capitolo (46)
Onde il mio dolce Gesù non faceva altro che dispormi a quel mistico sposalizio promesso a me. Si faceva vedere, stando [io] in quello stato, quando tre, quattro volte al giorno, secondo che a lui piaceva, e delle volte era un continuo andare e ritornare; mi pareva un innamorato che non sa stare senza della sua sposa, così faceva Gesù con me, e delle volte giungeva a dirmelo: «Vedi, t'amo tanto che non so stare se non ci vengo, mi sento quasi irrequieto pensando che tu stai a soffrire per me e stai sola; perciò son venuto per vedere se hai bisogno di qualche cosa».
E mentre così diceva, lui stesso mi sollevava la testa, metteva il braccio da dietro il collo e m'abbracciava, e mentre così mi teneva, mi baciava e, se era tempo d'estate che faceva caldo, dalla sua bocca mandava un alito rinfrescante o pure prendeva qualche cosa in mano e mi menava il vento, e poi mi domandava: «Come ti senti? Non ti senti meglio?». Io gli dicevo: «In qualunque modo si sta con voi, si sta sempre bene». Altre volte poi, veniva e, se mi vedeva molto debole pe[r] [i]l continuo stare in quelle sofferenze, specialmente se il confessore veniva la sera, il mio amante Gesù veniva e, vedendomi in quello stato di estrema debolezza, tanto che delle volte mi sentivo morire, si avvicinava a me e dalla sua bocca versava nella mia il latte, o[p]pure mi faceva mettere [la mia] al [suo] costato e là succhiavo torrenti di dolcezze, di delizie e di fortezza; e lui mi diceva: «Voglio essere Io proprio il tuo tutto, ed anche il tuo nutrimento dell'anima e del corpo».
Chi può dire ciò che io esperimentavo, tanto nell'anima quanto nel corpo, da queste grazie che Gesù mi faceva. Se io le volessi dire, andrei troppo per le lunghe.
Ricordo che delle volte quando non ci veniva presto, io mi lamentavo con lui dicendogli: «Deb! oh! Sposo Santo, come mi hai fatto tanto aspettare. Io non potevo più resistere, mi sentivo morire senza di voi». E mentre così dicevo, era tanta la pena che sentivo che piangevo, e lui tutta mi compativa, m'asciugava le lacríme, mi baciava, mi abbracciava e diceva: «Non voglio che piangi. Vedi, adesso sto con te; dimmi, che vuoi». Io gli dicevo: «Non voglio altro che voi; ed allora cesserò dal piangere quando mi promettete di non farmi tanto aspettare». E lui mi diceva: «Sì, sì, ti contenterò».
Un giorno mentre stavamo in questo contrasto, ed io, era tanta la pena che non potevo cessare dal piangere, il mio buon Gesù mi disse: «Voglio contentarti in tutto; mi sento tanto tirato verso di te che non posso farne a meno di far quel che tu vuoi. Se finora ti ho tolto la vita esteriore e mi sono a te manifestato, ora voglio [at]tirare l'anima tua presso di me, acciocché dovunque Io vado possa tu venire insieme; così potrai tu più godermi e stringerti più intimamente a me, [più] che non hai fatto per l'addietro».
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta