IVª MEDITAZIONE (4ª parte)

Differenza tra 'FARE' e 'VIVERE la Divina Volontà - Il 'FIAT'

Relazione di Antonietta Abbattista

San Giovanni Rotondo (FG) - 5 ottobre 1997 

 

Il Signore poi definisce questi FIAT e dice che questi TRE FIAT sono appunto: il FIAT CREANTE, il FIAT REDIMENTE ed il FIAT SANTIFICANTE.

Gesù spiega anche a Luisa (vol. 19°) che quando Dio ha creato l’uomo lo ha dotato di tre potenze: intelletto, memoria e volontà.

Gesù dice che dinanzi al FIAT CREANTE la prima potenza dell’uomo, l’intelletto, rimane rapito; dinanzi a tutta la Creazione l’intelletto, comprendendo ciò che Dio ha fatto per lui, rimane rapito, perché vede in ogni cosa creata, anche nel più piccolo filo d’erba, il ti amo di Gesù, di Dio, verso la creatura. Questo ti amo del Creatore vuole però essere ricambiato dall’amore della creatura.

Dinanzi al FIAT della REDENZIONE subentra invece l’altra potenza di cui è stato dotato l’uomo, cioè la memoria. La memoria rimane quasi incantata dinanzi a questo grande sacrificio di Dio, perché per redimere l’uomo, per poter far uscire l’uomo dallo stato di colpa e salvarlo, Dio ha dovuto patire e subire la morte in Croce.

Con il TERZO FIAT il Signore dice che Lui vuole fare sfoggio del suo Amore. L’amore che Dio ha mostrato alla creatura con il primo FIAT della Creazione e con il secondo FIAT della Redenzione aumenta; Dio fa sfoggio del suo Amore, perché col Terzo FIAT Dio vuole addirittura che l’uomo sia santificato e torni allo stato primiero, allo stato originario.

Ecco perché abbiamo iniziato questa relazione con le parole del Signore a Luisa: “Passeranno secoli e secoli, ma l’uomo tornerà fra le mie braccia quale fu da Me creato”. Cioè, l’uomo tornerà ad essere come era il primo uomo: senza macchia, senza peccato, uomo in stretta unione con Dio. “Quando l’uomo tornerà allo stato primiero - continua il Signore - soltanto allora Io potrò finalmente assaporare il riposo eterno; assaporerò il riposo eterno nel Terzo FIAT’!”.

Quando subentrerà questo Terzo FIAT, quando l’opera di Dio sarà completa, soltanto allora cesserà il singhiozzo del nostro Dio. Sì, perché Dio soffre nel vederci fare la volontà umana, perché Lui ci ha creati in armonia con tutto il creato, ed invece noi facendo la volontà umana viviamo in maniera discorde dal creato. Soltanto allora perciò cesserà il pianto di Dio, quel pianto che riempie Cielo e terra; e al pianto di Dio subentrerà un sorriso eterno.

Di fronte a tutte queste rivelazioni Luisa rimane confusa, annichilita, non sa darsi ragione e dice: “Ma Signore, perché proprio a me che sono tanto piccola vieni a rivelare queste cose così grandi?!”. Il Signore le risponde: “Tu devi sapere che quando Io faccio le cose più grandi, le mie opere maggiori, le affido agli esseri più inabili, più abietti, a quelli più semplici. Difatti, la mia Mamma era nelle tue stesse condizioni quando Io le annunciai che il Verbo si sarebbe incarnato; e la mia Mamma non aveva niente di strepitoso, di segni esteriori.” - Come i grandi, i Santi che vengono fregiati da Dio di miracoli o della presenza di piaghe, di stimmate... - La Madonna non aveva niente di esteriore, il tutto risiedeva nel suo intimo, nelle virtù e nel suo ‘Sì’ dinanzi alla richiesta di Dio, nel suo Fiat. E così la Madonna era anche Lei confusa, nel suo caso, così come fu confusa Luisa di fronte a queste rivelazioni.

Il Signore usa con Luisa nuovi paragoni sempre più belli e chiarificatori per spiegare meglio il suo concetto. Per spiegare come mai si serve a volte delle anime più semplici, ricorre ad un’altra similitudine. Dice: “Tieni presente un signore che ha due servi. Di questi due servi uno è erculeo, abile, gigante; l’altro è basso, mingherlino, inabile, incapace. Ad un certo punto questo signore decide di depositare un miliardo in un’altra città ed affida questa grandissima somma al servitore apparentemente incapace, apparentemente inabile, piccolo, basso, perché, mentre affida questa somma il signore pensa: ‘Se io l’affidassi al servitore abile, erculeo, gigante, tutti gli presterebbero attenzione; il nemico lo potrebbe molestare; per difendersi il mio servitore potrebbe poi rimanere ferito e non potrebbe portare a termine la missione che io gli affido. Invece se io l’affido a questo servitore, nessuno gli farà attenzione, nessuno baderà a lui, perché nessuno potrà pensare che io sia stato così stupido da affidare ad un essere così inabile un miliardo. E così questo servitore potrà portare a compimento l’opera che gli è stata affidata’. Difatti il servitore fa quello che il signore gli affida e torna dal proprio padrone sano e salvo, senza che nessuno l’abbia molestato. Così ho fatto Io in te!”, dice il Signore a Luisa.

Leggiamo alcune parole testuali rivolte dal Signore a Luisa: “Io girai e rigirai la terra, guardai una per una tutte le creature per trovare la più piccola fra tutte; la tua piccolezza mi piacque e ti scelsi. Ti affidai ai miei Angeli affinché ti custodissero, non per farti grande, ma perché custodissero la tua piccolezza. Ed ora voglio cominciare la mia grande opera del compimento della mia Volontà. Né con ciò ti sentirai più grande; anzi, la mia Volontà ti farà più piccola e continuerai ad essere sempre la piccola figlia del tuo Gesù, la piccola figlia della Divina Volontà”. Ecco perché poi anche la nostra Associazione ha preso questo nome: ‘Associazione Luisa Piccarreta - Piccoli Figli della Divina Volontà’.

In un altro volume del 1923 rileggiamo sempre il nocciolo del discorso del Signore: vuole che l’uomo ritorni allo stato d’origine, vuole che l’uomo ritorni allo stato senza peccato. Si rivolge perciò a Luisa dicendo: “Luisa, nota questo grande vuoto che esiste fra il Cielo e la terra. Prima che Io pronunziassi il FIAT della Creazione, in questo vuoto c’era un ammasso di cose tutte in disordine. Appena Io pronunciai il FIAT, ogni cosa andò al suo posto, ci fu l’ordine, ci fu armonia. Tutte le cose da Me create sono al loro posto e costituiscono il Nostro onore, la Nostra gloria; solo l’uomo è orribile a vedersi; perché l’uomo facendo la sua volontà è come quell’uomo che cammina con la testa in giù e i piedi in aria”. L’uomo che cammina in questa maniera fa ribrezzo, perché l’uomo in questo modo deve strisciare; infatti il compito di camminare è affidato ai piedi, ma i piedi di quest’uomo stanno in aria. E dovendo strisciare, l’uomo non ha la possibilità di vedere chiaramente davanti a sé, perché il suo campo visivo si riduce e così non ha neppure la possibilità, la capacità di difendersi qualora venisse molestato dal nemico infernale e dalle tentazioni. Ecco perché è necessario che l’uomo ritorni al suo posto; l’uomo facendo la sua volontà ha fatto un vero e proprio capitombolo.

E’ necessario quindi che l’uomo torni al suo posto, quello che gli è stato assegnato da Dio; e il suo posto è nella Divina Volontà.

Gesù presenta a Luisa, in una visione, un sacerdote che dovrà attendere alla stesura dei suoi Scritti. Alle sue spalle vi è Gesù che suggerisce il titolo da dare a quest’Opera:

 ‘Il Regno del FIAT in mezzo alle creature - Libro di Cielo - Il richiamo della creatura nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata’.

Ecco, questo è l’obiettivo principale, è la finalità più grande del progetto di Dio, e così sarà; il Signore ce lo ha assicurato: Al suo pianto subentrerà il sorriso, subentrerà questa Era meravigliosa, quest’Era di grazie infinite.

Perché ora sappiamo che, basta fare un atto, ogni atto, nella Divina Volontà, perché ognuno di questi atti si moltiplichi all’infinito; e gli effetti di questi atti fatti nella Divina Volontà si estenderanno a tutti, a tutti gli altri, (naturalmente a seconda delle disposizioni di ognuno).

Basta perciò una sola persona che faccia la Divina Volontà, perché tutti ne possiamo ricevere gli effetti (naturalmente se siamo disposti ad accettare questo Dono!).

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