Il grande Dono del Divino Volere
IVª MEDITAZIONE
Farsi piccoli come bambini per accogliere il Dono
Meditazioni a cura di Don Leonardo M. Pompei
Preghiera preparatoria alla meditazione
Gesù, Ti amo. Vieni, Divina Volontà, a pregare in me e poi offri questa preghiera a Te come mia, per soddisfare alle preghiere di tutti e per dare al Padre la gloria che dovrebbero dargli tutte le creature.
Regina Immacolata, celeste Madre mia, vengo sulle tue ginocchia materne per abbandonarmi nelle tue braccia, per chiederti coi sospiri più ardenti che mi ammetta a vivere nel Regno della Divina Volontà.
Mamma santa, tu che sei la Regina di questo Regno, ammettimi a vivere in esso, affinché non sia più deserto, ma popolato dai figli tuoi. Perciò, sovrana Regina, a te mi affido, affinché guidi i miei passi nel Regno del Volere Divino, e stretto alla tua mano materna guiderai tutto l'essere mio, perché faccia vita perenne nella Divina Volontà.
Tu mi farai da mamma, e come a Mamma mia ti faccio la consegna della mia volontà, affinché me la scambi con la Divina Volontà, e così possa restare sicuro di non uscire dal Regno suo. Perciò ti prego che mi illumini, attraverso questa meditazione, per farmi comprendere sempre più e sempre meglio che cosa significa "Volontà di Dio" e come vivere in essa.
Ave Maria…
Testo da meditare:
“Gesù ha detto: “Cosa succederebbe se, sentendo questo mio invito a entrare in unione con Me come era per Adamo ed Eva, uno dicesse: ‘Io non potrò mai meritarlo, io non ne sarò mai degno; Gesù e la Madonna vivevano questa unione perché l’Uno è Dio per natura e l’Altra è Immacolata; ed anche Adamo ed Eva, creati direttamente da Dio, erano pure loro immacolatissimi; come potrò io mai pensare di entrare in quella unione iniziale!...’ ?”. E Gesù dice a Luisa: “Per questo ho cercato per il mondo intero, ho cercato per secoli, fino al giorno in cui ho trovato l’anima più piccola! - sono molto importanti la piccolezza e l’umiltà - Ho cercato la più piccola (Luisa) e, trovandola, ho cominciato a prepararti per fare di te una copia di Me stesso”, cioè, un altro Gesù. Luisa doveva essere quello che noi non saremo mai: lei, per missione, doveva diventare la porta che avrebbe permesso anche a noi di entrare; lei doveva diventare l’anello dove noi saremmo stati agganciati; lei è la più vicina a noi, a questo riguardo; lei è come fosse l’originale fatto da Gesù e noi ne fossimo le copie. Le copie, anche se richiedono lavoro, confrontandole però con l’originale, sono sempre meno difficili da fare. Per questo Luisa ha una grande importanza per noi, perché lei è l’anello di congiunzione, lei è il nostro punto d’aggancio alla Divina Volontà.
Facciamo ora un esempio che ci aiuti a comprendere quanto Dio sta consumandosi nell’amore per realizzare presto in noi il suo desiderio.
Pensiamo ad un bimbo piccolino che dicesse al papà: “Papà, voglio guidare la macchina”. “Oh... che guaio!..”, direbbe il papà; ma poi gli viene un’idea. “Entriamo nella macchina - dice - e ti siedi nel mio grembo, dietro lo sterzo e metti le manine sul volante”. Naturalmente il papà mette le sue mani con forza sulle manine del bambino. Il bimbo non ha la scienza per guidare e non può arrivare con il piede al pedale; ma il papà gli dice: “Dove vuoi andare, figlio mio? Vuoi andare diritto?... indietro?… avanti?... giri qui?... fermi qua!?... parcheggiamo!”. Tutto quello che il piccolino desidera fare, forma per il papà il più grande piacere, felice di poter stare insieme al figlio e divertirsi con lui. Prendendo in considerazione questo esempio, è chiaro che il figlio non ha guidato la macchina perché troppo piccolo e quindi incapace di farlo; per natura solo il papà è in grado di far questo, perché solo lui arriva fisicamente al pedale, solo lui ha la forza fisica di girare e solo lui ha la scienza necessaria per guidare la macchina. Ma, nello stesso tempo, non possiamo negare che il figlio abbia guidato la macchina. Possiamo affermare che il figlio ha guidato la macchina, non per natura, ma per partecipazione; perché era volontà del padre che il figlio non si sentisse incapace a guidare, ma che si sentisse anch’egli autista, anzi che si sentisse addirittura come avesse fatto tutto lui. Tanto è vero che il piccolo, appena sceso dalla macchina andrà dalla mamma a dirle: “Mamma, ho guidato la macchina!”; non le dirà ‘abbiamo’, ma ‘ho guidato’! Hanno dunque guidato insieme la macchina perché era Volontà di Dio che il figlio non si sentisse di meno, che non si sentisse non pienamente autista; tant’è vero che ha lasciato al bimbo la decisione di tutti i movimenti che dovevano fare e se il figlio non avesse dato tutte le indicazioni, non sarebbero andati da nessuna parte. Questo esempio spiega ciò che Dio desidera ardentemente fare con noi. Vedremo piano piano come usare questo immenso Dono che Dio vuole fare a chi è capace di credere nella grandezza del Suo amore.
Bisogna anche comprendere il grande desiderio di Dio nei nostri riguardi, il grande progetto che Dio ha su di noi: vengono calde lacrime di commozione solo a pensarvi!
In un brano tratto da uno degli ultimi volumi (scritti da Luisa per ordine di Gesù e del confessore) Gesù spiega a Luisa perché Dio ci ha creati e dice che per comprendere questo dobbiamo risalire alla SS. Trinità, entrare nella processione interna delle Tre Divine Persone. Prima abbiamo ricordato che Dio è Amore, nelle meditazioni precedenti che Dio è potente nella sua Volontà (se vuole un bicchiere d’acqua, subito ce l’ha); ora cercheremo di spiegare meglio, anche se sappiamo che nel parlare di Dio, noi che siamo imperfetti e finiti faremo sempre qualche errore, faremo sempre degli esempi incompleti, perché Dio è un Atto Unico, Eterno, senza successione di atti, onnipotente, onnipresente, onnisciente. È quindi per noi impossibile afferrare Dio, tutto ciò che Lui è, con un solo sguardo.
Sappiamo, da san Giovanni, che Dio è amore. Cosa significa questo? Che tutto ciò che è e che fa, ma proprio tutto, dentro e fuori la Trinità, è sempre mosso solo e unicamente dall’Amore. Dio, essendo il Vero amore, ha già in Sé stesso una sorta di esigenza interna di darsi tutto alla persona amata, senza ritenere niente per sé. Gesù ha spiegato a Luisa che è come se da tutta l’eternità il Padre contemplandosi tutto Amore avesse detto: ‘Voglio amare!’. Ed ecco la generazione eterna del Figlio (o Verbo): con questa sua eterna affermazione (si badi che non ci fu nemmeno un solo istante in cui la Trinità non fosse tutta perfettamente presente e costerna in ciascuna delle Tre Persone, ma dobbiamo esprimerci in questo modo umano per comprendere) “esce” da Lui tutto ciò che Lui è: ed ecco la Seconda Persona della SS. Trinità. (Nel ‘Credo’ noi diciamo che ‘il Figlio è generato dal Padre’ e non si potrà mai dire il contrario). Il Figlio, vedendosi tutto Amore e possedendo Egli pure la stessa Divina Volontà onnipotente, dice: ‘Voglio amare’, ed ecco che tutto quello che Lui è, “uscendo” da Lui si riversa nel Padre e a Lui ritorna in un eterno, divino e ineffabile amplesso. L’Amore che dal Padre passa al Figlio e dal Figlio ritorna al Padre è lo Spirito Santo (che appunto procede dal Padre e dal Figlio). Questa processione nelle Tre Divine Persone avviene da tutta l’eternità ed è la “causa” dell’eterno godimento e della perfetta felicità, sempre attuale e sempre nuova di Dio Uno e Trino.
Poi la Santissima Trinità decise liberamente di pronunciare il Fiat creativo, di comunicarsi fuori di Sé. Gesù spiega a Luisa: “È come se nel Nostro traboccare di Amore avessimo detto: ‘Vogliamo creare altre persone alle quali partecipare tutto ciò che siamo’”. ‘Tutto ciò che siamo!!!!’: è certamente solo una grazia speciale di Dio che ci impedisce di comprendere tutta la portata di queste parole, altrimenti ne moriremmo all’istante di stupore, di gioia, di gratitudine! Dio ci ha creati per amore e per amare, per darsi tutto a noi affinché noi, in risposta, potessimo darci tutti a Lui nell’amore e nello stesso immutabile, perfetto e assoluto amore, darci tutti ai nostri fratelli: essere solo amore, agire solo per amore, pensare solo per amore, operare solo per amore.
La nostra prima e comune “vocazione”, pertanto non è essere sacerdoti, o sposi, studenti o professionisti, ma partecipare, sulla terra e poi per sempre nell’eternità, alla vita intima della SS. Trinità. Le singole e particolari vocazioni e stati di vita non sono altro che un’attuazione concreta e particolare di questa unica, comune ed eterna vocazione. Questo non può realizzarsi perfettamente se non si raggiunge la perfetta fusione con l’Eterno Volere di Dio e col suo essere amore purissimo e perfetto in atto continuo, eterno ed immutabile.
Si potrebbe obiettare: “Come può l’Infinito essere racchiuso nel finito?”. Per rispondere, basta solo pensare a ciò che succede ogni giorno quando, durante la S. Messa, il sacerdote pronuncia le parole della consacrazione: tutto Dio scende nell’Ostia Santa (perché dove c’è il Figlio c’è anche il Padre e lo Spirito Santo); sia nella particola piccola che nell’Ostia grande è sempre limitato, Lui, l’Immenso, e si nasconde dietro quei veli! Per Dio non ci sono problemi irrisolvibili. Chiediamo perciò a Gesù che ci aiuti ad approfondire questi Scritti e il Dono inestimabile che tramite essi ci arriva.
Punti di meditazione:
1. “Occorre farsi piccoli, ossia umili”.
Dice il nostro Unico Maestro e Salvatore nel Vangelo: “In quel tempo Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: "In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me” (Mt 18,2-5). San Pietro chiosa quest’espressione e, stupendamente, scrive: “Deposta dunque ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza, come bambini appena nati bramate il puro latte spirituale, per crescere con esso verso la salvezza: se davvero avete già gustato come è buono il Signore” (1Pt 2,1-3).
Alcuni santi molto devoti della Madonna (San Bernardo da Chiaravalle, San Domenico di Guzman, il beato Alano della Rupe, San Giovanni Eudes) vissero un fenomeno mistico ed una grazia soprannaturale del tutto particolare: “la “lactatio Mariae”. Furono cioè materialmente e sensibilmente allattati dal seno della Madonna! A me piace immaginare questo cammino della Divina Volontà in questi termini. Occorre farsi piccoli come un lattante e chiedere a Colei che, unica tra le creature, ha percorso questo solare e luminoso cammino di santità assoluta, che ci attacchi misticamente al suo seno e, con il latte della meditazione ben fatta ai suoi piedi, cominci a formare lentamente in noi il regno della Divina Volontà.
Come già detto la consacrazione alla Madonna (specie quella “Totus Tuus") costituisce il terreno migliore per far fiorire il germoglio del benedettissimo albero della vita nella Divina Volontà. Ella fu l’Umile e la Piccola per antonomasia e tutto ricevette perché nulla e meno che nulla si reputava e si sentiva. Nessuno che non abbia un’umiltà simile a quella della Divina Maria può ricevere dono “rilevante” da parte di Dio. Ringraziamolo per tutte le volte che siamo stati umiliati ed aneliamo ad essere in tutto umiliati e abbassati. Questa è una delle migliori disposizioni interiori per accogliere il Dono. Molto giova la recita delle litanie dell’umiltà del servo di Dio Cardinal Merry Del Val.
2. “Il bambino che guida la macchina”.
Questo stupendo paragone è un’altra immagine di cosa significhi vivere nella Divina Volontà. Dio è talmente tanto desideroso di renderci partecipi della sua natura divina, delle sue operazioni, della sua onnipotenza, della sua eterna felicità, da voler realizzare - evidentemente attraverso la cooperazione piena, assoluta e incondizionata della creatura - un qualcosa di molto simile a questo. Sentiamo ancora san Pietro: “La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza. Con queste ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina, essendo sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza” (2Pt 1,3-4).
Parla di “beni grandissimi e preziosi per mezzo dei quali divenire partecipi della NATURA DIVINA!”: eccoli!!!!! Noi per natura siamo, per esempio, incapaci di essere “solo amore” sempre, dovunque, comunque, con tutti e in ogni situazione: ma Dio lo è! E può darci la Grazia di esserlo, se siamo uniti alla sua eterna volontà, al suo FIAT SUPREMO che è amore allo stato puro e assoluto! Noi per natura siamo incapaci di dominare perfettamente noi stessi: le nostre parole, le nostre azioni e, ancor meno, i nostri pensieri. Ma l’Onnipotenza della Volontà di Dio domina tutto e basta un suo atto, come abbiamo visto, perché ciò che vuole si compia! Ebbene, uniti al Divino Volere noi avremo questa partecipazione e diverremo, per partecipazione, “onnipotenti” su noi stessi! L’uomo per natura è fragile, mutevole, incostante. Ma Dio e il suo supremo volere sono fermi, ferrei, immutabili, incrollabili, eterni. Partecipando del Dono, si diventerà partecipi di questa Divina Immutabilità e si potrà addirittura giungere al Dono dell’essere confermati in grazia, concesso nel corso della storia solo a pochissimi santi.
Qual è la condizione? Diventare come bambini!!! Anche in questo esempio c’è il bambino. Bambini nella mente (che non si chiuda nei suoi schemi all’azione della grazia), bambini nella stima di sé (ritenersi dei nulla e meritevoli di nulla, perché tale è la verità), bambini nella volontà (desiderare di patire per amore di Gesù e di essere messi in tutto all’ultimo posto e considerati come dei nulla). La Madonna è grande Maestra di questa umiltà! Chiediamola a Lei.
3. “Creati dall'Amore per amare”.
La meditazione chiude con un breve sguardo, ovviamente fatto con parole e modi di esprimersi umani, che fa capire, tuttavia, come l’essenza di Dio (che coincide con il suo essere e, quindi, con il suo agire) sia solo l’Amore. L’unione con la Divina Volontà è fusione con questo amore “allo stato puro”. Amore in primis a Dio, a cui si comincia a non rifiutare NULLA, ma proprio NULLA, qualunque cosa la sua adorabile Divina Volontà chieda alla nostra libertà o ci ponga davanti perché sia da noi accolta, realizzando così il primo e supremo comandamento (oggi troppo frettolosamente dimenticato o bypassato per andare subito al secondo - pur grande - comandamento): amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze.
Un segno e una spia che ci stiamo ben introducendo nella via della Divina Volontà è l’acquisto (o il ripristino) di una grande interiorità e vita interiore: si desidera pregare, stare con Dio e la preghiera è di elevata qualità, è “calda”, devota, non è un peso o un incubo; è un’oasi cercata e desiderata non per evadere, ma per attingere luce, forza, unione con Dio che poi si riverbera in tutto l’operare e l’agire (amare Dio con tutto il cuore).
Nella preghiera pullulano gli atti di amore e di unione con Dio e i gesti interni ed esterni di adorazione e riverenza. La seconda spia è la “luce” che comincia ad invadere la mente: luce di una maggiore conoscenza e comprensione di Dio, senza la quale è impossibile crescere nella santità (amare Dio con la mente).
La terza spia è un rinnovato fervore, zelo, desiderio operoso di spendersi per l’Altissimo: compare il desiderio di sacrificarsi per Dio, di fare penitenza, di evangelizzare, di testimoniare, di compiere molte opere buone (anzitutto quelle di misericordia) verso il prossimo per amore di Dio; si comprende come l’osservanza perfetta dei doveri di stato sia una prima attuazione necessaria dei Divini Voleri e ci si comincia a spendersi e impegnarsi in essi con tutto se stessi (amare Dio con tutte le forze).
Ecco le prime “tracce” di questo amore eterno, sussistente nella Divina Volontà, che comincia a comunicarsi alla creatura. Quando il “processo” è maturo, l’amore di Dio e del prossimo diventano perfetti in noi. La perfezione assoluta e massima è stata raggiunta solo dalla Madonna; Luisa è l’originale di come questo cammino sia percorribile anche da creature non immacolate (come noi); cerchiamo e chiediamo a Dio di essere delle buone copie per cominciare a vivere il Paradiso sulla terra. Si badi che questo non significa non avere croci, anzi! Significa gustare in tutto, soprattutto nella santa e benedetta Croce, l’unione con la Divina Volontà. Ed i frutti mirabili che Ella riserva a coloro che l’accolgono.
Preghiera dell’anima alla Madre Regina del Fiat supremo:
O Divina Maria, bene per me se sono stato umiliato, perché impari ad obbedire a Dio e perché la distruzione di ogni minima traccia di volontà umana crei l’humus perché Tu possa instaurare in me il regno Divino del Supremo volere.
Con te recito le litanie dell’umiltà, chiedendo a Dio, con tutto il cuore, di farmi umile come un bambino e a Te il latte santissimo e benedetto della Sapienza e della tua particolare formazione di me nella Divina Volontà.
Litanie dell’umiltà:
(Si recitino le litanie dell’umiltà al termine della meditazione)
O Gesù! mite ed umile di cuore!
Esauditemi
Dal desiderio di essere stimato
Liberatemi, Gesù
Dal desiderio di essere amato
Liberatemi, Gesù
Dal desiderio di essere decantato
Liberatemi, Gesù
Dal desiderio di essere onorato
Liberatemi, Gesù
Dal desiderio di essere lodato
Liberatemi, Gesù
Dal desiderio di essere preferito agli altri
Liberatemi, Gesù
Dal desiderio di essere consultato
Liberatemi, Gesù
Dal desiderio di essere approvato
Liberatemi, Gesù
Dal timore di essere umiliato
Liberatemi, Gesù
Dal timore di essere disprezzato
Liberatemi, Gesù
Dal timore di soffrire ripulse
Liberatemi, Gesù
Dal timore di essere calunniato
Liberatemi, Gesù
Dal timore di essere dimenticato
Liberatemi, Gesù
Dal timore di essere preso in ridicolo
Liberatemi, Gesù
Dal timore di essere ingiuriato
Liberatemi, Gesù
Dal timore di essere sospettato
Liberatemi, Gesù
Che gli altri siano amati più di me Gesù,
datemi la grazia di desiderarlo
Che gli altri siano stimati più di me Gesù,
datemi la grazia di desiderarlo
Che gli altri possano crescere nell’opinione del mondo e che io possa diminuire Gesù,
datemi la grazia di desiderarlo
Che gli altri possano essere impiegati ed io messo in disparte Gesù,
datemi la grazia di desiderarlo
Che gli altri possano essere lodati ed io, non curato Gesù,
datemi la grazia di desiderarlo
Che gli altri possano essere preferiti a me in ogni cosa Gesù,
datemi la grazia di desiderarlo
Che gli altri possano essere più santi di me, purché io divenga santo in quanto posso Gesù,
datemi la grazia di desiderarlo.
Fioretto perpetuo:
Mamma mia, ti amo, e tu amami e dammi un sorso di Volontà di Dio all'anima mia; dammi la tua benedizione, affinché possa fare tutte le mie azioni sotto il tuo sguardo materno (da recitare tre volte al giorno facendo tre visite alla Madonna)
Fioretto del giorno:
Fare una visita alla Madonna e rievocare l’immagine del bambino che guida la macchina. Fare tre gloria al Padre in onore dell’Amore uno e Trino sempiterno di Dio.
Giaculatoria del giorno alla Divina Volontà:
“Mamma celeste, svuotami di tutto per nascondermi nella Volontà di Dio”.