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Essendo ritornato di nuovo Gesù, siccome io stavo tutta fondendomi nel Divino Volere, mi ha detto: “Figlia carissima del Mio Volere, Io sto con ansia aspettando queste tue fusioni nella Mia Volontà. Tu devi sapere che come Io pensavo nella Mia Volontà, così venivo informando i tuoi pensieri nella Mia Volontà, preparandone il posto; come operavo, venivo informando le tue opere nel Mio Volere; e così di tutto il resto. Ora, ciò che facevo non lo facevo per Me, che non avevo bisogno, ma per te; perciò ti aspetto nella Mia Volontà, che venga a prendere i posti che ti preparò la Mia Umanità, e sopra le mie informazioni venga a fare le tue. Allora sono contento e ne ricevo completa gloria, quando ti vedo fare ciò che feci Io. (Dal Diario della Serva di Dio Luisa Piccarreta, vol. 13° - 16.9.1921)
Fiat !
Dal Volume 6
17 Dicembre 1903
Che fece la Vergine Santissima quando incontrò Gesù che portava la croce.
Continuando il mio solito stato, per pochi istanti ho visto il benedetto Gesù con la croce sulle spalle, nell’atto di incontrarsi con la sua Santissima Madre, e gli ho detto: “Signore, che cosa fece la vostra Madre in questo incontro dolorosissimo?”
E Lui: “Figlia mia, non fece altro che un atto di adorazione profondissimo e semplicissimo; e siccome l’atto, quanto più semplice è, altrettanto facile è ad unirsi con Dio, Spirito semplicissimo, perciò in questo atto s’infuse in Me e continuò ciò che operavo Io stesso nel mio interno. Questo Mi fu sommamente gradito, più che se Mi avesse fatto qualunque altra cosa più grande, perché il vero spirito d’adorazione in questo consiste: che la creatura sperda sé stessa e si trovi nell’ambiente divino; adora tutto ciò che opera Dio e con Lui si unisce. Credi tu che sia vera adorazione quella in cui la bocca adora e la mente pensa ad altro? Ossia la mente adora e la volontà sta lontana da Me? Oppure che una potenza Mi adora e le altre stanno tutte disordinate? No, Io voglio tutto per Me, e tutto ciò che le ho dato, in Me; e questo è l’atto più grande di culto d’adorazione che la creatura può farmi”.
Volume 7
28 Novembre 1906
La stretta unione che dobbiamo avere con Gesù.
Continuando il mio povero stato, quando appena ho visto il benedetto Gesù, e pareva che si trasformava tutto in me, in modo che se io respiravo, io sentivo il suo respiro nel mio; se io muovevo un braccio, sentivo muovere il suo nel mio, e così di tutto il resto. Mentre ciò faceva, mi ha detto: “Figlia diletta mia, vedi in che stretta unione sto Io con te? Così voglio te, tutta stretta e unita con Me; e questo, non ti credere che lo devi fare quando soffri o preghi solo, ma sempre, sempre. Se ti muovi, se respiri, se lavori, se mangi, se dormi, tutto, tutto come se lo facessi nella mia Umanità, come [se] uscisse da Me il tuo operato, in modo che dovresti essere tu [non] altro che la scorza, e rotta la scorza della tua opera si dovrebbe trovare il frutto dell’opera divina; e questo devi farlo a bene di tutta quanta l’umanità, in modo che la mia Umanità si deve trovare come vivente in mezzo alle genti. Perché facendo tu tutto, anche le azioni più indifferenti, con questa intenzione di ricevere da Me la vita, la tua azione acquista il merito della mia Umanità, perché essendo Io Uomo e Dio, nel mio respiro contenevo i respiri di tutti, i movimenti, le azioni, i pensieri, tutto contenevo in Me; quindi li santificavo, li divinizzavo, li riparavo. Onde, facendo tutto in atto di ricevere da Me il tuo operato, anche tu verrai ad abbracciare ed a contenere tutte le creature in te, ed il tuo operato si diffonderà a bene di tutti; sicché ancorché gli altri non Mi daranno niente, Io prenderò tutto da te”.
Volume 8
21 Novembre 1907
Il fondersi nella Divina Volontà.
Continuando il mio solito stato, stavo unendomi con Nostro Signore, facendo uno solo il suo pensiero, il palpito, il respiro e tutti i suoi movimenti coi miei, e poi mettevo l’intenzione di andare da tutte le creature per dare a tutti tutto questo. E siccome stavo unita a Gesù nell’orto degli ulivi, davo ancora a tutti ed a ciascuno, ed anche alle anime purganti, le sue gocce di sangue, le sue preghiere, le sue pene e tutto il bene che Lui fece, acciocché tutti i respiri, i movimenti, i palpiti delle creature restassero riparati, purificati, divinizzati; e [davo] la fonte d’ogni bene, quale sono le sue pene, per tutti i loro rimedi. Mentre ciò facevo, il benedetto Gesù nel mio interno mi ha detto: “Figlia mia, con queste tue intenzioni Mi ferisci continuamente, e siccome le fai spesso, una freccia non aspetta l’altra, e sempre nuovamente resto ferito”.
Ed io ho detto: “Come può essere possibile che resti ferito, e Ti nascondi e mi fai tanto penare nell’aspettare la tua venuta? Queste sono le ferite, questo il bene che mi vuoi?”
E Lui: “Anzi, ho detto niente [rispetto] a tutto ciò che dovrei dirti. E l’anima stessa non può comprendere mentre è viatrice tutto il bene e l’amore che passa tra le creature e il Creatore che [quando] il suo operare, il dire, il soffrire, è tutto nella mia Vita, ché solo facendo così può disporre a bene di tutti.
Ti dico solo che ogni tuo pensiero, palpito e movimento, ogni tuo membro, qualunque tuo osso sofferente, sono tante luci che escono da te, che toccando le disciolgo a bene di tutti; ed Io te ne rimando triplicate tante altre luci di grazia, ed in cielo te le darò di gloria. Basta dirti: è tanta l’unione, la strettezza che passa, che il Creatore è l’organo, la creatura il suono; il Creatore il sole, la creatura i raggi; il Creatore il fiore, la creatura l’odore. Può stare forse l’uno senza l’altro? No, certo. Credi tu che non tengo conto di tutto il tuo lavoro interno e delle tue pene? Come posso dimenticarle se escono da Me stesso e sono una sola cosa con Me? Aggiungo ancora che ogniqualvolta si fa memoria della mia Passione, essendo un tesoro esposto a bene di tutti, è come [se] si mettesse al banco per moltiplicarlo e distribuirlo a bene di tutti”.
9 Febbraio 1908
Il fondersi nella Divina Volontà. Modo di operare con Gesù.
Avendo fatta la Comunione, stavo dicendo: “Signore, tienimi sempre stretta con Te ché sono troppo piccina, che se non mi tenete stretta, essendo piccina posso smarrirmi”.
E Lui: “Voglio insegnarti il modo come devi stare con Me.
Primo: Devi entrare dentro di Me, e trasformarti in Me, e prendervi ciò che trovi in Me.
Secondo: Quando ti sei riempita tutta di Me, esci fuori ed opera insieme con Me, come se Io e tu fossimo una sola cosa, in modo che se Mi muovo Io, muoviti tu; se penso Io, pensa tu alla stessa cosa pensata da Me; insomma, qualunque cosa che faccio Io farai tu.
Terzo: Con questo operato insieme che abbiamo fatto, allontanati un istante da Me e va in mezzo alle creature, dando a tutti ed a ciascuno tutto ciò che abbiamo operato insieme, cioè dando a ciascuno la mia Vita divina, ritornando subito in Me per darmi a nome di tutti tutta quella gloria che dovrebbero darmi, pregando, scusandoli, riparando, amando. Ah, sì, amami per tutti, saziami d’amore! In Me non ci sono passioni, ma se ci potesse stare passione, quest’unica e sola sarebbe l’amore. Ma l’amore in Me è più che passione, anzi è la mia vita; e se le passioni si possono distruggere, la vita no. Vedi a quali necessità Mi trovo di essere amato? Perciò amami, amami!”
Lo scopo della Santa Comunione è di formare l’Essere Divino nell’anima.
Avendo fatto la Santa Comunione, al meglio stavo pensando come potevo stringermi più che mai col benedetto Gesù, e Lui mi ha detto: “Per stringerti più stretta con Me fino a giungere a sperdere il tuo essere in Me come Io lo trasfondo nel tuo, devi in tutto prendere ciò che è mio e in tutto lasciare ciò che è tuo, in modo che se tu pensi sempre a cose sante e che solo riguardano il bene, l’onore e la gloria di Dio, lasci la tua mente e prendi quella divina; se parli, se operi bene e solo per amore di Dio, lasci la tua bocca, le mani, e prendi la mia bocca e le mie mani; se cammini le vie sante e rette, camminerai coi miei stessi piedi; se il tuo cuore amerà solo Me, lascerai il tuo cuore e prenderai il mio, e Mi amerai col mio medesimo amore, e così di tutto il resto; sicché tu resterai rivestita di tutte le cose mie ed Io di tutte le cose tue, che metto Io stesso in te e che sono mie. Ci può essere più stretta unione di questa?
Se l’anima giunge a non più riconoscere se stessa, ma l’Essere Divino in se stessa, questi sono i frutti delle buone comunioni e questo è lo scopo divino nel volersi comunicare alle anime. Ma quanto ne resta frustrato il mio amore e quanti pochi frutti ne raccolgono le anime da questo sacramento, fino a restarsene la maggior parte indifferenti ed anche nauseate di questo cibo divino!”
Volume 11
L’unione con Gesù parte per parte.
Mentre pregavo, stavo unendo la mia mente a quella di Gesù, gli occhi miei a quelli di Gesù, e così di tutto il resto, intendendo di fare ciò che faceva Gesù con la sua mente, coi suoi occhi, con la sua bocca, col suo cuore, e così di tutto. E siccome pareva che la mente di Gesù, gli occhi, ecc., si diffondevano a bene di tutti, così pareva che anch’io mi diffondevo a bene di tutti, unendomi e immedesimandomi con Gesù.
Ora pensavo tra me: “Che meditazione è questa? Che preghiera? Ah, non sono più buona a nulla, non so neppure riflettere nulla!” Ma mentre ciò pensavo il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, come, ti affliggi di questo? Invece di affliggerti dovresti rallegrarti, perché quando tu altre volte meditavi, e tante belle riflessioni sorgevano nella tua mente, tu non facevi altro che prendere parte di Me, delle mie qualità e delle mie virtù. Ora essendoti rimasto solo di poterti unire ed immedesimarti a Me, Mi prendi tutto, e non essendo da sola buona a nulla, con Me sei buona a tutto, perché il desiderare, il volere il bene, produce nell’anima una fortezza che la fa crescere e la stabilisce nella vita divina. Poi, con l’unirsi con Me ed immedesimarsi con Me, [l’anima] si unisce con la mia mente, così tante vite di pensieri santi produce nelle menti delle creature; come si unisce coi miei occhi, così produce nelle creature tante vite di sguardi santi; così se si unisce con la mia bocca, darà vita alle parole; se si unisce al mio Cuore, ai miei desideri, alle mie mani, ai passi, così ad ogni palpito darà una vita, vita ai desideri, alle azioni, ai passi, ma vite sante, perché contenendo in Me la potenza creatrice, insieme con Me crea l’anima[1] e fa ciò che faccio Io.
Ora, questa unione con Me, parte per parte, mente per mente, cuore per cuore, ecc., produce in te in grado più alto la vita della mia Volontà e del mio Amore; ed in questa Volontà viene formato il Padre, e nell’Amore lo Spirito Santo, e dall’operato, dalle parole, dalle opere, dai pensieri e da tutto il resto che può uscire da questa Volontà e da questo Amore, viene formato il Figlio, ed ecco la Trinità nelle anime. Sicché se dobbiamo operare, è indifferente operare nella Trinità in Cielo o nella Trinità delle anime in terra. Ecco perciò vado togliendoti tutto il resto, sebbene cose buone, sante, per poterti dare il più buono ed il più santo, quale sono Io stesso, e di (così) poter fare di te un altro Me stesso, quanto a creatura è possibile. Credo che non ti lamenterai più, non è vero?”
Ed io: “Ah, Gesù, Gesù! Io mi sento invece che mi son fatta cattiva cattiva; ed il maggior male è che non so trovare questa mia cattiveria, ché almeno farei quanto posso a toglierla”.
E Gesù: “Basta, basta, tu vuoi inoltrarti troppo nel pensiero di te stessa; pensa a Me, ed Io penserò anche alla tua cattiveria, hai capito?”
14 Marzo 1914
“Mi è troppo duro non contentare chi fa la mia Volontà”.
Quest’oggi stavo fondendomi tutta in Gesù, ma tanto da sentire al vivo e reale tutto Gesù in me. E mentre lo sentivo mi ha detto, ma in modo sì tenero e commovente che il mio povero cuore si sentiva crepare: “Figlia mia, Mi è troppo duro non contentare chi fa la mia Volontà. Come tu vedi, non ho più mani né piedi né Cuore né occhio né bocca; nulla Mi resta nella mia Volontà, ché tutto ti sei presa, di tutto ti sei impadronita, ed a Me nulla Mi resta che non sia tuo. Ecco perciò, ai tanti gravi mali che inondano la terra, non piovono i flagelli meritati, perché Mi è duro non contentarti; e poi, come lo posso, che non ho le mani? E tu non Mi credi? Se Mi saranno assolutamente necessarie, sarò costretto a farti un furto, oppure convincerti in modo che tu stessa Me le cederai. Come Mi è duro, come Mi è duro dispiacere chi fa la mia Volontà! Dispiacerei Me stesso”.
Io sono rimasta stupita di questo parlare di Gesù; non solo, ma vedevo davvero che io tenevo le mani, i piedi, gli occhi di Gesù, e gli ho detto: “Gesù, fammi venire”.
E Lui: “Dammi un altro poco di vita in te, e poi verrai”.
19 Marzo 1914
“Se tu sapessi il contento che Mi dà chi fa la mia Volontà!”
Pare che il benedetto Gesù ha voglia di parlare del suo Santissimo Volere. Io mi stavo diffondendo in tutto l’interno di Lui, nei suoi pensieri, desideri, affetti, nella sua Volontà, nel suo amore, in tutto, e Gesù con una dolcezza infinita mi ha detto: “Oh, se tu sapessi il contento che Mi dà chi fa la mia Volontà! Il tuo cuore ne creperebbe di gioia. Vedi, come tu ti diffondevi nei miei pensieri, desideri, ecc., così formavi il trastullo dei miei pensieri, ed i miei desideri fondendosi nei tuoi giocavano insieme; i tuoi affetti uniti alla tua volontà ed al tuo amore, correndo e volando nei miei affetti, nel mio Volere ed amore, si baciavano insieme, e scaricandosi come rapido fiumicello nel mare immenso dell’Eterno, si trastullavano con le Divine Persone, ed ora col Padre, ed ora con Me, ed ora con lo Spirito Santo, ed ora non volendo dare il tempo Uno all’Altro la giochiamo tutti e Tre insieme e ne formiamo il nostro gioiello, e questo gioiello Ci è tanto caro, che dovendo formare il nostro trastullo lo teniamo con gelosia ad intra, nell’intimo della nostra Volontà, e quando le creature Ci amareggiano, Ci offendono, per rinfrancarCi prendiamo il nostro gioiello e Ci trastulliamo insieme”.
Trovandomi nel mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù, fuori del suo solito che tiene con me in questo periodo della mia vita, cioè che se viene è per poco, alla sfuggita e a lampo, e quasi con la totale cessazione delle sofferenze che nel venire mi comunicava - il solo suo Santo Volere è quello che mi supplisce per tutto - onde questa mattina è venuto trattenendosi parecchie ore, ma in uno stato che faceva piangere le pietre: tutto Si doleva, ed in tutte le parti della sua santissima Umanità voleva essere lenito. Pareva che se ciò non fosse stato fatto, il mondo lo avrebbe ridotto (avrebbe ridotto il mondo) un mucchio di macerie; pareva che non voleva andarsene per non vedere le stragi ed i gravi spettacoli del mondo, e che quasi lo costringevano a fare cose peggiori. Ond’io me lo sono stretto, e volendoLo lenire mi fondevo nella sua intelligenza, per potermi trovare in tutte le intelligenze delle creature e così dare ad ogni pensiero cattivo il mio pensiero buono per riparare e per lenire tutti i pensieri offesi di Gesù. Così mi fondevo nei suoi desideri, per potermi trovare in tutti i desideri cattivi delle creature per mettere il mio desiderio buono per lenire i desideri offesi di Gesù; e così di tutto il resto. Onde dopo che L’ho lenito parte per parte, come se si fosse rinfrancato mi ha lasciato.
“La creatura resta riempita di Me, ed Io di lei”.
Stavo diffondendomi nella Santissima Volontà di Gesù benedetto, e mentre ciò facevo mi sono trovata in Gesù, e mi ha detto: “Figlia mia, quando un’anima si fonde nella mia Volontà, succede come a due recipienti pieni di diversi liquori, che uno si versa nell’altro: e uno resta pieno di ciò che teneva l’altro, ed il secondo, dell’altro. Così, la creatura resta riempita di Me ed Io di lei. E siccome la mia Volontà contiene santità, bellezza, potenza, amore, ecc., così l’anima riempiendosi di Me, fondendosi ed abbandonandosi nella mia Volontà, viene a riempirsi della mia santità, del mio amore, della mia bellezza, ecc., nel modo più perfetto che a creatura è dato; ed Io Mi sento riempito di lei, e trovando in essa la mia santità, la mia bellezza, il mio amore, ecc., le guardo come se fossero cose sue, e Mi piace tanto da innamorarmi, in modo da tenerla geloso, custodita nell’intimo di Me, andandola continuamente arricchendo ed abbellendo dei miei pregi divini, per potermi sempre più compiacere ed innamorarmi”.
30 Gennaio 1916
“La mia Volontà cristallizza l’anima, e tutto il suo operato si riflette in Me”.
Stavo fondendomi tutta nel mio sempre amabile Gesù, e mentre ciò facevo, Gesù venendo si fondeva tutto in me e mi ha detto: “Figlia mia, quando l’anima vive del tutto nella mia Volontà, se pensa, i suoi pensieri [si] riflettono nella mia mente in Cielo; se desidera, se parla, se ama, tutto [si] riflette in Me, e tutto ciò che faccio Io [si] riflette in lei. Succede come quando il sole [si] riflette nei vetri: si vede in questi un altro sole, tutto simile al sole del cielo, con questa differenza, che il sole nel cielo è fisso e sta sempre al suo posto, mentre nei vetri è passeggero. Ora, la mia Volontà cristallizza l’anima, e tutto il suo operato si riflette in Me; ed Io ferito, rapito da questi riflessi, le mando tutta la mia luce in modo da formare in lei un altro sole. Sicché pare un sole in Cielo e l’altro in terra. Che incanto! Quali armonie tra loro! Quanti beni non si versano a pro di tutti! Però, se l’anima non è fissa nel mio Volere, può succedere come al sole che si forma nei vetri, dove è sole passeggero, e poi il vetro rimane all’oscuro, ed il sole del cielo rimane solo”.
“Questa pena, falla scorrere nella mia Volontà e vi troverai la mia, ed unendosi insieme, correrà a bene di tutti”.
Continuando il mio solito stato, mi sentivo amareggiata per la privazione del mio amabile Gesù e mi lamentavo con Lui che ogni privazione che mi faceva era una morte che mi dava, e morte crudele: che mentre si sente la morte, non si può morire. E dicevo: “Come hai cuore di darmi tante morti?”
E Gesù alla sfuggita mi ha detto: “Figlia mia, non ti abbattere. La mia Umanità stando sulla terra conteneva tutte le vite delle creature, e tutte queste vite da Me uscivano. Ma quante non ritornavano a Me, perché morivano e si seppellivano nell’inferno? Ed Io sentivo la morte di ciascuna che straziava la mia Umanità. Queste morti formarono la pena più crudele e dolorosa di tutta la mia vita, fino all’ultimo respiro. Figlia mia, non vuoi prendere parte alle mie pene? La morte che senti della mia privazione non è altro che un’ombra delle pene della morte che sentii della perdita delle anime; perciò dalla a Me per raddolcire le tante morti crudeli che subì la mia Umanità. Questa pena falla scorrere nella mia Volontà e vi troverai la mia, ed unendosi insieme correrà a bene di tutti, specie per quelle che stanno per cadere nell’abisso. Se la terrai per te, si formeranno delle nuvole tra Me e te, e la corrente del mio Volere verrà spezzata tra te e Me; le tue pene non troveranno le mie, e non ti potrai diffondere a bene di tutti, e vi sentirai tutto il peso. Invece, se tutto ciò che potrai soffrire pensi come farlo scorrere nel mio Volere, per te non ci saranno nuvole, e le stesse pene ti porteranno luce ed apriranno nuove correnti di unione, d’amore e di grazie”.
“Per quanto tempo l’anima sta nella mia Volontà, tanto di vita divina può dire che fa sulla terra”.
Questa mattina, dopo la comunione, sentivo che il mio amabile Gesù in modo speciale mi assorbiva tutta nel suo Volere, ed io nuotavo dentro di Esso. Ma chi può dire ciò che provavo? Non ho parole per esprimermi. E Gesù mi ha detto: “Figlia mia, per quanto tempo l’anima sta nella mia Volontà, tanto di vita divina può dire che fa sulla terra. Come Mi piace quando vedo che l’anima entra nella mia Volontà per farvi vita divina! Molto Mi piace vedere le anime che ripetono nella mia Volontà ciò che faceva la mia Umanità in Essa! Quando Io istituii il Sacramento Eucaristico e comunicai gli apostoli, Io comunicai Me stesso nella Volontà del Padre; e con ciò non solo riparavo tutto, ma trovando nella Divina Volontà l’immensità, l’onniveggenza di tutto e di tutti, quindi abbracciavo tutti, comunicavo tutti, e vedendo che molti non avrebbero preso parte al Sacramento, ed il Padre offeso che non volevano ricevere la vita, Io davo al Padre la soddisfazione, la gloria, come se tutti avessero fatto la Santa Comunione, dando al Padre per ciascuno la soddisfazione e la gloria d’una vita divina. Anche tu fa’ la Comunione nella mia Volontà, ripeti ciò che feci Io, e così non solo riparerai tutto, [ma] darai Me stesso a tutti com’Io intendevo di darmi a tutti, e Mi darai gloria come se tutti si fossero comunicati. Il mio Cuore si sente intenerito nel vedere che la creatura, non potendo darmi nulla da sé che sia degno di Me, prende le cose mie, le fa sue, imita come l’ho fatto Io, e per piacermi Me le dà; ed Io nel mio compiacimento vo ripetendo: ‘Brava alla figlia mia, hai fatto proprio ciò che facevo Io’”.
Poi, ha soggiunto: “Gli atti nella mia Volontà sono gli atti più semplici, ma perché semplici si comunicano a tutti. La luce del sole, perché semplice, è luce d’ogni occhio, ma il sole è uno. Un atto solo nella mia Volontà, come luce semplicissima si diffonde in ogni cuore, in ogni opera, in tutti, ma l’atto è uno. Il mio stesso Essere, perché semplicissimo, è un Atto solo, ma un atto che contiene tutto; non ha piedi ed è il passo di tutti, non occhio ed è occhio e luce di tutti; do vita a tutto, ma senza sforzo, senza fatica, ma do l’atto di operare a tutti. Onde l’anima nella mia Volontà si semplifica ed insieme con Me si moltiplica in tutti, fa bene a tutti. Oh, se tutti comprendessero il valore immenso degli atti, anche di poco conto e minimi, fatti nella mia Volontà, nessun atto si farebbero sfuggire!”
“Non amare chi Mi ama Mi riesce impossibile”.
Mi stavo lamentando col mio dolce Gesù che non mi voleva più il bene di prima, e Lui tutto bontà mi ha detto: “Figlia mia, non amare chi Mi ama Mi riesce impossibile; anzi Mi sento tirato tanto verso di lei, che al più piccolo atto d’amore che Mi fa, Io vi rispondo con amore triplicato e vi metto nel suo cuore una vena divina che le somministra scienza divina, santità e virtù divina. Quanto più l’anima Mi ama, tanto più sorge questa vena divina, ed innaffiando tutte le potenze dell’anima si diffonde a bene delle altre creature. Questa vena l’ho messa in te, e quando ti manca la mia presenza e non senti la mia voce, questa vena supplirà a tutto e ti sarà di voce per te, e per le altre creature”.
Un altro giorno stavo secondo il solito fondendomi tutta nella Volontà del benedetto Gesù, e Lui mi ha detto: “Figlia mia, quanto più ti fondi in Me, tanto più Io Mi fondo in te; sicché l’anima il suo paradiso se lo forma in terra, a seconda che si è riempita di pensieri santi, di affetti, di desideri, di parole, di opere, di passi santi; così va formando il suo paradiso. Ad un pensiero santo di più, ad una parola, corrisponderà un contento di più; e tante varietà di bellezza, di contenti, di gloria, per quanto bene in più avrà fatto. Quale sarà la sorpresa dell’anima, quando rotto il carcere del corpo, immantinente si troverà nel pelago di tanti piaceri, felicità, luce, bellezza, per quanto di bene di più ha fatto, fosse anche un pensiero!”
“Com’è bello vedere queste anime che vivono del mio Volere”
Stavo facendo la meditazione, e secondo il mio solito riversandomi tutta nel Volere del mio dolce Gesù. In questo mentre, innanzi alla mia mente vedevo una macchina che conteneva innumerevoli fontane che scaturivano onde d’acqua, di luce, di fuoco, che innalzandosi fino al cielo si riversavano su tutte le creature. Non vi era creatura che non restava inondata da queste onde; la sola differenza era che a certe [creature le onde] entravano dentro, ad altre [creature restavano] solo al di fuori. Ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, la macchina sono Io; il mio amore tiene in moto la macchina ed a tutti si riversa; solo che, a chi vuol riceverle queste onde, [e queste creature] sono vuote e Mi amano, [le onde] entrano [loro] dentro; gli altri restano toccati, per disporli a ricevere tanto bene. Le anime poi che fanno e vivono nella mia Volontà, stanno nella stessa macchina; e siccome vivono di Me possono disporre a bene altrui le onde che scaturiscono, ed ora sono luce che illumina, fuoco che accende, acqua che purifica. Com’è bello vedere queste anime che vivono del mio Volere, che escono da dentro la mia macchina come altrettante piccole macchine, diffondendosi a bene di tutti, e poi ritornano nella mia macchina e scompariscono da mezzo le creature, e vivono di Me e solo di Me!”
Volume 12
Stavo pregando, fondendomi tutta in Gesù; e volevo in mio potere ogni pensiero di Gesù per poter avere vita in ogni pensiero di creatura, per poter riparare con lo stesso pensiero di Gesù, e così di tutto il resto. Ed il mio dolce Gesù mi ha detto: “Figlia mia, la mia Umanità sulla terra non faceva altro che concatenare ogni pensiero di creatura coi miei; sicché ogni pensiero di creatura si ripercuoteva nella mia mente, ogni parola nella mia voce, ogni palpito nel mio Cuore, ogni azione nelle mie mani, ogni passo nei miei piedi, e così di tutto il resto; con ciò davo al Padre riparazioni divine.
Ora tutto ciò che feci in terra, lo continuo nel Cielo; e come le creature pensano, i loro pensieri si riversano nella mia mente; come guardano, sento i loro sguardi nei miei. Sicché passa tra loro e Me come elettricità continua, come le membra sono in continua comunicazione col capo; e dico al Padre: ‘Padre mio, non sono solo Io che Ti prego, che riparo, che soddisfo, che Ti placo, ma ci sono altre creature che fanno in Me ciò che faccio, anzi suppliscono col loro patire alla mia Umanità, che gloriosa è incapace di patire’.
L’anima col fondersi in Me ripete ciò che feci e continuo a fare. Ma qual sarà il contento di queste anime che hanno fatto la loro vita in Me, con l’abbracciare insieme con Me tutte le creature, tutte le riparazioni, quando saranno con Me in Cielo? La loro vita la continueranno in Me, e come le creature penseranno o mi offenderanno coi pensieri, [questi] si ripercuoteranno nella loro mente, e continueranno le riparazioni che fecero in terra. Saranno insieme con Me, innanzi al trono divino, le sentinelle d’onore; e come le creature Mi offenderanno in terra, loro faranno gli atti opposti in cielo, vigileranno il mio trono, avranno il posto d’onore, saranno quelle che più Mi comprenderanno, le più gloriose; la loro gloria sarà tutta fusa nella mia e la mia nella loro. Sicché la tua vita in terra sia tutta fusa nella mia, non fare atto che non lo farai passare in Me. Ed ogni qualvolta che tu ti fonderai in Me, Io riverserò in te nuova grazia e nuova luce e Mi farò vigile sentinella del tuo cuore per tenerti lontano qualunque ombra di peccato; ti custodirò come la mia stessa Umanità, comanderò agli Angeli che ti facciano corona, affinché resti difesa da tutto e da tutti”.
Il ‘ti amo’ di Gesù. L’atto immediato con Lui.
… E Gesù: “Figlia mia, ciò che l’anima non può fare sempre coi suoi atti immediati in me, può supplire con l’attitudine della sua buona volontà, ed Io la gradirò tanto che Mi farò vigile sentinella d’ogni pensiero, d’ogni parola, d’ogni palpito, ecc, e Me li metterò in corteggio dentro e fuori di Me, guardandoli con tale amore, come frutto del buon volere della creatura. Quando poi l’anima fondendosi fa i suoi atti immediati con Me, allora Mi sento tanto tirato verso di essa, che faccio insieme ciò che essa fa e trasmuto in divino l’operato della creatura. Io faccio conto di tutto e premio tutto, anche le più piccole cose ed anche un atto buono solo di volontà non resta defraudato nella creatura”.
Il riversarsi nella Divina Volontà e fondersi in Gesù forma benefica rugiada su tutte le creature.
Stavo fondendomi nel mio dolce Gesù per potermi diffondere in tutte le creature e fonderle tutte in Gesù; ed io mi lanciavo in mezzo alle creature e Gesù, per impedire che il mio amato Gesù fosse offeso e che le creature lo potessero offendere. Ora mentre ciò facevo mi ha detto: “Figlia mia, come ti riversi nella mia Volontà e ti fondi in Me, così in te si forma un sole. Come vai pensando, amando, riparando, ecc., si formano i raggi, e la mia Volontà, come fondo, si forma corona di questi raggi e si forma il sole, il quale innalzandosi in aria si scioglie in rugiada benefica su tutte le creature. Sicché quante più volte ti fondi in Me, tanti soli di più vai formando! Oh, com’è bello vedere questi soli che innalzandosi, innalzandosi restano circonfusi nel mio stesso sole e piovono rugiada benefica su tutti! Quante grazie non ricevono le creature? Io ne son tanto preso, che come loro si fondono Io piovo su di loro rugiada abbondante di tutte le specie di grazie, in modo che loro possono formare soli più grandi, da poter più abbondante su tutti versare la benefica rugiada”. E come io mi fondevo, così sentivo sul mio capo piovere luce, amore, grazie.
Effetti delle ‘Ore della Passione’.
Trovandomi nel solito mio stato, stavo fondendomi tutta nel mio dolce Gesù e poi mi riversavo tutta nelle creature per dare a tutte le creature tutto Gesù; ed il mio amabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, ogniqualvolta la creatura si fonde in Me, dà a tutte le creature l’influsso di vita divina, ed a seconda che le creature hanno bisogno, ottengono il loro effetto: chi è debole sente la forza, chi ostinato nella colpa riceve la luce, chi soffre, il conforto, e così di tutto il resto”…
Per chi fa la Divina Volontà tutto è presente.
Stavo fondendomi nel mio dolce Gesù, ma mi vedevo tanto misera che non sapevo che dargli; ed il sempre amabile Gesù per consolarmi mi ha detto: “Figlia mia, per chi fa la mia Volontà non esiste passato e futuro, ma tutto è in atto presente. E siccome tutto ciò che feci e soffrii sta tutto in atto presente (sicché, se voglio dare soddisfazione al Padre o fare bene alle creature, posso farlo come se in atto stessi soffrendo ed operando), così ciò che può soffrire o fare la creatura nella mia Volontà, s’immedesima già nelle mie pene e nelle mie opere, e se ne fanno una sola.
E l’anima, quando vuol darmi un attestato d’amore con le sue pene, può prendere le pene sofferte altre volte, che stanno in atto, e darmele per replicare il suo amore, le sue soddisfazioni verso di Me. Ed Io, nel vedere l’industria della creatura che mette come al banco per moltiplicare i suoi atti e riscuoterne l’interesse per darmi amore e soddisfazioni, per arricchirla maggiormente e non farmi vincere in amore le darò le mie pene, le mie opere moltiplicate per darle amore e farmi amare”.
L’anima che fa la Divina Volontà vive di Gesù ed a sue spese.
Continuando il mio solito stato, cercavo di riversarmi tutta nel Santo Voler di Gesù e lo pregavo che Si riversasse tutto in me in modo da non sentire più me stessa, ma tutto Gesù; ed il benedetto Gesù è venuto e mi ha detto: “Figlia mia, quando l’anima vive della mia Volontà e tutto ciò che fa lo fa nel mio Volere, Io me la sento dappertutto: me la sento nella mente, i suoi pensieri scorrono nei miei; e come Io diffondo la vita dell’intelligenza nelle creature, essa si diffonde insieme con Me nelle menti delle creature, e come Mi vede offendere, essa sente il mio dolore. Me la sento nel mio palpito, anzi vi sento un palpito in due (duplice palpito) nel mio Cuore; e come il mio amore si riversa nelle creature, essa si riversa insieme con Me ed ama con Me e, se non sono amato, essa Mi ama per tutti per contraccambiarmi nell’amore e Mi consola. Nei miei desideri sento il desiderio dell’anima che vive del mio Volere, nelle opere sento le sue, in tutto; sicché può dire che vive di Me, a mie spese”.
25 Luglio 1917
L’atto più sublime, più grande, più eroico è fare la Divina Volontà ed operare nel Divino Volere.
“Figlia mia, ti lamenti? Eppure è nulla ancora. Verranno i grandi castighi. La creatura si è resa insoffribile, sotto i colpi si ribella di più, anzi non vuole conoscere la mia mano che colpisce. Non ho altri mezzi da usare che sterminarla, così potrò togliere tante vite che appestano la terra e mi uccidono la crescente generazione. Quindi non aspettare fine (la fine dei castighi) per ora, ma piuttosto altri mali peggiori; non ci sarà parte della terra che non sarà inzuppata di sangue”. Io nel sentire ciò mi sentivo lacerare il cuore, e Gesù volendomi sollevare mi ha detto: “Figlia mia, vieni nella mia Volontà per fare ciò che faccio Io; e nel mio Volere potrai correre a bene di tutte le creature e, da dentro il sangue dove nuotano, potrai salvarle con la potenza del mio Volere, in modo che Me le porterai lavate dal proprio sangue, col tocco della mia Volontà”.
Ed io: “Vita mia, sono tanto cattiva, come posso fare ciò?”
E Gesù: “Tu devi sapere che l’atto più nobile, più sublime, più grande, più eroico, è fare la mia Volontà ed operare nel mio Volere. Quindi a quest’atto che nessun altro potrà eguagliare, Io faccio pompa di tutto il mio amore e generosità; e non appena l’anima si decide a farlo, Io per darle l’onore di tenerla nel mio Volere, nell’atto che i due voleri s’incontrano per fondersi l’uno nell’altro e farne uno solo, se è macchiata la purifico e se le spine della natura umana la involgono le frantumo, e se qualche chiodo la trafiggesse, cioè il peccato, Io lo spolverizzo, perché niente può entrare di male nella mia Volontà; anzi tutti i miei attributi la investono [l’anima] e cambiano la debolezza in fortezza, l’ignoranza in sapienza, la miseria in ricchezza, e così di tutto il resto. Negli altri atti rimane sempre qualche cosa di sé, ma in questi rimane spogliata di tutta sé stessa, ed Io la riempio tutta di me”.
Come il sole dà la similitudine degli atti fatti nella Divina Volontà.
Continuando il mio solito stato, stavo fondendomi tutta nel Santo Volere del mio dolce Gesù e pregavo, amavo e riparavo; e Lui mi ha detto: “Figlia mia, vuoi una similitudine degli atti fatti nel mio Volere? Guarda in alto e vi scorgerai il sole, un circolo di luce contenente i suoi limiti, la sua forma. Ma la luce che esce da questo sole, da dentro i limiti della sua rotondità, riempie la terra, si estende ovunque, non in forma rotonda, ma dove trova terra, monti, mari da illuminare e da investire col suo calore, tanto che il sole con la maestà della sua luce, col benefico influsso del suo calore e con l’investire tutti, si rende il re di tutti i pianeti e tiene la supremazia su tutte le cose create.
Ora tali sono gli atti fatti nel mio Volere, ed anche più. La creatura nel fare, il suo atto è piccolo, limitato, ma come entra nel mio Volere si fa immenso, investe tutti, dà luce e calore a tutti, regna su tutti, acquista la supremazia su tutti gli altri atti delle creature, tiene diritto su tutti; sicché impera, comanda, conquide, eppure il suo atto è piccolo, ma col farlo nel mio Volere ha subìto una trasformazione incredibile, che non è dato neppure all’angelo di comprenderlo. Solo Io ne posso misurare il giusto valore di questi atti fatti nella mia Volontà. Sono il trionfo della mia gloria, lo sbocco del mio amore, il compimento della mia Redenzione, e Mi sento come compensato della stessa Creazione. Perciò, sempre avanti nel mio Volere”.
Chi opera nella Divina Volontà acquista nuova bellezza.
Continuando il mio solito stato, cercavo di fondermi nel Divin Volere, ed il mio dolce Gesù mi ha detto: “Figlia mia, ogni qual volta l’anima entra nel mio Volere e prega, opera, soffre, ecc., tante nuove bellezze divine acquista. Sicché un atto in più o in meno fatto nella mia Volontà è una bellezza di più o di meno che l’anima acquista; non solo, ma in ogni atto in più che fa nella mia Volontà prende una fortezza, una sapienza, un amore, una santità, ed altro, divini in più. E mentre prende le qualità divine, lascia le umane; anzi operando nel mio Volere l’umano resta come sospeso, ed agisce e prende luogo la vita divina, ed il mio amore ha lo sfogo di prendere attitudine nella creatura”.
Differenza tra il vivere unito con Gesù e vivere nel Divin Volere.
Ritornando sul punto del vivere nel Volere Divino, mi era stato detto che era come vivere nello stato d’unione con Dio, ed il mio sempre amabile Gesù nel venire mi ha detto: “Figlia mia, c’è gran differenza tra il vivere unito con Me e vivere nel mio Volere”. E mentre ciò diceva mi ha steso le braccia e mi ha detto: “Vieni nel mio Volere anche un solo istante e vedrai la gran differenza”.
Io mi son trovata in Gesù; il mio piccolo atomo nuotava nel Volere Eterno, e siccome questo Volere Eterno è un Atto solo che contiene tutti gli atti insieme, passati, presenti e futuri, io stando nel Volere Eterno prendevo parte a quell’Atto solo, che contiene tutti gli atti, quanto a creatura è possibile. Io prendevo parte anche agli atti che non esistono e che dovranno esistere fino alla fine dei secoli e finché Dio sarà Dio, ed anche per questi io l’amavo, lo ringraziavo, lo benedivo, ecc. Non c’era atto che mi sfuggisse, ed ora prendevo l’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, lo facevo mio, come era mio il loro Volere, e lo davo a Loro come mio. Com’ero contenta di poter dar Loro l’amore loro come mio! e come Loro trovavano il pieno contento e sfogo completo nel ricevere da me il loro amore come mio! Ma chi può dire tutto? Mi mancano i vocaboli. Ora il benedetto Gesù mi ha detto: “Hai visto che cosa è vivere nel mio Volere? E’ scomparire, è entrare nell’ambito dell’eternità, è penetrare nell’onnipotenza dell’Eterno, nella Mente increata; è prendere parte a tutto, per quanto a creatura è possibile, ed a ciascun atto divino; è fruire anche stando in terra di tutte le qualità divine; è odiare il male in modo divino; è quello spandersi a tutti senza esaurire, perché la Volontà che anima questa creatura è divina; è la santità non ancora conosciuta, che farò conoscere, che metterà l’ultimo ornamento ed il più bello, il più fulgido di tutte le altre santità e sarà corona e compimento di tutte le altre santità.
Ora vivere unito con Me non è scomparire: si vedono due esseri insieme; e chi non scomparisce non può entrare nell’ambito dell’eternità per prendere parte a tutti gli atti divini. Pondera bene e vedrai la gran differenza”.
Come possiamo fare le Ostie per Gesù.
Stavo fondendomi tutta nel mio dolce Gesù, facendo quanto più potevo per entrare nel Divin Volere per trovare la catena del mio Amore eterno, delle riparazioni, del mio grido continuo di volere anime - con cui mi vagheggiava il mio sempre amabile Gesù fin ab aeterno - e volendo incatenare insieme il mio piccolo amore nel tempo a quell’amore con cui Gesù mi vagheggiava eternamente, per potergli dare amore infinito, riparazioni infinite, sostituirmi a tutto, giusto come Gesù mi aveva insegnato. Mentre ciò facevo, il mio dolce Gesù è venuto tutto in fretta e mi ha detto: “Figlia mia, ho gran fame”.
E pareva che prendesse da dentro la mia bocca tante piccole pallottoline bianche, e se le mangiava. Poi, come se si volesse sfamare del tutto, è entrato dentro il mio cuore e con tutte e due le mani prendeva tante molliche grosse e piccole e con tutta fretta se le mangiava; poi come se si fosse sfamato si è appoggiato sul mio letto e mi ha detto: “Figlia mia, come l’anima va racchiudendo il mio Volere e Mi ama, nel mio Volere racchiude Me; ed amandomi forma intorno a Me gli accidenti per imprigionarmi dentro e vi forma un’Ostia per Me. Così se soffre, se ripara, ecc., e rinchiude il mio Volere, Mi forma tante Ostie per comunicare Me e sfamarmi in modo divino e degno di Me. Io non appena vedo formate queste Ostie nell’anima me le vado a prendere per nutrirmi, per saziare la mia insaziabile fame che ho, che la creatura Mi renda amore per amore. Sicché puoi dirmi: ‘Tu hai comunicato me, anch’io ho comunicato Te’”.
Ed io: “Gesù, le mie ostie sono roba tua stessa, invece le tue sono roba tua, quindi io rimango sempre al disotto di Te”.
E Gesù: “Per chi ama davvero, Io non so né voglio far conto (di ciò); e poi nelle mie Ostie è Gesù che ti do, e nelle tue è tutto Gesù che Mi dai. Vuoi vederlo?”
Ed io: “Sì”. Ha steso la sua mano nel mio cuore ed ha preso una piccola pallottolina bianca, l’ha spezzata e da dentro è uscito un altro Gesù. E Lui: “Hai visto? Come sono contento quando la creatura giunge a poter comunicare Me stesso! Perciò fammi molte Ostie, ed Io verrò a nutrirmi in te; Mi rinnoverai il contento, la gloria, l’amore [di] quando nell’istituirmi Sacramentato comunicai Me stesso”.
16 Maggio 1919
Stavo pensando come può essere che un atto solo fatto nel Volere Divino si moltiplichi in tanti da fare bene a tutti. In questo mentre il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e con una luce che mi mandava alla mente mi ha detto: “Figlia mia, un’immagine di ciò la troverai nel sole: uno è il sole, uno il calore, una la luce; eppure questo sole si moltiplica in tutti, dando a ciascuno la sua luce ed il suo calore a seconda le varie circostanze. All’uomo è luce d’ogni occhio, d’ogni azione, d’ogni passo; e se la creatura varia l’azione, la via, la luce la segue, ma uno è il sole. Il sole si moltiplica in tutta la natura dando a ciascuno i diversi effetti. Al suo spuntare si abbellisce tutta la natura, e la sua luce moltiplicandosi nella brina notturna vi forma la rugiada, spandendo su tutte le piante un manto argentino da dare tale risalto e bellezza a tutta la natura, da far stupire ed incantare lo sguardo umano, tanto che l’uomo con tutta la sua industria non ha potere di formare una sola goccia di rugiada. Passa più oltre. Ai fiori dà il suo colore ed il suo profumo, e non un solo colore, ma a ciascuno il suo colore e profumo distinto; invece ai frutti, col suo calore e luce, dà la dolcezza e la maturazione ed a ciascun frutto diversità di dolcezza, ma uno è il sole, feconda e fa crescere altre piante. Sicché tutta la natura riceve vita dal sole e ciascuno ha il distinto effetto che gli conviene.
Ora se ciò fa il sole perché sta in alto e si fa vita di tutta la creazione che vive nel basso, ad onta che il sole è uno, molto più gli atti fatti nella mia Volontà, ché l’anima sale in Me ed opera nell’altezza della mia Volontà, ed (essi) più che sole si mettono a guardia di tutte le creature per dar loro vita. Ad onta che uno è l’atto, come sole vi dardeggia su tutte le creature, e chi abbellisce, a chi feconda la grazia, a chi scioglie il freddo, a chi ammollisce il cuore, a chi snebbia le tenebre, chi purifica e brucia, dando a ciascuna i diversi effetti che ci vogliono ed a seconda le disposizioni maggiori o minori di ciascuna.
E questo succede anche nel sole che splende sul vostro orizzonte: se il terreno è sterile, il sole poco sviluppo dà alle piante; se il seme del fiore non c’è, il sole con tutta la sua luce e calore non lo fa spuntare; se l’uomo non vuole attivarsi nell’operare, il sole nulla gli fa guadagnare. Sicché il sole produce i beni nella creazione a seconda la fecondità dei terreni e dell’attitudine dell’uomo. Così questi atti fatti nel mio Volere, ad onta che corrono a bene di tutti, agiscono a seconda le disposizioni di ciascuno ed a seconda dell’attitudine dell’anima che vive nel mio Volere. Sicché un atto in più fatto nel mio Volere è un sole di più che splende su tutte le creature”.
Onde dopo ho cercato di fondermi nel mio Gesù, nel suo Volere, moltiplicando i miei pensieri nei suoi per riparare e sostituirmi per tutte le intelligenze create, presenti, passate e future. Dicevo di cuore al mio Gesù: “Quanto vorrei ridarvi con la mia mente tutta la gloria, l’onore, la riparazione di tutta l’umana famiglia, anche delle stesse anime perdute, che con la loro intelligenza non Ti hanno dato”. E Lui come compiacendosi mi ha baciato in fronte dicendomi: “Ed Io col mio bacio suggello tutti i tuoi pensieri coi miei, affinché sempre trovi in te tutte le menti create ed a nome loro riceva continua gloria, onore e riparazione”.
3 Settembre 1919
Come si equilibrano le riparazioni.
Stavo lamentandomi col mio dolce Gesù del mio povero stato e come sono rimasta un essere inutile che non faccio nessun bene. Quindi a che pro la mia vita? Ed il mio amabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, il pro della tua vita lo so Io, né spetta a te investigarlo. Ma sappi però che il solo fonderti in Me, tutti i giorni e parecchie volte al giorno, serve a mantenere l’equilibrio di tutte le riparazioni, perché solo chi entra in Me e prende il principio da Me di tutto ciò che fa, può equilibrare le riparazioni di tutti e di tutto, può equilibrare da parte delle creature la gloria del Padre, perché stando in Me un principio eterno, una Volontà Eterna, potetti equilibrare tutto: soddisfazione, riparazione e gloria completa del Padre Celeste da parte di tutti. Sicché come tu entri in Me, vieni a rinnovare l’equilibrio di tutte le riparazioni e della gloria della Maestà Eterna. E ti par poco ciò? Non senti tu stessa che non ne puoi fare a meno, e che Io non ti lascio se prima non ti vedo fonderti in tutte le mie singole parti, per ricevere da te l’equilibrio di tutte le riparazioni, sostituendoti a nome di tutta l’umana famiglia? Cerca, per quanto è da te, ripararmi per tutto. Se sapessi quanto bene ne riceve il mondo quando un’anima senza l’ombra dell’interesse personale, ma solo per mio amore, si eleva tra il Cielo e la terra ed unita con Me equilibra le riparazioni di tutti! ”
9 Gennaio 1920
Come ogni cosa creata porge l’amore di Dio all’uomo.
Stavo pregando e col mio pensiero mi fondevo nel Volere Eterno, e portandomi innanzi alla Maestà Suprema dicevo: “Eterna Maestà, vengo ai tuoi piedi a nome di tutta l’umana famiglia, dal primo fino all’ultimo uomo delle future, presenti e passate generazioni, ad adorarti profondamente; ai tuoi piedi santissimi voglio suggellare le adorazioni di tutti. Vengo a riconoscerti a nome di tutti Creatore e Dominatore assoluto di tutto; vengo ad amarti per tutti e per ciascuno; vengo a ricambiarti in amore per tutti, per ciascuna cosa creata (in) cui tanto amore vi hai messo dentro, che mai la creatura troverà amore sufficiente per ricambiarti in amore. Ma io nel tuo Volere trovo questo amore, e volendo che il mio amore come gli altri atti siano completi, pieni e per tutti, perciò sono venuta nel tuo Volere dove tutto è immenso ed eterno e trovo amore per poterti amare per tutti. Quindi ‘Ti amo’ per ogni stella che hai creato, ‘Ti amo’ per quante gocce di luce ed intensità di calore che hai messo nel sole”. Ora mentre ciò facevo, un pensiero mi ha detto: “Come va ed in che modo Nostro Signore ha messo in ogni cosa creata fiumi d’amore verso la creatura?” Ed una luce ha risposto al mio pensiero: “Certo, figlia mia, che in ogni cosa creata il mio amore si riversava a torrenti verso la creatura. Te lo dissi altrove, te lo confermo ora che, mentre il mio amore increato creava il sole, vi metteva oceani d’amore, ed in ogni goccia di luce che doveva inondare l’occhio, il passo, la mano e tutto della creatura, correva il mio amore e quasi ripercuotendole dolcemente l’occhio, la mano, il passo, la bocca, le dà il mio bacio eterno e le porge il mio amore. Alla luce corre insieme il calore e, ripercuotendola un po’ più forte e quasi impaziente dell’amore della creatura, fino a dardeggiarla, le ripeto più forte il mio ‘ti amo’ eterno; e se il sole con la sua luce e calore feconda le piante, è il mio amore che corre alla nutrizione dell’uomo. E se ho disteso un cielo sul capo dell’uomo tempestandolo di stelle, era il mio amore che, volendo allietare l’occhio dell’uomo anche la notte, gli diceva in ogni scintillio di stelle il mio ‘ti amo’
Sicché ogni cosa creata porge il mio amore all’uomo, e se ciò non fosse non aveva nessuno scopo la creazione, ed Io non faccio nulla senza scopo; tutto è stato fatto per l’uomo, ma l’uomo non lo riconosce e si è cambiato per Me in dolore. Perciò, figlia mia, se vuoi lenire il mio dolore vieni spesso nel mio Volere ed a nome di tutti dammi adorazione, amore, riconoscenza e ringraziamento per tutti”.
28 Maggio 1920
Come gli atti fatti nella mia Volontà corrono avanti agli atti umani.
Stavo offrendomi nel santo sacrifizio della Messa insieme con Gesù, affinché anch’io potessi subire la sua stessa consacrazione, e Lui muovendosi nel mio interno mi ha detto: “Figlia mia, entra nella mia Volontà, affinché possa trovarti in tutte le ostie, non solo presenti, ma anche future, e così subirai insieme con Me tante consacrazioni quante ne subisco Io. In ogni Ostia Io vi metto una mia Vita e per contraccambio ne voglio un’altra, ma quanti non Me la danno! Altri Mi ricevono, Io mi do a loro e loro non si danno a Me, e il mio amore resta dolente, inceppato e soffocato, senza contraccambio. Perciò nella mia Volontà vieni a subire tutte le consacrazioni che subisco Io, ed Io troverò in ogni Ostia il contraccambio della tua vita; e non solo finché starai in terra, ma anche quando starai in Cielo, perché essendoti tu consacrata anticipatamente, mentre stai in terra, nella mia Volontà, come le subirò Io le consacrazioni fino all’ultimo, così le subirai tu ed Io troverò fino all’ultimo dei giorni il contraccambio della tua vita”.
Poi ha soggiunto: “Gli atti fatti nella mia Volontà sono sempre quelli che primeggiano su tutti ed hanno la supremazia su tutto, perché essendo fatti nella mia Volontà entrano nel-l’ambito dell’eternità e, prendendovi i primi posti, lasciano dietro tutti gli atti umani, correndo loro sempre avanti; né può influire se siano fatti prima o dopo, se in un’epoca o in un’altra, se piccoli o grandi, basta che siano stati fatti nella mia Volontà, perché siano sempre fra i primi e corrano innanzi a tutti gli atti umani. Sono similitudini dell’olio messo insieme agli altri commestibili: fossero [questi] pure di più valore, fosse[ro] anche oro o argento o cibi di grande sostanza, tutti vi restano sotto e l’olio vi primeggia sopra, mai si abbassa sotto, fosse pure in minima quantità; col suo specchietto di luce pare che dice: ‘Io sono qui per primeggiare su tutto, né faccio comunanza con le altre cose né mi mescolo insieme’.
Così gli atti fatti nel mio Volere siccome sono fatti nella mia Volontà diventano luce, ma luce legata, immedesimata con l’Eterna Luce, quindi non si mischiano con gli atti umani, anzi hanno la virtù di far mutare gli atti umani in divini, perciò tutto lasciano dietro ed essi sono i primi fra tutto”.
Continua sul terzo ‘Fiat’. Effetti di Esso.
Continuando il mio solito stato, stavo fondendomi tutta nel Voler Divino e dicevo tra me: “Mio Gesù, voglio amarti e voglio tanto amore da supplire all’amore di tutte le generazioni che sono state e che saranno; ma chi può darmi tanto amore per poter amare per tutti? Amor mio, nel tuo Volere c’è la forza creatrice, quindi nel tuo Volere voglio io stessa creare tanto amore per supplire, e sorpassare, all’amore di tutti ed a tutto ciò che tutte le creature sono obbligate a dare a Dio come nostro Creatore”.
Ma mentre ciò facevo, ho detto: “Quanti spropositi sto dicendo!” Ed il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno mi ha detto: “Figlia mia, certo, nel mio Volere c’è la forza creatrice. Da dentro un solo mio Fiat uscirono miliardi e miliardi di stelle; dal Fiat mihi della mia Mamma, da cui la mia Redenzione ebbe origine, escono miliardi e miliardi di atti di grazia che si comunicano alle anime. Questi atti di grazia sono più belli, più risplendenti, più multiformi delle stelle, e mentre le stelle sono fisse e non si moltiplicano, gli atti della grazia si moltiplicano all’infinito, in ogni istante corrono, allettano le creature, le felicitano, le fortificano e danno loro vita. Ah, se le creature potessero vedere nell’ordine soprannaturale della grazia, sentirebbero tali armonie, vedrebbero tale spettacolo incantevole da credere che fosse il loro paradiso!
Ora anche il terzo Fiat deve correre insieme con gli altri due Fiat, deve moltiplicarsi all’infinito ed in ogni istante deve dare tanti atti per quanti atti di grazia si sprigionano dal mio seno, per quante stelle, per quante gocce d’acque e per quante cose create sprigionò il Fiat della Creazione; deve confondersi insieme e dire: ‘Quanti atti siete voi, tanti ne faccio anch’io’.
Questi tre Fiat hanno uno stesso valore e potere; tu scomparisci, è il Fiat che agisce, e perciò anche tu nel mio Fiat onnipotente puoi dire: ‘Voglio creare tanto amore, tante adorazioni, tante benedizioni, tanta gloria al mio Dio per supplire a tutti ed a tutto’. I tuoi atti riempiranno Cielo e terra, si moltiplicheranno con gli atti della Creazione e Redenzione e ne faranno uno solo.
Parrà sorprendente ed incredibile a taluni tutto ciò, e allora dovrebbero mettere in dubbio la mia potenza creatrice; e poi quando sono Io che lo voglio, che do questo potere, ogni dubbio cessa. Non sono forse libero di fare ciò che voglio e di dare a chi voglio? Tu sii attenta; Io starò con te, ti adombrerò con la mia forza creatrice e compirò ciò che voglio su di te”.
Grazia e supremazia su tutto per decoro della Divina Volontà.
Mentre pregavo, stavo fondendomi tutta nella Divina Volontà, ed il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e gettandomi il suo braccio al collo mi ha detto: “Figlia mia, la mia Mamma col suo amore, con le sue preghiere e col suo annientamento Mi chiamò dal Cielo in terra ad incarnarmi nel suo seno. Tu col tuo amore e con lo sperderti sempre nel mio Volere chiamerai la mia Volontà a far vita in te sulla terra e poi Mi darai vita nelle altre creature. Or sappi però che la mia Mamma con l’avermi chiamato dal Cielo in terra nel suo seno, essendo atto unico quello che fece, che non più si ripeterà, Io la arricchii di tutte le grazie, la dotai di tanto amore da farle sorpassare l’amore di tutte le creature unite insieme; la feci primeggiare nei privilegi, nella gloria, in tutto. Potrei dire che tutto l’Eterno si ridusse ad un solo punto e si versò su di Lei a torrenti, a mari immensi, tanto che tutti restano al disotto di Lei.
Tu col chiamare la mia Volontà in te, è anche atto unico. Quindi per decoro della mia Volontà che deve abitare in te devo versare tanta grazia, tanto amore da farti superare tutte le altre creature; e come la mia Volontà tiene la supremazia su tutto, è eterna, immensa, infinita, dove deve aver principio e compimento la vita della mia Volontà, devo comunicarle (alla creatura), dotarla, arricchirla delle stesse qualità della mia Volontà dandole la supremazia su tutto.
Il mio Eterno Volere prenderà il passato, il presente ed il futuro, lo ridurrà in un solo punto e lo verserà in te. La mia Volontà è eterna e vuol prendere vita dove trova l’eterno, è immensa e vuol vita nell’immensità, è infinita e vuol trovare l’infinità. Come posso trovare tutto questo se prima non lo verso in te?”
Io nel sentire ciò sono rimasta spaventata ed atterrita, e se l’ho scritto è perché l’ubbidienza si è imposta; ed ho detto: “Gesù, che dici? Vuoi proprio confondermi ed umiliarmi fino alla polvere. Mi sento che neppure posso tollerare ciò che tu dici, mi sento un terrore che tutta mi spaventa”. E Lui ha soggiunto: “Ciò che ti dico servirà a Me stesso, è necessario alla santità e dignità della mia Volontà. Non Mi abbasso ad abitare dove non trovo le cose che Mi appartengono; tu non sarai altro che depositaria d’un tanto bene cui devi essere gelosa di custodire. Perciò fatti coraggio e non temere”.
23 Aprile 1921
Chi fa la Divina Volontà vive al di là delle sfere.
Passo giorni amarissimi, il mio sempre amabile Gesù si è quasi eclissato. Che pena! Che strazio! Solo mi sento la mia mente al di là delle sfere, nella sua Volontà, e che vorrebbe prendere questo santo Volere e portarlo al disotto delle sfere in mezzo agli uomini e darlo ad ognuno come vita propria. La mia povera mente si dibatte tra il Voler Divino ed il voler umano di tutti per farne uno solo. Ora, stando nel sommo dell’amarezza, il mio dolce Gesù appena si è mosso nel mio interno ed uscendo (facendo uscire) le sue mani ha preso le mie nelle sue, e nel mio interno mi ha detto: “Figlia mia, coraggio, verrò, verrò. Tu non ti occupare d’altro che del mio Volere, lasciamo da parte la terra. [Gli uomini] si stancheranno nel male, dovunque andranno seminando terrori e spaventi e stragi, ma giungerà la fine, il mio amore trionferà su tutti i mali loro. Perciò tu stendi il tuo volere nel Mio, che come un secondo Cielo coi tuoi atti verrai a stendere sul capo di tutti, ed Io guarderò gli atti delle creature attraverso i tuoi atti divini, perché tutti partono dal mio Volere, e costringerai il mio Volere Eterno a discendere al disotto delle sfere per trionfare sulla malvagità della volontà umana.
Perciò, se vuoi che il mio Volere scenda ed il mio amore trionfi, tu devi salire al di là delle sfere, dimorarvi, estendere i tuoi atti nella mia Volontà, e poi scenderemo insieme, assaliremo le creature col mio Volere, col mio Amore, le confonderemo in modo da non poterci resistere. Perciò per ora lasciamoli fare e vivi nel mio Volere ed abbi pazienza”.
“Quante volte in più t’immergi nel mio Volere, tanto più si allarga il circolo della tua volontà nella Mia”.
Stavo tutta fondendomi nel santo Voler Divino, ed il mio Gesù mi ha detto: “Figlia del Divino Volere, quante volte in più t’immergi nel mio Volere, tanto più si allarga il circolo della tua volontà nella Mia. È pur vero che gli atti fatti nel mio Volere riempiono tutto, come la luce del sole riempie la terra, ma col ripetere gli atti nel mio Volere, si allarga la circonferenza dello stesso sole e l’anima acquista maggiore intensità di luce e di calore; e come ripete i suoi atti nel mio Volere, tante volte resta rannodata la sua volontà alla Mia, e questi nodi fanno scorrere tanti rivoli divini su tutta la terra, che impediscono il libero corso alla Giustizia”. …
6 Settembre 1921
“Come son contento nel sentire ripetere ciò che faceva la mia Umanità nella mia Volontà”.
Stavo fondendomi tutta nel Santo Volere del mio dolce Gesù, e Gli dicevo: “Amor mio, entro nel tuo Volere e qui trovo tutti i pensieri della tua mente e tutti quelli delle creature, ed io faccio corona coi miei pensieri e con quelli di tutti i miei fratelli intorno ai tuoi, e poi li unisco insieme facendone uno solo, per darti l’omaggio, l’adorazione, la gloria, l’amore, la riparazione della stessa tua intelligenza”.
E mentre ciò dicevo, il mio Gesù si è mosso nel mio interno ed alzandosi mi ha detto: “Figlia inseparabile della mia Volontà, come son contento nel sentire ripetere ciò che faceva la mia Umanità nella mia Volontà; ed Io bacio i tuoi pensieri nei miei, le tue parole nelle mie, il tuo palpito nel mio”. ...
“Io sto con ansia aspettando queste tue fusioni nella mia Volontà”.
Dopo, essendo ritornato di nuovo, siccome io stavo tutta fondendomi nel Divino Volere, mi ha detto: “Figlia carissima del mio Volere, Io sto con ansia aspettando queste tue fusioni nella mia Volontà. Tu devi sapere che come Io pensavo nella mia Volontà, così venivo informando i tuoi pensieri nella mia Volontà, preparandone il posto; come operavo, informavo le tue opere nel mio Volere, e così di tutto il resto. Ora, ciò che facevo, non lo facevo per Me, che non avevo bisogno, ma per te; perciò ti aspetto nella mia Volontà, che venga a prendere i posti che ti preparò la mia Umanità, e sopra le mie informazioni vieni a fare le tue; allora sono contento e ne ricevo completa gloria quando ti vedo fare ciò che feci Io”.
“Gli atti fatti nella mia Volontà sono giorni per Me”.
Continuando il mio solito stato e vegliando quasi tutta la notte, il mio pensiero volava spesso spesso al mio prigioniero Gesù, e Lui facendosi vedere in fitte tenebre, tanto che sentivo il suo respiro affannoso, il tatto della sua Persona, ma non Lo vedevo, allora ho cercato di fondermi nella sua Santissima Volontà, facendo i miei soliti compatimenti e riparazioni. Un raggio di luce più splendente del sole è uscito da dentro il mio interno e rifletteva sul volto di Gesù. A quel raggio il suo santissimo Volto si è rischiarato, e facendosi giorno si sono dileguate le tenebre, ed io ho potuto abbracciarmi alle sue ginocchia; e Lui mi ha detto: “Figlia mia, gli atti fatti nella mia Volontà sono giorni per Me, e se l’uomo con le sue colpe Mi circonda di tenebre, questi atti, più che raggi solari, Mi difendono dalle tenebre, Mi circondano di luce e Mi danno la mano a (per) farmi conoscere dalle creature chi sono Io. Perciò amo tanto chi vive nel mio Volere, perché nella mia Volontà può darmi tutto e Mi difende da tutti, ed Io mi sento di darle tutto e di racchiudere in lei tutti i beni che dovrei dare a tutti gli altri. Supponi che il sole avesse ragione e le piante fossero ragionevoli, e di volontà rifiutassero la luce ed il calore del sole né amassero di fecondare e di produrre frutti; solo una pianta riceve con amore la luce del sole e vorrebbe dare al sole tutti i frutti che le altre piante non vogliono produrre. Non sarebbe giusto che il sole, ritirando da tutte le altre piante la sua luce, piovesse su quella pianta tutta la sua luce e il suo calore? Ora ciò che non succede al sole, perché privo di ragione, può succedere tra l’anima e Me”. …
15 Dicembre 1921
Solo gli atti nel Voler Divino ritornano al loro principio.
Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù nel venire mi ha detto: “Figlia mia, riordinati in Me; e sai come puoi riordinarti? Col fonderti interamente nel mio Volere. Anche il respiro, il palpito, l’aria che respiri, non devono essere altro che fusioni nel mio Volere; così entra l’ordine tra Creatore e creatura, e ritorna al principio donde uscì. Tutte le cose stanno nell’ordine, hanno il posto d’onore, sono perfette, quando non si spostano dal principio donde sono uscite; spostate dal principio tutto è disordine, disonore, imperfezione. Gli atti fatti nel mio Volere si restituiscono al principio dove l’anima fu creata, e prendono vita nell’ambito dell’eternità, portando al loro Creatore gli omaggi divini e la gloria del loro stesso Volere; tutti gli altri restano nel basso, aspettando l’ultima ora della vita per subire ciascuno il suo giudizio e la pena che merita, perché non c’è atto fatto fuori della mia Volontà, anche buono, che possa dirsi puro; il solo non avere la mira alla mia Volontà è gettare loto=(fango) nelle opere più belle; e poi il solo spostarsi dal principio suo merita una pena. La Creazione fu messa fuori sulle ali del mio Volere, e sulle stesse ali vorrei che Mi ritornasse, ma indarno l’aspetto; ecco perciò tutto è disordine e scompiglio.
Perciò, vieni nel mio Volere, per darmi a nome di tutti la riparazione di tanto disordine”.
“Chi vive nella mia Volontà è l’eco della mia voce, la ripetitrice della mia vita, la perfetta gloria della mia Creazione”.
Continuando il mio solito stato, stavo tutta fondendomi nel Santo Volere del mio amabile Gesù, e Lui mi ha detto: “Figlia del mio Volere, se sapessi i portenti, i prodigi che succedono quando ti fondi nel mio Volere, tu ne resteresti stupita.
Senti un po’: tutto ciò che Io feci sulla terra sta in continua attitudine di darsi all’uomo, facendogli corona; i miei pensieri formano corona intorno all’intelligenza della creatura; le mie parole, le mie opere, i miei passi, ecc., formano corona intorno alle parole, alle opere e ai passi suoi, affinché, intrecciando le cose sue con le mie, possa dire al mio Celeste Padre che l’operato suo è come il mio. Ora, chi prende questa mia attitudine continua? Chi si fa intrecciare dal mio operato, con cui coronai tutta l’umana famiglia? Chi vive nel mio Volere. Come tu fondevi i tuoi pensieri nel mio Volere, i miei pensieri che ti facevano corona sentivano l’eco dei miei nella tua mente e, immedesimandosi insieme coi tuoi, moltiplicavano i tuoi coi miei e formavo doppia corona intorno all’intelligenza umana; ed il mio Celeste Padre riceveva, non solo da Me, ma anche da te, la gloria divina da parte di tutte le intelligenze create; e così delle parole e di tutto il resto. E non solo da parte delle creature [il Padre] riscuote questa gloria divina, ma da parte di tutte le altre cose create, perché tutte le cose furono create per far correre continuo amore verso dell’uomo, e l’uomo per giustizia dovrebbe dare, per ogni cosa creata, omaggio, amore, al suo Creatore.
Ora, chi supplisce a ciò? Chi fa suo quel Fiat per cui tutte le cose furono fatte, per diffondere su tutto un omaggio, un’adorazione, un amore divino al suo Creatore? Chi vive nel mio Volere! Quasi ad ogni sua parola fa suo quel Fiat Onnipotente; l’eco del Fiat Eterno fa eco nel suo Fiat Divino, in cui vive, e [l’anima] si diffonde, e corre e vola, e ad ogni cosa creata v’imprime un altro Fiat e ridona al suo Creatore l’omaggio, l’amore da Lui voluto. Questo lo feci Io quando stetti sulla terra; non ci fu cosa per cui Io non ricambiai al mio Divin Padre da parte di tutte le creature. Ora lo fa, lo voglio, lo aspetto, da chi vive nel mio Volere. Se tu vedessi com’è bello vedere in ogni tremolio di stelle, in ogni goccia di luce di sole la gloria mia, il mio amore, la mia profonda adorazione unita alla tua! Oh, come corre, vola sulle ali dei venti, riempiendo tutta l’atmosfera, percorre le acque del mare, si poggia in ogni pianta, in ogni fiore, si moltiplica ad ogni moto! È una voce che fa eco su tutto e dice: ‘Amore, gloria, adorazione al mio Creatore!’. Perciò, chi vive nella mia Volontà è l’eco della mia voce, la ripetitrice della mia Vita, la perfetta gloria della mia Creazione. Come non debbo amarla? Come non debbo dare a lei tutto ciò che dovrei dare a tutte le altre creature insieme e farla primeggiare su tutto? Ah, il mio amore si troverebbe alle strette, se ciò non facessi!”
6 Aprile 1922
“Nella mia Volontà l’anima diventa un piccolo dio, ma tutto in virtù della potenza della mia Volontà”.
…Onde io son rimasta afflittissima; molto più che nel ritirarci, il mio dolce Gesù si nascondeva nel mio interno, tanto dentro, che quasi non si faceva più sentire. Che pena! Che strazio! Il pensiero dei flagelli mi terrorizzava; la sua privazione mi dava pene mortali. Ora, in questo stato cercavo di fondermi nel Santo Voler di Dio, e dicevo: “Amor mio, nel tuo Volere ciò che è tuo è mio; tutte le cose create sono mie; il sole è mio ed io Te lo do in ricambio, affinché tutta la luce ed il calore del sole, in ogni stilla di luce e di calore Ti dica che io Ti amo, Ti adoro, Ti benedico, Ti prego, per tutti. Le stelle sono mie, ed in ogni tremolio di stelle suggello il mio ‘Ti amo’ immenso ed infinito, per tutti. Le piante, i fiori, l’acqua, il fuoco, l’aria, sono miei ed io te li do in ricambio, ma tutti che ti dicano, e a nome di tutti: ‘Ti amo con quell’amore eterno con cui ci creasti…’”.
Ma se volessi dire tutto, andrei troppo per le lunghe. Onde Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, quanto sono belle le preghiere e gli atti fatti nel mio Volere! Come la creatura si trasforma nello stesso Dio Creatore e [Gli] ridà il ricambio di ciò che Lui le ha dato! Tutto creai per l’uomo e tutto a lui donai. Nella mia Volontà la creatura s’innalza al suo Dio Creatore e Lo trova nell’atto in cui creò tutte le cose per fargliene dono, e lei, tremante alla molteplicità di tanti doni, e non avendo in sé la forza creatrice per poter creare tante cose per quante ne ha ricevute, offre le sue stesse cose (le stesse cose di Dio Creatore) per ricambiarLo in amore. Sole, stelle, fiori, acqua, fuoco, aria, ti ho dato per darti amore, e tu riconoscente le hai accettato e, mettendo a traffico il mio amore, Me ne hai dato il ricambio; sicché, sole ti diedi e sole Mi hai dato; stelle, fiori, acqua ti diedi, e tu Me le hai ridonato. Le note del mio amore hanno risuonato di nuovo su tutte le cose create e, ad unanime voce, Mi hanno dato l’amore che feci correre su tutta la Creazione. Nella mia Volontà l’anima si mette al livello del suo Creatore, e nel suo stesso Volere riceve e dona. Oh, che gara tra creatura e Creatore! Se tutti potessero vedere, ne resterebbero stupiti nel vedere che nella mia Volontà l’anima diventa un piccolo dio, ma tutto in virtù della potenza della mia Volontà”.
“Gli atti fatti nel mio Volere si rendono vita, attori e spettatori di tutto”.
… E Lui: “Ah, figlia mia, vogliono sfidarmi; è una brutta disfida che Mi stanno preparando, e questo dai capi; è tanto il mio dolore, che Mi sento trinciare in pezzi il mio Cuore! Ah, com’è giusto che la mia giustizia si sfoghi contro le creature! Perciò, vieni insieme con Me nel mio Volere, eleviamoci tra il Cielo e la terra, ed adoriamo insieme la Maestà Suprema, benediciamola e diamole omaggio per tutti, affinché Cielo e terra possano riempirsi di adorazioni, omaggi e benedizioni, e tutti possano ricevere gli effetti”.
Onde ho passata una mattinata pregando insieme con Gesù, nel suo Volere; ma, oh, sorpresa! Come pregavamo, una era la parola, ma il Volere Divino la diffondeva su tutte le cose create e ne restava l’impronta; la portava nell’empireo e tutti i beati non solo ne ricevevano l’impronta, ma [per loro] li era causa di nuova beatitudine; scendeva nel basso della terra e fin nel purgatorio, e tutti ne ricevevano gli effetti. Ma chi può dire come si pregava con Gesù, e tutti gli effetti che produceva?
Onde, dopo di aver pregato insieme, mi ha detto: “Figlia mia, hai visto che significa pregare nel mio Volere? Come non c’è punto in cui il mio Volere non esista, Lui circola in tutto ed in tutti, è vita, attore e spettatore di tutto, così gli atti fatti nel mio Volere si rendono vita, attori e spettatori di tutto, fin della stessa gioia, beatitudine e felicità dei santi; portano ovunque la luce, l’aria balsamica e celeste che scaturisce gioie e felicità. Perciò non ti partire mai dal mio Volere; Cielo e terra ti aspettano per ricevere nuova gioia e nuovo splendore”.
6 Giugno 1922
“Fui concepito crocifisso e morii crocifisso, alimentando la mia croce della sola Volontà Eterna”.
Stavo pensando tra me: “Come mai il mio buon Gesù ha cambiato con me? Prima, tutto si dilettava nel farmi patire, tutto era partecipazione di chiodi e croce; adesso tutto è svanito; non più si diletta nel farmi patire, e se qualche volta soffro, mi guarda con una indifferenza, non mostra più quel gusto d’una volta…”.
Ora, mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, sospirando mi ha detto: “Figlia mia, quando ci sono i gusti maggiori, i gusti minori perdono il loro diletto, la loro attrattiva, e perciò si guardano con indifferenza. La croce lega la grazia; ma chi l’alimenta? Chi la fa crescere a debita statura? La mia Volontà. È lei sola che completa tutto e fa compiere i miei più alti disegni nell’anima; e se non fosse per la mia Volontà, la stessa croce, per quanto potere e grandezza contiene, può fare rimanere le anime a mezza strada. Oh, quanti soffrono, e siccome manca l’alimento continuo della mia Volontà, non giungono alla meta, al disfacimento del volere umano, ed il Volere Divino non può dare l’ultimo colpo, l’ultima pennellata della santità divina! Vedi, tu dici che sono svaniti chiodi e croci. Falso, figlia mia, falso. Prima la tua croce era piccola, incompleta; ora la mia Volontà, elevandoti nella mia Volontà, la tua croce si fa grande, ed ogni atto che fai nel mio Volere è un chiodo che riceve il tuo volere, e vivendo nella mia Volontà, la tua si estende tanto, da diffonderti in ogni creatura, e Mi dà per ciascuna quella vita che ho dato loro, per ridarmi l’onore, la gloria, lo scopo perché l’ho creata.
Vedi, la tua croce si estende non solo per te, ma per ciascuna creatura, sicché dovunque vedo la tua croce; prima la vedevo solo in te, ora la vedo dappertutto. Quel fonderti nella mia Volontà, senza nessun interesse personale, ma solo per darmi quello che tutti dovrebbero darmi, e per dare a tutti tutto il bene che il mio volere contiene, è solo della vita divina, non umana; sicché solo la mia Volontà è quella che forma questa santità divina nell’anima. Onde le tue croci primiere erano santità umana, e l’uomo, per quanto santo, non sa fare cose grandi, ma piccole, e molto meno elevare l’anima alla santità e alla fusione dell’operato del suo Creatore; resta sempre nella restrizione di creatura; ma la mia Volontà, abbattendo tutte le barriere umane, la getta nell’immensità divina, e tutto si fa immenso in lei: croce, chiodi, santità, amore, riparazione. Tutta la mia mira su di te non era la santità umana, sebbene era necessario che prima facessi le cose piccole in te, e perciò tanto Mi dilettavo. Ora, avendoti fatto passare oltre e dovendoti far vivere nel mio Volere, vedendo la tua piccolezza, il tuo atomo, abbracciare l’immensità per darmi, per tutti e per ciascuno, amore e gloria, per ridarmi tutti i diritti di tutta la creazione, questo Mi diletta tanto che tutte le altre cose non Mi danno più gusto.
Onde la tua croce, i tuoi chiodi, saranno la mia Volontà, che tenendo crocifissa la tua, completerà in te la vera crocifissione, non ad intervallo, ma [crocifissione] perfetta, tutta simile alla mia, che fui concepito crocifisso e morii crocifisso, alimentando la mia croce della sola Volontà Eterna, e perciò per tutti e per ciascuno Io fui crocifisso. La mia croce suggellò tutti col suo emblema”.
“Se non fosse per il prodigio del Voler Supremo, la mia stessa Redenzione sarebbe stata individuale, circoscritta, e per qualche generazione”.
Continuando il mio solito stato, stavo pensando al Santo Voler di Dio, e mentre mi fondevo in Esso, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: “Figlia mia, fu il punto centrale della mia vita la mia Volontà Eterna, dal primo atto del mio concepimento fino all’ultimo anelito: Mi precedette, Mi accompagnò, facendosi vita dello stesso atto, e Mi susseguiva, chiudendo il mio atto nell’ambito eterno del mio Volere, da cui [il mio atto] non trovava l’uscita; e siccome la mia Volontà Eterna era immensa, non c’era punto che non circuiva, né generazione in cui Essa non doveva dominare. Sicché era per Lei come connaturale formare i miei atti, moltiplicarli per tutti, come se fosse per uno solo. Un soggetto può dare ciò che tiene; per quanta potenza contiene, non può dare di più di ciò che esso possiede. Ora, la mia Volontà possedeva l’immensità, il potere della moltiplicazione degli atti per quanti ne voleva, l’eternità in cui travolgeva tutte le cose presenti a tutti, come al principio di tutte le cose, come fino alla fine; ecco, perciò, fin dal mio primo concepire la potenza del mio Volere formava tanti concepimenti per quante creature uscivano all’esistenza; le mie parole, i pensieri, le opere, i passi, li moltiplicavo, li estendevo dal primo fino all’ultimo degli uomini. La potenza del Volere Eterno convertiva il mio Sangue, le mie pene, in mari immensi, di cui tutti potevano avvalersi.
Se non fosse per il prodigio del Voler Supremo, la mia stessa Redenzione sarebbe stata individuale, circoscritta, e per qualche generazione. Ora la mia Volontà non è cambiata; quel che era è e sarà. Molto più, essendo venuto Io sulla terra, venni a rannodare la Volontà Divina all’umana, e [a] chi non sfugge da questo nodo e si dà in balìa di Essa, facendosi precedere, accompagnare e susseguire, racchiudendo il suo atto dentro del mio Volere, ciò che successe di Me succede dell’anima. Vedi, come tu fondevi i tuoi pensieri, le tue parole, le tue opere, le tue riparazioni, il tuo piccolo amore nel mio Volere, [Io] li estendevo, li moltiplicavo, e si facevano antidoto di ciascun pensiero, di ciascuna parola, di ciascuna opera, riparazione di ogni offesa, amore per ogni amore che Mi si deve. E se ciò non succede è per difetto della volontà umana, che non gettandosi del tutto in preda della Volontà Divina, non prende tutto né si può dare a tutti, quindi sente le sensazioni dell’umano che la infelicitano, la circoscrivono, la impoveriscono e la rendono parziale. Ecco perciò tutto il mio interesse che il tuo volere faccia vita nel Mio, e che [tu] capisca bene che significa vivere in Esso, quanto a creatura è possibile, perché se ciò farai avrai ottenuto tutto e Mi darai tutto”.
10 Luglio 1922
“Elevati di più, ma tanto da giungere nel seno della Divinità; fra le Divine Persone sarà la tua vita”.
Continuando il mio solito stato, il mio sempre amabile Gesù me lo sentivo nel mio interno, ma tanto reale, che ora mi sentivo che mi stringeva forte il cuore da farmi soffrire, ora stringeva le sue braccia al mio collo da soffocarmi, ora si sedeva sul mio cuore, prendendo un’aria imperante e di comandare, ed io mio sentivo come annientare e risorgere a novella vita sotto il suo comando... Ma chi può dire ciò che Lui faceva nel mio interno ed io vi sentivo? Credo che sia meglio passarlo in silenzio.
Onde, mentre mi sentivo la sua reale presenza nel mio interno, mi diceva: “Figlia mia, elevati, elevati di più, ma tanto da giungere nel seno della Divinità; fra le Divine Persone sarà la tua vita. Vedi, per farti giungere a questo, ho formato la mia vita in te, ho racchiuso il mio Volere Eterno, dove ciò che tu fai scorre in modo meraviglioso e sorprendente, ed il mio Volere è agente in te in continuo atto immediato. Ora, dopo aver formato la mia vita in te, col mio Volere agente in te, nei tuoi atti, il tuo volere è restato inzuppato, trasfuso (nel mio), in modo che il mio Volere tiene una vita sulla terra.
Ora è necessario che ti elevi e porti con te la mia vita, il mio Volere, affinché il mio Volere della terra e quello del Cielo si fondano insieme e tu faccia vita per qualche tempo nel seno della Divinità, dove il tuo volere sarà agente nel Mio, per poterlo allargare quanto la creatura può essere capace; onde, dopo scenderai di nuovo sulla terra portando la potenza e i prodigi del mio Volere, per cui le creature ne saranno scosse, apriranno gli occhi, e molti conosceranno che significa vivere nel mio Volere, vivere a somiglianza del loro Creatore. Ciò sarà il principio che il mio regno venga sulla terra e che il mio Volere abbia l’ultimo compimento.
Credi che sia cosa da nulla il vivere nel mio Volere? Non c’è cosa che l’uguagli, né santità che lo pareggi; è la vita reale, non fantastica, come qualcuno può immaginare, e questa mia vita non è solo nell’anima, ma anche nel corpo. Ma sai tu come viene formata questa mia vita? Il mio Volere Eterno è quello dell’anima, e il mio palpito, palpitando nel suo cuore, forma il mio concepimento; il suo amore, le sue pene, e tutti i suoi atti fatti nel mio Volere, formano la mia Umanità, e Mi fanno tanto crescere che non posso tenermi nascosto, né lei può fare a meno di sentirmi. E non Mi senti tu, vivo nel tuo interno? Perciò ti ho detto che la santità del vivere nel mio Volere non c’è chi la pareggia; tutte le altre santità saranno le piccole luci, ed essa sarà il gran sole trasfuso nel suo Creatore”…
14 Luglio 1922
“Tutte le cose da Noi create portano con sé la virtù di generare”.
Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù mi ha trasportata fuori di me stessa, fin nel seno dell’Eterno; ma mentre nuotavo in quel seno, senza saper dire ciò che provavo e comprendevo, perché mi mancano i vocaboli per esprimermi, il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: “Figlia diletta della nostra Volontà, ti ho portata nel seno della nostra Divinità affinché il tuo volere si estenda maggiormente nel Nostro e prenda parte al nostro modo di agire. La nostra Divinità è portata naturalmente alla generazione; non fa altro che generare continuamente, e tutte le cose da Noi create portano con sé la virtù di generare. Il sole genera la luce in ogni occhio umano, in ogni opera e passo; pare che si moltiplica per ciascun uomo, per ciascuna pianta e per ciascun punto della terra. Se non avesse la virtù, il connesso col suo Creatore generatore, mai il sole potrebbe dare luce a tutti ed essere per ciascuno a sua disposizione. Il fiore genera l’altro fiore, tutto simile a lui. Il seme genera l’altro seme. L’uomo genera l’altro uomo; sicché tutte le cose portano con sé la virtù del loro Creatore di generare, siccome siamo portati tanto naturalmente a generare ed a riprodurre, da Noi, esseri simili a Noi. Perciò ti ho chiamata nel nostro seno, affinché vivendo con Noi, il tuo volere, diffondendosi nel nostro, si allarghi, generi insieme con Noi santità, luce, amore, e moltiplicandosi insieme con Noi in tutti, generi negli altri ciò che ha ricevuto da Noi. È l’unica nostra Volontà che Ci resta a riguardo della Creazione: che la nostra Volontà agisca nella creatura come agisce in Noi. Il nostro amore vuol sprigionare dal nostro seno la nostra Volontà per deporla nella creatura, ma va cercando chi ne sia disposta, chi la conosca ed apprezzi, per generare in lei ciò che genera in Noi. Ecco perciò tante grazie, tante manifestazioni sulla mia Volontà: è la santità del mio Volere che lo esige, che prima d’essere deposta nell’anima, sia conosciuta, amata e riverita, e che possa svolgere in essa tutta la Sua virtù e potenza, e sia corteggiata dalle nostre stesse grazie. Sicché tutto ciò che faccio a te, non è altro che corredare ed ornare la dimora della mia Volontà. Perciò sii attenta; qui, nel nostro seno, imparerai meglio i nostri modi e riceverai tutte le prerogative che convengono ai disegni che abbiamo formato su di te”.
28 Luglio 1922
“Il mio Volere in Me ed il mio Volere in te, devono fondersi insieme e tenere gli stessi confini interminabili”.
Mi sentivo tutta immersa nel suo Santissimo Volere ed il mio dolce Gesù, nel venire, mi ha detto: “Figlia mia, immedesima la tua intelligenza con la Mia, affinché [la tua] circoli in tutte le intelligenze delle creature e riceva il vincolo di ciascun pensiero di esse, per sostituirli con tanti altri pensieri fatti nel mio Volere, ed Io riceva la gloria come se tutti i pensieri fossero fatti nel modo divino. Allarga il tuo volere nel Mio; nessuna cosa deve sfuggire che non resti presa nella rete della tua e mia Volontà. Il mio Volere in Me ed il mio Volere in te, devono fondersi insieme e tenere gli stessi confini interminabili, ma ho bisogno che il tuo volere si presti a distendersi nel Mio e non gli sfugga nessuna cosa da Me creata, affinché in tutte le cose [Io] senta l’eco della Volontà Divina nella volontà umana, affinché vi generi la mia somiglianza”.…
C’è gran differenza tra chi prega o agisce perché la Divina Volontà di sua natura si trova dappertutto, e chi, di sua volontà, entra nella Divina Volontà.
Stavo facendo la mia solita adorazione al crocifisso mio Bene, dicendogli: “Entro nel tuo Volere, anzi, dammi la tua mano e mettimi Tu stesso nell’immensità della tua Volontà, affinché nulla io faccia che non sia effetto del tuo Santissimo Volere”. Ora, mentre ciò dicevo, pensavo tra me: “Come, la Volontà Divina è da per tutto, già mi trovo in essa, ed io dico: ‘Entro nel tuo Volere’?” Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, eppure c’è gran differenza tra chi prega o agisce perché la mia Volontà lo involge e di Sua natura si trova da per tutto, e chi, di sua volontà, avendo in sé conoscenza di ciò che fa, entra nell’ambiente divino della mia Volontà per operare e pregare. Sai tu che succede? È come quando il sole riempie la terra della sua luce, però non in tutti i punti la luce ed il calore sono uguali; in diversi punti c’è l’ombra, in altri punti c’è luce diretta ed il calore è più intenso.
Ora, chi gode più luce, chi sente più calore? Chi sta all’ombra o chi sta nei punti dove la luce non è coperta dall’ombra? Tuttavia, non si può dire che dove c’è l’ombra non ci sia la luce, però dove non c’è ombra la luce è più viva, il calore è più intenso, anzi, i raggi del sole pare che investano il luogo, lo assorbano. E se il sole avesse la ragione ed una creatura, di sua spontanea volontà, si esponesse ai suoi raggi cocenti ed a nome di tutti gli dicesse: ‘Grazie, o sole, della tua luce e di tutti i beni che fai nel riempire la terra; per tutti voglio renderti il contraccambio del bene che fai’, quale gloria, onore e compiacimento riceverebbe il sole! Ora, è vero che la mia Volontà sta dappertutto, ma l’ombra della volontà umana non fa sentire la vivezza della luce, del calore e di tutto il bene che la mia Volontà contiene. Invece, col voler entrare nella mia Volontà, l’anima depone la sua e toglie l’ombra del suo volere, e la mia Volontà fa splendere la propria vivida luce, investe l’anima e la trasforma nella stessa luce; e l’anima, inabissata nel mio Volere Eterno, mi dice: ‘Grazie, o Santo Volere Supremo, della tua luce e di tutti i beni che fai col riempire cielo e terra del tuo Eterno Volere; per tutti voglio renderti il contraccambio del bene che fai’, ed Io sento tale onore, gloria e compiacimento, che nessun altro è ad essi uguale. Figlia mia, quanti mali fa l’ombra della propria volontà! Raffredda l’anima, produce l’ozio, il sonno, l’intorpidimento. Diversamente è per chi vive nella luce del mio Volere”…
1 Luglio 1923
“Ecco che significa entrare nella mia Volontà”.
Stavo fondendomi nel Santo Voler Divino, per girare per ciascuna intelligenza di creatura e dare al mio Gesù il ricambio di amore per ciascun pensiero delle creature; ma, mentre ciò facevo, un pensiero mi ha detto: “A che giova pregare in questo modo? Anzi, mi pare che siano spropositi, anziché preghiere”. Ed il mio sempre amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, vuoi sapere a che giova e quale ne è l’effetto? La creatura che viene a gettare nel mare immenso della mia Divinità la pietruzza della sua volontà, come la getta, se la sua volontà vuole amare, le acque del mare infinito del mio amore s’increspano, si agitano, ed Io sento le onde del mio amore che esalano il loro celeste profumo, e sento il piacere, le gioie del mio amore agitato dalla pietruzza della volontà della creatura. Se lei adora la mia Santità, la pietruzza della volontà umana agita il mare della mia Santità ed Io Mi sento ricreare dalle aure purissime della mia Santità.
Insomma, qualsiasi cosa vuol fare la volontà umana nella Mia, come pietruzza essa si getta nel mare di ciascuno dei miei attributi e, agitandoli ed increspandoli, Io sento darmi le stesse cose mie e gli onori, la gloria, l’amore, che in modo divino può darmi la creatura. Avviene come ad una persona che, essendo molto ricca e avendo tutti i beni in casa sua, fonti freschissime, fonti profumate, fonti calde, un’altra persona che entri in questa casa non ha che darle, perché quella possiede tutto, ma vuole farle piacere, vuole amarla; e che fa? Prende una pietruzza e la getta nella fonte fresca; le acque agitate esalano una delicatissima freschezza ed il signore di quella casa gode il piacere della freschezza della sua fonte, gode degli stessi beni che possiede, ma perché? Perché quella tale si è presa il pensiero di agitare quella fonte, perché le cose, agitate, allora esalano più intenso il profumo, la freschezza o il calore che contengono. Ecco che significa entrare nella mia Volontà: agitare, smuovere il mio Essere e dirmi: ‘Vedi quanto sei buono, amabile, amante, santo, immenso, potente? Sei il ‘Tutto’, ed io voglio muoverti tutto, per amarti e darti piacere’; ed a te pare poco?”…
“Ogniqualvolta l’anima entra nel mio Volere per pregare, operare ed altro, tante diverse tinte divine, una più bella dell’altra, riceve”.
Stavo fondendomi nel Santo Volere Divino, ed il mio dolce Gesù nel venire mi ha detto: “Figlia mia, ogniqualvolta l’anima entra nel mio Volere per pregare, operare ed altro, tante diverse tinte divine, una più bella dell’altra, riceve. Non vedi quanta varietà di colori e di bellezza contiene tutta la natura? Sono le ombre della varietà dei colori e bellezza che contiene la mia Divinità; ma donde le piante o i fiori acquistano la varietà dei colori? A chi diedi l’ufficio di colorire, con tante svariate tinte, tante diversità di piante? Al sole. La sua luce ed il suo calore contengono fecondità e varietà di colori, da abbellire tutta la terra, e solo che la pianta si espone ai baci della sua luce, agli abbracci del suo calore, il fiore si schiude e, come restituendogli il bacio e l’abbraccio, riceve le sfumature delle tinte e forma il suo bel colorito. Ora, l’anima che entra nella mia Volontà simboleggia il (è simboleggiata dal) fiore che si espone a ricevere il bacio e l’abbraccio del sole, per ricevere le varie tinte che il sole contiene, e col restituirli riceve le varie tinte della natura divina. È proprio lei il fiore celeste, che il Sole eterno, con l’alito della sua Luce, ha colorito così bene da profumare Cielo e terra e d’allietare con la sua bellezza la stessa Divinità e tutta la corte celeste. I raggi del mio Volere la svuotano di ciò che è umano e la riempiono di ciò che è divino; perciò si vede in lei la bella iride dei miei attributi. Perciò, figlia mia, entra spesso nel mio Volere, per ricevere le sfumature e le varie tinte della somiglianza del tuo Creatore”.
5 Agosto 1923
“Abbiamo pregato insieme, e Gesù faceva entrare la mia intelligenza nella sua Volontà”.
“… abbiamo pregato insieme, e Gesù faceva entrare la mia intelligenza nella sua Volontà, ed insieme abbiamo offerto alla Maestà Suprema l’omaggio, la gloria, la sottomissione, l’adorazione di tutte le intelligenze create. Al contatto con la Volontà Suprema, negli omaggi, nelle adorazioni, restava impressa un’immagine divina, e [questi] si diffondevano su tutte le intelligenze create come tanti messaggeri parlanti, che si mettevano in ordine nella creazione, e tutti come in rapporti con la Volontà Suprema. Ma chi può dire ciò che si vedeva e comprendeva? Il mio dolcissimo Gesù ha soggiunto: “Figlia mia, hai visto? Solo con l’entrare nella mia Volontà può succedere tutto questo; perciò continua a fare entrare i tuoi sguardi, le tue parole, il tuo cuore e tutto il resto di te, e vedrai cose sorprendenti”.
10 Novembre 1923
“Mi piace operare cose grandi nei più piccoli”.
… il mio sempre amabile Gesù, ritornando di nuovo, si faceva vedere dentro di me, e la mia persona serviva come a coprirlo dentro di me; e senza farmi parlare mi ha detto: “Povera piccina mia, di che temi? Coraggio; sono Io che farò tutto nella mia figlia piccola; tu non farai altro che seguirMi fedelmente, non è vero? Tu hai ragione che sei troppo piccola e non puoi nulla, ma Io farò tutto in te. Non vedi come Io sto in te, e tu non sei altro che l’ombra che Mi copre? Sono Io che valicherò in te gli eterni ed interminabili confini del mio Volere; sono Io che abbraccerò tutte le generazioni per portarle insieme con la tua ombra ai piedi dell’Eterno, affinché le due volontà, l’umana e la Divina, si bacino insieme, si sorridano, e non più si guardino tra loro come estranee, divise ed in cagnesco, ma l’una si fonda nell’altra, e si formi una sola. È la potenza del tuo Gesù che deve ciò fare; tu non devi fare altro che aderire. Lo so, lo so che tu sei nulla e puoi nulla; perciò ti affliggi; ma è la potenza del mio braccio che vuole e può operare, e Mi piace operare cose grandi nei più piccoli” …
“I piccoli nella nostra Volontà non hanno pensieri propri, né cose proprie, ma tutto in comune col Padre Celeste”.
Stavo fondendomi tutta nel Santo Volere Divino, e nel fare ciò, come la più piccola di tutti, mi metto avanti a tutte le generazioni, anche prima che Adamo ed Eva fossero creati, affinché, prima che loro peccassero, io preparassi prima di loro l’atto di riparazione alla Divina Maestà, perché nel Volere Divino non c’è né passato né futuro, ma tutto è presente, ed affinché, essendo piccola, potessi avvicinarLo per perorare e fare i miei piccoli atti in esso, per poter coprire tutti gli atti delle creature con la sua Volontà Divina, e così poter vincolare con Essa la volontà umana divisa e farne una sola. Ora, mentre stavo per fare ciò, era tanto il mio annientamento, la mia miseria e piccolezza estremi, che ho detto tra me: “Invece di mettermi avanti a tutti nella Santissima Volontà, debbo piuttosto mettermi dietro a tutti, anche dietro all’ultimo uomo che verrà; essendo la più abietta e la più misera di tutti, mi conviene l’ultimo posto”.
Ora, mentre ciò facevo, il mio diletto Gesù è uscito da dentro il mio interno, e prendendomi per mano mi ha detto: “Mia piccola figlia, nella mia Volontà i piccoli devono stare avanti a tutti, anzi nel mio Seno; chi deve perorare, riparare, unificare la nostra Volontà, non solo con la sua, ma con quella degli altri, deve starCi vicino, e tanto insieme con Noi da ricevere tutti i riflessi della Divinità per copiarli in sé stesso. Deve avere un pensiero che sia di tutti; una parola, un’opera, un passo, un amore, che siano di tutti e per tutti. Ed essendo che la nostra Volontà involge tutti, quel tuo pensiero sia di tutti nel nostro Volere; quella parola, quell’atto, quell’amore, brillino in ogni pensiero, parola ed atto di tutte le generazioni, e nella potenza della nostra Volontà si facciano antidoto, difensori, amatori, operatori, ecc. Se tu sapessi con quale amore ti aspetta il nostro Celeste Padre, e il gaudio, il contento che sente nel vederti, così piccina, portare nel suo grembo la creazione tutta, per darGli il ricambio di tutti...! Si sente ritornare la gloria, le gioie, i trastulli dello scopo della Creazione.
Perciò è necessario che tu venga avanti a tutti, e dopo che sarai venuta avanti, darai una voltata nella nostra Volontà ed andrai dietro a tutti, te li metterai come in grembo e ce li porterai tutti nel nostro seno; e Noi, vedendoli coperti dai tuoi atti fatti nel nostro Volere, li accoglieremo con più amore, e Ci sentiremo più disposti a vincolare la nostra Volontà con quella delle creature, per fare che ritorni nel suo pieno dominio. Perciò, coraggio: i piccoli si sperdono nella folla, e perciò è necessario che [tu] venga avanti, per compiere la missione del tuo ufficio nella nostra Volontà.
I piccoli nella nostra Volontà non hanno pensieri propri, né cose proprie, ma tutto in comune col Padre Celeste. Perciò, come tutti godono del sole, restando tutti inondati dalla sua luce, perché creato da Dio per il bene di tutti, così tutti fruiscono degli atti fatti dalla piccola figlia della nostra Volontà, che più che sole dardeggiano su tutti per fare che il sole del Volere Eterno sorga di nuovo con quello scopo per cui furono create tutte le generazioni.
Quindi, non ti sperdere nella folla delle tue miserie e della tua abiezione, dei pensieri propri, ma pensa solo al tuo ufficio di piccola nella nostra Volontà, e sii attenta a compiere la tua missione”.
“Come sarò contento nel vedere che la creatura, in virtù della mia Volontà, riempie cielo e terra di tante mie vite per quante creature esistono”.
Mi stavo fondendo nel mare immenso del Voler Divino, ed il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno in atto di benedirmi; e dopo avermi benedetto mi ha cinto il collo con le sue braccia e mi ha detto: “Figlia mia, benedico il tuo cuore, i tuoi palpiti, i tuoi affetti, le tue parole, i tuoi pensieri, fino il tuo più piccolo moto, affinché tutti, con la mia benedizione, restino investiti di una virtù divina, in modo che entrando nel mio Volere portino con sé, in virtù della mia benedizione, questa virtù divina, ed abbiano il potere di diffondersi in tutti, darsi a tutti e moltiplicarmi per ciascuno, per darmi l’amore, la gloria, come se tutti avessero la mia vita in loro. Perciò, entra nel mio Volere, penetra tra il cielo e la terra, gira per tutti... Il mio Volere è luce purissima, e questa luce contiene l’onniveggenza, il passaporto per poter penetrare nei più intimi nascondigli, nelle fibre più secrete, nell’abisso delle profondità e nello spazio delle altezze più alte. Questo passaporto non ha bisogno di firma per essere valido, ma contiene in sé stesso questo potere, perché essendo luce che scende dall’alto, nessuno può impedirgli il passo e l’entrata; e poi è re di tutto e tiene il dominio ovunque.
Onde metti in giro nella mia Volontà i tuoi pensieri, le tue parole, i tuoi palpiti, le tue pene, tutto il tuo essere; non lasciare nulla in te stessa, affinché, col passaporto della luce della mia Volontà e con la mia virtù divina, entri in ogni atto di creatura e moltiplichi la mia vita in ciascuna di esse. Oh, come sarò contento nel vedere che la creatura, in virtù della mia Volontà, riempie cielo e terra di tante mie vite per quante creature esistono!”
Ond’io mi sono abbandonata nel Volere Supremo, e girando in Esso facevo scorrere i miei pensieri, le mie parole, le mie riparazioni, ecc., in ciascuna intelligenza creata ed in tutto il resto dell’operato umano, e come facevo i miei atti restava formato Gesù. Oh, come era bello ed incantevole vedere tanti Gesù dovunque passava il passaporto della luce dell’Eterna Volontà!
Onde, dopo, mi son trovata in me stessa, ed ho trovato Gesù che stava avvinto al mio collo, e stringendomi tutta mi sembrava che faceva festa, come se io fossi causa di moltiplicare la sua vita, per dargli l’amore e la gloria di altrettante vite divine.
Ond’io Gli ho detto: “Amor mio, non mi sembra vero che io abbia potuto moltiplicare la tua vita, per darti il grande onore di tante vite divine; e poi, Tu ti trovi dappertutto, quindi è in virtù di Te stesso che sorge ad ogni atto questa vita, non in virtù mia; io resto sempre la piccola bimba che non è buona a nulla”.
E Gesù: “Figlia mia, tutto ciò che tu dici è vero; Io Mi trovo dappertutto, ma è la mia potenza, immensità ed onniveggenza che Mi fa trovare; non è l’amore e l’agire della creatura nella mia Volontà ciò che Mi fa trovare e Mi moltiplica. Invece, quando l’anima entra nel mio Volere, è l’amore di lei, sono i suoi atti che riempiendosi di virtù divina fanno sorgere la mia vita, a seconda che i suoi atti più o meno si stendono e vengono fatti. Ecco perciò la mia festa nel vedere che la creatura prende del mio, e Mi dà il mio amore, la mia gloria, e perfino la mia stessa vita.
È tanto il mio contento, che alla creatura non le è dato di comprenderlo mentre vive nell’esilio, ma lo comprenderà nella patria celeste, quando si vedrà contraccambiata con altrettante vite divine per quante ne ha formate sulla terra”.
“Il sole della mia Volontà, trasformando in sole la volontà umana, agisce in essa come nel suo proprio centro”.
Stavo pensando al Santo Volere Divino, e facevo quanto più potevo da me per fondermi in esso, per poter abbracciare tutti e portare al mio Dio gli atti di tutti come un atto solo, che tutti sono dovuti al nostro Creatore. Ora, mentre ciò facevo, vedevo aprirsi il cielo, e ne usciva un sole che ferendomi coi suoi raggi mi penetrava fin nel fondo dell’anima, la quale, ferita da questi raggi, si convertiva in un sole, che, spandendo raggi, feriva quel sole da cui era stata ferita. E siccome io continuavo a fare i miei atti per tutti nel Divin Volere, questi atti erano travolti in questi raggi e convertiti in atti divini, che diffondendosi in tutti e su tutti formavano una rete di luce, da mettere un ordine tra il Creatore e la creatura.
Io sono restata incantata nel vedere ciò, ed il mio amabile Gesù, uscendo da dentro il mio interno in mezzo a questo sole, mi ha detto: “Figlia mia, vedi come è bello il Sole della mia Volontà? Qual potenza! Qual meraviglia! Non appena l’anima si vuol fondere in Essa per abbracciare tutti, il mio Volere, trasformandosi in Sole, ferisce l’anima e vi forma un altro sole in essa; e nel formare essa i suoi atti, questi diventano raggi che feriscono il sole della Suprema Volontà, e travolgendo tutti in questa luce, per tutti ama, glorifica, soddisfa il suo Creatore; e quel che è più, non con amore, gloria e soddisfazione umana, ma con amore e gloria di Volontà Divina, perché il Sole della mia Volontà ha operato in essa. Vedi che significa fare gli atti nella mia Volontà? È questo il vivere nel mio Volere: che il Sole della mia Volontà, trasformando in sole la volontà umana, agisca in essa come nel suo proprio centro”.
2 Ottobre 1924
Effetti dell’adorazione fatta con la Divina Volontà, della potenza del Padre, della sapienza del Figlio, e dell’amore dello Spirito Santo.
… il mio amabile Gesù mi ha detto: “Figlia del nostro Eterno Volere, pròstrati innanzi alla nostra Maestà Suprema ed offri le tue adorazioni, i tuoi omaggi, le tue lodi, a nome di tutti, con la Potenza della nostra Volontà, con la Sapienza e con la Volontà del nostro Amore Supremo. Così sentiremo in te la Potenza della nostra Volontà che Ci adora, la Sapienza della nostra Volontà che Ci glorifica, l’Amore della nostra Volontà che Ci ama e Ci loda. E siccome la Potenza, la Sapienza e l’Amore delle Tre Divine Persone sono in comunicazione con l’intelletto, memoria e volontà di tutte le creature, sentiremo scorrere le tue adorazioni, gli omaggi e le lodi in tutte le intelligenze delle creature, che elevandosi tra il Cielo e la terra [Ci faranno] sentire l’eco della nostra stessa Potenza, Sapienza e Amore, che Ci adora, Ci loda e Ci ama. Adorazioni più grandi, omaggi più nobili, amore e lodi più divine non puoi darci. Nessun altro atto può eguagliare questi atti, né darci tanta gloria e tanto amore, perché vediamo aleggiare nell’atto della creatura la Potenza, la Sapienza ed il reciproco Amore delle Tre Divine Persone: troviamo gli atti nostri nell’atto della creatura. Come non gradirli e non dar loro la supremazia sopra tutti gli altri atti?”
Onde io mi son prostrata innanzi alla Maestà Suprema, adorandoLa, lodandoLa ed amandoLa a nome di tutti con la potenza della Loro Volontà, sapienza ed amore che sentivo in me. Ma chi può dirne gli effetti? Non ho parole per esprimerli, perciò passo avanti. Onde, dopo ho fatto la santa Comunione, e stavo fondendomi nel Volere del mio sommo Bene Gesù, per trovare in Esso tutta la Creazione, affinché nessuno potesse mancare all’appello, onde insieme con me potessero tutti prostrarsi ai piedi del mio Sacramentato Gesù, adorarLo, amarLo, benedirLo, ecc. Ma mentre ciò facevo, mi sentivo come distratta nel cercare tutte le cose create nella sua Divina Volontà, affinché ‘uno’ e con tutti fosse l’amore, la lode, le adorazioni per il mio Gesù. E Gesù, vedendomi come impicciata, ha preso tutta la Creazione nel suo grembo e mi ha detto: “Figlia mia, ho preso la Creazione tutta nel mio grembo, affinché ti riesca più facile trovare e chiamare tutti insieme con te, affinché nessuna cosa uscita da Me non Mi dia, per mezzo tuo, il ricambio dell’amore e dell’adorazione che Mi si conviene, come cose che a Me appartengono; Io non sarei pienamente contento in te, se qualcuna cosa mancasse. Nel mio Volere tutto voglio trovare in te”. Allora mi è stato facile trovare e chiamare tutta la creazione insieme con me, per fare che tutti lodassimo, amassimo il mio sommo Bene Gesù; ma, oh stupore!, ogni cosa creata conteneva un riflesso distinto ed un amore speciale di Gesù, e Gesù riceveva il ricambio dei suoi riflessi e del suo amore. Oh, come Gesù ne era contento! Ma mentre ciò facevo, mi sono trovata in me stessa.
6 Ottobre 1924
“In ogni palpito di creatura, il mio Volere forma il suo giro completo in tutta la Creazione”.
Mi stavo tutta fondendo nel Santo Volere Divino, ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, come è bello vedere un’anima fondersi nella mia Volontà! Come lei si fonde in Essa, così il palpito creato prende posto e vita nel palpito increato e ne forma uno solo, e corre e palpita insieme col palpito eterno. Questa è la più grande felicità del cuore umano: palpitare nell’eterno palpito del suo Creatore. Il mio Volere lo mette in volo, ed il palpito umano si slancia nel centro del suo Creatore” ...
4 Gennaio 1925
Come tutto il Cielo va incontro all’anima che si fonde nella Divina Volontà. Come tutti vogliono deporre in lei e si forma il nobile martirio dell’anima.
Avendo compiuta tutta la giornata, stavo pensando tra me: “Che altro mi resta da fare?” E nel mio interno mi son sentita dire: “Tieni da fare la cosa più importante: il tuo ultimo atto di fonderti nella Volontà Divina”. Ond’io mi sono messa, secondo il mio solito, a fondere tutto il mio povero essere nella Volontà Suprema; e mentre ciò facevo mi sembrava che si aprissero i cieli, ed io andavo incontro a tutta la Corte Celeste e tutto il Cielo veniva alla volta mia.
Ed il mio dolce Gesù mi ha detto: “Figlia mia, il fonderti nella mia Volontà è l’atto più solenne, più grande, più importante di tutta la tua vita. Fonderti nella [mia] Volontà è entrare nell’ambito dell’eternità, abbracciarla, baciarla e ricevere il deposito dei beni che contiene la Volontà Eterna. Anzi, come l’anima si fonde nel Supremo Volere, tutti le vanno incontro per comunicare in lei tutto ciò che hanno di beni e di gloria. Gli Angeli, i Santi, la stessa Divinità, tutti comunicano, sapendo che comunicano in quella stessa Volontà in cui tutto è al sicuro. Anzi, l’anima, col ricevere questi beni, coi suoi atti nella Volontà Divina li moltiplica e ridona a tutto il Cielo doppia gloria ed onore. Sicché col fonderti nella mia Volontà metti in moto Cielo e terra. È una nuova festa a tutto l’empireo. E siccome il fondersi nella mia Volontà è amare e dare per tutti e per ciascuno, senza escludere nessuno, così Io, nella mia bontà, per non farmi vincere in amore dalla creatura, depongo in lei [nell’anima fusa nella Divina Volontà] i beni di tutti, e tutti i beni possibili che in Me contengo; né può mancare lo spazio dove deporre tutti i beni, perché la mia Volontà è immensa e si presta a ricevere tutto. Se tu sapessi che fai e che succede col fonderti nella mia Volontà, ne spasimeresti di desiderio di fonderti continuamente”.
Onde dopo stavo pensando se dovevo o non dovevo scrivere ciò che sta scritto qui sopra; ma io non lo vedevo necessario, né una cosa importante, molto più che l’ubbidienza non mi aveva dato nessun comando di farlo.
Ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, come non è importante il far conoscere che il fondersi nella mia Volontà è vivere in essa? L’anima che si fonde nella mia Volontà, riceve come in deposito tutti i miei beni divini ed eterni. Gli stessi santi fanno a gara per deporre i loro meriti nell’anima fusa nella mia Volontà, perché sentono in lei la gloria, la potenza della mia Volontà, e si sentono glorificati in modo divino dalla piccolezza della creatura.
Senti, figlia mia, il vivere nella mia Volontà sorpassa in merito lo stesso martirio; anzi, il martirio uccide il corpo, (mentre) il vivere nella mia Volontà importa che con una mano divina la creatura uccide la propria volontà, e le dà la nobiltà di un martirio divino. E ogniqualvolta l’anima si decide a vivere nella mia Volontà, il mio Volere prepara il colpo per uccidere la volontà umana, e vi forma il nobile martirio dell’anima. Ma per giungere a questo felice stato, volontà umana e Volontà Divina debbono fare lega insieme: una deve cedere il posto all’Altra, e la volontà umana deve contentarsi con [il] rimanere estinta sotto la potenza della Volontà Divina. Sicché ogniqualvolta ti disponi a vivere nel mio Volere, ti disponi a subire il martirio della tua volontà. Vedi, dunque, che significa vivere, fondersi nella mia Volontà? Essere il martire continuato della mia Volontà Suprema; e a te ti pare poco e cosa da nulla?”
“Tutti gli atti fatti nella nostra Volontà entrano nell’Atto primo, quando creammo tutti gli esseri”.
Mentre stavo fondendomi nel Santo Volere Divino, pensavo tra me: “Prima, quando mi fondevo nel santo Supremo Volere, Gesù era con me, ed insieme con Lui io entravo in Esso, sicché l’entrare era una realtà; ma adesso io non lo vedo, sicché non so se entro nell’Eterno Volere o no. Nel formare l’atto dell’ingresso nel Divino Volere mi sento piuttosto come una che recita una lezioncina imparata a memoria, oppure che quelle parole d’ingresso non siano che un modo di dire.
Ora, mentre ciò pensavo, il mio amabile Gesù si è mosso nel mio interno, e prendendomi una mano nella sua, mi spingeva in alto, e mi ha detto: “Figlia mia, tu devi sapere che, o mi veda o non mi veda, ogniqualvolta tu ti fondi nella mia Volontà, Io, da dentro il tuo interno, ti prendo una mano per spingerti in alto, e dal Cielo ti do l’altra mano, per prenderti l’altra mano e tirarti su, in mezzo a Noi, nell’interminabile nostra Volontà. Sicché stai in mezzo alle mie mani, fra le mie braccia.
Tu devi sapere che tutti gli atti fatti nella nostra Volontà entrano nell’Atto Primo, quando creammo tutti gli esseri; e gli atti della creatura, baciandosi coi Nostri, perché una è la Volontà che dà vita a questi atti, si diffondono in tutte le cose create, come vi sta diffusa la nostra Volontà dappertutto, e si costituiscono ricambio d’amore, d’adorazione e di gloria continua, per tutto ciò che abbiamo messo fuori nella Creazione. Solo tutto ciò che si fa nella nostra Volontà incomincia quasi insieme con Noi a darCi il ricambio d’amore perenne, adorazione in modo divino, gloria che mai finisce. E siccome per tutte le cose da Noi create è tanto l’amore che nutriamo, che non permettemmo che uscissero dalla nostra Volontà, come le creammo, così tutte restarono con Noi, e la nostra Volontà si fece conservatrice ed alimentatrice di tutta la Creazione; perciò tutte le cose si conservano sempre nuove, fresche e belle, né crescono né decrescono, perché da Noi furono create tutte perfette, perciò non soggette ad alterazioni di sorta: tutte conservarono il loro principio perché si fanno alimentare e conservare dalla nostra Volontà e restano intorno a Noi a decantare la gloria nostra. Ma miseramente ciò non fa la creatura ragionevole, quando col peccato si separa dalla nostra Volontà. Ora, l’operato della creatura nella nostra Volontà entra nelle opere nostre, e la nostra Volontà si fa alimentatrice, conservatrice ed atto dello stesso atto della creatura; e questi atti, fatti nella nostra Volontà dalla creatura, si mettono intorno a Noi, e trasfusi in tutte le cose create decantano la nostra perpetua gloria. Come è diverso il nostro operato da quello della creatura, e l’amore con cui operiamo! In Noi, è tanto l’amore all’opera che facciamo, che non permettiamo che esca da Noi, affinché nulla perda della bellezza con cui fu fatta. Invece, la creatura ragionevole, se fa un’opera buona, sia pure un atto virtuoso, non la sa tenere con sé; anzi, molte volte non sa che cosa si è fatto dell’opera sua, se si è imbrattata, se ne hanno fatto uno straccio: segno del poco amore [per] le sue stesse opere. E siccome la creatura per il peccato è uscita fuori dal suo principio, cioè dalla prima Volontà Divina da dove ebbe la sua origine, ha perduto il vero amore verso Dio, verso di sé stessa e verso le sue opere.
Io volli che l’uomo stesse nella mia Volontà di sua volontà, non forzato, perché lo amai più di tutte le altre cose create, e volevo che fosse come re in mezzo alle opere mie. Ma l’uomo ingrato volle uscire dal suo principio; perciò si trasformò e perdette la sua freschezza e bellezza, e fu soggetto ad alterazioni e cambiamenti continui. E per quanto Io lo chiami che ritorni nel suo principio, fa il sordo e finge di non ascoltarmi; ma è tanto il mio amore che Io lo aspetto e continuo a chiamarlo”.
Diversi modi di fondersi nel Divin Volere. Nella Divina Volontà c’è il vuoto degli atti umani che si devono fare in Essa.
Scrivo solo per obbedire e vi fo un misto di cose passate e di cose presenti; molte volte nei miei scritti dico: ‘Mi stavo fondendo nel Santo Voler Divino’, e non mi spiego di più. Ora, costretta dall’ubbidienza dico quello che mi succede nel fondermi. Mentre mi fondo, innanzi alla mia mente si fa presente un vuoto immenso, tutto di luce, che non si trova né dove giunge l’altezza né dove arriva la profondità, né i confini di destra né di sinistra, né quello davanti né quello di dietro. In mezzo a questa immensità, ad un punto altissimo mi sembra di vedere la Divinità, oppure le tre Divine Persone che mi aspettano, ma questo sempre mentalmente, ed io, non so come, una piccola bambina esce da me, ma sono io stessa, forse è la piccola anima mia; ma è commovente vedere questa piccola bambina mettersi in via in questo vuoto immenso, tutta sola: cammina timida in punta di piedi, con gli occhi sempre rivolti dove scorge le Tre Divine Persone, perché teme che se abbassa lo sguardo in quel vuoto immenso, non sa a qual punto deve andare a finire. Tutta la sua forza è in quello sguardo fisso in alto, che essendo ricambiato con lo sguardo dell’Altezza Suprema, prende forza nel cammino. Ora, mentre giunge innanzi a Loro, si sprofonda con la faccia nel vuoto per adorare la Maestà Divina, ma una mano delle Divine Persone rialza la piccola bambina, e le dicono: “La figlia Nostra, la piccola figlia della nostra Volontà, vieni nelle nostre braccia”. Ed essa, nel sentire ciò si mette in festa e mette in festa le Tre Divine Persone, che aspettano il disimpegno del suo ufficio da Loro affidatole; ed essa con una grazia propria di bambina dice: “Vengo ad adorarVi, a benedirVi, a ringraziarVi per tutti; vengo a legarVi al vostro trono tutte le volontà umane di tutte le generazioni, dal primo all’ultimo uomo, affinché tutti riconoscano la vostra Volontà Suprema, L’adorino, L’amino e Le diano vita nelle anime loro. Maestà Suprema, in questo vuoto immenso ci sono tutte le creature, ed io voglio prenderle tutte per metterle nel vostro Santo Volere, affinché tutte ritornino al principio da dove sono uscite, cioè dalla vostra Volontà; perciò sono venuta nelle vostre braccia paterne, per portarvi tutti i vostri figli e miei fratelli, e legarli tutti con la vostra Volontà; ed io a nome di tutti e per tutti, voglio ripararVi e darVi l’omaggio, la gloria, come se tutti avessero fatto la vostra Santissima Volontà. Ma, deh! Vi prego che non più ci sia separazione tra Volontà Divina e umana! E’ una piccola bambina che ciò Vi chiede, e ai piccoli so che Voi non sapete negar nulla”. Ma chi può dire tutto?, sarei troppo lunga; oltre che mi mancano i vocaboli di ciò che dico innanzi all’Altezza Suprema; mi sembra che qui nel basso mondo non si usa quel linguaggio di quel vuoto immenso.
Altre volte, poi, mentre mi fondo nel Divin Volere e quel vuoto immenso si fa davanti alla mia mente, giro per tutte le cose create e vi imprimo un Ti amo per quella Maestà Suprema, come se io volessi empire tutta l’atmosfera di tanti Ti amo, per ricambiare l’Amore Supremo di tanto amore verso le creature; anzi, giro per ogni pensiero di creatura e v’imprimo il mio: “Ti amo”, per ogni sguardo e vi lascio il mio ‘Ti amo’, per ogni bocca e ad ogni parola vi suggello il mio ‘Ti amo’, per ogni palpito, opera e passo e li copro col mio ‘Ti amo’ al mio Dio; scendo fin laggiù, nel mare, nel fondo dell’oceano, e in ogni guizzo di pesce, in ogni goccia d’acqua, li voglio riempire del mio ‘Ti amo’. Onde, dopo che dappertutto, come se seminasse il mio ‘Ti amo’, la piccola bambina si porta innanzi alla Maestà Divina, e dice come se volesse fargli una sorpresa: “Mio Creatore e Padre mio, mio Gesù e mio Eterno Amore, guardate: tutte le cose da parte di tutte le creature Vi dicono che Vi amano; dovunque c’è il ‘Ti amo’ per Voi: Cielo e terra ne sono pieni; e Voi, non concederete alla piccola piccina che la vostra Volontà scenda in mezzo alle creature, si faccia conoscere, faccia pace con la volontà umana, e prendendo il suo giusto dominio, il suo posto d’onore, nessuna creatura faccia più la sua volontà, ma sempre la Vostra?”
Altre volte, poi, mentre mi fondo nel Divin Volere, voglio dolermi di tutte le offese fatte al mio Dio, e riprendo il mio giro in quel vuoto immenso per trovare tutto il dolore che il mio Gesù ebbe per tutti i peccati, lo faccio mio e giro ovunque: nei luoghi più reconditi e segreti, nei luoghi pubblici, su tutti gli atti umani cattivi per dolermi per tutte le offese e per ciascun peccato; mi sento che vorrei gridare ad ogni moto della creatura: “Dolore! Perdono!” E per fare che tutti lo sentano, lo imprimo nel rumoreggiare del tuono, affinché tuoni in tutti i cuori: ‘dolore di aver offeso il mio Dio’; ‘perdono’ nello scoppio della folgore; ‘dolore’ nel sibilo del vento; ‘dolore, perdono’, nel tintinnio delle campane; ‘dolore e perdono’, insomma, in tutto. E poi porto al mio Dio il dolore di tutti ed imploro perdono per tutti e dico: “Gran Dio, fate scendere la vostra Volontà sulla terra, affinché il peccato non abbia più luogo. E’ la sola volontà umana che produce tante offese che pare che allaga la terra di peccati; la vostra Volontà sarà la distruggitrice di tutti i mali. Perciò, vi prego, contentate la piccola figlia della vostra Volontà, che non vuole altro che la vostra Volontà sia conosciuta ed amata e regni in tutti i cuori”.
Ricordo che un giorno stavo fondendomi nel Santo Voler Divino, ed io guardavo il cielo che pioveva a dirotto, e sentivo un piacere nel vedere scendere l’acqua sulla terra; ed il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno, con amore e tenerezza indicibile mi diceva: “Figlia mia, in quelle gocce d’acqua che vedi scendere dal cielo c’è la mia Volontà; Essa corre rapidamente insieme con l’acqua; si parte per dissetare le creature, scendere nelle viscere umane, nelle loro vene, per rinfrescarle e costituirsi vita delle creature e portar loro il mio bacio, il mio amore; parte per innaffiare la terra, per fecondarla e prepararle il cibo; parte per tant’altri bisogni delle creature. La mia Volontà vuole aver vita in tutte le cose create per dar vita Celeste e naturale a tutte le creature. Ma Essa, mentre va come in festa, piena d’amore verso tutti, non riceve l’adeguato ricambio, e resta come digiuna da parte delle creature. Figlia mia, la tua volontà fusa nella Mia, corre pure in quell’acqua che piove dal cielo, corre insieme dovunque Essa va: non la lasciare sola e dalle il ricambio del tuo amore, e per tutti”.
Ma mentre ciò diceva, sono restate incantate le mie pupille: non le potevo spostare da dentro quell’acqua che scorreva; la mia volontà correva insieme; vedevo in quell’acqua le mani del mio Gesù moltiplicate in tante, per portare con le sue mani l’acqua a tutti. Onde, chi può dire quello che provavo in me? Lo può dire solo Gesù, che ne è l’Autore.
Ma chi può dire i tanti modi nel fondermi nel suo Santissimo Volere? Per ora basta il dire; se Gesù vorrà darà i vocaboli e la grazia di dire altro, ed io riprenderò il mio dire.
Oltre di ciò, stavo dicendo al mio Gesù: “Dimmi Amor mio, che cosa è questo vuoto che mi si presenta davanti alla mia mente quando mi fondo nella tua Santissima Volontà? Chi è questa bambina che esce da me, e perché sente una forza irresistibile di venire al tuo Trono per venire a deporre i suoi piccoli atti nel grembo divino, quasi per fargli una festa?”
Ed il mio dolce Gesù, tutto bontà mi ha detto: “Figlia mia, il vuoto è la mia Volontà, messo a tua disposizione, che dovrebbe riempirsi di tant’atti per quanti le creature ne avrebbero fatti se avessero compito la nostra Volontà. Questo vuoto immenso che tu vedi, rappresentato nella nostra Volontà, uscì dalla nostra Divinità a bene di tutti nella Creazione per felicitare tutto e tutti; quindi era come di conseguenza che tutte le creature dovevano riempire questo vuoto col ricambio dei loro atti e donazione della loro volontà al loro Creatore, e non avendolo fatto, facendoci l’offesa più grave, perciò chiamammo te con missione speciale, per essere rifatti e ricambiati di ciò che gli altri Ci dovevano; ed ecco la causa per cui prima ti disponemmo con una lunga catena di grazie, e poi ti domandammo se volevi far vita nella nostra Volontà, e tu accettasti con un ‘Sì!’, legando la tua volontà al nostro Trono senza volerla più conoscere - perché volontà umana e Divina non si riconciliano né possono vivere insieme - ; onde, quel ‘Sì’, cioè la tua volontà, esiste fortemente legata al nostro Trono; (ed) ecco perciò l’anima tua, come piccola bambina, è come tirata innanzi alla Maestà Suprema, perché c’è il tuo volere innanzi a Noi, che come calamita ti attira; e tu invece di guardare la tua volontà ti occupi solo di portare in grembo a Noi tutto ciò che hai potuto fare nella nostra Volontà, e deponi nel nostro seno la nostra stessa Volontà come l’omaggio più grande che a Noi conviene, ed il ricambio a Noi più gradito. Onde, la noncuranza della tua volontà, ed il solo Volere nostro che vive in te, Ci mette in festa; i tuoi piccoli atti fatti nel nostro Volere Ci portano le gioie di tutta la Creazione, sicché pare che tutto Ci sorrida e Ci fanno festa; e nel vederti scendere dal nostro trono, senza neppure guardare la tua volontà, portandoti la Nostra, è per Noi la gioia più grande; perciò ti dico sempre: ‘sii attenta nel nostro Volere, perché in Esso c’è molto da fare’; e quanto più farai, tanta più festa Ci farai ed il nostro Volere si verserà a torrenti in te e fuori di te”.
Continua a dire altri modi di fondersi nella Divina Volontà, per dare il ricambio a nome di tutti, d’amore e gloria per l’opera della Creazione, della Redenzione e della Santificazione. “Gesù, il mio ‘Ti amo’ non Ti lascerà mai: il tuo stesso Volere è la vita del mio ‘Ti amo’”.
Avendo fatto sentire al confessore ciò che sta scritto qui innanzi, in data del 10 Maggio, non è restato contento e mi ha imposto di riprendere a scrivere il modo di fondermi nel Santo Voler Divino; ed io, solo per ubbidire e per timore che il mio Gesù potesse menomamente dispiacersi, riprendo il mio dire.
Ora aggiungo che mentre si presenta alla mia mente quel vuoto immenso nel fondermi nel Supremo Volere, la piccola bambina riprende il suo giro, ed elevandosi in alto vuole ricambiare il suo Dio di tutto l’amore che ebbe per tutte le creature nella Creazione, vuole onorarlo come Creatore di tutte le cose, perciò gira per le stelle, ed in ogni scintillio di luce imprime il mio ‘Ti amo’ e ‘gloria al mio Creatore’; in ogni atomo di luce del sole che scende nel basso: ‘Ti amo’ e ‘gloria’; in tutta l’estensione dei cieli, tra la distanza d’un passo all’altro il mio ‘Ti amo’ e ‘gloria’; nel gorgheggio dell’uccello, nel battere delle sue ali: ‘amore e gloria al mio Creatore’; nel filo dell’erba che spunta dalla terra, nel fiore che sboccia, nel profumo che si eleva: ‘amore e gloria’; sull’altezza dei monti e nella profondità delle valli: ‘amore e gloria’. Giro per ogni cuore di creatura, come se mi volessi chiudere dentro e gridare dentro, ad ogni cuore, il mio ‘Ti amo’ e ‘gloria al mio Creatore’; vorrei che uno fosse il grido, una la volontà, una l’armonia di tutte le cose: ‘Gloria ed amore al mio Creatore’; e dopo, come se avessi riunito tutto insieme, in modo che tutto dice ricambio d’amore ed attestato di gloria per tutto ciò che Iddio ha fatto nella Creazione, mi porto al suo Trono e Gli dico: “Maestà Suprema e Creatore di tutte le cose, questa piccola bambina viene nelle vostre braccia per dirvi che tutta la Creazione, a nome di tutte le creature, Vi dà non solo il ricambio dell’amore, ma della giusta gloria per tante cose da Voi create per amor nostro. Nella vostra Volontà, in questo vuoto immenso, ho girato dappertutto, affinché tutte le cose Vi glorifichino, Vi amino e Vi benedicano; e giacché Vi ho messo in rapporto l’amore tra Creatore e creatura, che la volontà umana aveva spezzato, e la gloria che tutti Vi dovevano, fate scendere la vostra Volontà sulla terra, affinché vincoli, raffermi tutti i rapporti tra Creatore e creatura; tutte le cose ritorneranno nell’ordine primiero, da Voi stabilito; perciò fate presto, non più indugiate: non vedete com’è piena di mali la terra? Solo la vostra Volontà può arrestare questa corrente, può metterla in salvo, ma la vostra Volontà conosciuta e dominatrice”.
Onde, dopo ciò sento che il mio ufficio non è completo, perciò scendo nel basso di quel vuoto per ricambiare il mio Gesù dell’opera della Redenzione, e come se trovassi in atto tutto ciò che Lui fece, voglio dargli il mio ricambio di tutti gli atti che avrebbero dovuto fargli tutte le creature nell’aspettarlo e riceverlo sulla terra, e poi, come se mi volessi trasmutare tutta in amore per Gesù, ritorno al mio ritornello e dico: “‘Ti amo nell’atto di scendere dal Cielo’; v’imprimo il mio ‘Ti amo’ nell’atto che fosti concepito; ‘Ti amo nella prima goccia di Sangue che si formò nella tua Umanità’; ‘Ti amo nel primo palpito del tuo cuore’, per segnare tutti i tuoi palpiti col mio ‘Ti amo’; ‘Ti amo nel tuo primo respiro’, ‘Ti amo nelle tue prime pene’, ‘Ti amo nelle prime tue lacrime che versasti nel seno materno’; voglio ricambiare le tue preghiere, le tue riparazioni, le tue offerte col mio ‘Ti amo’, ed ogni istante della tua vita voglio suggellare col mio ‘ Ti amo’; ‘Ti amo nel tuo nascere’, ‘Ti amo nel freddo che soffristi’; ‘Ti amo in ogni stilla di latte che succhiasti dalla tua Mamma’; intendo di riempire coi miei ‘Ti amo’ le fasce con cui la tua Mamma Ti fasciò; stendo il mio ‘Ti amo’ sopra di quella terra in cui la tua cara Madre Ti adagiò nella mangiatoia, e le tue tenerissime membra sentirono la durezza del fieno, ma più che fieno la durezza dei cuori; il mio ‘Ti amo’ in ogni tuo vagito, in tutte le tue lacrime e pene della tua infanzia; faccio scorrere il mio ‘Ti amo’ in tutti i rapporti, comunicazioni, amore che avesti con la tua Mamma; ‘Ti amo in tutte le parole che dicesti, nel cibo che prendesti, nei passi che facesti, nell’acqua che bevesti’; ‘Ti amo nel lavoro che facesti con le tue mani’; ‘Ti amo in tutti gli atti che facesti nella tua vita nascosta’; suggello il mio ‘Ti amo’ in ogni tuo atto interno e pene che soffristi; stendo il mio ‘Ti amo’ su quelle vie che percorresti, nell’aria che respirasti, in tutte le prediche che facesti nella tua vita pubblica; il mio ‘Ti amo’ scorre nella potenza dei miracoli che facesti, nei sacramenti che istituisti, in tutto, o mio Gesù, anche nelle fibre più intime del tuo Cuore, imprimo il mio ‘Ti amo per me e per tutti’. Il tuo Volere mi fa tutto presente, ed io nulla voglio lasciarti in cui non ci sia impresso il mio ‘Ti amo’; la tua piccola figlia del tuo Volere sente il dovere, che se altro non sa farti, almeno abbia un mio piccolo ‘Ti amo’ per tutto ciò che hai fatto per me e per tutti! E perciò il mio ‘Ti amo’ Ti segue in tutte le pene della tua Passione, in tutti gli sputi, disprezzi ed insulti che Ti fecero; il mio ‘Ti amo’ suggella ogni goccia del tuo Sangue che versasti, ogni colpo che ricevesti; in ogni piaga che si formò nel vostro corpo, in ogni spina che trafisse la vostra testa, nei dolori acerbi della crocifissione, nelle parole che pronunziasti sulla croce, fin nell’ultimo tuo respiro intendo d’imprimere il mio ‘Ti amo’; voglio chiudere tutta la tua vita, tutti i tuoi atti, col mio ‘Ti amo’; dovunque voglio che Tu tocchi, che veda, che senta il mio continuo ‘Ti amo’. Il mio ‘Ti amo’ non ti lascerà mai: il tuo stesso Volere è la vita del mio ‘Ti amo’.
Ma sai che vuole questa piccola bambina? Che quel Divin Volere che tanto amasti e facesti in tutta la tua Vita sulla terra, si faccia conoscere a tutte le creature, affinché tutte Lo amino e adempiano la tua Volontà come in Cielo così in terra; vuole vincerti in amore, affinché doni la tua Volontà a tutte le creature. Deh! rendi felice questa povera piccina che non vuole altro che ciò che vuoi Tu: che la tua Volontà sia conosciuta e regni sulla terra!”
Ora credo che l’ubbidienza ne sarà in qualche modo contenta; è vero che in molte cose ho dovuto fare dei salti, altrimenti non la finirei più. Il fondermi nel Supremo Volere è per me come una fonte che sorge, e ogni piccola cosa che sento, che vedo, un’offesa fatta al mio Gesù, mi è occasione di nuovi modi e nuove fusioni nella sua Santissima Volontà.
Ora riprendo col dire che il mio dolce Gesù mi ha detto: “Figlia mia, a ciò che hai detto sul fonderti nel mio Volere ci vuole un altro appello, qual è quello di fonderti nell’ordine della Grazia, in tutto ciò che ha fatto e farà il Santificatore ai santificandi, qual è lo Spirito Santo; molto più che se la Creazione si addice al Padre - mentre siamo sempre unite le Tre Divine Persone nell’operare - e la Redenzione al Figlio, il Fiat Voluntas Tua si additerà allo Spirito Santo; ed è proprio nel Fiat Voluntas Tua che il Divino Spirito farà sfoggio della sua opera. Tu lo fai quando venendo innanzi alla Maestà Suprema dici: “Vengo a ricambiare in amore a tutto ciò che fa il Santificatore ai santificandi; vengo ad entrare nell’ordine della Grazia per potervi dare la gloria ed il ricambio dell’amore, come se tutti si fossero fatti santi, ed a ripararvi tutte le opposizioni, le incorrispondenze alla Grazia”. E per quanto è da te, cerchi nella nostra Volontà gli atti della Grazia dello Spirito Santificatore, per fare tuo il suo dolore, i suoi gemiti segreti, i suoi sospiri angosciosi nel fondo dei cuori, nel vedersi sì male accolto; e siccome il primo atto che fa è portare la nostra Volontà come atto completo della loro santificazione, nel vedersi respinto geme con gemiti inenarrabili. E tu, nella tua infantile semplicità Gli dici: ‘Spirito Santificatore, fate presto, Vi supplico, Vi riprego, fate conoscere a tutti la vostra Volontà, affinché conoscendola l’amino e accolgano il vostro primo atto della loro santificazione completa, qual è la Santa vostra Volontà’.
Figlia mia, le Tre Divine Persone siamo inseparabili e distinte, così vogliamo manifestare alle umane generazioni le nostre opere verso di loro, che mentre siamo uniti tra Noi, ognuno di Noi vuole manifestare distintamente il suo amore e la sua opera verso le creature”.
21 Maggio 1925
Il vivere nel Divin Volere è: non lasciare mai solo il suo Creatore, ammirare tutte le sue opere e dargli, ai suoi atti grandi, i piccoli atti di creatura.
… Il mio amabile… Gesù come se mi volesse sollevare e raffermare nella sua Santissima Volontà, mi ha preso la mano nella sua e mi ha detto: “Figlia mia, vieni a fare il tuo giro nella mia Volontà. Vedi, la mia Volontà è una, ma scorre come divisa in tutte le cose create, ma senza dividersi. Guarda le stelle, l’azzurro cielo, il sole, la luna, le piante, i fiori, i frutti, i campi, la terra, il mare, tutto e tutti: in ogni cosa c’è un atto della mia Volontà; e non solo c’è un atto, ma si è rimasta come conservatrice del mio stesso atto in ogni cosa creata. La mia Volontà non vuole restare sola nel suo atto, ma vuole la compagnia del tuo atto, vuole il tuo ricambio; perciò ti ho messa nella mia Volontà, affinché faccia compagnia agli atti miei; ed insieme con la mia Volontà tu vorrai ciò che voglio Io: che le stelle luccichino, che il sole riempia di luce la terra, che le piante fioriscano, che i campi biondeggino, che l’uccello gorgheggi, che il mare mormori, che il pesce guizzi, insomma, vorrai ciò che voglio Io; la mia Volontà non si sentirà più sola nelle cose create, ma sentirà la compagnia dei tuoi atti; perciò gira per ogni cosa creata, e costituisciti atto per ogni atto della mia Volontà. E’ questo il vivere nel mio Volere: non lasciare mai solo il suo Creatore, ammirare tutte le sue opere, e dargli, ai suoi atti grandi, i piccoli atti di creatura”.
Io, non so come, mi son trovata in quel vuoto immenso di luce, per trovare tutti quegli atti usciti dalla Volontà di Dio, per mettervi il mio contraccambio, d’atto di adorazione, di lode, d’amore, e di ringraziamento; e poi mi son trovata in me stessa.
2 Agosto 1925
Come il ‘ti amo’ è tutto. Che cosa e che gran che è il ‘ti amo’. Vista di un giardino di varie nazioni che si dibattono.
Stavo pregando e fondendomi nel Santo Voler Divino; volevo girare dappertutto, fin nell’empireo, per trovare quel ‘ti amo’ Supremo che non è soggetto a nessuna interruzione; volevo farlo mio, affinché anch’io avessi un ‘Ti amo’ non mai interrotto, che potesse far eco al ‘ti amo’ eterno, e possedendo in me la sorgente del vero ‘ti amo’, potessi avere un ‘Ti amo’ per tutti e per ciascuno, per ogni moto, per ogni atto, per ogni respiro, per ogni palpito e per ogni ‘ti amo’ dello stesso Gesù. E mentre mi pareva di giungere al seno dell’Eterno, facendo mio il loro ‘ti amo’, andavo ripetendo dappertutto e sopra ciascuna cosa una cantilena di ‘Ti amo’ per il mio Supremo Signore.
Ora, mentre ciò facevo, il mio pensiero ha interrotto il mio ‘Ti amo’ dicendomi: “Che fai? Potresti fare altro! E poi, che cosa, che gran che è questo tuo ti amo?”
Ed il mio dolce Gesù, movendosi come in fretta nel mio interno, mi ha detto: “Che cosa, che gran che è il ‘Ti amo’ per Me? Figlia mia, il ‘Ti amo’ è tutto! Il ‘Ti amo’ è amore, è venerazione, è stima, è eroismo, è sacrifizio, è fiducia verso a chi è diretto il ‘Ti amo’. Il ‘Ti amo’ è possedere Colui che racchiude il ‘ti amo’. ‘Ti amo’ è una parola piccola, ma pesa quanto pesa tutta l’eternità! Il ‘Ti amo’ racchiude tutto, coinvolge tutti, si diffonde, si stringe, si eleva in alto, scende fin nel basso, s’imprime ovunque, ma mai si arresta. Come, figlia mia, che gran che è il ‘Ti amo’? La sua origine è eterna: nel ‘ti amo’ il Padre Celeste Mi generò, e nel ‘ti amo’ procedette lo Spirito Santo. Nel ‘ti amo’ il Fiat Eterno uscì la Creazione tutta, e nel ‘ti amo’ perdonò l’uomo colpevole e lo redense; sicché, nel ‘Ti amo’ l’anima trova tutto in Dio, e Dio trova tutto nell’anima; perciò il valore del ‘Ti amo’ è infinito, è pieno di vita, di energia, non si stanca mai, supera tutto e trionfa di tutto; quindi voglio vederlo questo ‘Ti amo’ per Me sul tuo labbro, nel tuo cuore, nel volo dei tuoi pensieri, nelle gocce del tuo sangue, nelle pene e nelle gioie, nel cibo che prendi, in tutto. La vita del mio ‘ti amo’ dev’essere lunga, lunga in te, ed il mio Fiat che regna in te vi metterà il suggello del ‘ti amo’ divino”.
Dopo di ciò, innanzi alla mia mente si è presentato, ad un punto altissimo un Sole, la sua Luce era inaccessibile; dal centro di Esso uscivano continue fiammelle contenendo ciascuna un ‘ti amo’, e come uscivano si mettevano come in ordine intorno a questa Luce inaccessibile; però queste fiammelle restavano come legate da un filo di luce da quella Luce inaccessibile che alimentava la vita di quelle fiammelle; queste fiammelle erano tante che riempivano Cielo e terra. Mi pareva di vedere il nostro Dio come principio ed origine di tutto, e le fiammelle, la Creazione tutta come parto divino e di puro amore. Anch’io ero una piccola fiammella, ed il mio dolce Gesù mi spingeva a prendere il mio volo per ogni fiammella, per mettervi il doppio ‘Ti amo’. Io non so come mi son trovata fuori di me stessa, per girare in mezzo a quelle fiammelle ed imprimere il mio ‘Ti amo’ su ciascuna di esse, ma erano tante che mi sperdevo; ma una forza suprema mi faceva riprendere l’ordine ed il giro del mio ‘Ti amo’. …
“Ricambiare Iddio in amore per tutte le cose da Lui create, è un diritto divino, ed entra nel primo dovere della creatura”.
… Ora, mentre mi stavo fondendo nel Santo Voler Divino, per ricambiare in amore tutto ciò che Iddio avea fatto nella creazione per amor delle creature, il pensiero mi diceva che non era necessario il fare ciò, né era gradito al mio Gesù questo modo di pregare: sono invenzioni della mia testa. E il mio sempre amabile Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, tu devi sapere che questo modo di pregare, cioè di ricambiare Iddio in amore per tutte le cose da Lui create, è un diritto divino, ed entra nel primo dovere della creatura. La Creazione fu fatta per amore dell’uomo, anzi fu tanto il nostro amore, che se fosse necessario, avremmo creati tanti cieli, tanti soli, tante stelle, mari, terre, piante, e tutto il resto, per quante creature dovevano venire alla luce di questo mondo, affinché ognuna avesse una Creazione per sé, un universo tutto suo, come difatti, quando il tutto fu creato, fu solo Adamo lo spettatore di tutto il creato; egli poteva godere tutto il bene che voleva. E se ciò non facemmo, fu perché l’uomo poteva godere lo stesso, tutto, come se fosse suo, ad onta che gli altri ne godano. Difatti, chi non può dire che ‘il sole è mio’, e godere della luce del sole per quanta ne vuole? Che ‘l’acqua è mia’, e dissetarsi e servirsene dove gli necessita? Che ‘il mare, la terra, il fuoco, l’aria, sono miei’, e tante altre cose da Me create? E se in qualche cosa l’uomo pare che difetta, che stenta la vita, è il peccato, che sbarrando il passo ai miei benefizi, impediscono alle cose da Me create, d’essere largo per la creatura ingrata.
Quindi, stando tutto ciò, che in tutte le cose create Iddio vincolava il suo amore verso ciascuna creatura, in essa entrava il dovere di ricambiare Iddio col suo piccolo amore, con la sua gratitudine, col suo grazie verso Chi tanto avea fatto per lei. Questo non ricambiare Iddio in amore per tutto ciò che ha fatto nella Creazione per l’uomo, è la prima frode che fa la creatura a Dio, è un usurparsi i Suoi doni, senza neppure riconoscerli da donde vengono, e Chi tanto la ha amata.
Perciò è il primo dovere della creatura ed è tanto indispensabile questo dovere, ed importante, che Colei che prese a petto tutta la nostra gloria, la nostra difesa, il nostro interesse, non faceva altro che girare per tutte le sfere, dalla più piccola alla più grande delle cose da Dio create, per imprimere il suo ricambio d’amore, della gloria, del ringraziamento, per tutti ed a nome di tutte le umane generazioni. Ah, sì, fu proprio la mia Mamma Celeste che riempì cieli e terra del ricambio a (per) tutto ciò che Dio aveva fatto nella Creazione!
Dopo di lei fu la mia Umanità, che compì questo dovere sì sacrosanto, a cui tanto la creatura aveva mancato, e che Mi rese propizio il mio Padre Celeste verso l’uomo colpevole. Sicché furono le mie preghiere e quelle della mia inseparabile Mamma. Non vuoi tu dunque ripetere le mie stesse preghiere? Anzi, perciò ti ho chiamata nel mio Volere: affinché ti associ con Noi e segui e ripeti gli atti nostri”.
Ond’io cercavo, per quanto potevo, di girare per tutte le cose create, per dare al mio Dio il ricambio dell’amore, della gloria, della gratitudine, per tutto ciò che aveva fatto nella Creazione; mi pareva di vedere in tutte le cose il ricambio dell’amore della mia imperatrice Mamma e del mio amato Gesù. Questo ricambio formava la più bella armonia tra il Cielo e la terra e vincolava il Creatore alla creatura; ogni ricambio d’amore era un tasto, una sonatina di musica celeste che rapiva.
Il mio dolce Gesù ha soggiunto: “Figlia mia, tutte le cose create non furono altro che un atto della nostra Volontà, che le mise fuori, né esse possono spostarsi, né cambiare effetti, né posizioni, né cambiare ufficio, che ciascuno ricevette dal suo Creatore. Esse non sono altro che specchi, dove l’uomo doveva mirare i riflessi delle qualità del suo Creatore: dove la potenza, dove la bellezza, in altre cose create la bontà, l’immensità, la luce, insomma ogni cosa creata predica all’uomo le qualità del suo Creatore, e con voci mute dice quanto l’amo. Invece, nel creare l’uomo, non fu la sola nostra Volontà, ma una emanazione che uscì dal nostro seno, una parte di Noi stessi, che infondemmo in lui, e perciò lo creammo libero di volontà, acciò crescesse sempre più in bellezza, in sapienza, in virtù; a somiglianza nostra, lui poteva moltiplicare i suoi beni, le sue grazie.
Oh, se il sole fosse libero di volontà e potesse [fare], da uno due soli, da due quattro soli, quale gloria, quale onore non darebbe al suo Creatore, quanta gloria anche a sé stesso? Eppure ciò non possono fare le cose create, perché prive di intelligenza e di libero arbitrio e perché furono create per servire l’uomo; sicché, tutto il nostro amore era accentrato nell’uomo, e perciò gli mettemmo tutto il creato a disposizione, tutto ordinato a lui, perché l’uomo se ne servisse delle opere nostre come tante scale e vie per venire a noi, per conoscerci ed amarci. Ma qual è il nostro dolore nel vedere l’uomo al disotto delle nostre cose create, anzi trasformata dal peccato in bruttezza la sua bell’anima fatta da Noi? Non solo non cresciuta nel bene, ma orrida a vedersi? Eppure, come se tutto ciò che fu creato per lui non bastasse al nostro amore, per custodire questo libero arbitrio, gli facemmo il dono più grande, che superò tutti gli altri doni, cioè gli demmo la nostra Volontà come preservativo, come antidoto, come preventivo ed aiuto alla sua libera volontà. Sicché la nostra Volontà si mise a sua disposizione per dargli tutti quegli aiuti di cui l’uomo facesse bisogno.
Sicché la nostra Volontà gli fu data come vita primaria ed atto primo di tutte le sue opere; dovendo lui crescere in grazia ed in bellezza, avea bisogno d’una Volontà Suprema, che non solo facesse compagnia alla sua umana volontà, ma che si sostituisse all’operato della creatura; ma anche questo gran dono disprezzò e non volle conoscere.
Vedi dunque come entra la nostra Volontà nella vita primaria della creatura, e fino a tanto che tiene il suo atto primo, la sua vita, la creatura cresce in grazia, in luce, in bellezza, conserva il vincolo dell’atto primo della creazione, e Noi riceviamo la gloria di tutte le cose create, perché servono alla nostra Volontà operante nella creatura, scopo unico di tutta la creazione. Perciò ti raccomando, che la nostra Volontà sia per te la vita e l’atto primo di tutte le tue azioni”.
“Il ripetere lo stesso atto è segno che si ama, che si apprezza e che [si] vuol possedere lo stesso atto che [si] fa”.
Stavo, secondo il mio solito, fondendomi nella Santissima Volontà di Dio e, mentre giravo in essa per mettere il mio ‘Ti amo’ su tutte le cose, avrei voluto che il mio Gesù nulla vedesse e sentisse, se non il mio ‘Ti amo’, oppure il tutto attraverso di questo mio ‘Ti amo’; e mentre ripetevo la cantilena del mio ‘Ti amo’, pensavo tra me: “Si vede che sono proprio una piccola bimba, che non so dire che la storiella imparata, e poi a che mi giova il ripetere e sempre ripetere ‘Ti amo, Ti amo?’” Ma mentre ciò pensavo, il mio adorabile Gesù è uscito da dentro il mio interno, facendo vedere tutta la sua divina Persona impressa dovunque dal mio ‘Ti amo’: sulle labbra, sul volto, nella fronte, in mezzo alle punta delle dita, insomma dovunque; e con un accento tenero mi ha detto: “Figlia mia, non sei contenta che nessun ‘Ti amo’ che esce da te va sperduto, ma tutti restano impressi in Me? E poi sai a che ti giova il ripeterli? Tu devi sapere che quando l’anima si decide di fare un bene, di esercitare una virtù, forma il seme di quella virtù; col ripetere quegli atti, forma l’acqua per innaffiare quel seme sulla terra del proprio cuore, e quanto più spesso ripete, più innaffia quel seme, e la pianta cresce bella, verde, in modo che subito produce i frutti di quel seme. Invece se è lenta nel ripetere, molte volte quel seme resta soffocato, e se cresce, cresce esile e non dà mai frutto; povero seme, senza acqua sufficiente per crescere! Ed il mio sole non sorge su di quel seme, perché infecondo, per dargli la fecondità, la maturità ed il bel colorito ai suoi frutti. Invece col ripetere sempre quegli atti stessi, l’anima contiene molta acqua per innaffiare quel seme, il mio sole sorge su quel seme ogni volta che lo vede innaffiare, e si diletta tanto, conoscendo che (esso) tiene molta forza per crescere, che fò giungere i suoi rami fino a Me, e vedendo i molti frutti ne colgo con mio piacere e Mi riposo alla sua ombra. Sicché il ripetere il tuo ‘Ti amo’ per Me, ti procura l’acqua per innaffiare e formare l’albero dell’amore; il ripetere la pazienza, innaffia e forma l’albero della pazienza; il ripetere i tuoi atti nella mia Volontà forma l’acqua per innaffiare e formare l’albero divino ed eterno della mia Volontà; nessuna cosa si forma con un solo atto, ma con molti e molti ripetuti atti. Solo il tuo Gesù contiene questa virtù di formare tutte le cose, e le cose più grandi, con un solo atto, perché contengo la potenza creatrice; ma la creatura a via di ripetere lo stesso atto, forma a sorsi a sorsi il bene che vuol fare; coll’abitudine diventa natura quel bene e quella virtù, e [la creatura] ne diventa posseditrice, formandone tutta la sua fortuna.
Anche nell’ordine naturale succede così: nessuno diventa maestro coll’aver letto una volta o poche volte le vocali, le consonanti, ma chi costantemente ripete fino a riempirsi la mente, la volontà ed il cuore, di tutta quella scienza che conviene per poter fare da maestro agli altri; nessuno si trova sazio se non mangia boccone a boccone il cibo che ci vuole per saziarsi; nessuno raccoglie il seme se non ripete, chi sa quante volte, il suo lavoro nel suo campicello; e così di tante altre cose. Il ripetere lo stesso atto è segno che si ama, che si apprezza e che [si] vuol possedere lo stesso atto che [si] fa. Perciò ripeti ed incessantemente ripeti senza mai stancarti”.
Onde, dopo mi son trovata fuori di me stessa, ed il mio dolce Gesù mi ha portata girando in tutti quei punti dove avea, stando in terra, operato, patito, pregato ed anche pianto, tutto stava in atto, tutto ciò che aveva fatto; ed il mio amato Bene mi ha detto: “Figlia mia, figlia del mio Volere Supremo, la mia Volontà vuole farti parte di tutto; tutto ciò che tu vedi, sono tutte le mie opere che feci stando in terra, cui (che) la mia Volontà tiene in Sé sospese, perché le creature non si dispongono a volerle ricevere, e (in) parte perché non conoscono ancora ciò che Io feci. Vedi, qui ci sono le preghiere che di notte facevo, coperte di lacrime amare e di sospiri ardenti per la salvezza di tutti: stanno tutte in aspettazione per darsi alle creature, per darle [a loro] i frutti che contengono. Figlia, entra tu in esse, copriti colle mie lacrime, vestiti colle mie preghiere, affinché la mia Volontà compia in te gli effetti che ci sono nelle mie lacrime, preghiere e sospiri. La mia Volontà tiene come schierate in Sé le pene della mia infanzia, tutti i miei atti interni della mia vita nascosta, che sono prodigi di grazia e di santità, tutte le umiliazioni e gloria e pene della mia vita pubblica, le pene più nascoste della mia passione; tutto sta sospeso, il frutto completo non è stato preso dalle creature, ed aspetto chi deve vivere nel mio Volere, affinché non più stiano sospese [le mie opere], ma che si riversino su di loro per dargli [a loro] il frutto completo; solo chi deve vivere nella mia Volontà non farà stare più sospesi i miei beni.
Perciò entra in ciascun mio atto e pena, affinché la mia Volontà si compia in te; tra te e Me non voglio cose sospese, né tollero di non poterti dire ciò che voglio, perciò voglio trovare in te la mia stessa Volontà, affinché nulla si potesse opporre a ciò che vuol darti la mia stessa Volontà”.
E mentre ciò Gesù diceva, io passavo da un atto all’altro di Gesù e restavo come trasformata, coperta nei suoi stessi atti, preghiere, lacrime e pene. Ma chi può dire ciò che provavo? Spero che il benedetto Gesù mi dia la grazia di corrispondere e di compiere in me la sua adorabile Volontà, e in tutti. Amen.
5 Novembre 1925
I gemiti dello Spirito Santo nei Sacramenti.
Stavo, secondo il mio solito, fondendomi nel Santo Voler Divino, e mentre per quanto era a me possibile, cercavo di ricambiare col mio piccolo amore il mio Gesù di tutto ciò che ha fatto nella Redenzione, il mio amabile e dolce amore Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, col tuo volo nella mia Volontà giungi in tutti i Sacramenti da Me istituiti, scendi nel fondo di essi per darmi il tuo piccolo ricambio di amore. Oh, quante mie lacrime segrete vi troverai, quanti sospiri amari, quanti gemiti soffocati dello Spirito Santo! Il suo gemito è continuo alle tanti disillusioni del nostro amore. I Sacramenti furono istituiti per continuare la mia vita sulla terra in mezzo ai figli miei, ma ahimè, quanti dolori! Perciò sento la necessità del tuo piccolo amore. Sarà piccolo, ma la mia Volontà Me lo farà grande; il mio amore non tollera, per chi deve vivere nella mia Volontà, che non si associ ai miei dolori e che non Mi dia il suo piccolo ricambio di amore per tutto ciò che ho fatto e soffro. Perciò, figlia mia, vedi come geme il mio amore nei Sacramenti. Se vedo il neonato battezzare piango di dolore, perché mentre col Battesimo gli restituisco l’innocenza, ritrovo di nuovo il figlio mio, gli restituisco i diritti perduti sulla creazione, gli sorrido d’amore e compiacenza, gli metto in fuga il nemico affinché non abbia più diritto su di lui, lo affido agli angeli, e tutto il Cielo gli fa festa, ma subito il sorriso Mi si cambia in dolore, la festa in lutto. Vedo che quel battezzato sarà un mio nemico, un novello Adamo, forse pure un’anima perduta.
Oh, come geme il mio amore in ogni Battesimo! Specie, poi, se si aggiunge che il ministro che battezza non lo fa con quel rispetto, dignità e decoro che si conviene ad un Sacramento che contiene la nuova rigenerazione. Ahi! Molte volte si sta più attenti ad una bagattella, ad una scena qualsiasi, che ad amministrare un Sacramento. Sicché il mio amore si sente pungere dal battezzante e dal battezzato, e geme con gemiti inenarrabili. Non vorresti tu, dunque, darmi per ogni Battesimo un ricambio d’amore, un gemito amoroso, per far compagnia ai miei gemiti dolenti?
Passa nel Sacramento della Cresima, ahi, quanti sospiri amari! Mentre con la Cresima gli ridono il coraggio, gli restituisco le forze perdute, rendendolo invincibile a tutti i nemici, alle sue passioni, viene ammesso nelle file delle milizie del suo Creatore, affinché militi per l’acquisto della patria celeste; lo Spirito Santo gli ridona il suo bacio amoroso, gli prodiga mille carezze, e si esibisce compagno della sua carriera, ma molte volte si sente restituire il bacio del traditore, disprezza[re] le sue carezze, e [lo sente] fuggire dalla sua compagnia. Quanti gemiti, quanti sospiri per il suo ritorno, quante voci segrete al cuore a chi fugge da Lui, fino a stancarsi per il suo dire. Ma che? Invano! Perciò, non vuoi tu mettere il tuo ricambio d’amore, il bacio amoroso, la tua compagnia allo Spirito Santo che geme per tanta sconoscenza?
Ma non ti fermare, vola ancora e sentirai i gemiti angosciosi dello Spirito Santo nel Sacramento della Penitenza. Quanta ingratitudine! Quanti abusi e profanazioni da parte di chi lo amministra e da parte di chi lo riceve! In questo Sacramento, il mio Sangue si mette in atto sopra il peccatore pentito, per scendere sull’anima sua, per lavarlo, per abbellirlo, sanarlo e fortificarlo, per restituirgli la grazia perduta, per mettergli nelle mani le chiavi del Cielo, che il peccato gli aveva strappato, per suggellare sulla sua fronte il bacio pacifico del perdono. Ma, ahi, quanti gemiti strazianti nel vedere avvicinare le anime a questo sacramento di penitenza, senza dolore, per abitudine, quasi per uno sfogo del cuore umano! Altri, orribile a dirsi, invece d’andare a trovare la vita dell’anima, della grazia, vanno a trovare la morte, a sfogare le loro passioni. Sicché il Sacramento si riduce [ad] una burla, una buona chiacchierata, ed il mio Sangue, invece di scendere in loro come lavacro, scende come fuoco che li sterilisce maggiormente. Sicché in ogni Confessione il nostro amore piange inconsolabilmente, e singhiozzando ripete: ‘Ingratitudine umana, quanto sei grande! Dovunque cerchi d’offendermi, e mentre ti offro la vita, tu ricambi in morte la stessa vita che ti offro’. Vedi dunque come i nostri gemiti aspettano il tuo ricambio d’amore nel Sacramento della Penitenza!
Il tuo amore non si arresti, percorri tutti i tabernacoli, ciascun’Ostia sacramentale, ed in ogni Ostia sentirai gemere lo Spirito Santo con dolore inenarrabile. Il Sacramento dell’Eucaristia non è la sola vita loro, che ricevono le anime, ma è la mia stessa vita che si dà a loro, sicché il frutto di questo Sacramento è formare la mia vita in esse, ed ogni Comunione serve a far crescere la mia vita, a svilupparla, in modo da poter dire: ‘Io sono un altro Cristo’. Ma, ahimè, quanto pochi profittano! Anzi, quante volte scendo nei cuori e Mi fanno trovare le armi per ferirmi e Mi ripetono la tragedia della mia Passione, e come si consumano le Specie Sacramentali, invece di pressarmi a restare con loro, son costretto ad uscire bagnato di lacrime, piangendo la mia sorte Sacramentale, e non trovo chi quieta il mio pianto e i miei gemiti dolenti. Se tu potessi rompere quei veli dell’Ostia che Mi coprono, Mi troveresti bagnato di pianto, conoscendo la sorte che Mi aspetta nello scendere nei cuori. Perciò, il tuo ricambio d’amore per ogni Ostia sia continuo, per quietarmi il pianto; renderai meno dolorosi i gemiti dello Spirito Santo. Non ti fermare, altrimenti non ti troveremo sempre insieme nei nostri gemiti e nelle nostre lacrime segrete; sentiremo il vuoto del tuo ricambio d’amore.
Scendi nel Sacramento dell’Ordine. Qui sì, troverai i nostri più intimi dolori nascosti, le lacrime più amare, i gemiti più strazianti. L’Ordine costituisce l’uomo d’una altezza suprema, d’un carattere divino, il ripetitore della mia vita, l’amministratore dei Sacramenti, il rivelatore dei miei segreti, del mio Vangelo, della scienza più sacra, il paciere tra il Cielo e la terra, il portatore di Gesù alle anime. Ma ahimè, quante volte vediamo, nell’ordinato, che sarà un nostro Giuda, un usurpatore del carattere che gli viene impresso!
Oh, come lo Spirito Santo geme, nel vedere nell’ordinato strapparsi le cose più sacre; il carattere più grande che esiste fra il Cielo e la terra! Quante profanazioni! Ogni atto di quest’ordinato, fatto non secondo il carattere impresso, sarà un grido di dolore, un pianto amaro, un gemito straziante. L’Ordine è il Sacramento che racchiude tutti gli altri Sacramenti insieme. Perciò, se l’ordinato saprà conservare in sé integro il carattere ricevuto, metterà quasi in salvo gli altri Sacramenti, sarà lui il difensore ed il salvatore dello stesso Gesù. Perciò, non vedendo questo nell’ordinato, i nostri dolori si accentrano di più, i nostri gemiti [sono] più continui e dolenti.
Perciò, scorra il tuo ricambio d’amore in ogni atto sacerdotale, per far compagnia all’amore gemente dello Spirito Santo.
Presta l’orecchio del tuo cuore ed ascolta i nostri profondi gemiti nel Sacramento del Matrimonio. Quanti disordini in esso! Fu elevato da Me, il Matrimonio, come Sacramento, per mettervi in esso un vincolo sacro, il simbolo della Trinità Sacrosanta, l’Amore divino che essa racchiude; sicché l’amore che dovea regnare nel padre, madre e figli, la concordia, la pace, dovea simboleggiare la Famiglia Celeste. Onde dovevo avere sulla terra tante altre famiglie simili alla Famiglia del Creatore, destinate a popolare la terra, come altrettanti angeli terrestri, da ricondurli a popolare le regioni celesti. Ma ahi, quanti gemiti nel vedere formare nel Matrimonio famiglie di peccato che simboleggiano l’inferno, con la discordia, col disamore, con l’odio, che popolano la terra come tanti angeli ribelli, che serviranno a popolare l’inferno! Lo Spirito Santo geme con gemiti strazianti in ogni Matrimonio, nel vedere formare sulla terra tanti covi infernali; perciò il tuo ricambio d’amore in ogni Matrimonio, in ogni creatura che viene alla luce; così il tuo gemito amoroso renderà meno dolenti i nostri gemiti continui.
I nostri gemiti non sono finiti ancora, perciò il tuo ricambio d’amore giunga sul letto del morente quando viene amministrato il Sacramento dell’Estrema Unzione. Ma ahi, quanti gemiti, quante nostre lacrime segrete! Questo Sacramento contiene la virtù di mettere in salvo, a qualunque costo, il peccatore morente; è la conferma della santità ai buoni e ai santi. È l’ultimo vincolo che mette, colla sua unzione, tra la creatura e Dio, è il suggello del Cielo che imprime nell’anima redenta, [per] purificarla e abbellirla, è l’ultima pennellata che dà lo Spirito Santo per disporla a partire dalla terra, per farla comparire innanzi al suo Creatore. Insomma, con l’Estrema Unzione è l’ultimo sfoggio del nostro amore, è l’ultima rivestitura dell’anima, è l’assettamento di tutte le opere buone. Perciò agisce, in modo sorprendente, ai vivi alla grazia. Con l’Estrema Unzione viene coperta l’anima come da una rugiada celeste che le smorza come d’un sol fiato le passioni, l’attacco alla terra ed a tutto ciò che non appartiene al Cielo. Ma ahi, quanti gemiti, quante lacrime amare, quante indisposizioni, quante trascuratezze, quante perdite di anime, quante poche santità trova da confermare, quante scarse opere buone da riordinare e rassettare!
Oh, se si potesse[ro] sentire da tutti, i nostri gemiti, il nostro pianto sul letto del morente, nell’atto di amministrare il Sacramento dell’Estrema Unzione, piangerebbero tutti di dolore! Non vuoi tu dunque darci il tuo ricambio d’amore per ogni volta che viene amministrato questo Sacramento, che è l’ultimo sfoggio del nostro amore verso la creatura? La nostra Volontà dovunque t’aspetta, per avere il tuo ricambio d’amore e la compagnia ai nostri gemiti e sospiri”.
“E’ solito della Sapienza Eterna stabilire gli atti della creatura, per dare compimento al bene che vuol fare ad essa”.
Stavo fondendomi, secondo il mio solito, nel Santo Voler Divino, e il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha stretta tutta a sé, e si è messo in atto di darmi una lezione e correzione, e mi ha detto: “Figlia mia, sii attenta nel fare i tuoi atti nella mia Volontà. Tu devi sapere che chi è chiamato come capo d’una missione, quanto più racchiude di bene appartenente a quella missione, tanto più di bene potrà comunicare agli altri. Quei beni saranno come tanti germi che presterà agli altri, affinché, chi avrà la fortuna di voler acquistare quei germi, si renderà possessore del raccolto di quei germi stessi. Ciò successe in Adamo che, essendo il primo uomo, veniva costituito capo di tutte le generazioni, ed essendo lui il capo, si rendeva necessario che doveva possedere i germi, da poter dare agli altri ciò che è necessario allo sviluppo della vita umana; che poi questi germi sono stati ingranditi, delucidati, più conosciuti, a secondo la buona volontà delle generazioni susseguenti, della capacità ed applicazione che hanno fatto sopra quegli stessi germi; ma Adamo li aveva tutti in sé, e si può dire che tutto da lui viene.
Sicché si può dire che nell’essere creato da Dio, fu dotato di tutte le scienze, ciò che gli altri imparano con tante fatiche, lui le possedeva come doni in modo sorprendente; quindi pos-sedeva la conoscenza di tutte le cose di questa terra, aveva la scienza di tutte le piante, di tutte le erbe, e la virtù di ciascuna di esse che (e la virtù che ciascuna di esse) conteneva; aveva la scienza di tutte le specie di animali e del come doveva usarne; aveva la scienza della musica, del canto, dello scrivere, della medicina, insomma di tutto; e se le generazioni posseggono ciascuna la sua scienza speciale, Adamo le possedeva tutte. Vedi dunque che chi doveva essere capo è necessario che racchiuda in sé tutto il bene che (al quale) devono partecipare gli altri.
Così è di te, figlia mia, siccome ti ho chiamata come capo d’una missione speciale, più che a novello Adamo, e non si tratta di scienze umane, ma è della Scienza delle scienze, qual è la mia Volontà, Scienza tutta di Cielo, voglio che racchiudi in te tutti i germi che la mia Volontà contiene, e quanti atti di più farai in essa, e conoscenza di più acquisterai, tanto più raggi di luce metterai al sole della mia Volontà. Onde, stando più pienezza di luce, si potrà più diffondere a bene delle generazioni, in modo che, colpite dalla pienezza della luce, potranno conoscere con più chiarezza il bene che contiene la mia Volontà, che significa vivere in Essa, ed il gran bene di cui restano arricchite. Succederà come succede del sole che, siccome possiede tanta pienezza di luce, può con facilità prendere come in pugno tutta la terra, riscaldarla, illuminarla e fecondarla, in modo che tutti possono conoscere, chi più, chi meno, il bene che fa col portare la sua luce a tutti. Ma se il sole nell’alto della sua sfera fosse povero di luce, poteva la luce che scende nel basso illuminare pienamente tutta la terra? Al più qualche piccola parte della terra, che gira, più da vicino, al sole. E se il sole che naturalmente doveva illuminare la terra, diede tale pienezza di luce pel bene di tutte le generazioni, molto più voglio riempire di pienezza di luce il Sole della mia Volontà, che deve illuminare le anime, riscaldarle e gettare in esse la fecondità del germe della santità divina.
Come scelsi Adamo come capo, così ho scelto un punto del cielo dove fissare il centro del sole che doveva illuminare la terra, e così ho scelto te come centro del Sole della mia Volontà; e dev’essere tanta la pienezza della Luce, che tutti potranno godere ed essere investiti da questa Luce, e farla ciascuno come cosa propria. Perciò ci vogliono i tuoi atti completi nella mia Volontà e la conoscenza che Io ti vado manifestando per formare la pienezza di questa Luce. È solito della Sapienza eterna stabilire gli atti della creatura, per dare compimento al bene che vuol fare ad essa. Ciò successe, per venire la Redenzione sulla terra, del Verbo Eterno. Ci volle il corso di quattromila anni, ed in questo frattempo stavano stabiliti tutti gli atti che dovevano fare le creature per disporsi a meritarsi il gran bene della Redenzione, e tutte le grazie e conoscenze che dovea dare la Suprema Maestà, per far conoscere lo stesso bene che dovea portare la discesa del Verbo in mezzo a loro. Ecco, perciò, i patriarchi, i santi padri, i profeti, e tutti i buoni dell’Antico Testamento, che con i loro atti dovevano far la via, la scala, per giungere al compimento della Redenzione bramata. Ma ciò non bastò; per quanto buoni e santi erano i loro atti, c’era il muro altissimo del peccato originale, che manteneva la divisione tra loro e Dio. Ecco, perciò ci volle una Vergine concepita senza macchia originale, innocente e santa, ed arricchita da Dio di tutte le grazie, la quale fece come suoi tutti gli atti buoni del corso dei quattromila anni, li coprì con la sua innocenza, santità e purità, in modo che la Divinità vedeva quegli atti attraverso degli atti di questa innocente e santa creatura, la quale, non solo abbracciò tutti gli atti degli antichi, ma Essa con i suoi li superò tutti, e perciò ottenne la discesa del Verbo sulla terra.
Successe, a tutti gli atti buoni degli antichi, come (a) chi tiene molto oro ed argento, però con (in) quel metallo prezioso non sta coniata l’immagine del re, che dà il valore di moneta a quel metallo; onde, sebbene per sé stesso contiene il valore, ma non può chiamarsi valore di moneta che possa correre nel regno come diritto di moneta; ma supponi che quell’oro o argento fosse acquistato dal re, e dandogli la forma di moneta vi coniasse la sua immagine, ed ecco acquistato (da) quell’oro il diritto di moneta. Così fece la Vergine: vi coniò la sua innocenza, la sua santità, il Voler Divino che Essa possedeva integro, e li presentò tutti insieme alla Divinità ed ottenne il Redentore bramato. Sicché la Vergine completò tutti gli atti che ci volevano per far scendere il Verbo sulla terra. Ma qui non finì.
Per fare che il Redentore avesse il suo campo d’azione sulla terra, e che chiunque li volesse potesse servirsene di quegli atti, come monete per comprarsi il Cielo, ci voleva il conio dell’innocenza, santità e Voler Divino, ci voleva il conio dell’operato dello stesso Verbo, per far salire l’uomo al Cielo. Se quello (l’operato) della Vergine bastò per farmi scendere in mezzo alle creature, per far salire l’uomo ci voleva il mio operato divino, ed ecco, perciò, che Io abbracciai e feci miei tutti quegli atti, supplii a tutti, compii tutto, e per tutti vi misi il conio divino a tutti gli atti buoni, dal primo all’ultimo uomo che verrà sulla terra; e questo conio fu fatto da Me con pene inaudite e con lo sborso del mio Sangue, e così diedi, come re magnanimo, la moneta a tutti per comprarsi il Cielo. Tutto questo era stabilito dalla Sapienza increata, e neppure un atto poteva mancare di tutto ciò, per venire a compimento la Redenzione.
Ora, figlia mia, come fu della Redenzione, così è della mia Volontà. Per farla conoscere e farla regnare come atto primo di vita nella creatura, ci vuole il compimento degli atti umani. Anche tu, a esempio della mia celeste Mamma e del mio, devi nella mia stessa Volontà abbracciare tutti gli atti fatti nell’Antico Testamento, quelli della Regina del Cielo, quelli fatti da Me, quelli che si fanno e si faranno da tutti (i) buoni e santi, fino all’ultimo dei giorni, ed a tutti metterai il tuo suggello di ricambio d’amore, di benedizione, d’adorazione, colla santità e potenza della mia Volontà. Nulla ti deve sfuggire. La mia Volontà abbraccia tutto; anche tu devi abbracciare tutto e tutti, e mettervi il primo posto d’onore su tutti gli atti delle creature, cioè la sola mia Volontà. Essa sarà il tuo conio, in (con) cui conierai l’immagine della mia Volontà su tutti gli atti delle creature.
Perciò, il tuo campo è vasto; ti voglio vedere, nella mia Volontà, scorrere su tutte le grazie e prodigi che feci nell’Antico Testamento, per darmi il tuo ricambio d’amore e di ringraziamento, negli atti dei patriarchi e profeti, per supplire al loro amore. Non c’è atto in cui non ti voglio trovare; non Mi sentirei pago, né contento, se non ti trovassi in tutti gli atti delle creature che si son fatti e si faranno, né tu potresti dire che hai completato tutto nella mia Volontà; ti mancherebbe qualche cosa del vero vivere nel mio Volere.
Perciò sii attenta, se vuoi che la pienezza della Luce sia tanto sufficiente da poter illuminare col Sole della mia Volontà tutte le genti. Chi vuole dar luce a tutti, deve abbracciare tutti come d’un solo amplesso, col farsi vita e supplemento di tutto e di tutti. Non è forse la mia Volontà vita di tutto, e che questa vita viene ricambiata con tante amarezze? Non ci vuole dunque chi scorre in tutti, per raddolcire queste amarezze, col sostituirsi atto di vita colla mia stessa Volontà per ogni atto dell’ingrata creatura?”
Differenza tra le virtù e la Divina Volontà.
“… Tutte le cose create nel loro muto linguaggio dicono all’uomo: ‘Ti portiamo la felicità, la gioia del nostro Creatore’.
Ma vuoi sapere tu, in chi, tutte le cose create trovano l’eco della loro gioia e felicità? In chi trovano regnante e dominante la mia Volontà, perché [con] quella Volontà che regna integra in loro e che possiede lo stesso Dio e che regna nell’anima, si forma una sola cosa e straripano, l’una all’altra, mari di gioie, di felicità e di contenti; sicché è una vera festa.
Perciò figlia mia, ogni qual volta ti fondi nella mia Volontà e giri per tutte le cose create per suggellarmi il tuo amore, la tua gloria, la tua adorazione su ciascuna cosa che ho creato per felicitarti, Mi sento rinnovare la gioia, la felicità, la gloria, come nell’atto quando uscimmo fuori tutta la Creazione. Tu non puoi capire la festa che Ci fai nel vedere la tua piccolezza che, volendo abbracciare tutto nella nostra Volontà, Ci ricambia in amore, in gloria, per tutte le cose create. È tanta la nostra gioia che mettiamo tutto da parte per goderci la gioia, la festa che Ci dai.
Perciò il vivere nel Supremo Volere è la cosa più grande per Noi e per l’anima, è lo sbocco del Creatore sulla creatura, che riversandosi su di essa le dà la sua forma e le partecipa tutte le qualità divine, in modo che Ci sentiamo ripetere da lei le opere nostre, la gioia nostra, la nostra felicità”.
Il Regno della Volontà di Dio come nuova Creazione. Gusto di Gesù nel sentire parlare della sua Volontà.
Stavo, secondo il mio solito, facendo il mio giro nel Volere Supremo, ed il mio dolce Gesù faceva vedere un globo di luce nel mio interno. E come ripetevo i miei atti nel Fiat Divino, così si faceva più grande, ed i raggi che da esso uscivano si facevano più lunghi, ed il mio sempre amato Gesù mi ha detto: “Figlia mia, quanto più spesso giri nella mia Volontà per ripetere i tuoi atti, tanto più grande si forma la rotondità del globo di luce; e quanta più forza di luce possiede, tanto più si possono stendere i suoi raggi che devono illuminare il Regno del Fiat Eterno. I tuoi atti fusi, sperduti nel mio Volere, formeranno il sole speciale che deve illuminare un regno sì santo. Questo sole possederà la forza creatrice e, come stenderà i suoi raggi, così resterà l’impronta della sua santità, della bontà, della luce, della bellezza e della somiglianza divina. Chi si farà illuminare dalla sua luce sentirà la forza d’una nuova creazione continua di gioia, di contenti e di beni senza fine…
20 Novembre 1926
Come tutti gli Attributi divini si mettono in ufficio di formare nell’anima il maricello delle loro qualità. Come tutti abbiano un moto.
Stavo, secondo il mio solito, facendo il mio giro nella Creazione per seguire gli atti della Volontà Suprema in essa. Ma mentre ciò facevo, il mio sempre amabile Gesù, facendomi sentire la sua voce dolcissima in ciascuna cosa creata, mi diceva: “Chi chiama il mio amore per fare, o che il mio amore scendesse in lei o che il suo salisse nel mio per fondersi insieme e formare un solo amore, e dare il campo d’azione al mio amore, da far sorgere nell’anima il nuovo maricello del suo amore? Il mio amore trionfa e festeggia perché gli vien dato il suo sfogo ed il suo campo d’azione”.
Come passavo nel sole, nel cielo, nel mare, così sentivo la sua voce che diceva: “Chi chiama la mia luce eterna, la mia dolcezza infinita, la mia impareggiabile bellezza, la mia fermezza irremovibile, la mia immensità, per corteggiarle e dar loro il campo d’azione per fare svolgere nella creatura altrettanti mari di luce, di dolcezza, di bellezza, di fermezza ed altro, per dar loro il contento di non farle stare inoperose e servirsi della piccolezza della creatura, per racchiudere in essa le loro qualità? Chi è colei dunque? Ah, è la piccola figlia del nostro Volere!”
Onde dopo che in ciascuna cosa creata sentivo dirmi: “Chi è che Mi chiama?” Il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno e tutto stringendomi a Sé mi ha detto: “Figlia mia, come giri nella mia Volontà per seguirla in ciascuna cosa creata, così tutti i miei attributi sentono la tua chiamata ed escono in campo per formare ciascuno il maricello delle loro qualità. Oh, come trionfano nel vedersi operosi di poter formare ciascuno il loro maricello! Ma cresce il loro sommo gusto e diletto di poter formare nella piccola creatura i loro mari di amore, di luce, di bellezza, di tenerezza, di potenza ed altro. La mia Sapienza fa da artefice valente ed ingegno meraviglioso nel mettere nella piccolezza le sue qualità immense ed infinite. Oh, come armonizza l’anima che vive nel mio Volere, coi miei attributi! Ciascuno di essi si mette in ufficio per stabilire le loro qualità divine. Se tu sapessi il gran bene che ti viene nel seguire la mia Volontà in tutti gli atti suoi, ed il lavorio che svolge in te, anche tu sentiresti la gioia di una festa continua”.
Onde dopo ciò, io continuavo a seguire la Creazione e dappertutto [continuavo a] vedere scorrere quel moto eterno che mai si ferma, e pensavo tra me: “Come posso seguire in tutto il Supremo Volere, se Lui corre così rapido in tutte le cose? Io non ho la sua virtù né la rapidità sua, quindi mi conviene lasciare dietro, senza poter seguire in tutto il suo eterno mormorio”. Quindi, mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno mi ha detto: “Figlia mia, tutte le cose hanno un moto continuo, perché essendo uscite da un Ente Supremo che contiene un moto pieno di vita, ne veniva di conseguenza che tutte le cose uscite da Dio dovevano contenere un moto vitale che mai cessa, e se cessa significa che cessa la vita. Vedi, tu stessa hai un mormorio, un moto continuo nel tuo interno. Anzi, la Divinità, nel creare la creatura, le dava la somiglianza delle Tre Divine Persone, metteva in essa tre moti che dovevano mormorare continuamente per unirsi a quel moto continuo e mormorio d’amore del loro Creatore, e questi sono il moto del palpito del cuore che mai cessa, la circolazione del sangue che sempre gira senza mai fermarsi, il respiro che mai si arresta. E questo è nel corpo. E nell’anima ci sono altri tre moti che mormorano continuamente: l’intelletto, la memoria e la volontà.
Perciò il tutto sta che il tuo moto sia legato al moto del tuo Creatore per mormorare insieme col moto eterno. Così, segui la mia Volontà nel suo moto che mai si arresta, nei suoi atti che mai cessano, e farai ritornare il tuo moto nel seno del tuo Creatore, che con tanto amore aspetta il ritorno delle opere sue, del suo amore e del suo mormorio…”
Volume 21
La Redenzione di Nostro Signore ha dato il diritto di risorgere alle creature. Differenza che passa tra chi opera nel Volere Divino e chi opera fuori di Esso.
… stavo fondendomi nel Santo Voler Divino richiamando tutti gli atti delle creature, perché tutti risorgessero in Esso; ed il mio dolce Gesù mi ha detto: “Figlia mia, che gran differenza passa tra un atto fatto nella mia Volontà ed un atto anche buono fatto fuori di Essa; nel primo vi corre una vita divina dentro di esso, e questa vita riempie cielo e terra e quell’atto riceve il valore d’una vita divina, nel secondo vi corre un atto di vita umana e questo è limitato, ristretto, che molte volte il suo valore finisce col finire l’atto, e se valore c’è dentro, è valore umano soggetto a perire”.
La parola di Gesù diventa natura nell’anima che vive nella Divina Volontà.
… Dopo ciò continuavo a pensare al gran bene di vivere nel Voler Divino, ed il dolce Gesù ha ripreso il suo dire: “Figlia mia, è tanto questo bene, che sento al vivo la nostra[2] Vita palpitante in essa[3], tanto che non abbiamo più bisogno di parole per farci intendere; il nostro respiro nel suo è parola, la quale investe l’essere umano, lo trasmuta nella nostra parola e sente che parla nella mente, nelle opere, nei passi, e la virtù della nostra parola creatrice la investe in modo che si fa sentire nelle più intime fibre del cuore, e cambia nella mia stessa parola la creatura. La mia parola diventa natura in essa e non fare ciò che dico e voglio sarebbe come se andasse contro sé stessa, ciò che non può essere.
Sicché per chi vive nel mio Volere Io sono parola nel respiro, nel moto, nell’intelligenza, nello sguardo, in tutto, tanto che mentre si sente fusa ed inzuppata nella mia parola, non avendo sentito il suono della mia voce si meraviglia e dice: ‘Come sento la mia natura cambiata nella sua parola! E non so quando me l’ha detta’. Ed Io le dico: ‘Non sai che sono parola ad ogni istante? Ed ancorché tu non Mi ascolti Io parlo, sapendo che quando entrerai nel gabinetto dell’anima tua, tu la troverai e prenderai il dono della mia parola’. Le mie parole non fuggono, ma restano, e trasformano la natura umana in esse. Ci passa tale unione e trasformazione tra chi vive nel nostro Volere e Noi che Ci intendiamo senza parlare, e parliamo senza parola. E questo è il più gran dono che possiamo fare alla creatura: parlare col respiro, col moto. È tanto immedesimata con Noi che usiamo gli stessi modi che usiamo con Noi Stessi, e ad onta che il nostro Essere Divino è tutto parola e voce, quando non vogliamo non Ci facciamo sentire a nessuno.
Perciò sii attenta e lasciati guidare in tutto dal mio Volere”.
Fiat !
[1] Crea l’anima = l’anima crea
[2] delle Tre Persone Divine
[3] nell’anima