Agosto 24, 1900 (109)
Avendo passato un giorno inquieta, mi sentivo tutta piena di tentazioni e peccati. Oh, Dio, che pena straziante è l’offendervi! Facevo quanto più potevo a starmene in Dio, a rassegnarmi al suo Santo Volere, ad offrirgli per amor suo quello stesso stato inquieto, a non dar retta al nemico, mostrandomi con somma indifferenza acciocché non l’avessi io stessa aizzato a tentarmi maggiormente, ma con tutto ciò non potevo fare a meno di sentire il bisbiglio che il nemico mi suscitava d’intorno.
Onde trovandomi nel solito mio stato non ardivo desiderare il mio diletto Gesù, tanto mi vedevo brutta e miserabile. Ma lui, sempre benigno con questa peccatrice, senza che lo chiedessi è venuto, e come se mi compatisse mi ha detto: “Figlia mia, coraggio, non temere; sai tu che certe acque fredde ed impetuose sono più potenti a purgare da ogni minimo neo, che lo stesso fuoco? E poi, tutto si converte in bene per chi veramente mi ama”.
Detto ciò è scomparso, lasciandomi rincorata, sì, ma debole come se avessi sofferto una febbre.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta