Gennaio 31, 1900 (33)
Dopo esser [Gesù] venuto parecchie volte, ma sempre in silenzio, ed io mi sentivo un vuoto ed una pena, ché non sentivo la voce dolcissima del mio dolce Gesù; e lui ritornando, quasi per contentarmi, mi ha detto: “La grazia è la vita dell’anima. Come al corpo dà vita l’anima, così la grazia dà vita all’anima; ma non basta al corpo, per aver vita, aver l’anima solamente, ma abbisogna ancora di un cibo come nutrirsi e crescere a debita statura. Così [al]l’anima non basta aver la grazia per aver vita, ma ci vuole un cibo per nutrirla e condurla a debita statura. E qual è questo cibo? È la corrispondenza, sicché la grazia e la corrispondenza formano quella catena inanellata che la conducono in cielo; ed a misura che l’anima corrisponde, la grazia viene formando gli anelli di questa catena”.
Poi ha soggiunto: “Qual è il passaporto per entrare nel regno della grazia? È l’umiltà. L’anima, guardando sempre il suo nulla e scorgendosi non essere altro che polvere, che vento, tutta la sua fiducia la rimetterà nella grazia, tanto da renderla padrona, e la grazia prendendo padronanza su tutta l’anima la conduce per il sentiero di tutte le virtù e la fa giungere all’apice della perfezione”.
Che cosa è l’anima senza la grazia? Mi pareva il corpo senza l’anima, che diventa puzzolente e fa scaturire vermi e marciume da tutte le parti, tanto da rendersi oggetto d’orrore alla stessa vista umana. Così l’anima senza la grazia si rende tanto abominevole da fare orrore alla vista non degli uomini, ma di quel Dio tre volte santo. Ah, Signore, liberatemi da tanta sciagura e dal mostro abominevole del peccato!
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta