capitolo (11)
(Non ricordo in filo, ma come posso le dirò). E soggiungeva: “Voglio che sii sempre retta nel tuo operare: [con] un occhio guarda a Me, e [con] l’altro occhio quello che stai facendo; voglio che le creature ti scompariscano affatto. Se sei comandata non guardare le persone, no, ma devi pensare che Io stesso voglio che tu faccia quel che ti viene comandato; quindi, coll’occhio fisso in Me, non giudicherai nessuno, non guarderai se la cosa è penosa o gustosa, se puoi o non puoi farla. Chiudendo gli occhi a tutto questo li aprirai per guardare Me solo, Mi porterai teco insieme pensando che ti sto fisso guardando; mi dirai: “Signore solo per Te lo faccio, per Te solo voglio operare, non più schiava delle creature”. Onde se cammini, se operi, se parli, in qualunque cosa che farai, il solo tuo fine dev’essere di piacere a Me solo. Oh, quanti difetti eviterai se farai così!”
Altre volte mi diceva: “Voglio pure che se le persone ti mortificano, t’ingiuriano, ti contraddicono, [tu tenga] lo sguardo ancora fisso in Me, pensando che di propria [mia] bocca ti sto dicendo: ‘Figlia, sono proprio Io che voglio che soffri questo, non le creature; allontana da loro lo sguardo, ma Io e tu sempre [solo guarda], tutte le altre [creature] distruggile. Vedi, voglio renderti bella per mezzo di queste sofferenze, ti voglio arricchire di meriti, lavorare l’anima tua, renderti simile a Me’. [Di quelle sofferenze] tu Me ne farai un presente, Mi ringrazierai affettuosamente, sarai grata a quelle persone che ti danno occasione di soffrire, ricompensandole con qualche benefizio. Così facendo camminerai retta innanzi a Me, tutte le cose non ti daranno più inquietudine e godrai sempre pace”.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta