capitolo (28)
Dopo che la Vergine Santissima se Lo prese fra le braccia, si avvicinò a me e, piangendo, mi disse: «Figlia, vedi come il mio Figlio è trattato dagli uomini, le orribili offese che commettono che non gli danno mai tregua; guardalo come soffre!». Ed io cercavo di guardarlo e Lo vedevo tutto Sangue, tutto piaghe e quasi trinciato, ridotto ad uno stato mortale; sentivo tali pene che avrei voluto mille volte morire anziché vedere tanto soffrire il mio Signore, mi vergognavo delle mie piccole sofferenze. La Santissima Vergine soggiunse, ma sempre piangendo: «Avvicinati a baciare le piaghe del mio Figlio; lui ti sceglie come vittima, e se tanti l'offendono, tu coll'offrirti a soffrire ciò che lui soffre gli darai un ristoro in tanto penare. Non l'accetti tu?». Io mi sentivo tanto annientata, mi vedevo tanto cattiva (qual sono ancora!) e indegna, che non ardivo di dire: «Sì». La natura tremava, mi sentivo tanto debole delle pene passate, che appena mi lasciava un filo di vita. Poi, non so come, da lontano vedevo i demoni che strepitavano tanto e che, tutto ciò che avevo veduto fare al Signore lo dovevano fare a me se accettavo. In me stessa sentivo tali pene, dolori, stiramentí di nervi, che io credevo di dover lasciare la vita.
Finalmente m'avvicinai e gli baciai le piaghe; pareva che, fatto ciò, quelle membra così lacerate si risanavano, ed il Signore, che prima pareva quasi morto, s'incominciava a ravvivare a nuova vita. Internamente ricevevo tali lumi sulle offese che si fanno, attrazioni di accettare d'essere vittima ancorché dovessi soffrire mille morti ché il Signore tutto meritava, e che io non potrei oppormi a ciò che lui voleva. Questo succedeva mentre si stava in muto silenzio. Ma in que[gl]i sguardi che a vicenda ci davamo, erano tanti inviti, tante saette infocate che mi passavano il cuore. La Santissima Vergine specialmente mi spronava ad accettare. Ma chi può dire tutto ciò che passai.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta