Stavo pensando tra me: “Gesù dice tante cose del suo Santissimo Volere, ma pare che non viene capito, ed anche dagli stessi confessori; sembrano dubbiosi, ed innanzi ad una luce sì immensa non restano né illuminati né presi ad amare un sì amabile Volere”. Ora mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù gettandomi un braccio al collo mi ha detto:
“Figlia mia, non ti meravigliare di ciò; chi non è vuoto del tutto del suo volere non può avere una certa conoscenza del mio, perché il volere umano forma la nuvola tra il mio ed il loro, ed impedisce la conoscenza del valore ed effetti che il mio contiene; ma ad onta di ciò non possono dire che non è luce.
Vedi, anche le cose che si veggono quaggiù non sono comprese dall'uomo; chi mai può dire come feci nel creare il sole, quanta luce e calore contiene? Eppure gli uomini lo veggono, godono dei suoi effetti, tutto il giorno è con loro, il suo calore e luce li seguono ovunque; e con tutto ciò né sanno né possono dire la sua altezza, la luce ed il calore che possiede, e se qualcuno volesse innalzarsi per saper ciò, la luce lo eclisserebbe, il calore lo brucerebbe; sicché l’uomo è costretto a tenere gli occhi bassi e godersi la luce senza poterlo investigare, e contentarsi di dire: ‘È sole’.
Onde se ciò succede al sole che si vede e che io creai per il bene naturale dell’uomo, molto più per le verità, che contengono, oh, quanta più luce e calore dello stesso sole! Specie poi le verità che si riferiscono alla mia Volontà, che contengono effetti, beni e valore eterno.
Chi mai può misurarne tutto il contenuto che la verità contiene? Sarebbe volersi eclissare. Sarebbe meglio abbassare la fronte e godersi la luce che porta la mia verità, amarla e far propria quella piccola luce che comprende l'intelligenza umana, e non fare che, perché non comprendono tutta la pienezza della luce, la mettono da parte come cosa che non appartiene loro”.
(Libro di Cielo 14° Volume - 23 giugno 1922)