Ottobre 29, 1900 (25)
Dopo aver passato qualche giorno di privazione e di silenzio, questa mattina nel venire il benedetto Gesù, ho detto:
“Si vede che non è più Volontà vostra il mio stato”.
E lui: “Sì, sì, alzati e vieni nelle mie braccia”.
Da questo dire ho dimenticato il penoso stato dei giorni passati e sono corsa nelle sue braccia, e come si vedeva il costato aperto ho detto: “Diletto mio, è da qualche tempo che non mi avete ammesso a succhiare al vostro costato, vi prego ammettermi oggi”.
E Gesù: “Diletta mia, bevi pure a tuo piacere e saziati”.
Chi può dire il mio contento, e con qual avidità ho messo la mia bocca a bere a quella fonte divina? Dopo che ho bevuto a sazietà, fino a non aver più dove mettere neppure un’altra goccia, mi son tolta, e Gesù mi ha detto:
“Ti sei saziata? Se non [lo] sei, seguita pure a bere”.
Ed io: “Sazia no, perché a questa fonte quanto più si beve più cresce la sete, solo che essendo io molto ristretta non sono capace di più contenerne”.
Dopo ciò, vedevo insieme con Gesù altre persone e [lui] ha detto: “La cosa più essenziale e necessaria in un’anima è la carità; se non ci sta la carità succede come a quelle famiglie o regni che non hanno reggitori: tutto è sconvolto, le più belle cose restano oscurate, non si vede nessuna armonia, chi vuol fare una cosa e chi un’altra. Così succede nell'anima dove non regna la carità: tutto è in disordine, le più belle virtù non armonizzano tra loro; ecco perciò la carità si chiama regina[1], perché ha regime, ordine e dispone tutto.
[1] in altra edizione: regno
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta