Maggio 13, 1900 (69)
Continua lo stesso stato e forse anche peggio, sebbene faccio quanto posso a starmi quieta senza turbarmi perché così vuole l’ubbidienza, ma con tutto ciò non lascio di sentirne il peso dell’abbandono che mi preme e giunge fino a schiacciarmi. O Dio, che stato è codesto? Ditemi almeno, dove vi ho offeso? Qual ne è la causa? Ah, Signore, se volete continuare in questo modo, credo che non potrò più aver resistenza!
Onde, quando appena si è fatto vedere mettendomi una mano sotto il mento in atto di compatirmi, e mi ha detto:
“Povera figlia, come ti sei ridotta!” E facendomi parte delle sue pene, come lampo è scomparso, lasciandomi più afflitta di prima come se non fosse venuto; anzi mi sento come se non fosse venuto da tanto tempo e vi provo tale afflizione, che vivo e il mio vivere è un continuo agonizzare. Ah, Signore, porgetemi aiuto e non mi lasciate in abbandono, sebbene lo merito.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta