Il grande Dono della Divina Volontà
Meditazioni a cura di Don Leonardo Maria Pompei
Gradualità nel cammino della Divina Volontà.
La Santa Comunione nella Divina Volontà.
XIª Meditazione
Preghiera preparatoria alla meditazione
Gesù, Ti amo. Vieni, Divina Volontà, a pregare in me e poi offri questa preghiera a Te come mia, per soddisfare alle preghiere di tutti e per dare al Padre la gloria che dovrebbero dargli tutte le creature.
Regina Immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.
Mamma santa, tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, sovrana Regina, a te mi affido, affinché guidi i miei passi nel Regno del Volere Divino, e stretto alla tua mano materna guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà.
Tu mi farai da mamma, e come a Mamma mia ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restare sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò ti prego che mi illumini, attraverso questa meditazione, per farmi comprendere sempre più e sempre meglio che cosa significa "Volontà di Dio" e come vivere in essa.
Ave Maria…
Testo da meditare:
Ci sono vari gradi per avvicinarsi sempre più a questo Dono, per ottenere questo Dono. Prima Gesù te lo presterà, te lo darà poco a poco; perché prima bisogna comprendere il valore di questo dono... Bisogna comprenderne la bellezza, perché una delle cose più grandi è parlare, scrivere, pensare, vivere nella Divina Volontà: è una gioia grandissima, è una creazione continua! Allora, quando tu capisci che è così importante, così bello, così alto, è una gioia continua, è un partecipare della vera Vita, è un salire di grado, è un essere nobili, quella nobiltà che noi abbiamo perso con la caduta del peccato originale, allora tu comprendi che l’unica gioia è lì e quindi chiedi ancora di più al Signore... E già col desiderio di comprenderla, già desiderandola tu entri nel vivere nella Divina Volontà… E quando c’è questo grande desiderio di comprenderla, quando c’è la buona volontà, il Signore supplisce Lui; è Lui che dà, dopo…
Ci sono delle tappe da raggiungere per arrivare poi al Dono. Gesù dice che è come il sole che investe (la Divina Volontà è sempre paragonata al sole o al mare): c’è chi rimane dentro la casa, ed anche lui riceve gli effetti del sole; poi c’è chi esce fuori casa e quindi viene maggiormente investito dalla luce del sole; c’è poi chi va al mare e si va ad investire completamente della luce del sole, senza nessuna ombra; e c’è poi il quarto grado: colui che lascia questa terra, spicca il salto e si trova ad essere “sole con il sole”, una cosa sola con il sole. Quando Luisa chiede a Gesù: “Nella Nuova Gerusalemme che posto avranno i figli del Divin Volere?”, Gesù le risponde: “Avranno il posto nel Sole”. Chi avrà questo Dono riceverà la pienezza della grazia, la pienezza della santità, la somiglianza con Dio, avrà la stessa grazia di Dio che opererà in lui: Divina Volontà operante in noi. Ne La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà la Madonna dice: “Fa’ in modo che la Divina Volontà possa formare in te la sua vita operante”. Poi, questa vita operante in noi deve diventare una vita dominante; e questa vita dominante poi non deve lasciar sfuggire neppure un atto... È un qualcosa che si forma gradualmente... E ricordiamo che la prima a formare i figli del FIAT Supremo sarà Maria.
Luisa era in continua unione con il Signore e prima di ricevere la S. Comunione diceva: “Vieni in me, Gesù, perché io possa ricevere Te; solo un Dio può ricevere un altro Dio, perciò vieni Tu in me perché io possa ricevere Te: solo un Dio è degno di ricevere un altro Dio. Vieni con le tue disposizioni di quando guardasti, rimirasti, transustanziasti Te stesso nel Corpo e nel Sangue. Vengo con queste stesse disposizioni”. E quando fai la Comunione così, non sei più tu, ma è Gesù che riceve Sé Stesso.
Nell'ultima cena, prima di comunicare gli Apostoli - così ha detto a Luisa - Gesù comunicò Sé Stesso per riparare a tutti i sacrilegi che si sarebbero fatti. Ci voleva la riparazione di un Dio; se fosse stata lasciata solo a noi la riparazione, non ci sarebbe stata riparazione!... Lui vide tutte le Comunioni, tutte le Ostie: le guardò, le rimirò, le transustanziò e le assimilò in Sé, per dare al Padre la gloria come se tutti si fossero degnamente comunicati. Facendo anche noi quest’atto noi ripariamo a tutti i sacrilegi, a tutto quel male fatto dai settari... a tutte le male cose che si fanno contro Gesù Eucaristia…
E poi è importante comunicarsi in unione al Cuore Immacolato di Maria, dicendo: “Madonnina, sii Tu, con lo stesso tuo Cuore, col tuo stesso amore, con le tue stesse premure materne; sii Tu stessa a ricevere Gesù nel mio cuore, come quando te lo stringevi Bambino... Sii Tu, Madonnina, a ricevere Gesù”. E dopo la Comunione si continua a dire: “Madonnina sii Tu con le tue premure a continuare a ringraziare Gesù; sii Tu a lodarlo, amarlo, ringraziarlo per me; accarezzalo con le tue stesse mani, coprilo con i tuoi stessi baci, per darti la gioia come se Gesù fosse ancora con la sua Mamma!”... “Vieni Tu, Madonnina, a consolare, ad abbracciare, ad amare Gesù come Tu lo tenevi fra le tue braccia quand'eri sulla terra, perché si senta ancora consolato dalla sua Mamma, dai suoi baci, dalle sue carezze, dalle sue gentilezze e dalle sue premure. Così, Gesù, non senti più i peccati dell’umanità, non vedi più le miserie umane, ma senti solo la tua Mamma che Ti stringe al cuore, che Ti ama, che Ti adora, che Ti benedice, che Ti ringrazia, per me e per tutti. Grazie, Gesù, di questo dono dell’Eucaristia; continua a far vita divina in me con la tua Mamma, già che sei nel mio cuore, perché Ti possa abbracciare per l’eternità. Grazie, Gesù... Intendo chiamare tutte le umane generazioni, dalla prima all'ultima, tutte le creature della terra che sono qui inginocchiate davanti a noi a ringraziare solo Te, Gesù, che sei nel mio cuore... Ti lodo, Ti benedico e Ti ringrazio per me e per tutti… Ti adoro, Gesù, con le adorazioni profonde della tua SS. Mamma…”.
Dobbiamo divinizzare tutto, cambiare subito l’azione divinizzandola. Se il Signore ci ha donato l’intelligenza e la volontà, dobbiamo usarle, farle fruttare! Gesù questo lo ribadisce sovente. Abbiamo una mente: intelletto, memoria, volontà, simboli della SS. Trinità. Il Signore ci ha dato una memoria, ci ha dato una volontà con la quale possiamo cambiare le cose dall'umano al divino; ci ha dato l’intelletto, l’intelligenza con la quale possiamo dire: ‘Vieni, Gesù, in me!... Vieni! Ti amo, Divina Volontà!’. Con quest’amore, con questa intelligenza che mi ha dato il Signore, si possono cambiare subito le intenzioni!.. Anche quando si vede o si fa qualcosa di male o sbagliato, si può e si deve dire: “Gesù, vieni Tu in me! Vieni Tu a riparare questa azione...”.
Punti di meditazione:
1. Gradualità del Dono e del cammino.
L’esempio del Sole che illumina e scalda diversamente a seconda di quanto ci si esponga alla sua luce e di quanto ci si avvicini al suo calore, è altamente illuminante per comprendere che - come vale per ogni tipo di “spiritualità”, percorso ascetico, itinerario di santificazione - anche il cammino della Divina Volontà non sfugge alla fondamentale legge della vita terrena (e anche della vita dello spirito) della gradualità. Non si diventa santi dall'oggi al domani, non ci si toglie un vizio senza sforzi, tempo e fatiche, non si acquisisce una virtù senza un costante, paziente, profondo e lungimirante lavoro su sé stessi.
La prima cosa da fare quando sorge il sole della Divina Volontà è dunque… non chiudere le finestre della casa, come visto nella meditazione precedente, accampando vari pretesti. Ma, pur rimanendo in casa (immagine di chi sta ancora in fase di “studio” e di “discernimento”) si aprono le serrande, si attivano tutte le fonti di illuminazione della casa. È la prima tappa, quella della conoscenza e dell’inizio, timido e incerto, della pratica di unione con la Divina Volontà. “L’uscita di casa” (io la paragonerei all'atto di consacrazione alla Divina Volontà) è la decisione di accogliere pienamente la luce del sole, maturata e ratificata dall'atto di consacrazione. Certo, all'aria aperta ci sono ancora luoghi dove la luce non arriva: tettoie, palazzi, alberi, gallerie… Sono tutte le zone di noi in cui la Divina Volontà, pur scelta e seguita, ancora non entra… C’è un tempo in cui bisogna, a mio avviso, comprendere che qui non ci si trova dinanzi ad “una” spiritualità tra le tante, ma ad un Dono che consente di vivere in modo divino raggiungendo il massimo grado di santità possibile. Per cui tutta la nostra vita interiore, tutti i nostri orizzonti spirituali devono convogliare verso la Divina Volontà, perché ne siamo completamente pervasi, senza ombra alcuna.
Ecco dunque la terza tappa della spiaggia, quando l’anima, avendo ripulito sé stessa da tutto ciò che, pur buono, impedisce di percorrere speditamente il cammino, giunge al già elevato livello di sapersi unire, con gli atti interni e con l’abbracciare senza esitazione i Divini Voleri conosciuti, alla Volontà di Dio. L’ultima tappa è il volo verso l’Alto. La Divina Volontà non è solo percorso di formidabile santificazione di sé stessi, ma anche santificazione del creato e partecipazione alla grande Riparazione operata da Gesù e Maria.
Questa divina operazione si fa anzitutto, come vedremo subito anche per la santa comunione, con gli atti interiori: i “giri” di cui abbiamo parlato nelle precedenti meditazioni servono anche (se non soprattutto) a questo. La Riparazione, tuttavia, può richiedere, se così la Divina Volontà dispone, una grande partecipazione al mistero della Passione di Gesù e della Compassione di Maria, cioè l’accettazione o la scelta volontaria di grandi croci. Questo è proprio di poche anime generose, di cui ovviamente una era Luisa, che abbracciano l’eroismo abbandonandosi totalmente alla Divina Volontà ed immolandosi alla Riparazione (tanto necessaria alla Chiesa e al mondo). E a questo punto diventano non solo “piccoli soli” (il che è già tantissimo), ma “soli nel Sole”, tanto grande è la loro fusione alla Divina Volontà e la loro somiglianza con il Divino Agnello e con la Benedetta Corredentrice.
2. La Santa Comunione nella Divina Volontà.
Unirsi alla Divina Volontà e alle disposizioni della Regina del Regno del divin volere nella santa comunione ha, di nuovo, due effetti importantissimi: primo, creare in noi le disposizioni migliori perché, fermo restando lo stato di grazia (indispensabile e imprescindibile per accedere alla santa comunione), essa produca in noi frutti di grande santità e intimità con Gesù (e Maria); secondo, riparare la piaga (sempre esistita, ma oggi, per la verità, diventata un vero e proprio bubbone purulento) delle comunioni sacrileghe e di tutte le innumerevoli mancanze, sacrilegi, indifferenze, irriverenze e freddezze che Gesù patisce in questo mirabile sacramento, indegnamente e orribilmente messo letteralmente sotto i piedi da non poche creature umane. Molti si chiedono e si sono sempre chiesti se Gesù si fosse comunicato durante l’Ultima Cena. Molte volte si risponde grossolanamente: “e che comunica se stesso? Assume il suo corpo?”.
Quanto Gesù spiega a Luisa è illuminante e sconcertante: era necessario che lo facesse perché quell'unica Comunione del Figlio di Dio fatto uomo, che Egli fece durante l’istituzione del Nuovo Sacrificio, avrebbe riparato (o meglio iniziato divinamente la riparazione) a tutti gli oltraggi da Lui ricevuti nell'eucaristia. Tutte le nostre doverosissime riparazioni alle innumerevoli mancanze e veri e propri sacrilegi perpetrati contro il Divino Agnello presente nell'Ostia Santa, traggono il loro valore e la loro efficacia da questo Primo Atto Riparatore.
E sono tanto più forti ed efficaci quanto più sono compiute e vissute in unione con la Divina Volontà. Si comprende come la Riparazione sia dunque una componente fondamentale ed essenziale dell’itinerario nella Divina Volontà. Una spiritualità che è l’eco perfetta di quella chiesta con pressante e materna premura dalla Madonna a Fatima, di cui quest’anno (2017) ricorre il centenario.
Riparare è cosa oltremodo importante: toglie forza al male, e concorre al rapido avvento del Regno della Divina Volontà sulla terra. Se imparassimo a fare non dico “solo” ma soprattutto questo dinanzi al male che vediamo in noi e fuori di noi, il mondo rapidamente si convertirebbe e presto vedremmo la Chiesa totalmente rinnovata, pura e splendente come una Sposa pronta per il suo Signore.
3. Divinizzare le azioni, operando “da Dio”.
Questa operazione, come abbiamo visto, comincia già dall'interno della casa. Con calma e consci che non si riuscirà dall'oggi al domani a trovare un’unione esplicita ed abituale con la Divina Volontà in tutto, occorre, sempre con calma e senza ansia, esercitarsi sempre più e sempre meglio negli atti (che ormai conosciamo) di unione alla Divina Volontà, perché gradualmente tutto il nostro vivere, pensare e operare (compresi gli atti biologici, inconsci e irriflessi) sia divinizzato: l’atto preventivo e l’atto di fusione, gli atti di offerta della giornata e di unione con la divina volontà da offrire al risveglio e prima del riposo, gli atti di unione con la Divina Volontà per le azioni più importanti quotidiane (lavarsi, vestirsi, mangiare, spogliarsi), gli atti attuali di unione con la Divina Volontà (“vieni Divina Volontà nel mio”…), i “giri” nel Fiat creante, redimente e anche santificante. A questo , oltre all'unione con la Divina Volontà da vivere nella santa Comunione, bisogna aggiungere gli atti di unione con la Divina Volontà in riparazione delle nostre o altrui cadute nel male: “Gesù, vieni Tu in me! Vieni Tu a riparare questa azione…”.
Mano mano che tutto questo diventa abituale e totale in noi, si raggiunge l’unione ordinaria con la Divina Volontà. Fermo restando il continuo impegno ascetico di vedere la Divina Volontà in tutto ciò che ci circonda e ci accade; e di crescere nella sua conoscenza per togliere dalla nostra vita tutto ciò che scopriamo ad Essa non essere gradito e non piacere.
Preghiera dell’anima alla Madre Regina del Fiat supremo:
“Oh Divina Maria, insegnami ad accogliere sempre e in tutto la Luce e il Sole della Divina Volontà e fare in modo che tutto di me, il mio corpo e la mia anima, il mio essere e il mio agire, il mio pensare e parlare, il mio operare e soffrire sia compiuto in unione con l’Atto Unico del Fiat Supremo.
Insegnami ad essere totalmente unito a Te e a Gesù nella santa Comunione. Fammi innamorare della spiritualità della Riparazione, a Te tanto cara e da Te divinamente vissuta, perché anche io, con Te e per mezzo di Te, possa concorrere, con questo, a debellare le forze del male e ad accelerare i tempi del trionfo del Tuo Cuore Immacolato che coinciderà con il Regno della Divina Volontà finalmente compiuto”.
Fioretto perpetuo:
Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno (da recitare tre volte al giorno facendo tre visite alla Madonna)
Fioretto del giorno:
Ricordarsi, nella santa Messa a cui oggi parteciperò o celebrerò, di unirsi alle disposizioni di Gesù e Maria nella preparazione alla comunione e nel ringraziamento e proporselo come impegno costante e perpetuo. Fare una visita alla Madonna in cui rievocare le immagini del Sole che illumina con gradazioni diverse a seconda del grado con cui ci si espone alla sua Luce
Giaculatoria del giorno alla Divina Volontà:
“Mamma celeste, fammi vivere sempre nel Sole della Volontà di Dio”