Gennaio 27, 1900 (31)
Continuo a restare quasi priva del mio dolce Gesù, la mia vita vien meno per la pena; mi sento un tedio, una noia, una stanchezza della vita! Andavo dicendo nel mio interno: “Oh, come si è prolungato il mio esilio! Oh, qual felicità sarebbe la mia se potessi sciogliere i legami di questo corpo e così l’anima prenderebbe libero il volo verso il mio sommo Bene!”
Un pensiero mi ha detto: “E se tu vai all’inferno?” Ed io per non chiamare il demonio a combattermi, subito mi sono sbrigata col dire: “Ebbene, anche dall’inferno manderò i miei sospiri al mio dolce Gesù, anche lì voglio amarlo”.
Mentre mi trovavo in questi pensieri ed altri, che sarebbe troppo lunga la storia il ridirli tutti, l’amabile Gesù per poco tempo si è fatto vedere, ma in un aspetto serio, e mi ha detto: “Non è arrivato ancora il tuo tempo”.
Poi con una luce intellettuale mi faceva comprendere che nell’anima tutto dev’essere ordinato. L’anima possiede tanti piccoli appartamenti dove ogni virtù prende il suo posto, sebbene si può dire che una sola virtù contiene in sé tutte le altre, e che l’anima possedendone una sola, viene ad essere corredata da tutte le altre virtù; ma con tutto ciò sono tutte distinte fra loro, tanto che ognuna vi tiene il suo posto nell’anima; ed ecco che tutte le virtù hanno il loro principio dal mistero della Sacrosanta Trinità, che mentre è Uno sono Tre distintamente, e mentre sono Tre è Uno. Comprendevo pure che questi appartamenti nell’anima, o son pieni di virtù o del vizio opposto a quella virtù, e se non c’è né la virtù né il vizio, restano vuoti. A me pareva come una casa che contiene tante stanze tutte vuote, o pure quelle stanze, chi piene di serpi, chi di fango, chi ripiena di qualche mobile pieno di polvere, chi oscura. Ah, Signore, solo voi potete mettere in ordine la povera anima mia!
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta