Marzo 2, 1900 (46)
Questa mattina, avendo fatta la santa comunione, il mio dolce Gesù si faceva vedere crocifisso, ed internamente mi sentivo tirata a specchiarmi in lui per potermi a lui rassomigliare, e Gesù si specchiava in me per tirarmi alla sua rassomiglianza. Mentre così faceva, io mi sentivo infondere in me i dolori del mio crocifisso Signore, che con tutta bontà mi ha detto:
“Il tuo alimento voglio che sia il patire, non come solo patire ma come frutto della mia Volontà. Il bacio più sincero che lega più forte la nostra amicizia è l’unione dei nostri voleri ed il nodo indissolubile che ci stringerà in continui abbracciamenti sarà il continuo patire”.
Mentre ciò diceva il benedetto Gesù si è schiodato e ha preso la sua croce e la distendeva nell’interno del mio corpo, ed io vi rimanevo pur tanto distesa che mi sentivo slogare le ossa. Di più una mano, ma non so dire [per] certo di chi era, mi trapassava le mani ed i piedi; e Gesù, che stava seduto sulla croce che stava distesa nel mio interno, tutto si compiaceva del mio patire e di colui che mi trapassava le mani, ed ha soggiunto: “Adesso mi posso riposare tranquillamente; non ho da prendermi neppure il fastidio di crocifiggerti perché l’ubbidienza vuole operare tutto essa, ed io liberamente ti lascio nelle mani dell’ubbidienza”.
E sfuggendo da sopra la croce, si è messo sopra il mio cuore per riposarsi. Chi può dire quanto sono rimasta sofferente stando in quella posizione? Dopo essere stata lungo tempo, Gesù non si sbrigava di sollevarmi come le altre volte per farmi ritornare nello stato naturale. Quella mano che mi aveva messo sulla croce non la vedevo più; lo dicevo a Gesù e [lui] mi rispondeva: “Chi ti ha messo sulla croce? Sono stato forse io? È stata l’ubbidienza; e l’ubbidienza ti deve togliere”.
Pare che questa volta aveva voglia di scherzare, ed a somma grazia ho ottenuto che mi liberasse il benedetto Gesù.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta