Preghiera alla Celeste Regina, per ogni giorno del mese di Maggio
Regina Immacolata, Celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi, come tua cara figlia, nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti - in questo mese a Te consacrato - la grazia più grande: che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.
Mamma Santa, Tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi come figlia tua a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, Sovrana Regina, a Te mi affido, acciocché guidi i miei passi nel Regno del Voler Divino e, stretta alla tua mano materna, guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà. Tu mi farai da mamma e, come a Mamma mia, Ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restar sicura di non uscire dal Regno suo. Perciò Ti prego che mi illumini per farmi comprendere che significa “Volontà di Dio”.
Ave Maria ...
Fioretto del Mese
La mattina, a mezzogiorno e a sera, cioè tre volte al giorno, andare sulle ginocchia della nostra Mamma Celeste e dirle: “Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno”.
L'anima alla sua Madre Regina
Mamma trafitta, la tua piccola figlia, sapendoti sola senza dell'amato Bene Gesù, vuole tenersi stretta a te, per farti compagnia nella tua amarissima desolazione. Senza di Gesù, tutte le cose si cambiano in dolore per te. Il ricordo delle sue pene strazianti, il dolce suono della sua voce, che ancora ti risuona all'udito, l'affascinante sguardo del caro Gesù, ora dolce, ora mesto, ora gonfio di lacrime, ma che sempre ti rapivano il tuo materno Cuore, [a] non averli più con te, sono spade taglienti che passano [da] parte a parte il tuo trafitto Cuore.
Mamma desolata, la tua cara figlia vuole ad ogni pena darti un sollievo, un compatimento. Anzi, vorrei essere Gesù per poterti dare tutto l'amore, tutti i conforti, [i] sollievi e [i] compatimenti che ti avrebbe dato lo stesso Gesù in questo tuo stato d'amara desolazione. Il dolce Gesù mi ha dato a te come figlia; perciò mettimi al suo posto nel tuo materno Cuore, ed io sarò tutta della Mamma mia, ti rasciugherò le lacrime e ti farò sempre compagnia.
Lezione della Regina e Madre desolata
Figlia carissima, grazie della tua compagnia; ma se vuoi che la tua compagnia mi sia dolce e cara e portatrice di sollievo al mio trafitto Cuore, voglio trovare in te la Volontà Divina operante, dominante e che non ceda alla tua volontà neppure un respiro di vita. Allora sì, ti scambierò col mio Figlio Gesù, perché stando la sua Volontà in te, in Essa sentirò Gesù nel tuo cuore; ed oh, come sarò felice di trovare in te il primo frutto delle sue pene e della sua morte! [Nel] trovare nella figlia mia il mio amato Gesù, le mie pene si cambieranno in gioie ed i miei dolori in conquiste.
Ora, ascoltami, figlia dei miei dolori. Non appena il mio caro Figlio spirò, scese nel Limbo come trionfatore ed apportatore di gloria e di felicità, in quel carcere dove si trovavano tutti i Patriarchi e Profeti, il primo padre Adamo, il caro San Giuseppe ed i miei santi genitori e tutti quelli che, in virtù dei meriti previsti del futuro Redentore, si erano salvati. Io ero inseparabile dal Figlio mio e neppure la morte me Lo poteva togliere. Quindi nella foga dei miei dolori Lo seguii nel Limbo e fui spettatrice della festa, dei ringraziamenti, che tutta quella grande turba di gente diede al Figlio mio, che aveva tanto sofferto e il cui primo passo era stato verso di loro, per beatificarli e portarli con sé nella celeste gloria. Sicché, come morì, così incominciarono le conquiste, la gloria per Gesù e per tutti quelli che Lo amavano. Questo, figlia cara, è simbolo di come, [quando] la creatura fa morire la sua volontà con l'unione della Volontà Divina, incominciano le conquiste nell'ordine divino, la gloria, la gioia, anche in mezzo ai più grandi dolori. Quindi, ad onta che gli occhi dell'anima mia seguirono il mio Figlio [e] mai Lo perdetti di vista, pure in quei tre giorni che stette sepolto, io sentivo tale ansia di vederlo risorto, che andavo ripetendo nella mia foga d'amore: “Sorgi, Gloria mia! Sorgi, Vita mia!” I miei desideri erano ardenti, i miei sospiri di fuoco, fino a sentirmi consumare.
Ora, in queste ansie, vidi che il mio caro Figlio, accompagnato da quella gran turba di gente, uscì dal Limbo in atto di trionfo e si portò al sepolcro. Era l'alba del terzo giorno e, come tutta la natura Lo pianse, così ora gioiva, tanto che il sole anticipò il suo corso per essere presente nell'atto in cui il mio Figlio risuscitava. Ma, oh meraviglia! Prima che risorgesse, fece vedere a quella turba di gente la sua SS. Umanità sanguinante, piagata, sfigurata, come era stata ridotta per amor loro e di tutti. Tutti furono commossi ed ammirarono gli eccessi d'amore ed il grande portento della Redenzione.
Ora, figlia mia, oh, come ti vorrei presente nell'atto in cui risuscitò mio Figlio! Egli era tutto maestà; la sua Divinità unita alla sua Anima [fece] scaturire mari di luce e di bellezza incantevoli, da riempire cielo e terra e, come trionfatore, facendo uso del suo potere, comandò alla sua morta Umanità, che ricevesse di nuovo la sua anima e che risorgesse trionfante e gloriosa a vita immortale. Che atto solenne! Il mio caro Gesù trionfava sulla morte dicendo: “Morte, tu non sarai più morte, ma Vita!”
Con quest'atto di trionfo, metteva il suggello che era Uomo e Dio, e con la sua Risurrezione confermava la sua dottrina, i miracoli, la vita dei Sacramenti e tutta la vita della Chiesa, [e] non solo, ma dava il trionfo sulle volontà umane affievolite e quasi spente nel vero bene, [per] far trionfare sopra di esse la vita di quel Volere Divino, che doveva portare alle creature la pienezza della Santità e di tutti i beni; e nel medesimo tempo gettava nei corpi, in virtù della sua Risurrezione, il germe di risorgere alla gloria imperitura. Figlia mia, la Risurrezione del mio Figlio racchiude tutto, dice tutto, conferma tutto, ed è l'atto più solenne che egli fece per amore delle creature.
Ora ascoltami, figlia mia; ti voglio parlare da Mamma che ama assai la figlia sua. Voglio dirti che significa fare la Volontà Divina e vivere di essa, e l'esempio te lo diamo mio Figlio ed io. La nostra vita fu cosparsa di pene, di povertà, di umiliazioni, fino a vedere morire di pene il mio amato Figlio, ma in tutto ciò correva la Volontà Divina. Essa era la vita delle nostre pene, e noi ci sentivamo trionfanti e conquistatori, da cambiare la stessa morte in vita. Tanto che, nel vedere il gran bene, volontariamente ci esibivamo a patire, perché stando in noi la Divina Volontà, nessuno si poteva imporre su di Essa né su di noi. Il patire stava in nostro potere e lo chiamavamo come alimento e trionfo della Redenzione, da poter portare tutto il bene al mondo intero.
Ora, figlia cara, se la tua vita [e] le tue pene avranno per centro di vita la Divina Volontà, sii certa che il dolce Gesù se ne servirà di te e delle tue pene per dare aiuto, luce [e] grazia a tutto l'universo. Perciò fatti coraggio; la Divina Volontà sa fare cose grandi dove Essa regna, ed in tutte le circostanze specchiati in me e nel tuo dolce Gesù e cammina avanti.
L'anima
Mamma santa, se tu mi aiuti [e] mi terrai sotto il tuo manto difesa, facendomi da Celeste Sentinella, io sono certa che tutte le mie pene le convertirò in Volontà di Dio e ti seguirò passo passo nelle vie interminabili del Fiat Supremo, perché so che il tuo amore affascinante di Madre [e] la tua potenza vinceranno la mia volontà e la terrai in tuo potere e me la ricambierai con lo scambio della Divina Volontà. Perciò, Mamma mia, a te mi affido e nelle tue braccia mi abbandono.
Fioretto
Oggi, per onorarmi, dirai sette volte: “Non la mia volontà, ma la tua sia fatta”, offrendomi i miei dolori per chiedermi la grazia che tu faccia sempre la Divina Volontà.
Giaculatoria
Mamma mia, per la Risurrezione del tuo Figlio fammi risorgere nella Volontà di Dio.
fonte audio: youtube/fiatvoluntastua