che dopo tanti sacrifizi nello scrivere queste Ore della Passione, erano tante poche le anime che le facevano, ed egli:
“Figlia mia, non ti lamentare; ancorché fosse una sola, ne dovresti essere contenta. Non avrei sofferto tutta la mia passione ancorché si dovesse salvare una sola anima? Così anche tu. Mai si deve omettere il bene perché pochi se ne avvalgono; tutto il male è per chi non profitta. E come la mia passione fece acquistare il merito alla mia Umanità come se tutti si salvassero, ad onta che non tutti si salvano - perché la mia Volontà era quella di salvarli tutti, e meritai a seconda che io volevo, non a seconda il profitto che ne farebbero le creature - così tu, a seconda che la tua volontà si è immedesimata con la mia Volontà di voler e di fare bene a tutti, così ne resterai ricompensata. Tutto il male è di quelle che potendo non le fanno. Queste Ore sono le più preziose di tutte, perché non è altro che ripetere ciò che feci nel corso della mia vita mortale e ciò che continuo nel Santissimo Sacramento. Quando sento queste Ore della mia Passione sento la mia stessa voce, le mie stesse preghiere, veggo la mia Volontà in quell’anima, qual è di volere il bene di tutti e di riparare per tutti, ed io mi sento trasportato a dimorare in essa per poter fare in lei ciò che fa lei stessa. Oh, quanto amerei che anche una sola per paese facesse queste Ore della mia Passione! Sentirei me stesso in ogni paese, e la mia giustizia in questi tempi grandemente sdegnata ne resterebbe in parte placata”.
Aggiungo che un giorno stavo facendo l’ora quando la celeste Mamma diede sepoltura a Gesù, ed io la seguii per tenerle compagnia nella sua amara desolazione per compatirla. Questa non era [mio] solito di farla sempre, solo qualche volta. Ora stavo indecisa se dovevo farla o no, e Gesù benedetto, tutto amore e come se mi pregasse, mi ha detto:
“Figlia mia, non voglio che la tralasci, la farai per amor mio in onore della mia Mamma. Sappi che ogni qualvolta tu la fai, la mia Mamma si sente come se stesse in persona in terra a ripetere la sua vita, e quindi riceve essa quella gloria ed amore che diede a me sulla terra; ed io sento come se stesse di nuovo la mia Mamma in terra, le sue tenerezze materne, il suo amore e tutta la gloria che ella mi diede; quindi ti terrò in conto di madre”.
Onde abbracciandomi, mi sentivo dire zitto zitto[1]: “Mamma mia, mamma”. E mi suggeriva ciò che fece e soffrì in quest’ora la dolce Mamma, ed io la seguii; e d’allora in poi non l’ho più tralasciato, aiutata dalla sua grazia.
[1] zitto zitto, cioè: sottovoce
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta