Le 24 Ore della Passione di N.S.G.C.
La Cattura di Gesù
OTTAVA ORA
dalla mezzanotte all'una
O Signor mio Gesù Cristo, prostrata alla tua divina presenza, supplico l’amorosissimo tuo cuore che voglia ammettermi alla dolorosa meditazione delle 24 ore, in cui per nostro amore tanto volesti patire nel corpo adorabile e nell’anima tua santissima fino alla morte di croce. Deh! dammi aiuto, grazia, amore, profonda compassione e intelligenza dei tuoi patimenti, mentre ora medito la Ottava Ora, dalla mezzanotte all'una.
E per quelle che non posso meditare, ti offro la volontà che avrei di farle, e intendo intenzionalmente meditarle in tutte le ore che sono costretta o ad applicarmi ai miei doveri o a dormire.
Accetta, o misericordioso Signore, la mia amorosa intenzione, e fa che sia di profitto per me e per molti come se effettivamente e santamente eseguissi quanto desidererei praticare. Intanto grazie ti rendo, o mio Gesù, che per mezzo della preghiera mi chiami all’unione con te, e per piacerti di più, prendo i tuoi pensieri, la tua lingua, il tuo cuore, e con questo intendo pregare, fondendomi tutta nella tua Volontà e nel tuo amore; e stendendo le braccia per abbracciarti, poggio la mia testa sul tuo cuore ed incomincio.
O mio Gesù, già siamo a mezzanotte. Senti che i nemici si avvicinano, e tu, rassettandoti e rasciugandoti il sangue, rafforzato dai conforti ricevuti, vai di nuovo dai tuoi discepoli, li chiami, li ammonisci, te li porti insieme con te e vai incontro ai nemici, volendo riparare con la tua prontezza, la mia lentezza, svogliatezza e pigrizia nell’operare e patire per amore tuo.
Ma, o dolce Gesù, mio Bene, che scena commovente io vedo! Incontri per primo il perfido Giuda, il quale, avvicinandosi a te e gettandoti le braccia al collo, ti saluta e ti bacia. E tu, Amore svisceratissimo, non disdegni di baciare quelle labbra infernali, lo abbracci e te lo stringi al cuore, volendolo strappare dall’inferno, dandogli segni di nuovo amore.
Mio Gesù, com’è possibile non amarti? È tanta la tenerezza del tuo amore, che dovrebbe strappare ogni cuore ad amarti. Eppure non ti amano. Mio Gesù, in questo bacio di Giuda, ripari i tradimenti, le finzioni, gli inganni sotto aspetto di amicizia e di santità, specialmente dei sacerdoti. Il tuo bacio poi, manifesta che a nessun peccatore, purché venga a te umiliato, rifiuteresti il tuo perdono.
Tenerissimo mio Gesù, già ti dai in mano ai nemici, dando loro potere di farti soffrire ciò che loro vogliono. Anch’io, o mio Gesù, mi do nelle tue mani, affinché liberamente tu possa fare di me ciò che più ti piaccia, ed insieme con te voglio seguire la tua Volontà, le tue riparazioni e soffrire le tue pene. Voglio stare sempre a te d’intorno, per fare che non ci sia offesa che io non ripari, amarezza che io non raddolcisca, sputi e schiaffi che tu ricevi che non siano seguiti da un mio bacio e carezza. Nelle cadute che farai, le mie mani saranno sempre pronte ad aiutarti per alzarti.
Sicché sempre con te voglio stare, o mio Gesù, nemmeno un minuto voglio lasciarti solo. E per essere più sicura, mettimi dentro di te ed io starò nella tua mente, nei tuoi sguardi, nel tuo cuore ed in tutto te stesso, per fare che ciò che fai tu possa farlo anch’io. Così potrò tenerti fedele compagnia e nulla potrà sfuggirmi delle tue pene, per darti per tutto, il mio ricambio d’amore. Dolce mio Bene, starò al tuo fianco per difenderti, per imparare i tuoi insegnamenti, per numerare una ad una tutte le tue parole.
Ah! Come mi scende dolce al cuore la parola che rivolgesti a Giuda:
“Amice, ad quid venisti?”. [1]
E sento che anche a me rivolgi la stessa parola, non chiamandomi amica, ma col dolce nome di figlia, [dicendomi:] Filia, ad quid venisti?[2] per sentirti rispondere: “Gesù, vengo ad amarti”. Ad quid venisti?, mi ripeti, se mi sveglio al mattino. Ad quid venisti?, se prego. Ad quid venisti?, mi ripeti dall’Ostia santa, quando lavoro, quando prendo cibo, quando soffro, quando dormo. Che bel richiamo per me e per tutti!
Ma quanti, al tuo Ad quid venisti?, rispondono: “Vengo per offenderti!”. Altri, fingendo di non sentirti, si danno ad ogni sorta di peccati e rispondono al tuo Ad quid venisti? coll’andare all’inferno. Quanto ti compatisco, o mio Gesù! Vorrei prendere le stesse funi con cui stanno per legarti i tuoi nemici, per legare queste anime e risparmiarti questo dolore.
Ma di nuovo sento la tua voce tenerissima che dice, mentre vai incontro ai tuoi nemici:
“Chi cercate?”.
E quelli rispondono:
“Gesù Nazareno”.
E tu a loro:
“Ego sum”. [3]
Con questa sola parola tu dici tutto e ti dai a conoscere per quello che sei, tanto che i nemici tremano e cadono come morti per terra. E tu, o Amore che non ha pari, con un altro Ego sum, li richiami a vita e da te stesso ti dai in potere dei nemici.
Oh, che perfidia e ingratitudine! Invece di cadere umili e palpitanti ai tuoi piedi a chiederti perdono, abusando della tua bontà e disprezzando grazie e prodigi, ti mettono le mani addosso, e con funi e catene ti legano, ti stringono, ti gettano per terra, ti mettono sotto i piedi, ti strappano i capelli. E tu, con pazienza inaudita, taci, soffri e ripari le offese di coloro che, malgrado i miracoli, non si arrendono alla tua grazia e si ostinano di più. Con le funi e le catene impetri dal Padre la grazia di spezzare le catene delle nostre colpe e ci leghi con la dolce catena dell’amore.
E correggi amorosamente Pietro che vuole difenderti, persino tagliando l’orecchio a Malco. Intendi riparare con ciò le opere buone non fatte con santa prudenza, o che, per troppo zelo, cadono nella colpa.
Mio pazientissimo Gesù, queste funi e queste catene pare che mettano qualche cosa di più bello alla tua divina persona: la tua fronte si fa più maestosa, tanto da attirare l’attenzione dei tuoi stessi nemici; i tuoi occhi sfolgorano più luce; il tuo volto divino si atteggia ad una pace e dolcezza suprema, da innamorare i tuoi stessi carnefici. Coi tuoi accenti soavi e penetranti, sebbene pochi, li fai tremare, tanto che, se ardiscono offenderti, è perché tu stesso lo permetti.
O Amore incatenato e legato, potrai mai permettere che tu sia legato per me, facendo più sfoggio d’amore verso di me, ed io, la piccola figlia tua, sia senza catene? No, no. Anzi legami con le tue stesse funi e catene, con le tue mani santissime. Perciò ti prego di legare, mentre bacio la tua fronte divina, tutti i miei pensieri, gli occhi, le orecchie, la lingua, il cuore, i miei affetti e tutta me stessa, ed insieme lega tutte le creature, affinché, sentendo le dolcezze delle tue amorose catene, non più ardiscano offenderti.
Dolce mio Bene, siamo già all’una. La mente incomincia ad assopirsi. Farò il possibile per mantenermi sveglia. Ma se il sonno mi sorprende, mi lascio in te per seguirti in ciò che fai tu, anzi lo farai tu stesso per me. In te lascio i miei pensieri a difenderti dai tuoi nemici, il mio respiro per corteggio e compagnia, il mio palpito a dirti sempre Ti amo e a rifarti dell’amore che gli altri non ti danno, le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti gli onori e la stima che ti toglieranno con gli insulti, sputi e schiaffi.
Mio Gesù, dammi un bacio, abbracciami e benedicimi; e, se vuoi che prenda sonno, fammi dormire nel tuo adorabile cuore, affinché dai tuoi palpiti accelerati dall’amore, o sofferenti, possa venir svegliata spesso, per non interrompere mai la nostra compagnia. Così restiamo intesi, o Gesù.
[1] Amico, perché sei venuto?
[2] Figlia, perché sei venuta?
[3] Io Sono
Gesù prontamente si diede nelle mani dei nemici, guardando nei suoi nemici la Volontà del Padre.
Negli inganni delle creature, nei tradimenti, siamo noi pronti a perdonare come ha perdonato Gesù? Tutto il male che riceviamo dalle creature, lo prendiamo tutto dalle mani di Dio? Siamo noi pronti a fare tutto ciò che Gesù vuole da noi? Nelle croci, negli strapazzi, possiamo dire che la nostra pazienza imiti quella di Gesù?
Incatenato mio Gesù, le tue catene leghino il mio cuore e me lo tengano fermo per farlo pronto a soffrire ciò che vuoi tu.
Mio amabile Gesù, tu mi hai chiamata in quest’Ora della tua passione a tenerti compagnia, ed io son venuta. Mi parve di vederti angosciato e dolente, pregare, riparare e patire, e con le voci le più tenere ed eloquenti perorare la salvezza delle anime. Ho cercato di seguirti in tutto e ora, dovendoti lasciare per le mie solite occupazioni, sento il dovere di dirti un Grazie e un Ti benedico.
Sì, o Gesù, Grazie ti ripeto le mille e mille volte, e ti lodo e benedico per tutto ciò che hai fatto e patito per me e per tutti. Grazie e Ti benedico per ogni goccia di sangue che hai versato, per ogni tuo respiro, palpito, passo, parola, sguardo, e per ogni amarezza e offesa che hai sopportato. Per tutto, o mio Gesù, intendo segnarti con un Grazie e un Ti benedico.
Deh, o Gesù, fa che tutto il mio essere ti mandi un flusso continuo di ringraziamenti e benedizioni, in modo da attirare su di me e su tutti il flusso delle tue grazie e benedizioni!
Deh, o Gesù, stringimi al tuo cuore colle tue santissime mani e segna tutte le particelle del mio essere col tuo Ti benedico, per fare che da me altro non possa uscire che un inno continuo verso di te! Perciò mi lascio in te, per seguirti in ciò che farai; anzi opererai tu stesso per me. Ed io, fin d’ora, lascio i miei pensieri in te per difenderti dai tuoi nemici, il respiro per corteggio e compagnia, il palpito per dirti sempre Ti amo e a rifarti dell’amore che non ti danno gli altri; le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti gli onori e la stima che ti tolgono i tuoi nemici con gl’insulti, sputi e schiaffi, e tutto il mio essere per guardia.
Dolce mio Amore, sebbene debbo attendere alle mie occupazioni, resto nel tuo cuore; ho paura d’uscirne. Tu mi terrai in te, non è vero? I nostri palpiti si intenderanno a vicenda e si confonderanno insieme in modo da darmi vita, amore, stretta unione inseparabile con te. Mio Gesù, se vedi che sto per sfuggirti, il tuo palpito si acceleri nel mio, le tue mani mi stringano più forte al tuo cuore, i tuoi occhi mi guardino e mi gettino saette di fuoco, affinché io, sentendoti, mi lasci subito tirare all'unione con te.
Deh, mio Gesù! Dammi il bacio del divino amore, abbracciami e benedicimi; io ti bacio nel dolcissimo tuo cuore, e mi resto in te.
fonte audio: www.donleonardomariapompei.it