[AUDIO] Meditazione sul 1° volume
capitoli 54 e 55
Gesù porta Luisa a vedere il Paradiso e i Beati che lo abitano, a cui la presenta come Sua sposa.
Il desiderio immenso di essere sciolti dal corpo per restare per sempre con il Signore.
Amare totalmente Gesù.
Volume 1 - Capitolo 54
Delle volte trasportandomi con lui, mi portava nel Paradiso
Delle volte trasportandomi con lui, mi portava nel paradiso, ed ivi ascoltavo i cantici dei Beati, vedevo la Divinità, i diversi cori degli Angioli, gli ordini dei Santi, tutti immersi nella Divinità di Dio, assorbiti, immedesimati. mi pareva che intorno al Trono ci fossero tante luci, come se fossero più del sole risplendente, che a chiare note queste luci denotavano tutte le virtù e gli attributi di Dio. I Beati specchiandosi in una di queste luci restavano rapiti in modo che non giungevano a penetrare tutta l'immensità di quella luce, di modo che passavano ad una seconda luce senza capirne tutta a fondo la prima. Sicché i Beati in cielo non possono comprendere perfettamente Dio, perché è tanta l'immensità, la grandezza, la santità di Dio, che mente creata non può comprendere un essere increato. Ora, i Beati specchiandosi in queste luci mi pareva che venivano a partecipare alle virtù di queste luci. Sicché l'anima in cielo rassomigliasi a Dio, con questa differenza: che Dio è quel sole grandissimo, e l'anima è un piccolo sole.
Ma chi può dire tutto ciò che in quel Beato Soggiorno si apprende mentre l'anima si trova in questo carcere del corpo, è impossibile: mentre nella mente si sente qualche cosa, le labbra non trovano vocaboli come potersi esprimere; mi sembra come un bambino che incomincia a balbettare, che vorrebbe dire tante e tante cose, ma alla fine resta che non sa dire neppure una parola chiara.
Perciò faccio punto senza passare più oltre.
Solo dirò che, delle volte mentre mi trovavo in quella patria beata, passeggiavamo insieme con Gesù in mezzo ai Cori degli Angeli e dei Santi, e siccome io ero novella sposa, tutti i Beati si univano insieme per partecipare alle gioie del nostro sposalizio; mi pareva che dimenticavano i loro contenti per occuparsi dei nostri. E Gesù, ora mi mostrava ai Santi dicendogli: «Vedete quest'anima? È un trionfo del mio amore, il mio amore tutto ha superato in lei».
Altre volte poi mi faceva mettere al posto che a me toccava e mi diceva: «Ecco qui il tuo posto, nessuno te lo può togliere»; e delle volte giungevo a credere che non dovevo tornare più alla terra, ma in un semplice istante mi trovavo rinchiusa nel muro di questo corpo.
Volume 1 - Capitolo 55
“Qual è la cosa che tanto ti fa desiderare il cielo?”
Chi può dire quanto mi riusciva amarissimo questo ritornare? A me pareva [che ritornare] dalle cose del cielo alle cose di questa terra, tutto era marciume, insipido, fastidioso; le cose che agli altri tanto dilettano, per me riuscivano amare; le persone più care, più ragguardevoli, che altri chi sa quanto avrebbero fatto per trattenersi con loro, a me riuscivano indifferenti ed anche fastidiose, al solo riguardarli come immagine di Dio mi pareva che potevo sopportarli, ma l'anima aveva perduta qualsiasi soddisfazione, nessuna cosa le recava la minima ombra di contento, ed era tanta la pena che sentivo, che non facevo che piangere e lamentare col mio amato Gesù. Ah! il mio cuore viveva irrequieto tra continue ansie e desideri, me lo sentivo più nel cielo che sulla terra, sentivo nell'interno una cosa che mi rodeva continuamente, tanto mi riusciva amaro e doloroso il dover continuare a vivere.
Ma l'ubbidienza mise quasi un freno a queste mie pene, comandandomi assolutamente di non desiderare di morire, e che, allora dovevo morire, quando il confessore mi dava l'ubbidienza.
Quindi, per fare la santa ubbidienza, facevo quanto più potevo a non pensarci, ché nel mio interno era una giaculatoria continua di desideri di volermene andare. Onde in gran parte il mio cuore si quietò, ma non del tutto. Confesso la verità, molto difettai in questo, ma che potevo fare? Non sapevo frenarmi, per me era un vero martirio. Il mio benigno Gesù mi diceva: «Quietati; qual è la cosa che tanto ti fa desiderare il cielo? Io gli dicevo: Che voglio stare sempre unita con voi! Non mi regge più l'anima di stare separata da voi, non solo per un giorno, ma neppure per un momento, quindi a qualunque costo voglio venirmene!». Ebbene - mi diceva - se e per me, ti voglio pure contentare: verrò a starmene con te». Io, poi, gli dicevo: «Neh, poi mi lasciate, ed io vi perdo di vista; ma nel cielo non è così, là non vi potrò mai perdere di vista».