Il grande Dono della Divina Volontà
Meditazioni a cura di Don Leonardo Maria Pompei
Fiat creante, redimente e santificante.
XVª Meditazione
Preghiera preparatoria alla meditazione
Gesù, Ti amo. Vieni, Divina Volontà, a pregare in me e poi offri questa preghiera a Te come mia, per soddisfare alle preghiere di tutti e per dare al Padre la gloria che dovrebbero dargli tutte le creature.
Regina Immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.
Mamma santa, tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, sovrana Regina, a te mi affido, affinché guidi i miei passi nel Regno del Volere Divino, e stretto alla tua mano materna guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà.
Tu mi farai da mamma, e come a Mamma mia ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restare sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò ti prego che mi illumini, attraverso questa meditazione, per farmi comprendere sempre più e sempre meglio che cosa significa "Volontà di Dio" e come vivere in essa.
Ave Maria…
Testo da meditare:
Il Signore dice a Luisa che nel momento in cui Lui ha fatto le opere più grandi ha avuto dinanzi a Sé una sola creatura. Durante la Creazione, quando ha pronunziato il ”FIAT” ed ha creato l’uomo, ha avuto soltanto Adamo davanti a Sé; solo dopo si è avuta Eva e poi turbe e turbe di popoli.
Così, quando Dio ha pronunciato il secondo “FIAT” aveva davanti a Sé soltanto Maria. La Madonna avvertiva in Sé una grande forza, avvertiva in Sé la grandezza dell’opera che Dio stava facendo e si sentiva quasi confusa; così non ha neppure avuto il coraggio di riferire a san Giuseppe ciò che le stava accadendo; e se san Giuseppe un giorno è venuto a conoscenza del fatto è perché è stato avvisato dal Signore. E soltanto dopo l’Incarnazione, solo dopo che l’Umanità di Gesù si è fatta conoscere, solo dopo sono aumentate le persone che sono venute a conoscenza di questo grandioso fenomeno della Redenzione.
E così sarà anche per il TERZO “FIAT”: all'inizio sarà conosciuto solo da Dio e dall'anima che pronuncerà per prima questo “FIAT”, questo Sì nel Volere Supremo; poi saranno pochissime le anime che si avvicineranno ad Esso; infine seguiranno turbe e turbe di popoli, perché il sogno, la realizzazione del piano di Dio è appunto che tutti gli uomini tornino allo stato primiero.
Il Signore stesso ha definito questi FIAT chiamandoli il FIAT CREANTE, il FIAT REDIMENTE ed il FIAT SANTIFICANTE.
Gesù spiega a Luisa (vol. 19°) che quando Dio ha creato l’uomo lo ha dotato di tre potenze: intelletto, memoria e volontà.
Gesù dice che dinanzi al FIAT CREANTE la prima potenza dell’uomo, l’intelletto, rimane rapito; dinanzi a tutta la Creazione l’intelletto, comprendendo ciò che Dio ha fatto per lui, rimane rapito, perché vede in ogni cosa creata, anche nel più piccolo filo d’erba, il “ti amo” di Gesù, di Dio, verso la creatura. Questo “ti amo” del Creatore vuole però essere ricambiato dall’amore della creatura.
Dinanzi al FIAT della REDENZIONE subentra invece l’altra potenza di cui è stato dotato l’uomo, cioè la memoria. La memoria rimane quasi incantata dinanzi a questo grande sacrificio di Dio, perché per redimere l’uomo, per poter far uscire l’uomo dallo stato di colpa e salvarlo, Dio ha dovuto patire e subire la morte in Croce.
Con il TERZO FIAT il Signore dice che Lui vuole fare sfoggio del suo Amore. L’amore che Dio ha mostrato alla creatura con il primo FIAT della Creazione e con il secondo FIAT della Redenzione aumenta; Dio fa sfoggio del suo Amore, perché col Terzo FIAT Dio vuole addirittura che l’uomo sia santificato e torni allo stato primiero, allo stato originario. La volontà ne rimane letteralmente innamorata e si getta decisa nel Regno della Divina Volontà.
Ricordiamo le parole del Signore a Luisa: “Passeranno secoli e secoli, ma l’uomo tornerà fra le mie braccia quale fu da Me creato”. Cioè, l’uomo tornerà ad essere come era il primo uomo: senza macchia, senza peccato, uomo in stretta unione con Dio. “Quando l’uomo tornerà allo stato primiero - continua il Signore - soltanto allora Io potrò finalmente assaporare il riposo eterno; assaporerò il riposo eterno nel Terzo FIAT’!”.
Quando subentrerà questo Terzo FIAT, quando l’opera di Dio sarà completa, soltanto allora cesserà il singhiozzo del nostro Dio. Sì, perché Dio soffre nel vederci fare la volontà umana, perché Lui ci ha creati in armonia con tutto il creato, ed invece noi facendo la volontà umana viviamo in maniera discorde dal creato. Soltanto allora perciò cesserà il pianto di Dio, quel pianto che riempie Cielo e terra; e al pianto di Dio subentrerà un sorriso eterno.
In un altro volume del 1923 rileggiamo sempre il nocciolo del discorso del Signore: vuole che l’uomo ritorni allo stato d’origine, vuole che l’uomo ritorni allo stato senza peccato. Si rivolge perciò a Luisa dicendo: “Luisa, nota questo grande vuoto che esiste fra il Cielo e la terra. Prima che Io pronunziassi il FIAT della Creazione, in questo vuoto c’era un ammasso di cose tutte in disordine. Appena Io pronunciai il FIAT, ogni cosa andò al suo posto, ci fu l’ordine, ci fu armonia. Tutte le cose da Me create sono al loro posto e costituiscono il Nostro onore, la Nostra gloria; solo l’uomo è orribile a vedersi; perché l’uomo facendo la sua volontà è come quell'uomo che cammina con la testa in giù e i piedi in aria”. L’uomo che cammina in questa maniera fa ribrezzo, perché l’uomo in questo modo deve strisciare; infatti il compito di camminare è affidato ai piedi, ma i piedi di quest’uomo stanno in aria. E dovendo strisciare, l’uomo non ha la possibilità di vedere chiaramente davanti a sé, perché il suo campo visivo si riduce e così non ha neppure la possibilità, la capacità di difendersi qualora venisse molestato dal nemico infernale e dalle tentazioni. Ecco perché è necessario che l’uomo ritorni al suo posto; l’uomo facendo la sua volontà ha fatto un vero e proprio capitombolo. E’ necessario quindi che l’uomo torni al suo posto, quello che gli è stato assegnato da Dio; e il suo posto è nella Divina Volontà.
Gesù presenta a Luisa, in una visione, un sacerdote che dovrà attendere alla stesura dei suoi Scritti.
Alle sue spalle vi è Gesù che suggerisce il titolo da dare a quest’Opera:
‘Il Regno del FIAT in mezzo alle creature - Libro di Cielo - Il richiamo della creatura nell'ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata’.
Ecco, questo è l’obiettivo principale, è la finalità più grande del progetto di Dio, e così sarà; il Signore ce lo ha assicurato: Al suo pianto subentrerà il sorriso, subentrerà questa Era meravigliosa, quest’Era di grazie infinite. Perché ora sappiamo che, basta fare un atto, ogni atto, nella Divina Volontà, perché ognuno di questi atti si moltiplichi all'infinito; e gli effetti di questi atti fatti nella Divina Volontà si estenderanno a tutti, a tutti gli altri, (naturalmente a seconda delle disposizioni di ognuno). Basta perciò una sola persona che faccia la Divina Volontà, perché tutti ne possiamo ricevere gli effetti (naturalmente se siamo disposti ad accettare questo Dono!).
Punti di meditazione:
1. Tre “Fiat” per tre creature.
Abbiamo già familiarizzato con la terminologia rivelata da Gesù a Luisa: “Fiat” creante, redimente e santificante. Questa meditazione ha lo scopo di spiegarcela meglio facendoci approfondire la perfezione e la bellezza dell’opera divina. Ha avuto anzitutto quest’ordine e questa legge: sovrana libertà di Dio, da cui è partito ciascuno dei tre “Fiat”; un solo interlocutore a cui era richiesta la risposta di adesione al Fiat divino; un progressivo allargamento (dai pochi ai molti) dei destinatari e interlocutori del Fiat supremo (manifestatosi in queste tre forme). Così nel pronunciare il “Fiat creante” Dio ebbe come interlocutore Adamo, che, purtroppo, non corrispose al Fiat divino, consegnando l’uomo ad un disastro, rovinando il creato e i rapporti tra l’uomo e la creazione, facendo entrare ogni sorta di male nell'uomo stesso e nel mondo. I membri della razza umana si moltiplicarono, da pochi a moltissimi, ma nessuno era più in grado di pronunciare quel “Fiat” che Adamo non pronunciò e il mondo divenne (ed è tuttora) una valle di lacrime e un ricettacolo di mali.
Nel pronunciare il “Fiat redimente”, che avrebbe dovuto riparare a questo disastro ed iniziare il processo di ritorno dell’uomo allo stato di innocenza dal peccato, si ebbe (al contrario del primo) un’interlocutrice Donna, che avrebbe dovuto rovesciare il “non serviam” luciferino che fu fatto proprio da Adamo: stavolta la risposta fu perfetta “Ecce ancilla… fiat mihi” e il Verbo venne sulla terra e redense l’uomo. Questo “FIAT” alla redenzione passò da Maria agli apostoli e ai discepoli, poi si estese, progressivamente, fino agli estremi confini della terra. Ogni battezzato, quanto meno per mezzo del padrino, pronuncia questo “Fiat” riconoscendo la Divinità di Cristo ed il suo essere l’unico Salvatore dell’uomo ed accogliendo gli effetti della Salvezza da Lui operata e dalla Chiesa amministrata.
Per mezzo di questo “FIAT” sui membri della razza umana che lo pronunciano scende il perdono dei peccati e il riacquisto della Grazia Santificante. Quanto basta per combattere il male e raggiungere, con sforzi, pene e sacrifici quanto meno la salvezza dell’anima, un tempo irrimediabilmente perduta. Ma la terra (e anche il cuore dell’uomo) rimane nello stato di decadenza in cui l’umana volontà l’ha condannata.
L’uomo, anche se giustificato, rimane pieno di peccati, di miserie e imperfezioni. Ed ecco allora il “terzo FIAT”, che ha il compito di restaurare la creazione e far tornare l’uomo allo stato in cui era nell'Eden. Ebbe come prima destinataria Luisa Piccarreta, di cui Gesù disse: “Io girai e rigirai la terra, guardai una per una tutte le creature per trovare la più piccola fra tutte; la tua piccolezza mi piacque e ti scelsi. Ti affidai ai miei Angeli affinché ti custodissero, non per farti grande, ma perché custodissero la tua piccolezza. Ed ora voglio cominciare la mia grande opera del compimento della mia Volontà”.
Con lei comincia l’opera del ritorno dell’uomo ad uno stato di piena comunione con Dio e con il creato. Si dilaterà dapprima in pochi (quelli che mano a mano accolgono questo Dono) ma dovrà diffondersi in tutti. La terra dovrà tornare ad essere un giardino di grazia. Questa è la promessa.
2. Tre Fiat per tre potenze (o facoltà) umane.
Le tre facoltà spirituali sono l’espressione dell’immagine di Dio nell'uomo. Anche alla Santissima Trinità sono applicabili: il Padre, origine della Divinità, rappresenta la memoria; il Figlio, Verbo o Logos, rappresenta l’intelletto; lo Spirito Santo, che è l’amore del Padre e del Figlio, rappresenta la volontà. Il “fiat” creante può e deve essere dall'uomo conosciuto e compreso per mezzo dell’intelletto, come si legge nel libro della Sapienza e nella lettera ai Romani: “Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vivevano nell'ignoranza di Dio e dai beni visibili non riconobbero colui che è, non riconobbero l’artefice, pur considerandone le opere. 13:5 Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l’autore” (Sap 13,1.5). “Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l’intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità” (Rm 1,20).
Non solo dunque possono essere conosciute e apprezzate le opere della Creazione, ma si può (e si deve) anche riconoscerne l’Autore e ricambiare (come doveroso) il suo “ti amo” scritto nella Creazione. Il “Fiat” redimente va coltivato con la memoria, come santa Chiara scriveva alla beata Agnese: “non si allontani mai dalla tua mente il ricordo di Lui”.
La liturgia e i sacramenti non sono altro che un memoriale perenne e sempre nuovo dell’opera della Redenzione, i cui frutti si attualizzano in noi attraverso il ricordo continuo e costante di essi. Il “Fiat” santificante è un atto supremo di amore di Dio, che porta alle estreme conseguenze i doni della redenzione e che richiede una risposta di altrettanto amore: di accoglienza gioiosa, piena e incondizionata del Dono e di risposta totale e irrevocabile.
Vivere nella Divina Volontà, come già accennato nelle precedenti meditazioni, deve diventare il cuore e il centro della vita spirituale intorno a cui tutto ruota, per raggiungere quanto prima il fine di non compiere mai nessun atto fuori della Divina Volontà. E questa è la vocazione unica e divina di chi lo accoglie.
3. L’uomo “orribile a vedersi”.
La situazione creatasi con il regno della maledetta volontà umana è raccapricciante, brutta, terrificante. La stragrandissima maggioranza degli esseri umani offrono uno spettacolo che dire orribile è dire poco. Lo vediamo tutti e ogni giorno. La volontà umana, spinta e gonfiata dal primo ladro di gloria divina, è una fabbrica ininterrotta di mostri e mostruosità di ogni genere.
E anche noi ci accorgiamo, se siamo sinceri, di essere alquanto bruttarelli e ancora lontani dall'ordine, la misura e la bellezza voluti e pensati da Dio per noi. Per Dio vedere il suo capolavoro caduto tanto in basso e, nonostante la redenzione compiuta, non rialzarsi a volte nemmeno un po’ è, secondo il nostro modo di parlare e pensare, un dolore indicibile.
E vuole realizzare il suo sogno, che per ora è diventato realtà solo grazie alla Santissima Umanità assunta da suo Figlio e allo Spettacolo, davvero degno del cielo, offerto dalla Sua Unica, la sua Colomba, la Sua Perla preziosissima che è Maria Santissima: vederci finalmente belli come ci ha creati, partecipi delle ricchezze che ci aveva elargito e finalmente felici come da sempre ci ha voluti.
Preghiamo perché questo giorno sorga al più presto sulla razza umana e la terra torni ad essere quel giardino di pace, di gioia e di amore che Dio aveva pensato e voluto.
Preghiera dell’anima alla Madre Regina del Fiat supremo:
“O Divina Maria, contemplo e ricordo il tuo “fiat mihi” e ti chiedo di non farmene mai perdere la percezione e il ricordo.
Tu sei il mio tutto presso Dio e la mia Maestra della Divina Volontà. Fammi da guida e non lasciarmi solo nella schiavitù della volontà umana. Distruggi quel mostro che sono diventato, e fammi bello come bellissima sei Tu perché fusa con la Divina Volontà”.
Fioretto perpetuo:
Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno (da recitare tre volte al giorno facendo tre visite alla Madonna)
Fioretto del giorno:
Fare una visita alla Madonna in cui rievocare i tre Fiat, i suoi tre interlocutori e le tre potenze spirituali di cui sono simbolo. Nella visita chiedere a Maria che ci tolga completamente la nostra volontà umana, che ci dia un intelletto acuto per compiere tutti i giri possibili nel creato e, smemorandoci del mondo, ci doni il perpetuo ricordo di Gesù, della sua Vita, delle sue parole e, soprattutto, della sua acerbissima passione sofferta per noi.
Giaculatoria del giorno alla Divina Volontà:
“Sovrana Regina, col tuo Impero divino, atterra la mia volontà, affinché spunti in me il germe della Divina Volontà”.