Giugno 5, 1899 (30)
Continua ancora lo stato di annientamento, ma tale che non ardisco di dire una parola al mio diletto Gesù. Ma questa mattina, Gesù, avendo compassione del mio miserabile stato, lui stesso ha voluto sollevarmi, ed ecco come: mentre si è fatto vedere ed io mi sentivo tutta annichilita e vergognosa innanzi a lui, Gesù si è avvicinato a me, ma tanto stretto che mi pareva che egli stesse in me ed io in lui, e mi ha detto: “Figlia mia diletta, che hai che stai tanto afflitta? Dimmi a me tutto, che ti contenterò e rimedierò a tutto”.
Siccome continuavo a vedere me stessa, come dissi l’altro giorno di sopra, onde vedendomi così cattiva, neppure ho ardito di dirgli niente. Ma Gesù ha replicato: “Presto, presto, dimmi che vuoi, non indugiare”.
Vedendomi quasi costretta, dando in dirottissimo pianto, gli ho detto: “Gesù santo, come vuoi che non stia afflitta? Che dopo tante grazie non dovevo essere più così cattiva. Talora anche nelle opere buone che cerco di fare, nelle stesse preghiere, vi mescolo tanti difetti ed imperfezioni che io stessa ne sento orrore. Che sarà innanzi a te che sei così perfetto e santo? E poi lo scarsissimo patire a confronto di prima, il lungo tuo indugio nel venire, tutto mi dice a chiare note che i miei peccati, le mie ingratitudini ne sono la causa, e che tu sdegnato meco, mi neghi pur quel pane quotidiano che concedi tu a tutti generalmente, qual è la croce; sicché poi finirai con l’abbandonarmi del tutto. Si può dare forse maggiore afflizione di questa?”
Gesù, tutto compassionandomi mi ha stretto al suo cuore e mi ha detto: “Non temere, questa mattina faremo le cose insieme, così supplirò alle tue”.
E così prima mi pareva che Gesù conteneva una fonte d’acqua e un’altra di sangue nel suo petto, ed in quelle due fontane ha tuffato l’anima mia, prima nell’acqua e poi nel sangue. Chi può dire come è restata purificata ed abbellita l’anima mia? Dopo mi son messa a pregare insieme con Gesù, recitando tre Gloria Patri, e questo, mi ha detto che lo faceva per supplire alle mie preghiere ed adorazioni alla maestà di Dio. Oh, come era bello e commovente pregare insieme con Gesù!
Dopo ciò Gesù mi ha detto: “Non ti affligga il non patire; vuoi tu anticipare l’ora da me designata? Il mio operare non è furioso, ma tutto a suo tempo; adempiremo ogni cosa a tempo debito”.
Indi poi, per un fatto tutto provvidenziale, all’improvviso, essendo uscito il viatico dalla chiesa per altri infermi, ho fatto anch’io la comunione. Chi può dire dopo tutto, ciò che è passato tra me e Gesù, i baci, le carezze che Gesù mi faceva? È impossibile poter dire tutto. Mi pareva che dopo la comunione vedevo la sacra particola; ed ora vedevo nella particola la bocca di Gesù, ora gli occhi, ora una mano, e poi ha fatto vedere tutto sé. Mi ha trasportata fuori di me stessa, ed ora mi trovavo nella volta dei cieli ed ora mi trovavo sulla terra in mezzo agli uomini, sempre insieme con Gesù. Lui andava di tanto in tanto ripetendo: “Oh, quanto sei bella diletta mia, se tu sapessi quanto ti amo! E tu, quanto mi ami?”
Nel sentirmi dire queste parole, io provavo tale confusione che mi sentivo morire; ma con tutto ciò ho avuto il coraggio di dirgli: “Gesù mio bello, sì ti amo assai, e tu, se veramente mi ami tanto, dimmi, anche tu mi perdoni per tutto il male che ho fatto? Ma concedimi pur il patire”.
E Gesù: “Sì che ti perdono, e voglio contentarti col versare in abbondanza le mie amarezze in te”.
Così Gesù ha versato le sue amarezze. Mi pareva che avesse una fonte d’amarezza nel suo cuore dalle offese ricevute dagli uomini, e la maggior parte la traboccava in me. Poi Gesù mi ha detto: “Dimmi, che altro vuoi?”
Ed io: “Gesù santo, ti raccomando il mio confessore, fammelo santo e donagli anche la salute del corpo”. E poi: “È Volontà tutta tua che venga questo Padre?”
E Gesù: “Sì”.
Ed io: “Se tua Volontà fosse lo faresti star bene”.
E lui: “Statti quieta, non voler investigare troppo i miei giudizi”. E nell’atto stesso mi faceva vedere il miglioramento della salute del corpo e la santità dell’anima del confessore, ed ha soggiunto: “Tu vuoi essere furiosa, ma io faccio tutto a tempo”.
Dopo ho raccomandato le persone che a me appartenevano, ho pregato per i peccatori dicendo a Gesù: “Oh, quanto desidero che il mio corpo si facesse in minutissimi pezzi, purché i peccatori si convertissero!” E così ho baciato la fronte, gli occhi, il volto, la bocca di Gesù, facendo varie adorazioni, riparazioni per le offese che gli fanno i peccatori. Oh, come era contento Gesù, ed io pure!
Indi, facendomi promettere da Gesù di non dovermi più lasciare, son ritornata in me stessa e così è finito.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta