capitolo (43)
Prosegui a dirmi: «Voglio da te conformità perfetta alla mia volontà, in modo da disfarsi la tua volontà nella mia. Distacco assoluto d'ogni cosa, tanto che tutto ciò che è terra voglio che sia tenuto da te come sterco e marciume, che si ha orrore anche a guardarlo; e ciò perché le cose terrene, ancorché non si avesse attacco, solo a tenerle intorno e guardarle, adombrano le cose celesti ed impediscono a fare quel mistico sposalizio promessoti.
Di più, voglio che [co]sì come Io fui povero, anche m'imiti nella povertà. Devi considerarti, in questo letto, come una poverella; i poveri si contentano di tutto ciò che hanno, e ringraziano prima me e poi i loro benefattori; così tu, statti a tutto ciò che ti viene dato senza domandare né questo, né quell'altro, ché potrebbe essere un impiccio nella tua mente, ma con santa indifferenza senza pensare se ciò facesse bene o male, rimettiti alla volontà altrui».
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta