Aprile 2, 1900 (57)
Questa mattina ho dovuto molto soffrire per l’assenza del mio caro Gesù, ma però ha ricompensato le mie pene col soddisfare il mio desiderio di voler sapere una cosa che da molto tempo bramavo. Onde dopo aver girato e rigirato in cerca di Gesù, or lo chiamavo con la preghiera, or con le lacrime, or col canto, chi sa potesse restar ferito dalla mia voce e così farsi trovare; ma tutto indarno. Ho replicato i gemiti, a chiunque trovavo domandavo di lui.
Finalmente, quando il mio cuore si sentiva crepare e che non ne potevo più, l’ho trovato, ma lo vedevo di tergo, e ricordandomi di una resistenza che gli feci, che dirò nel libro del confessore, gli ho chiesto perdono, e così pare che ci siamo messi d’accordo, tanto che lui stesso mi ha domandato che cosa volessi, ed io gli ho detto: “Compiacetevi di farmi conoscere la vostra Volontà sul mio stato, specialmente che cosa devo fare quando mi trovo con poche sofferenze e voi non venite, e se venite è quasi ad ombra. Onde non vedendo voi, i miei sensi me li sento in me stessa, e trovandomi in questa posizione mi sento come se ci mettessi del mio e non fosse necessario aspettare la venuta del confessore per uscire da quello stato”.
E Gesù: “O soffri o non soffri, o vengo o non vengo, il tuo stato è sempre di vittima; molto più che questa è la mia Volontà e la tua, ed io giudico non secondo le opere che si fanno, ma secondo la volontà con cui si opera”.
Ed io: “Signore mio, va bene come dite, ma mi pare che sto[1] inutile e si perde molto tempo, e mi sento un fastidio, un timore; e poi far venire il confessore, mi tormenta l’anima che non fosse Volontà vostra”.
E lui: “Pensi tu che fosse peccato il far venire il confessore?”
Ed io: “No, ma temo che non fosse tua Volontà”.
E lui: “Del peccato devi fuggire anche l’ombra, ma del resto non devi darti pensiero”.
Ed io: “Se non fosse tua Volontà a che pro starci?”
E lui: “Oh, mi pare che la figlia mia vuole sfuggire lo stato di vittima, non è vero?”
Ed io, tutta arrossendo, ho detto: “No, Signore, dico questo per quando qualche volta non mi fate soffrire e voi non venite; del[2] resto fatemi soffrire ed io non mi darò nessun pensiero”.
E Gesù: “E a me pare che vuoi sfuggire. Poi, sai tu quando ho riservato di venire a comunicarti le mie pene, se [al]la prima, [al]la seconda, [al]la terza o anche [al]l’ultima ora? Onde, distraendoti da me e sforzandoti ad uscire ti occuperai in altro, ed io venendo non ti troverò preparata e prenderò la mia volta e me ne andrò altrove”.
Ed io tutta spaventata: “Non sia mai, o Signore! Non voglio altro sapere che la vostra Santissima Volontà”.
E lui: “Statti calma ed aspetta il confessore”. Detto ciò è scomparso.
Pare che mi sento sgravata da un gran peso, da questo parlare di Gesù; ma con tutto ciò non è scemata in me la pena dolorosa [di] quando Gesù mi priva di lui.
[1] sono
[2] per il
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta