Maggio 9, 1912 (18)
Questa mattina trovandomi nel solito mio stato, stavo pensando come ci possiamo consumare nell’amore, ed il benedetto Gesù nel venire mi ha detto:
“Figlia mia, se la volontà non vuole altro che me solo, se l’intelletto non si occupa d’altro che a conoscere me, se la memoria non si ricorda di altro che di me, eccoti consumate le tre potenze dell’anima nell’amore. Così dei sensi: se parla solo di me, se sente solo ciò che riguarda me, se si gustano le sole cose mie, se si opera e si cammina solo per me, se il cuore ama me solo, se i desideri desiderano solo me, eccoti la consumazione nell’amore formata nei sensi. Figlia mia, l’amore ha un dolce incanto e rende l’anima cieca[1] a tutto ciò che non è amore, e la rende tutt’occhio a tutto ciò che è amore.
Sicché per chi ama, qualunque cosa la volontà incontra, se è amore diventa tutt’occhio, se no diventa cieca, stupida e non capisce nulla; così la lingua, se deve parlare d’amore si sente scorrere nella sua parola tanti occhi di luce e diventa eloquente, se no diventa balbuziente e finisce coll’ammutolirsi; così di tutto il resto”.
[1] in altra edizione: lieta, e cieca
fonte audio: www.divinavoluntas.it
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