Settembre 16, 1899 (72)
Questa mattina il mio adorabile Gesù è venuto, e temendo che fosse il demonio gli ho detto: “Permettetemi che vi segni la fronte con la croce”; e nell'atto stesso l’ho segnato e così sono restata più sicura e tranquilla. Ora Gesù benedetto pareva stanco e si voleva riposare in me; e siccome anch'io mi sentivo stanca per le sofferenze dei giorni passati, specialmente per le sue pochissime venute, onde mi sentivo la necessità di riposarmi in lui. Quindi dopo aver contrastato un poco insieme, mi ha detto:
“La vita del cuore è l’amore. Io sono come un infermo che brucia di febbre, che va trovando[1] un rinfresco, un sollievo nel fuoco che lo divora. La mia febbre è l’amore; ma dove estraggo i rinfreschi, i sollievi più adatti al fuoco che mi consuma? Dalle pene e dagli affanni sofferti dalle anime mie predilette, per solo mio amore. Molte volte sto aspettando e riaspettando quando l’anima deve volgersi a me per dirmi: ‘Signore, solo per amor vostro voglio soffrire questa pena’. Ah, sì, questi sono i miei refrigeri ed i rinfreschi più adatti che mi sollevano e mi smorzano il fuoco che mi consuma!”
Dopo ciò si è gettato nelle mie braccia languendo, per riposarsi. Mentre Gesù riposava, io comprendevo molte cose sulle parole dette da Gesù, specialmente sul patire per amor suo. Oh, che moneta d’inestimabile valore! Se tutti la conoscessimo, faremmo a gara a chi più potesse patire; ma io credo che siamo tutti corti di vista per conoscere questa moneta sì preziosa, perciò non si giunge ad averne conoscenza.
[1] cercando
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta