Luglio 22, 1899 (48)
Il mio adorabile Gesù questa mattina si faceva vedere con una croce d’oro pendente al collo, tutta risplendente, e che guardandola se ne compiaceva immensamente. In un istante si è trovato il confessore presente; Gesù gli ha detto:
“Le sofferenze dei giorni passati hanno accresciuto lo splendore alla croce, tanto che guardandola prendo molto piacere”. Poi si è voltato a me e mi ha detto: “La croce comunica tale uno splendore all’anima da renderla trasparente; e siccome quando un oggetto è trasparente [gli] si possono dare tutti quei colori che si vogliono, così la croce con la sua luce dà tutti i lineamenti e le forme più belle, che mai si possa immaginare, non solo dagli altri, ma anche dall’anima stessa che la prova. Oltre di ciò, in un oggetto trasparente subito si scopre la polvere, le piccole macchie ed anche l’adombramento. Tale è la croce; siccome rende l’anima trasparente, subito fa scovare all’anima i piccoli difetti, le minime imperfezioni, tanto che non c’è mano maestra più abile della croce a fare che tenga l’anima preparata, per renderla degna abitazione del Dio del cielo”. Chi può dire ciò che ho compreso della croce e quanto è da invidiare l’anima che la possiede?
Dopo ciò mi ha trasportato fuori di me stessa e mi son trovata sopra una scala altissima, che sotto [di sé] metteva ad un precipizio, e per giunta i gradini di questa scala erano movibili e tanto stretti che appena si poteva poggiare la punta dei piedi. Quello che più metteva terrore era il precipizio e il non poter trovare appoggio di sorta, e volendosi afferrare ai gradini [questi] se ne venivano appresso. Nel[1] vedere le altre persone, che quasi tutti precipitavano, metteva il brivido nelle ossa; eppure non si poteva fare a meno di passare per quella scala. Quindi mi son provata, ma appena ho fatto due o tre gradini, vedendo il pericolo grande che correvo di cadere nell’abisso, ho incominciato a chiamare Gesù, che venisse in mio aiuto. Onde senza sapere come ho trovato Gesù presso di me, e mi ha detto:
“Figlia mia, questa che tu hai visto è la via che battono tutti gli uomini in questa terra; i gradini movibili, che neppure potevano appoggiarsi per avere un sostegno, sono gli appoggi umani, le cose terrene, che volendosi appoggiare, invece di dar loro aiuto, danno loro una spinta per precipitare più presto nell’inferno. Il mezzo più sicuro è il camminare quasi volando, senza appoggiarsi sulla terra, a forza di proprie braccia, con gli occhi tutti a sé, senza guardare gli altri, e con l’averli anche tutti intenti a me per avere aiuto e forza; e così si potrà facilmente evitare il precipizio”.
[1] Il
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta