capitolo (31)
Una sera, mentre si stava a tavola, ed io in questo stato di non poter aprire la bocca, la famiglia s'incominciò ad inquietare. Io lo sentivo tanto che incominciai a piangere, e per non essere vista m'alzai e me ne andai ad un'altra parte seguitando a piangere, e pregavo Gesù Cristo e la Vergine Santissima che mi desse[ro] aiuto e forza a sopportare questo cimento. Ma mentre ciò facevo mi sentii incominciare a perdere i sensi. Oh! Dio, che pena il solo pensare che mi doveva vedere la famiglia, ché fino allora non se ne era avvertita. In questo mentre: «Signore, gli dicevo, non permettete che mi veggano». Ed io avevo tale vergogna d'essere vista che non so dire il perché, e cercavo quanto più potevo di nascondermi in luoghi dove non potevo essere veduta; quando poi ero sorpresa all'improvviso, in modo che non avevo tempo di nascondermi o almeno d'inginocchiarmi (ché come mi trovavo, in quella posizione restavo) e potevano dire che stavo a pregare, allora poi ero scoperta.
Mentre perdetti i sensi si fece vedere Nostro Signore in mezzo a tanti nemici che gli recavano ogni sorta d'insulto; specialmente lo pigliavano e lo calpestavano sotto dei piedi, lo bestemmiavano, gli tiravano i capelli. Mi pareva che il mio buon Gesù voleva fuggire da sotto quelle fetide piante, ed andava guardando, chissà potesse trovare una mano amica che lo avesse liberato, ma non trovava nessuno. Mentre ciò vedevo, io non facevo altro che piangere sulle pene del mio Signore; avrei voluto andare in mezzo a quei nemici, chissà potessi liberarlo, ma non ardivo. Gli dicevo: «Signore, fatemi parte delle vostre pene. Deh! potessi sollevarvi e liberarvi». Mentre ciò dicevo, quei nemici, come se avessero inteso, se ne venivano contro di me, ma tanto arrabbiati, ed incominciarono a percuotermi, a tirarmi i capelli, a calpestarmi. Io avevo tale timore, soffrivo, sì, ma dentro di me ero contenta ché vedevo dare al Signore un po' di tregua.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta