capitolo (29)
Finalmente il Signore guardandomi benignamente mi disse: «Tu hai visto quanto mi offendono e quanti camminano le vie dell'iniquità che, senza avvedersi, precipitano nell'abisso. Vieni ad offrirti innanzi alla Divina Giustizia come vittima di riparazione delle offese che si fanno e per la conversione dei peccatori, che ad occhi chiusi bevono alla fonte avvelenata del peccato. Un largo campo ti si apre d'innanzi di sofferenze, sì, ma anche di grazie; Io non più ti lascerò, verrò in te a soffrire tutto ciò che mi fanno gli uomini, facendoti parte delle mie pene. Per aiuto e conforto ti do la mia Madre». E pareva che a Lei mi consegnava, ed Essa mi accettava. Io pure mi offrii tutta a lui e alla Vergine, pronta a fare ciò che voleva; e così finii la prima volta. Dopo che mi riebbi da quello stato, mi sentivo tali pene, tale annientamento di me stessa, che mi vedevo come un misero vermicciuolo che non sapevo fare altro che strisciare la terra; e dicevo al Signore: «Aiuto! La vostra onnipotenza mi atterra! Veggo che se voi non mi sollevate, il mio niente si disfa e va [a] disperdesi. Dammi il patire, ma Vi prego a darmi la forza, ché mi sento morire». E così incominciò un alternarsi di visite di Nostro Signore e di tormenti da parte dei demoni; quanto più mi rassegnavo, tanto più accrescevano la loro rabbia.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta