capitolo (16)
Un giorno, mentre lavoravo stavo considerando le pene acerbissime che soffrì il mio buon Gesù; il mio cuore lo sentivo tanto oppresso dalla pena, che mi mancava la respirazione. Temendo di qualche cosa, volli distrarmi coll'uscire fuori al balcone.
Faccio per guardare in mezzo alla strada, ma, che veggo? Veggo la strada tutta piena di gente e, in mezzo, il mio amante Gesù con la croce sulle spalle, chi Lo tirava da una parte e chi dall'altra, tutto affannoso, col volto grondando Sangue, che alzò gli occhi verso di me in atto di chiedermi aiuto. Chi potrà dire il dolore che provai, l'impressione che fece sull'animo mio una vista così compassionevole! Subito entrai dentro, non sapevo io stessa dove mi trovavo, il cuore me lo sentivo spezzare per [il] dolore; gridavo, piangendo gli dicevo: «Mio Gesù, vi potessi almeno aiutare! Vi potessi liberare da quei lupi così arrabbiati! Ahi! vorrei almeno soffrire quelle pene in vece vostra, per dare un sollievo al vostro dolore! Deh! mio Bene, dammi il patire, ché non è giusto che voi tanto soffrite, ed io, peccatrice, stia senza penare!».
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta