“Figlia mia, è solito nostro di dare a sorsi a sorsi le verità che vogliamo manifestare, perché la creatura è incapace di ricevere tutto insieme nell'anima sua tutte le nostre verità, e nel medesimo tempo ce ne serviamo per far maturare in essa la vita della verità che abbiamo manifestata; e prendendo sommo diletto nel vedere nella creatura maturate le opere belle che produce la vita della nostra verità, ci sentiamo tirati dalla bellezza delle nostre manifestazioni a manifestare altre verità, e perciò diamo il tempo per avere il tempo ed occasione di prendere il diletto di fare altre comunicazioni.
Non fecimo lo stesso nella creazione? Potevamo creare tutto insieme e con un solo Fiat tutto ciò che esiste, ma non lo fecimo. Quando il nostro Fiat si pronunziava ed uscivano le nostre opere, noi ci dilettavamo nel guardare la bellezza e magnificenza delle opere nostre, e queste ci attiravano a pronunziare altri Fiat, per formare altre opere belle.
Così sto facendo con te; non sai tu che ciò che riguarda la mia Divina Volontà, il suo regno, non è altro che il seguito della creazione, narrazione che doveva essere continuata all'uomo se non avesse peccato e avesse posseduto il mio Regno del Fiat? E siccome respinse la mia Volontà Divina, interruppe la narrazione della storia della mia Volontà, molto più che essa non aveva più ragione di farla, non possedendo più, l’uomo, il regno suo.
E dopo tanti secoli ha ripreso la sua narrazione a farsi conoscere, segno che vuol dare il suo regno. Perciò non è altro, ciò che ti manifesto sulla mia Divina Volontà, che seguito, è seguire il principio della creazione per narrare la vita della Divina Volontà”.
(Libro di Cielo 24° Volume - 24 settembre 1928)