Aprile 23, 1900 (63)
Questa mattina, trovandomi fuori di me stessa vedevo il mio dolce Gesù che soffriva molto, ed io l’ho pregato che mi facesse parte delle sue pene, e lui mi ha detto: “Anche tu soffri, piuttosto io mi metto nel tuo posto e tu fammi l’ufficio d’infermiera”.
Così pareva che Gesù si mettesse nel mio letto, ed io in piedi accanto a lui; incominciavo a rialzargli la testa e ad una ad una gli toglievo le spine che stavano conficcate nel suo benedetto capo. Poi sono andata al suo corpo ed ho visitato tutte le sue piaghe, le[1] asciugavo il sangue e le baciavo; ma non avevo come ungerle per mitigare lo spasimo, quando ho visto che dal mio petto usciva un olio, ed io lo prendevo ed ungevo le piaghe di Gesù; ma facevo ciò con un certo timore, ché non capivo che cosa significasse quell’olio che usciva da me. Ma Gesù benedetto mi ha fatto capire che la rassegnazione al Divino Volere è olio che, mentre unge e mitiga le nostre pene, nel medesimo tempo è olio che unge e mitiga lo spasimo delle piaghe di Gesù. Onde, dopo essere stata per un buon pezzo di tempo a far quest’uffizio al mio caro Gesù, mi è scomparso ed io son ritornata in me stessa.
[1] ne
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta