Il grande Dono della Divina Volontà
Meditazioni a cura di Don Leonardo Maria Pompei
L'inizio del Fiat santificante
XVIª Meditazione
Preghiera preparatoria alla meditazione
Gesù, Ti amo. Vieni, Divina Volontà, a pregare in me e poi offri questa preghiera a Te come mia, per soddisfare alle preghiere di tutti e per dare al Padre la gloria che dovrebbero dargli tutte le creature.
Regina Immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.
Mamma santa, tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, sovrana Regina, a te mi affido, affinché guidi i miei passi nel Regno del Volere Divino, e stretto alla tua mano materna guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà.
Tu mi farai da mamma, e come a Mamma mia ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restare sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò ti prego che mi illumini, attraverso questa meditazione, per farmi comprendere sempre più e sempre meglio che cosa significa "Volontà di Dio" e come vivere in essa.
Ave Maria…
Testo da meditare:
Stiamo meditando sulla Divina Volontà e abbiamo visto che il terzo “Fiat”, quello santificante, fu fatto da Gesù pronunciare dapprima ad una sola creatura, la sua piccola figlia della Divina Volontà: Luisa Piccarreta. Meditiamo brevemente sulla sua persona, la sua esperienza mistica e la sua missione.
Luisa Piccarreta nacque a Corato in provincia di Bari il 23 Aprile 1865. Battezzata nella Chiesa Madre, nella stessa ricevette la prima Comunione e la Cresima (1874). A 11 anni si fece ‘Figlia di Maria’ e, in seguito, Terziaria Domenicana. Fu ‘Vittima’ fin dall'età di 16 anni. Ebbe come titolo di studio: la 1ª elementare. Il 28 Febbraio del 1899, per obbedienza al Padre Spirituale inizia il suo ‘Diario’. Nel 1926 scrive: ‘Memorie d’Infanzia’, sempre per ordine del suo direttore spirituale e Censore degli Scritti, Sant'Annibale Maria Di Francia. Degli scritti di Luisa, il santo disse che la spiritualità della Divina Volontà costituisce una “spiritualità dottrinale e celeste”.
Luisa ebbe come cappella la sua stanzetta, come Croce il letto, come motto il “FIAT”. Il suo parlare breve e saggio, il suo esempio luminoso ed il suo corpo crocifisso, con le stigmate invisibili (le sue stigmate erano interne, perché lei aveva espresso a Gesù il desiderio che fossero nascoste: “Gesù, che sia una cosa tra me e Te!”), fecero di lei una vittima per circa settant'anni di letto - ma esente da mali fisici - e come nutrimento solo l’Eucaristia per quasi tutta la sua vita. Luisa, la Piccola Figlia della Divina Volontà, fu scelta da Dio per la Missione del “FIAT VOLUNTAS TUA come in Cielo così in terra”. Rese la sua santa anima a Dio il 4 Marzo 1947.
Per conoscere veramente Luisa, dobbiamo entrare nel suo interno. Non basta sapere che è una donna di Corato, vissuta settant'anni in un letto facendo la Volontà di Dio. Conoscere Luisa dall'esterno significherebbe conoscerne soltanto l’abito, soltanto l’umanità che copre la sua anima. Bisogna invece andare in profondità, per comprendere il lavoro che Gesù ha fatto in lei: l’ha svuotata completamente di quello che era l’umano, perché doveva depositare in lei un dono troppo grande: il DONO della DIVINA VOLONTÀ.
Il suo ultimo confessore, don Benedetto Calvi, testimoniava di lei dicendo che era un’anima prodigiosa, un’anima che dava tutto a Dio e che, avvicinata, trasformava le anime: nessuno usciva da quella stanza senza esserne convertito e trasformato. Lei infondeva nelle anime quello che aveva dentro di sé.
Però, per arrivare a questo Gesù l’aveva preparata fin dalla sua fanciullezza. L’aveva esclusa dal mondo: in casa sua era come se non ci fosse; non si poteva neppure spostare, non poteva neppure andare in un’altra camera per chiedere ciò che le occorreva. Ecco un esempio di come veniva sacrificata dal Cielo questa ragazza: Luisa ha avuto sempre l’hobby del lavoro all'uncinetto e lavorava il tombolo. Diceva a Gesù: “Gesù, Tu dici che io devo essere impegnata con la preghiera, ma io ho bisogno di andare tra i miei familiari a prendere il filo che è finito!...”. E Gesù: “Hai fede?”. “Sì!”, rispondeva Luisa. E Gesù: “Continua!”. Lei continuava, e il filo non finiva mai! Questo accadeva perché Luisa doveva lasciare tutto lo spazio a Gesù, doveva pregare con un’intensità di preghiera che l’avrebbe portata all'unione completa con Gesù, in una trasformazione crescente.
Luisa è stata quindi fin da piccola una fanciulla che si è immolata volontariamente, una mistica crescente, di santità robusta; è stata capace di dare a Dio la sua disponibilità totale, completa. Noi sappiamo però che per compiere le opere che ha fatte in Luisa, il Signore ha bisogno di spazio; e così, per mettere dentro di noi i suoi Doni divini deve eliminare i doni naturali che Lui stesso ci aveva dati. Con la rottura avvenuta col primo peccato l’uomo è rimasto debole, con i soli doni naturali e con la sola volontà umana; e per quanto ora si sforzi, non riuscirà mai a conquistare i Doni divini; per questo è necessario che venga Dio dentro di noi.
Per vivere in noi la spiritualità e la santità di Luisa è necessaria una fede pura che ci porti al disinteresse personale; che ci faccia accettare, credere e mettere in pratica quello che la stessa fede ci dà. La fede ci fa camminare sulla strada della speranza dandoci sicurezza e ci introduce alla carità. Luisa è stata aperta a tutto questo lavoro divino, grazie al deposito della Fede che ci viene donato nel santo Battesimo, quando diventiamo Tempio dello Spirito Santo. Purtroppo però, nonostante Dio si doni a noi in modo completo, noi col passar del tempo perdiamo e soffochiamo il grande deposito della Fede ricevuto... E’ per la fede che noi obbediamo al magistero della Chiesa, al Papa, ai Vescovi, e Luisa è l’esempio dell’obbedienza; questa fanciulla fin dalla sua prima infanzia ha detto sempre: ‘Fiat!’.
Il suo direttore spirituale nei primi tempi della sua vita mistica è stato solo Gesù; Lui l’ha guidata; Lui l’ha corretta; Lui l’ha portata per sentieri misteriosi, sentieri di rinunce, di distacco completo, distacco totale, distacco da tutto, da tutte le cose della terra. Tutto questo, naturalmente, avveniva gradatamente. Purificazione, quindi! Una purificazione che la portava addirittura a rinunciare alle cose più sante, come per esempio la Santa Comunione. Quante volte lei la notte si preparava con intensità e con lacrime attendendo l’Ospite divino e poi, la mattina, giunta in chiesa, il sacerdote le diceva: “Oggi non farai la Comunione”. Immaginate! Questo significava toglierle la vita, perché Gesù era tutto per lei! Basta vedere le due preghiere che lei ha scritte: L’addio a Gesù (che pregava la sera quando si staccava dal Tabernacolo) ed il Buongiorno a Gesù (che faceva il mattino)! Ma questa purificazione serviva, perché il Signore quando purifica l’anima entra in profondità distaccandoci da tutto; i nostri sensi prendono allora un altro orientamento; le nostre potenze, l’intelligenza, la memoria e la volontà si incamminano verso una oscurità che ha però come obiettivo la Luce.
Luisa non è stata capita né dai familiari né dai sacerdoti, perché viveva in uno stato si può dire astratto; è stata anche perseguitata e combattuta dai demoni. Lei una volta ha chiesto a Gesù: “Signore, perché i demoni erano molto interessati a combattermi?”. Gesù le ha risposto (era il 1929): “Figlia mia, il nemico intravedeva qualche mio progetto su di te, che Io mi potessi servire di te per qualcosa che fosse a mia grande gloria, mentre per lui sarebbe stata la più grande sconfitta mai ricevuta fino allora; tanto più che vedeva che, per quanto si sforzasse, non poteva fare penetrare in te nessun atto e nessun pensiero meno puro; perché Io gli tenevo chiuse le porte e lui non sapeva da dove entrare”.
Quando in noi c’è l’unico obiettivo di fare la Volontà di Dio, di cercare Dio, di voler vivere la Sua Volontà, il demonio non può entrare in noi. È stato proprio questo l’impatto del peccato nell'Eden: l’uomo contro la Volontà di Dio. Il demonio combatte per far deviare l’anima dalla Volontà di Dio, ma quando essa è in questo cammino di purificazione allora lui si trova di fronte a Dio e non può tentare Dio, può tentare la creatura ma non Dio; per questo Gesù dice che girava intorno. Il nemico sapeva di perdere il suo stramaledetto regno se non riusciva ad entrare in Luisa per farla cadere; quel regno che è iniziato nell'Eden con il primo peccato. Quando l’uomo si è staccato da Dio ha perso il regno ed il demonio ha preso il sopravvento su di lui, diventando “il principe di questo mondo”, dove c’è solo il regno di satana.
Non dobbiamo comunque avere paura della tentazione. Luisa non aveva paura della tentazione. Gesù le aveva insegnato: “Non dargli ascolto”; non dobbiamo pensarci, non dobbiamo metterci in ansia, altrimenti il nemico intensifica la tentazione e gli permettiamo di vincere, come nell’Eden. Il Signore è misericordioso e desidera ridarci i suoi doni primordiali; e darci la vittoria contro il nemico della nostra salvezza, nella misura in cui si spoglieremo della nostra umana volontà per fare soltanto quella Divina.
Punti di meditazione:
1. La piccola figlia della Divina Volontà.
Dalla breve e assai significativa breve biografia di Luisa, possiamo trarre alcuni importantissimi spunti di meditazione. Anzitutto la conferma dell’agire di Dio attraverso strumenti piccoli e totalmente insignificanti agli occhi del mondo: “Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio” (1Cor, 1,27-29). Secondo: prima che Dio si fidi di noi, dobbiamo dare a Dio totalmente noi stessi: Luisa fu vittima, cioè immolata sull'altare della Divina Volontà senza riserve, perché Dio potesse liberamente operare tutto in lei.
Terzo: la necessaria purificazione e il distacco assoluto dal mondo, regno di satana, che non può e non deve contaminare i figli e le opere di Dio. Quarto: l’umiltà e il nascondimento, per cui chiede di soffrire (le stigmate sono dolorosissime) ma senza essere conosciuta da nessuno se non da Dio solo (aspetto, questo, squisitamente e divinamente mariano); quinto: fede e abbandono assoluti, come testimonia il grazioso episodio del tombolo che, per miracolo (come la farina della vedova di Zarepta e come i pani e i pesci della moltiplicazione) non finiva; sesto, la natura soprannaturale dei suoi dolori che la costrinsero per 70 anni a letto e l’esenzione dai dolori che sono conseguenza del peccato originale (le malattie); settimo, il dono del cibarsi della sola eucaristia, con cui il Signore fa comprendere, al mistico ma anche al mondo intero, che “una sola è la cosa necessaria” e che l’uomo davvero non vive di solo pane ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio e, soprattutto, del “pane vivo disceso dal cielo”; ottavo, ma non certo ultimo, l’ubbidienza assoluta a Dio e piena, sincera e profonda alla Chiesa e alle sue autorità in generale e ai suoi confessori e direttori spirituali in particolare, per obbedienza dei quali fece anche cose che non avrebbe mai voluto fare.
Noi potremmo non essere piccoli e ignoranti, ma dobbiamo farci tali (“se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli”); dobbiamo dare a Dio tutti noi stessi, se vogliamo avere questo grande dono (“chi non rinuncia a TUTTI i suoi averi non può essere mio discepolo”; “chi vuol venire dietro di Me, rinneghi se stesso”); pur non essendo vittime, dobbiamo amare la croce e non fuggirla (“chi non prende la propria croce e non mi segue, non può essere mio discepolo”); viviamo nel mondo, ma non possiamo e non dobbiamo essere mondani (“Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio”, Gc 4,4); dobbiamo fuggire ogni minima superbia e orgoglio come la peste bubbonica (“chi si umilia sarà esaltato e chi si esalta sarà umiliato”; “Dio resiste ai superbi ma dà grazia agli umili”, 1Pt 5,5 e Gc 4,6); dobbiamo avere fede e abbandono assoluti (“non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete e berrete”… “abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”….”se aveste fede quanto un granello di fede, potreste dire al monte: spostati e gettati nel mare ed esso vi ascolterebbe”); dobbiamo mettere Gesù eucaristia in assoluto al primo posto, con S. Messa e comunione quotidiana e adorazione il più frequente, il più devota e prolungata possibile; dobbiamo obbedire a Dio in tutto ed essere docili, sottomessi e ubbidienti a tutte le autorità della Chiesa e al suo Magistero e trovare un direttore spirituale a cui fare il sacrificio della nostra libertà ponendoci sotto “ubbidienza”. Mi sembrano ottime indicazioni per chi voglia ben disporsi a ricevere il dono.
2. La necessaria purificazione.
Abbiamo già visto che non si può amare il mondo e servire Dio: così non è mai stato e mai sarà! Per cui occorre fare dei gesti molto concreti di rinuncia e di distacco dal mondo: dalle sue mode (si badi in particolare - specie le donne - al vestire, al culto del corpo e della vana e fallace bellezza), dai suoi riti (televisione, eventi, spettacoli, etc.), dai suoi idoli (soldi, sesso e successo), dalle sue massime (mettere sempre il proprio io davanti a tutto e a tutti e pensare sempre e prima al proprio tornaconto), dalla sua gloria e vanità (emergere, avere potere, apparire, esibirsi, mostrarsi, prevalere sul prossimo), dai suoi piaceri e divertimenti.
Questa è la prima fase della purificazione, che richiede da parte della creatura molti atti di abnegazione, a volte eroici, di rinuncia, di distacco. I figli di Dio si distinguono in tutto dai figli del mondo, come diceva lo spettacolare testo della lettera a Diogneto: “I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono ad una corrente filosofica umana, come fanno gli altri.
Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera. Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati. Mettono in comune la mensa, ma non il letto. 8. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Non sono conosciuti, e vengono condannati. Sono uccisi, e riprendono a vivere. Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano. Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno gloria. Sono oltraggiati e proclamati giusti. Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano. Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita. Coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell’odio”.
La seconda purificazione è il distacco anche dalle cose buone e sante, quando così il Divin Volere dispone, per essere totalmente consegnati nelle Sue Mani perché ci plasmi come un vasaio fa con l’argilla. Questa seconda purificazione è più difficile e dolorosa (nella Bibbia trova un’ottima espressione nel sacrificio di Isacco chiesto da Dio ad Abramo) ma è parimenti necessaria per vivere nella Divina Volontà.
3. Il demonio non entra in chi vuole fare la Divina Volontà.
Lo stramaledetto, sudicio, strisciante, bavoso e schifoso essere, degno di sommo odio e disprezzo assoluto, che un tempo era Lucifero - il principe e il più bello degli angeli - e ora è satana - il principe e il re dell’orrido inferno - ricettacolo e tempio di ogni male, deformità, mostruosità e dolore (e, purtroppo, anche “il principe di questo mondo”), è il creatore dell’opposizione alla Divina Volontà. Fu lui a dire il primo “no” a Dio. L’inferno e tutto quello che vediamo di male nacque dal “non serviam!” (“non ti servirò!”) di Lucifero. Il veleno che instillò nei nostri progenitori fu quello di cui lui è irreversibilmente ebbro, saturo, maledettamente ubriaco: fare la propria volontà e non quella di Dio. E trovò accoglienza.
Non la trovò in Gesù e Maria, nonostante si sia affannato e addannato per tutta la Loro Vita terrena di trovare uno spiraglio per entrare. E non lo trovò in Luisa, molto probabilmente (senza voler in nessun modo anticipare il giudizio della Chiesa) favorita del dono dell’essere confermata in grazia, perché ella fu la primizia del Regno del Fiat Supremo, in cui la Divina Volontà tornerà a regnare e portare pace e felicità agli uomini.
La terra, purtroppo, è per ora il regno di satana, dove lui domina facendo fare agli uomini quello che fece lui: ribellarsi a Dio, disattendere la legge di Dio, trasgredire, essere autonomi, indipendenti, “liberi”, “fare quello che si vuole”. Chi fa questo comincia a vivere l’Inferno da qui. Chi muore senza pentirsi in questo stato lo vivrà in eterno. Chi rinuncia alla propria volontà per fare solo quello che Dio vuole, lo vince. Fin da ora. Con Gesù e con Maria.
Preghiera dell’anima alla Madre Regina del Fiat supremo:
“O Divina Maria, fammi umile, piccolo, distaccato dal mondo, amante della croce, ubbidiente, innamorato di Gesù e di te.
Aiutami nella purificazione da operare perché la Divina Volontà regni in me. Schiaccia fin d’ora la testa a satana perché non mi impedisca di percorrere questo divino e aureo cammino.
Tienimi lontano dallo spirito del mondo e fa’ di me, del mio interno e del mio esterno, una creatura divinamente celeste e unita in tutto al FIAT supremo”.
Fioretto perpetuo:
Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno (da recitare tre volte al giorno facendo tre visite alla Madonna).
Fioretto del giorno:
Fare una visita alla Madonna in cui fare un approfondito esame di coscienza su come e quanto siamo ancora uniti al mondo e al suo spirito. Che esamini il nostro interno e il nostro esterno. E che porti a decisioni ferme e drastiche di distacco dal suo luciferino spirito, serbatoio che alimenta la mala pianta dell’umana volontà.
Giaculatoria del giorno alla Divina Volontà:
Mamma celeste, svuotami di tutto per nascondermi nella Volontà di Dio.