Febbraio 5, 1901 (54)
Questa mattina il benedetto Gesù mi ha trasportato fuori di me stessa, ma si faceva vedere in uno stato che muoveva a compassione anche le pietre. Oh, come soffriva, e pareva che non potendo più reggere, voleva sgravarsi un poco, quasi cercando aiuto. Il mio povero cuore me lo sentivo spezzare per tenerezza, e subito gli ho tirato[30] la corona di spine mettendola a me, per dargli sollievo, poi gli ho detto: “Dolce mio Bene, è da qualche tempo che non mi avete rinnovate le pene della croce; vi prego a rinnovarmele oggi, così resterete più sollevato”.
E lui: “Diletta mia, è necessario che si domandi alla giustizia, per ciò fare, poiché sono giunte a tanto le cose che non può permettere che tu patisca”.
Io non sapevo come fare per domandare alla giustizia, quando si son presentate due donzelle che pareva che servivano alla giustizia. Ed una aveva nome di tolleranza, l’altra dissimulazione; ed avendo domandato loro che mi crocifiggessero, la tolleranza mi ha preso una mano e me l’ha inchiodata, senza voler terminare. Allora ho detto: “O santa dissimulazione, compisci tu di crocifiggermi, non vedi che la tolleranza mi ha lasciato? Fatti vedere quanto sei più brava nel dissimulare”.
Onde ha compìto di crocifiggermi, ma con tale spasimo che se il Signore non mi avesse sostenuta fra le sue braccia, certo sarei morta per il dolore. Dopo ciò il benedetto Gesù ha soggiunto:
“Figlia, è necessario almeno che qualche volta tu soffri queste pene, e se ciò non fosse, guai al mondo! Che ne sarebbe di esso?”
Poi l’ho pregato per varie persone, e mi son trovata in me.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta