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“ … Ciò che ti dico sul MIO VOLERE non è altro che lo svolgimento del Nostro decreto, fatto ‘ab aeterno’ nel Concistoro della Nostra Trinità Sacrosanta, che Esso deve tenere il Suo Regno sulla terra; ed i Nostri Decreti sono infallibili, nessuno Ce li può impedire, che non vengano effettuati. Come fu il decreto della Creazione e della Redenzione, è decreto Nostro il REGNO della NOSTRA VOLONTA’ sulla terra!” (Gesù a Luisa Piccarreta il 2 ottobre 1938)
PREMESSA
Il presente fascicolo è costituito da alcuni brani tratti dal Diario, proposti come semplice lettura ed iniziale approccio ad un contenuto dottrinale quanto mai vasto. Non ha finalità di trattazione organica; è solo una proposta, o quanto meno uno stimolo ad una umile curiosità, per un ulteriore approfondimento degli Scritti sulla dottrina del Divin Volere.
Luisa Piccarreta è nata a Corato, nelle Puglie (Italia), il 23 aprile 1865 e vi è morta il 4 marzo 1947.
I suoi scritti sulla Divina Volontà possono essere distinti, anche se impropriamente, in due particolari gruppi:
- Scritti che possiamo definire opere monografiche.
- Scritti relativi al Diario della personale esperienza mistica.
Nel primo gruppo rientrano i due libri:
Le Ore della Passione di N.S.G.C.
La Regina del Cielo nel Regno della Divina Volontà.
Il primo è la meditazione, con riflessioni, delle ultime 24 Ore della Passione di Gesù. Il secondo raccoglie 31 meditazioni con preghiere sui misteri di Maria SS., alla luce della Divina Volontà. Entrambi i libri sono stati diffusi in varie edizioni a partire dal 1920.
Sempre nel primo gruppo si possono comprendere molti altri scritti quali preghiere, inni, invocazioni, alcuni brevi, altri più articolati come il Pio Pellegrinaggio dell’anima nell’operato della Divina Volontà .
A sé sta il vasto Epistolario, fonte di notizie biografiche e di proposte di meditazione sulla dottrina del Divino Volere.
Il secondo gruppo, di gran lunga il più ampio, comprende il Diario dei colloqui mistici dal 28 febbraio 1899 al 28 dicembre 1938. Comprende inoltre una prima parte esposta in forma di narrazione, relativa alla personale esperienza mistica negli anni precedenti il 28 febbraio 1899.
Il Diario è costituito da 36 grossi quaderni personalmente manoscritti da Luisa Piccarreta, parte dei quali ricopiati e dattiloscritti in alcune copie da persone intime e devote. E’ il diario quasi giornaliero - scritto per assoluta obbedienza - di quanto le viene personalmente rivelato sulle conoscenze della Divina Volontà e sul vivere nel Divin Volere: scritti solo parzialmente pubblicati.
“Sono affogato dall’Amore!... vengo a portarti il più gran Dono, vengo ad insegnarti come vivere nella Mia Volontà”
“ Vengo in mezzo a voi col Cuore soffocato nelle mie fiamme d’Amore,
vengo come Padre in mezzo ai figli teneramente amati, per stare con voi, per vivere con voi mediante Una sola Volontà, un solo Amore; vengo col corteggio delle mie Pene, del mio Sangue,
delle mie Opere e della mia stessa Morte. Guardatemi, ogni goccia del mio Sangue, ogni pena, tutte le mie opere, i miei passi, fanno a gara per darvi la mia Divina Volontà,
persino la mia morte vuol donarvi la resurrezione della vita.
Nella mia Umanità tutto vi ho preparato: vi ho impetrato grazie, aiuti, luce, forza per ricevere un dono sì grande. Per parte mia tutto ho compiuto, ora aspetto la parte vostra.
Chi sarà così ingrato da non voler ricevere Me e il Dono che gli porto? Sappiate che è tanto il mio Amore che Io non terrò conto della vostra vita passata; seppellirò nel mare del mio Amore le stesse vostre colpe, tutti i vostri mali, affinché siano tutti bruciati.
Incominceremo così insieme la nuova vita, intessuta soltanto di Volontà Mia. Chi avrà cuore di darmi un rifiuto?
Se mi accoglierete, Io rimarrò con voi come Padre in mezzo ai suoi figli, per vivere sempre uniti in una sola Volontà.
Oh, quanto sospiro e bramo che i miei cari figli stiano sempre con Me e vivano nella mia stessa Volontà!
E’ da circa seimila anni che Io reclamo e voglio i figli miei attorno a Me per renderli felici e santi. Il mio Amore giunge perfino a soffocarmi e a farmi spasimare, perciò tra i singhiozzi e i dolori ripeto a tutti : “ Figli miei, figli miei, perché non venite al Padre vostro? Perché andaste lontani da Me, raminghi, poveri, pieni di tutte le miserie? I vostri mali sono ferite al mio Cuore ed Io sono già stanco di aspettarvi.
Perciò, non potendo più contenere l’Amore che mi brucia, vengo Io stesso a cercarvi ed a portarvi il gran dono della Mia Volontà.
Deh, vi prego, vi supplico, vi scongiuro, ascoltatemi, muovetevi a compassione delle mie lacrime, dei miei sospiri ardenti!
Vedete, mediante queste pagine Io non solo vengo a voi come Padre, ma ancora come Maestro. Datemi ascolto poiché vi insegnerò cose sorprendenti, lezioni di Cielo, le quali vi porteranno luce che mai si spegne, amore che sempre arde, forza divina, coraggio intrepido, santità che sempre cresce; ad ogni passo esse vi sgombreranno la via per condurvi con sicurezza alla Patria Celeste.
Osservate ancora: Io vengo pure come Re in mezzo al suo popolo, non per chiedere imposte e tributi, ma per domandare la vostra volontà, le vostre miserie, le vostre debolezze, tutti i vostri mali.
La mia Sovranità vuole per Sé tutto ciò che vi rende infelici, inquieti, tormentati, per nasconderlo e per bruciarlo nel mio amore; qual Re benefico, pacifico, magnanimo, Io vi accorderò in cambio la mia Volontà, il mio amore più tenero, le mie ricchezze e felicità, con la pace e con la gioia più pura.
Se mi cederete la vostra volontà umana per far regnare in mezzo a voi la Mia Divina, vi accerto che sarete felici appieno.
Il Cielo e la terra vi sorrideranno, la mia Mamma Celeste vi farà da Madre e da Regina.
Per appagare i miei desideri ardenti e per rendervi felici Ella, conoscendo il gran bene che vi porterà il Regno del mio Volere, ed amandovi quali
miei veri figli, sta già accingendosi con premura tutta materna a disporre le nazioni e i popoli a ricevere il dominio del Regno della mia Volontà.
Fu Lei che preparò le genti per farmi discendere dal Cielo sulla terra: e a Lei ora affido l’alto e santo incarico di disporre l’umanità, con la forza del suo materno amore, a ricevere un
Dono sì grande.
Perciò, ascoltatemi figli miei, meditate con attenzione e passione queste pagine e sentirete il bisogno di vivere della mia Volontà. Io mi porrò vicino a voi allorquando leggerete, vi toccherò la mente e il cuore affinché possiate comprendere la preziosità del Dono che il mio ardente Amore vi offre, e vi risolviate con generosità e con gioia a vivere con Me, nella santità della mia Volontà Divina”.
(dagli scritti di Luisa Piccarreta: ‘ Appello del Re dei re al suo popolo perentrare nel Regno della Sua Divina Volontà ’ )
“O iniquo mondo, tu stai facendo di tutto per cacciarmi dalla faccia della terra, per bandirmi dalla società, dalle scuole, dalle conversazioni e da tutto; stai macchinando come abbattere i templi ed altari, come distruggere la mia Chiesa ed uccidere i miei ministri ed Io ti sto preparando un’era di amore: l’era del mio Terzo FIAT.
Tu farai la tua via per bandirmi ed Io ti confonderò d’amore, ti seguirò di dietro, mi farò incontro davanti per confonderti in amore; e dove tu mi avrai bandito, Io erigerò il mio trono e vi regnerò più di prima, ma in modo sorprendente, tanto che tu stesso cadrai ai piedi del mio trono e come legato dalla forza dell’amo-re”. (dal Diario di Luisa Piccarreta Vol. 12° - 8.2.1921)
LA PROMESSA DELLA DIVINA VOLONTA’
(Gesù, a Luisa Piccarreta, il 5 febbraio 1928 - vol. 23:) “ ... Figlia mia, come Adamo peccò, Dio gli fece promessa del futuro Redentore: passarono secoli, ma la promessa non venne meno e le generazioni ebbero il bene della Redenzione.
Ora, come venni dal Cielo e formai il Regno della Redenzione, prima di partire dalla terra, feci un’altra promessa più solenne: dell’ AVVENTO del REGNO della MIA VOLONTA’, nella preghiera del Pater Noster ; e perché questo Regno si potesse più sicuramente ottenere, feci questa promessa formale nella solennità della mia preghiera, pregando il Padre che ‘ facesse venire il Suo Regno ’, e che ‘ la Volontà Divina si facesse come in Cielo così in terra ’.
Volli mettermi Io a capo di questa preghiera, conoscendo che tale era la Volontà del Padre mio che, pregato da Me, non mi avrebbe nulla negato; molto più che con la Sua stessa Volontà Io pregavo e chiedevo una cosa dal mio stesso Padre voluta.
Dopo d’aver formata questa preghiera innanzi al Padre Celeste, sicuro che mi avrebbe accordato il Regno della mia Volontà sulla terra, l’insegnai ai miei Apostoli, affinché a loro volta, l’insegnassero a tutto il mondo, perché uno fosse il grido di tutti: ‘ sia fatta la Volontà Tua, come in Cielo così in terra ’.
Promessa più certa e solenne non avrei potuto fare; i secoli per Noi (Tre Persone Divine) sono come un punto solo e le nostre Parole sono atti e fatti compiuti; quindi, son passati secoli, ma il Regno del Divin Volere certamente verrà .
Il mio stesso pregare al Padre Celeste: ‘ venga, venga il Regno Tuo, sia fatta la Volontà Tua come in Cielo così in terra ’, significa che con la mia venuta sulla terra, non venivo a stabilire il Regno della Mia Volontà, altrimenti avrei detto: ‘Padre mio, il Regno Nostro che già ho stabilito sulla terra sia confermato e la Nostra Volontà domini e regni’. Invece dissi: ‘ Venga ’; ciò significa che doveva venire e le creature dovevano aspettarlo con quella certezza con cui gli Ebrei aspettarono il futuro Redentore.
Vi è la Mia Divina Volontà legata e compromessa in quelle parole del ‘ Pater Noster ’, e quando Essa si lega è più che certo ciò che promette. Molto più che il tutto fu da Me preparato; non ci volevano altro che le manifestazioni del Regno mio: questo lo sto già facendo; e se manifesto tante verità sul mio FIAT non è per dare una semplice notizia, no, ma perché voglio che tutti conoscano che il suo Regno è vicino e che apprezzino le sue belle prerogative, affinché tutti amino, sospirino d’entrare a vivere in un Regno sì santo, pieno di felicità e di tutti i beni.
Quindi, ciò che a te sembra difficile - dice Gesù a Luisa Piccarreta - alla Potenza del Nostro FIAT è facile, perché Essa sa smuovere tutte le difficoltà e conquidere tutto come vuole e quando vuole ”.
(8 maggio 1923 – vol. 15°) “ ... Dopo aver implorato il Padre perché il Regno di Dio si estendesse sulla terra, Io proseguii la mia preghiera in nome e in favore di tutti gli uomini.
Domandando il ‘ pane quotidiano ’ intendevo chiedere tre specie di pane: cioè quello della Mia Volontà, quello Eucaristico e quello materiale.
Il pane della Divina Volontà è, fra tutti, il più necessario, poiché la creatura ne ha bisogno ad ogni istante per poter formare in se stessa la vita divina, mentre per alimentare la propria esistenza non usufruisce che due o tre volte al giorno di quello materiale.
L’Eucaristia fu il secondo pane che domandai per l’umanità. Ma quali frutti avrebbe Esso recato se l’uomo non si fosse prima nutrito del Volere Divino? Figlia mia, se tu sapessi quanto soffro nella creatura che, invece di cibarsi di questo pane, si alimenta di quello corrotto della volontà umana! Sebbene Io entri, tuttavia Io non le posso comunicare né i benefici effetti del Divino Sacramento, né la mia Santità, e se qualche cosa le dono, ciò avviene in piccola porzione ed a seconda delle sue disposizioni. Per poterle dispensare i doni della mia vita Sacramentale, debbo pazientemente attendere che essa si cibi della Suprema Volontà. Ciò che si avvera per l’Eucaristia, si ripete per tutti i Sacramenti che Io lasciai alla mia Chiesa. Essi conferiranno la pienezza dei frutti che contengono e comunicheranno vera santità alle anime, soltanto quando la Volontà Divina verrà da esse compiuta sulla terra così come si compie in Cielo.
Per ultimo domandai al Padre mio il pane materiale, vale a dire tutti i mezzi che sono necessari per il sostentamento dell’uomo.
Quindi aggiunsi: ‘ Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori ’. Anche questa petizione sarà esaudita totalmente, non appena l’uomo si ciberà del Volere di Dio, così come se ne cibò la mia Santa Umanità. E allora la sua carità sarà perfetta, il suo perdono simile al mio sulla Croce, avrà l’impronta dell’eroismo, le sue virtù, essendo direttamente Volontà Suprema, diverranno e saranno come rivoli sgorgati da Essa, come da immenso mare.
Infine invocai: ‘ E non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male ’, affinché la creatura, forte del pane della Divina Volontà, potesse superare qualsiasi tentazione ed essere liberata da tutti i mali, sia morali che fisici.
Vedi dunque quanto sia necessario che la mia Volontà si compia come in Cielo così in terra! La sua effettuazione è talmente importante che io non insegnai agli uomini altra preghiera se non quella del Padre Nostro. E la Chiesa, fedele depositaria ed esecutrice dei miei ammaestramenti, la ripete sempre ed in ogni circostanza e a sua volta la fa recitare ai dotti e agli ignoranti, ai sudditi e ai re, affinché tutti indistintamente invochino sulla terra il Santo Regno della Divina Volontà ”.
LA CREAZIONE - L’IMMACOLATA - L’UOMO
(vol. 16 - 24.11.1923) “ ... L’origine della mia Volontà è eterna; mai entrò il dolore in Essa; tra le Divine Persone questa Volontà era in somma concordia, anzi era una sola; in ogni atto che emetteva fuori, tanto ab intra quanto ad extra, Ci dava infinite gioie, felicità immense; e quando volemmo uscire fuori la macchina della Creazione, quanta gloria, quanto onore, quante armonie Essa Ci diede! Come si sprigionò il FIAT, questo FIAT diffuse la nostra bellezza, la nostra luce, la nostra potenza, l’ordine, l’armonia l’amore, la santità divina, e Noi restammo glorificati dalle stesse virtù nostre vedendo, per mezzo del nostro FIAT, la fioritura della Nostra Divinità adombrata in tutto l’universo.
Il Nostro Volere non si arrestò; gonfio d’amore come stava, volle non solo creare l’uomo, ma avere vita operante in esso, per dargli sempre nuove sorprese d’amore, di gioie, di felicità, di luce, di ricchezze.
Ma l’uomo volle fare la sua volontà e ruppe con la Divinità, e così recò il primo dolore al mio Volere, amareggiò Colui che tanto l’amava e che l’aveva reso felice.
Mai l’avesse fatto; il mio Volere si ritirò e pianse più che tenera madre piange il suo figlio storpio e cieco; e l’uomo precipitò nell’abisso di tutti i mali.
Intanto, per riannodare di nuovo queste due Volontà, era necessario uno che contenesse in sé una Volontà Divina ed allora le tre Divine Persone, amando l’uomo con amore eterno ed infinito, decretarono che Io, Verbo Eterno, prendessi umana carne per venire a salvarlo e riannodare le due Volontà spezzate.
Ma in chi scendere? Chi doveva essere la fortunata creatura che doveva albergare il Suo Creatore? Ne scegliemmo una che in virtù dei meriti previsti del futuro Redentore fu esente dalla colpa di origine; in Essa il ‘ suo ’ Volere e il ‘ Nostro ’ furono ‘ uno ’ ”.
“ ... FU LA MIA VOLONTA’ che fece ascendere tanto in alto la mia SS. Madre.
... FU LA MIA VOLONTA’ che le diede la fecondità divina e la fece Madre del Verbo.
... FU LA MIA VOLONTA’ che le fece vedere ed abbracciare tutte le creature insieme ”.
( vol. 16 – 24.11.1923 ) “ Fu questa Celeste Creatura che comprese la storia della nostra Volontà; Noi, come a piccina tutto le narrammo: il dolore del nostro Volere, e come l’uomo ingrato con lo spezzare la sua volontà con la Nostra, aveva ristretto il nostro Volere nella cerchia divina, come inceppandolo nei Suoi disegni, impedendo che potesse comunicargli i suo beni, e lo scopo per cui era stato creato. Per Noi il dare è felicitarci e rendere felice chi da Noi riceve, è arricchire senza (Noi) impoverire, è dare ciò che Noi siamo per natura e formarlo nella creatura per grazia, è uscire da Noi per dare ciò che possediamo; col dare il nostro amore si sfoga, il nostro Volere fa festa; se non dovevamo dare, a che pro formare la Creazione? Sicché, solo il non poter dare ai nostri figli, alle nostre care immagini, era come un lutto per la nostra Suprema Volontà; solo nel vedere l’uomo operare, parlare, camminare, senza il connesso del nostro Volere, perché da lui spezzato, e che dovevano correre a lui, se era con Noi, correnti di grazie, di luce, di santità, di scienza, ecc., e non potendolo, il nostro Volere si atteggiava a dolore; in ogni atto di creatura era per Noi un dolore, perché vedevamo quell’atto vuoto del valore divino, privo di bellezza e di santità, tutto dissimile dagli atti nostri.
Oh, come comprese la Celeste Piccina questo nostro sommo dolore ed il gran male dell’uomo nel sottrarsi dal nostro Volere! Oh, quante volte Lei pianse a calde lacrime per il nostro dolore e per la grande sventura dell’uomo! E perciò Lei, temendo, non volle concedere neppure un atto di vita alla sua volontà; perciò si mantenne piccola, perché il suo volere non ebbe vita in Lei: come poteva farsi grande? Ma ciò che non fece Essa, fece il nostro Volere: la crebbe tutta bella, santa, divina; la arricchì tanto che la fece la più grande di tutti; era un prodigio del nostro Volere, prodigio di grazia, di bellezza, di santità. Ma Essa si mantenne sempre piccola, tanto che non scendeva mai dalle nostre braccia, e presa a petto suo la nostra difesa, ricambiò tutti gli atti dolenti del Supremo Volere; e non solo stava Lei tutta in ordine alla nostra Volontà, ma fece suoi tutti gli atti delle creature, assorbendo in Sé tutta la nostra Volontà respinta da loro: la riparò, l’amò, e tenendola come a deposito nel suo Cuore verginale, preparò il cibo della nostra Volontà a tutte le creature.
Vedi dunque con quale cibo alimenta i suoi figli questa Madre amantissima? Le costò tutta la sua vita, pene inaudite, la stessa Vita del Figlio suo, per fare in Lei il deposito abbondante di questo cibo della mia Volontà, per tenerlo pronto per alimentare tutti i suoi figli qual Madre tenera e amorosa.
Lei non poteva amare di più i suoi figli; col dar loro questo cibo il suo amore era giunto all’ultimo grado. Sicché, a tanti titoli che Essa tiene, il più bel titolo che Le si potrebbe dare è di ‘ Madre e Regina della Volontà Divina ’ "
(vol. 20 - 29.10.1926) “ Io creai il cielo ed accentrai il mio Amore verso dell’uomo nel Cielo e per dargli maggior diletto lo tempestai di stelle: Io non amai il Cielo ma l’uomo nel cielo, e per lui lo creai. Come fu forte e grande il mio amore nello stendere sul capo dell’uomo questa volta azzurra, ornata di fulgidissime stelle, come un suo padiglione che né re, né imperatori ne possono aver l’eguale. Ma non Mi contentai di accentrare il mio Amore nel cielo verso dell’uomo, che doveva servire, per puro diletto volendomi dilettare in amore con lui; volli creare il sole, accentrando verso dell’uomo tanto amore nel sole, Io amavo l’uomo nel sole, non il sole, e perciò Io mettevo in esso, amore di necessità, perch’era necessario il sole per la terra, che doveva servire alle piante ed al benessere dell’uomo; amore di fuoco che doveva riscaldarlo; tutti gli effetti che produce questo pianeta che sono innumerevoli, miracolo continuo che sta nella volta dei cieli, e che scende colla sua luce a bene di tutti, tante specialità d’amore accentrai nel sole verso dell’uomo, per quanti beni ed effetti produce. Oh! Se la creatura facesse almeno attenzione, al mio amore che gli porta il sole, come Mi sentirei felice e contraccambiato del gran amore che ho messo in questo mio relatore divino e portatore del mio amore, della mia luce.
Ora dopo che il tutto creai formai la natura dell’uomo colle mie stesse mani creatrici e come formai le ossa, stendevo i nervi, formai il cuore, così accentravo il mio amore, e dopo che lo vestii di carne formando come la più bella statua che nessun altro artefice poteva mai fare lo guardai, lo amai tanto, che il mio amore sboccò non potendo contenerlo ed alitandolo gli infusi la vita.
Ma non fummo contenti: la Trinità Sacrosanta dando in eccesso d’amore, volle destarlo, dandogli intelletto, memoria e volontà, ed a secondo la sua capacità di creatura, lo arricchimmo di tutte le particelle del nostro Essere Divino.
Tutta la Divinità era tutta intenta ad amare ed a riversarsi nell’uomo; fin dal primo istante della sua vita sentì tutta la forza del nostro amore e dal fondo del suo cuore espresse colla sua voce l’amore al suo Creatore. Oh! Come Ci sentimmo felici nel sentire che l’opera nostra, la statua fatta da Noi, parlava, Ci amava, e con amore perfetto! Era il riflesso del nostro Amore che usciva da lui; quest’amore non era stato contaminato dalla sua volontà, perciò il suo amore era perfetto, perché possedeva la pienezza del nostro Amore.
Fin allora tutte le cose da Noi create, nessuna cosa Ci aveva detto che Ci amava; ora nel sentire che l’uomo Ci amava, la nostra gioia, il nostro contento, fu tanto grande, che per compimento della nostra festa, lo costituimmo re di tutto l’universo e come il più bello gioiello delle nostre mani creatrici.
Com’era bello l’uomo, nei primi tempi della sua creazione! Era il nostro riflesso, e questi riflessi gli davano tanta bellezza che rapiva il nostro Amore, e lo rendeva perfetto in tutti gli atti suoi. Perfetta era la sua gloria che dava al suo Creatore, perfetta la sua adorazione, il suo amore, le sue opere; la sua voce era tanto armoniosa che risuonava in tutta la Creazione, perché possedeva l’armonia divina, e di quel Fiat che gli aveva dato la vita.
Tutto era ordine in lui, perché il nostro Volere gli portava l’ordine del suo Creatore, lo rendeva felice, e lo faceva crescere a nostra somiglianza e secondo il nostro detto: ‘ Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza ’.
Ogni suo atto fatto nell’unità della luce del Fiat Supremo era una tinta di bellezza divina che acquistava, ogni suo detto, era una nota armoniosa di più che suonava. Tutto era amore in lui, in tutto Ci decantava la nostra gloria, la nostra potenza e sapienza infinita, e tutto, cielo, sole e terra gli portavano gioie, felicità ed amore di Colui che l’aveva creato.
Se tu potessi formare una statua a secondo che più ti piaceva, poi riversarti tutta te stessa in essa dandogli tutti gli umori vitali, e con l’impero del tuo amore dargli la vita, quanto non l’ameresti? E quanto non vorresti che ti amasse? Qual sarebbe la tua gelosia d’amore che tutto stesse a tua disposizione e che neppure un palpito tollereresti che non fosse tutto per te? Ah! Tu nella tua statua guarderesti te stessa e quindi ogni piccola cosa non fatta per te sentiresti uno strappo fatto a te stessa. Tale son Io: tutto ciò che la creatura non fa per Me sono tanti strappi che sento; molto più che la terra che la sostiene è mia, il sole che la illumina e riscalda è mio, l’acqua che beve, il cibo che prende è mio, tutto è mio, vive a spese mie e mentre tutto le do essa, la bella statua mia, non è per me. Qual dev’essere dunque il mio dolore, l’affronto e l’offesa che Mi dà questa statua, pensalo tu stessa figlia mia!
Ora tu devi sapere che solo la mia Volontà può ridarmi la mia statua bella come Io la feci, perché Essa è la conservatrice di tutte le opere nostre, è il portatore di tutti i nostri riflessi in modo che l’anima vive dei nostri riflessi, i quali, se ama le somministra la perfezione dell’amore, se opera, opera la perfezione delle opere; insomma tutto ciò che fa tutto è perfetto in lei e questa perfezione le dà tante tinte di tante bellezze da innamorare l’Artefice che la formò.
Ecco, perciò amo tanto che il Fiat Supremo sia conosciuto e vi formi il suo Regno in mezzo alle umane generazioni, per stabilire l’ordine tra Creatore e creatura per ritornare a mettere in comune i nostri beni con essa; e solo la nostra Volontà tiene questo potere, senza di Essa non ci può essere molto di bene, né la nostra statua può ritornarci bella come uscì dalle nostre mani creatrici ”.
(23 agosto 1936 - vol. 34) “ ... La Vergine Santa costituì il massimo prodigio della Creazione, perché il Volere Divino soggiogò fin dal primo istante del suo concepimento il suo volere umano; e il volere di questa santa creatura a sua volta soggiogò quello divino. Un Volere vinse l’altro ed ambedue riuscirono vincitori. Non appena il Fiat Supremo entrò come Re dominante in Lei, subito ebbero inizio le catene dei grandi miracoli divini. La forza increata si riversò in quella creata con una forza tale, da poter sostenere la Creazione intera così come se essa fosse un fuscello di paglia. Grazie a questa irruenza tutte le cose sentirono che nella loro forza creata scorreva quella increata, la quale le sosteneva e contribuiva alla loro conservazione.
Questa forza invincibile che proveniva dalla Vergine, in virtù del Fiat Divino, era tanto potente da imperare su tutto e persino sul Creatore medesimo. Nessuno poteva resisterle: gli stessi demoni si sentivano debilitati e non sapevano dove nascondersi per sottrarsi ad Essa.
Nello stesso modo con cui la nostra forza divina si era riversata nella volontà creata della Vergine, così il nostro Amore infinito si effuse nel suo amore finito, comunicandole l’irresistibile bisogno di amare tutti senza misura.
Da quell’istante non vi fu essere creato che non fosse prediletto da Lei. Come Madre e come Regina Ella fu investita dal nostro Fiat di tale abbondanza d’amore, di bontà e di grazia, da rapire tutti i cuori e da farsi amare persino dalle cose che non posseggono la ragione.
Ognuno dei suoi atti, delle sue preghiere, delle sue adorazioni e riparazioni riempivano Cieli e terra ed il suo amore, padroneggiando tutto, correva nel cielo, nel sole, nel vento, ovunque; e così il nostro Ente Supremo si sentì contraccambiato e pregato da Lei in ogni cosa creata. Una nuova vita scorreva in tutto, ci amava per tutti e ci faceva amare per tutti. Era la Volontà Increata che aveva avuto il suo posto d’onore nella volontà creata: che ci dava in tal modo il contraccambio dell’amore che mettemmo a disposizione nella Creazione ”.
“... Non guardare la terra - dice Gesù a Luisa Piccarreta il 26 aprile 1921 ( vol. 12 ) -; le creature lasciamole fare, vogliono fare la guerra, la facciano pure; e quando loro saranno stanche, anch’Io farò la mia guerra. La loro stanchezza nel male, le loro disillusioni, i disinganni, le perdite subite, le disporranno a ricevere la mia guerra.
La mia guerra sarà guerra di amore; il mio Volere scenderà dal Cielo in mezzo a loro; tutti i tuoi atti e quelli delle altre anime, fatti nel mio Volere, faranno guerra alle creature, ma non guerra di sangue; guerreggeranno con le armi dell’amore dando loro doni, grazie, pace; faranno prodigi sorprendenti da far stupire l’uomo ingrato. Questa mia Volontà, e tutti i miei amorosi disegni, sì come una milizia celeste, con armi divine confonderanno l’uomo, lo travolgeranno, gli daranno la luce per vedere più che il male, i doni e le ricchezze con cui voglio arricchirlo.
Gli atti fatti nel mio Volere, portando con sé la potenza creatrice, saranno la nuova salvezza dell’uomo e, scendendo dal Cielo, porteranno tutti i beni sulla terra, porteranno
la nuova Era ed il trionfo sulla iniquità umana.
Perciò, moltiplica i tuoi atti nella mia Volontà, per formare le armi d’amore per guerreggiare le creature quando scenderemo in mezzo ad esse ”.
LA CREAZIONE: ATTO D’AMORE. LA DIVINA VOLONTA’: il ‘DONO’
(vol. 23 - 30.10.1927) “ ... Mia piccola figlia, tu devi sapere che il nostro Amore rigurgitò nella Creazione e straripando fuori di Noi, senza che nessuno avesse meritato un tanto bene, con somma bontà e liberalità senza limiti, creò con infinita magnificenza, ordine ed armonia, tutta la macchina dell’universo, per amor di chi non esisteva ancora. Dopo di ciò il nostro amore rigurgitò più forte e creammo colui per cui tutte le cose furono create.
Quando Noi operiamo, operiamo sempre con magnanimità inesauribile, e mentre non esauriamo, diamo tutto, in modo che nulla deve mancare all’Opera Nostra, di magnificenza, di grandezza e di tutti i beni.
Nel creare l’uomo senza nessun merito, per dote, per fondamento, per sostanza di tutti i beni, gioie e felicità, gli demmo per Regno la Nostra Volontà, affinché nulla gli mancasse, avendo a sua disposizione una Volontà Divina ed insieme con Essa il Nostro Essere Supremo.
Quale onore sarebbe stato per Noi se l’opera della Creazione fosse stata povera, misera di luce, senza molteplicità di tante cose create, senza ordine e senza armonia, ed il nostro caro gioiello, il nostro caro figlio, qual è l’uomo, senza la pienezza dei beni di Colui che lo aveva creato? Non sarebbe stato decoroso, per Chi tutto possiede e tutto può, fare opera incompleta, molto più che il nostro Amore, rigurgitando forte forte, più che onde impetuose, voleva dare, sfoggiare, quanto più poteva, fino a riempire il nostro amato gioiello di tutti i beni possibili ed immaginabili e formare dei mari intorno a lui che straripassero da lui stesso ”.
E non contenti di tutto questo, fummo presi d’amore sì esuberante verso di lui, che la nostra Immensità lo coinvolgeva dappertutto, dovunque ed in ogni istante e fin nelle fibre del suo cuore; la nostra Potenza lo sosteneva portandolo dappertutto nelle nostre braccia Paterne; la nostra Vita, il nostro moto palpitava nel suo palpito, respirava nel suo respiro, operava nelle sue mani, camminava nei suoi piedi e giungeva a farsi sgabello fin sotto i suoi passi; la nostra Paterna Bontà per tenere al sicuro questo nostro caro figlio, lo metteva in condizioni che lui non si poteva separare da Noi, né Noi da lui.
Che altro potevamo fare e non facemmo? Per lui sborsammo tutto il nostro Amore, la nostra Potenza, la nostra Volontà e mettemmo in attitudine la nostra Sapienza infinita.
“ Se la mia Suprema Volontà operava costituendosi vita in ogni cosa creata, per darsi anche per mezzo di Essa come vita alle umane generazioni, il mio amore facendo la sua via nel mio Eterno Fiat Mi accentrava per amare l’uomo. Sicché in ogni cosa creata, nel vento, nel mare, nel piccolo fiore, nell’uccellino che canta, in tutto Io accentravo il mio amore, affinché tutti gli portassero amore; ma per sentire e comprendere e ricevere questo mio linguaggio d’amore, l’uomo doveva amarmi, altrimenti sarebbe stata tutta la Creazione come muta per lui e senza vita ”. ( vol. 20 - 29.10.1926 )
“ Figlia mia - spiega Gesù a Luisa -, tutta la Creazione dice: ‘ Gloria, adorazione verso il nostro Creatore, amore verso le creature ’. Sicché la Creazione è una gloria, un’adorazione muta per Noi, perché non le fu concessa nessuna libertà, né di crescere né di decrescere; l’uscimmo fuori di Noi ma la restammo in Noi, cioè dentro della nostra Volontà a decantare, sebbene muta, la nostra potenza, bellezza, magnificenza e gloria; sicché siamo Noi stessi che Ci decantiamo la nostra potenza, la nostra gloria, l’infinito amore nostro, potenza, bontà, armonia e bellezza. La Creazione nulla Ci dà da per sé stessa, sebbene essendo essa lo sbocco di tutto il nostro Essere Divino, serve di specchio all’uomo come guardare e conoscere il suo Creatore, e le dà lezioni sublimi di ordine, d’armonie, di santità e d’amore. Si può dire che lo stesso Creatore, atteggiandosi a Maestro Divino, dà tante lezioni per quante cose creò, dalla più grande alla più piccola opera che uscì dalle sue mani creatrici.
Non fu così nel creare l’uomo. Il nostro amore fu tanto per lui, che sorpassò tutto l’amore che avemmo nella Creazione. Perciò lo dotammo di ragione, di memoria e di volontà, e mettendo la nostra Volontà come al banco nella sua perché la moltiplicasse, la centuplicasse, non per Noi che non avevamo bisogno, ma per suo bene, affinché non restasse come le altre cose create, mute ed in quel punto come Noi le uscimmo, ma che crescesse sempre, sempre in gloria, in ricchezze, in amore ed in somiglianza col suo Creatore. E per fare che lui potesse trovare tutti gli aiuti possibili ed immaginabili, gli demmo a sua disposizione la nostra Volontà, affinché operasse con la nostra stessa potenza il bene, la crescenza, la somiglianza che voleva acquistare col suo Creatore.
Il nostro amore nel creare l’uomo volle fare un giuoco d’azzardo, mettendo le cose nostre nella piccola cerchia della volontà umana come al banco: la nostra bellezza, sapienza, santità, amore, ecc., e la nostra Volontà, che doveva farsi guida ed attrice del suo operato, affinché non solo lo facesse crescere a nostra somiglianza, ma le desse la forma d’un piccolo dio.
Perciò il nostro dolore fu grande nel vederci respingere questi grandi beni dalla creatura, ed il nostro giuoco d’azzardo per allora andò fallito, ma per quanto fallito, era sempre un giuoco divino che poteva e doveva rifarsi del suo fallimento.
Perciò, dopo tanti anni volle di nuovo il mio Amore giocare d’azzardo, e fu con la mia Mamma Immacolata. In Lei il nostro giuoco non andò fallito, ebbe il suo pieno effetto, e perciò tutto le demmo e tutto a Lei affidammo, anzi si faceva a gara: Noi a dare e Lei a ricevere.
Ora, tu devi sapere che il nostro amore anche con te vuol fare questo giuoco d’azzardo, affinché tu, unita con la Mamma Celeste, Ci faccia vincere nel giuoco col farci rifare del fallimento che Ci procurò il primo uomo, Adamo; onde la nostra Volontà rifatta nelle sue vincite può mettere di nuovo in campo i suoi beni che con tanto amore vuol dare alle creature ” (vol. 19 - 9.3.1926)
“ … Figlia mia, ( vol. 16 - 24.11.1923 )
se tanto fece la mia Mamma per l’opera della Redenzione,anche tu per l’opera del Fiat Voluntas Tua, la tua volontà non deve avere vita in te, e facendo tuoi tutti gli atti della Mia Volontà di ciascuna creatura, li deponi in te, e mentre a nome di tutti contraccambierai la mia Volontà, formerai in te il cibo necessario per alimentare tutte le generazioni col cibo della Mia Volontà ”.
(vol. 23 - 30.10.1927) Figlia mia, ora, come nella Creazione, il nostro Amore rigurgitò forte ed il Regno della mia Volontà è deciso che vuole la Vita in mezzo alle creature,e perciò, sfoggiando con tutta magnificenza, senza guardare ai loro meriti, con magnanimità insuperabile, vuol dare di nuovo il Suo Regno.Solo che vuole che le creature lo sappiano, conoscano i suoi beni, affinché conoscendoli, sospirino e vogliano il Regno della santità, della luce e della felicità; e come una volontà lo respinse, così un’altra lo chiami, lo sospiri, lo pressi a venire e regnare in mezzo alle creature.
Ecco perciò la necessità delle sue conoscenze; se un bene non si conosce, né si ama, né si vuole; perciò le verità che ora ti manifesto per far conoscere la mia Volontà, saranno i messaggeri, i forieri che annunzieranno il Regno mio. Sì, le conoscenze sul mio ‘ FIAT ’ si atteggeranno ora a soli, ora a tuoni, ora a scoppi di luce, ora a venti impetuosi che chiameranno l’attenzione dei dotti e degli ignoranti, dei buoni ed anche dei cattivi; saranno come fulmini che cadranno nei loro cuori e con forza irresistibile li atterreranno per farli risorgere nel bene delle conoscenze acquistate; formeranno la vera rinnovazione del mondo, prenderanno tutti gli atteggiamenti per allettare e vincere le creature. Si atteggeranno ora a pacieri, che col loro bacio di pace, faranno dimenticare alle creature il passato e ricordare solo d’amarmi insieme e felicitarsi a vicenda; ora a guerrieri, certi della loro vittoria, per rendere certa la conquista di chi le vorrà conoscere; ora a preghiere incessanti, perché le creature tutte conoscano ed entrino a far parte d’un Regno sì santo; ora a re dominante e spirante amore dinanzi a cui piegheranno la fronte per farsi dominare.
Che cosa non farà la mia Volontà? Metterà tutta la potenza in attitudine per venire di nuovo a regnare in mezzo alle creature; Essa possiede una bellezza rapitrice che, manifestatasi anche una sola volta, rapidamente rapisce e con la sua potenza abbellisce, gettando le sue onde di bellezza sull’anima che, estasiata in Essa, rimarrà presa come in labirinto da cui non avrà più la forza d’uscirne. Possiede una potenza incantevole e l’anima resterà attratta nel suo dolce incanto. Possiede un’aria balsamica che, respirata, la creatura sentirà entrare in sé l’aria della pace, della santità, dell’armonia divina, della felicità, della luce che tutto purifica, dell’amore che tutto brucia, della potenza che conquide; sarà l’aria che porterà il balsamo celeste a tutti i mali prodotti dall’aria cattiva, morbosa e micidiale del-l’umana volontà.
L’aria della mia Volontà mantiene la vita pura, sana, santa, bella e forte come uscì dal seno del suo Creatore. Invece l’aria micidiale dell’umano volere deforma l’anima della povera creatura, la fa discendere dalla sua origine e cresce malata, debole da far pietà ”.
Poi, con un’enfasi più tenera ha soggiunto (scrive sempre Luisa Piccarreta)
“ Oh, Volontà mia, quanto sei amabile, ammirabile, potente!
La tua bellezza innamora i Cieli e forma il continuo incanto che rapisce tutta la Corte Celeste! Deh, con la tua bellezza incantevole che tutto rapisce, rapisci la terra e col tuo dolce incanto, incanta tutte le creature, affinché una sia la Volontà di tutti, una la santità, una la vita, uno il tuo Regno, uno il tuo ‘ FIAT ’, come in Cielo, così in terra! ”.
(Ancora Gesù a Luisa, il 26 maggio 1928 - vol. 24:) “...Dio è ordine, e quando vuol dare un bene alle creature, vi mette sempre il suo ordine divino. Ogni bene incomincia da Dio; Egli vi si mette a capo per prendere l’impegno, perché il bene abbia il suo corso e poi ordina le creature allo stesso scopo. Ciò feci per dare Io la Redenzione e le creature per riceverla, e ciò sto facendo Io, per dare il Regno del FIAT Divino e le creature per riceverlo.
Nel formare il ‘ Pater Noster ’, Mi
mettevo Io a capo e prendevo l’impegno sicuro di dare questo Regno; e coll’insegnarlo ai miei Apostoli,
mettevo l’ordine nelle creature per poter ottenere un tanto bene.
Tutta la Chiesa prega; non c’è anima che ad essa appartenga, che non reciti il ‘ Pater Noster ’ e, sebbene molti lo recitino senza interesse di volere e chiedere un Regno santo, sì santo, cioè che ‘ il Volere Divino si faccia come in Cielo così in terra ’, stando quest’interesse in Colui che lo insegnò, anche semplicemente recitandolo, si rinnova il mio interesse e sento la mia preghiera, che chiede perché ‘ venga il Regno suo e si faccia la Volontà sua come in Cielo così in terra ’. Quando poi la creatura nel recitare il ‘ Pater ’, mostra interesse di volere e sospirare il Regno mio, allora entra anch’essa a parte del mio interesse, e la sua volontà si fonde nella Mia per lo stesso scopo.
Come vedi, il mio Volere ed interesse corre sempre in ogni ‘ Pater Noster ’ e l’ordine divino fa chiedere a tutti la medesima cosa. Vero è che in mezzo a questi che chiedono vi sono quelli che vogliono fare la mia Volontà, altri che già la fanno, ma essendo unico lo scopo, tutti egualmente chiedono insistentemente da Dio che la sua Volontà venga a regnare sulla terra.
E siccome Dio tutto ha stabilito ed ordinato, aspetta che le anime più insistentemente preghino e, con la potenza della loro preghiera avvalorata dalla potenza della Sua stessa Volontà, attirino dal Cielo l’Eterno Volere, e con le loro dolci catene d’amore lo leghino alla terra per farlo regnare in mezzo alle creature.
Queste anime saranno come tante spose che inanellando il loro Sposo con le loro catene amorose, lo porteranno come trionfo in mezzo alle creature.
E come la Vergine Santa mise termine alle ore notturne dei Patriarchi e Profeti e formò l’alba per far spuntare il Sole del Verbo Eterno, così queste anime formeranno l’alba per fare spuntare il Sole del ‘ FIAT ’ Divino, perché la VOLONTA’ di DIO regni ‘ come in Cielo così in terra’.
Credi tu, che se la mia Volontà con tanto amore si è fatta conoscere ed ha manifestato tanto interesse di voler venire a regnare sulla terra, l’abbia fatto senza che nessuno l’avesse pregata? Oh no, no, sono state le continue preghiere della Chiesa, ed in queste preghiere ero proprio Io che pregavo, e me ne servivo di esse per affrettare l’avvento del Regno del Fiat Divino sulla terra.
Sappi che quando Noi facciamo conoscere un nostro bene, una verità, una conoscenza che Ci appartiene, è perché vogliamo farne dono alla creatura ”.
- Ed io (Luisa Piccarreta): - Mio amato Gesù, quando verrà questo Regno?
- E Lui (Gesù): “ Figlia mia, per venire la Redenzione ci vollero quattromila anni, perché il popolo che pregava e sospirava il futuro Redentore era il più piccolo, di numero molto ristretto: invece le anime che appartengono alla mia Chiesa, formano più popoli e sono di numero oh, quanto superiore a quello!... perciò il numero abbrevierà il tempo; molto più che la religione si sta facendo strada ovunque, e ciò non è altro che la preparazione al Regno della mia Divina Volontà ”.
(30.4.1932 - vol. 30:) “ ... E’ vero che umanamente parlando, la creatura, accerchiata com’è dai mali, non sa ancora concepire come vivere nel mio Volere e come potrà formarsi il suo Regno sulla terra; è per lei come se volesse toccare il Cielo col dito, ma ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio.
Tu devi sapere che il vivere nella nostra Volontà è un ‘ DONO ’ che la nostra magnanimità vuol dare alla creatura, e con questo ‘ dono ’ ella si sentirà trasformata: da povera ricca, da debole forte, da ignorante dotta, da schiava di vili passioni, dolce e volontaria prigioniera di una Volontà tutta santa, che le darà libero dominio di se stessa, dei domini divini e di tutte le creature.
Se ad un povero mendico che veste miseri cenci, che abita in un tugurio senza porte, quindi esposto ai ladri, a tutte le intemperie, che non ha un pane sufficiente per sfamarsi onde è costretto a mendicarlo, un re gli desse un milione per dono, egli cambierebbe subito la sua sorte; non sarebbe più un mendico, ma un signore che possiede palazzi, ville, che veste abiti di lusso, che si nutre di cibi squisiti e che si trova nella possibilità di aiutare anche gli altri. Chi ha cambiato la sorte di questo povero? Il milione ricevuto in dono.
Ora se una vile moneta ha la virtù di cambiare la sorte di un povero infelice, molto più il grande dono della NOSTRA VOLONTA’, dono d’infinito valore, dono che, donato, cambierà la sorte infelice delle umane generazioni, tranne di quelle anime che non lo vorranno accettare.
Questo dono, fu dato all’uomo nel principio della sua creazione, ma ingrato, ce lo respinse col fare la sua volontà.
Ora che si dispone a fare il Nostro Volere, si prepara a riavere questo dono sì grande ed infinito.
Le nostre conoscenze sul ‘ Fiat ’, aiuteranno e prepareranno in modo sorprendente la creatura a ricevere questo dono, e ciò che non ha ottenuto fin oggi, lo potrà ottenere domani.
Con questo dono, l’umana famiglia si sentirà talmente vincolata al suo Creatore, che non si vedrà più da Lui lontana, anzi, così vicina, come se fosse della sua stessa Famiglia e convivesse nella sua stessa reggia. Allora si vedrà nell’abbondanza delle sue ricchezze, né più sentirà le miserie, le debolezze, le passioni tumultuanti, ma tutto sarà forza, pace, abbondanza di grazia fino al punto da poter dire: nulla mi manca, ho tutto a mia disposizione.
I doni che Noi diamo sono sempre effetti del Nostro Amore inestinguibile e della Nostra somma magnanimità; perché, se volessimo badare se la creatura merita o no, se ha fatto o no dei sacrifici, allora ciò che Noi diamo non sarebbe più dono, ma mercede, ed il nostro dono dipenderebbe allora dalla creatura e diverrebbe di suo diritto. No, i nostri doni non sono di diritto di nessuno. Di fatti, l’uomo non esisteva ancora, e prima che egli fosse, già creammo il Cielo, il sole, il vento, il mare, la terra fiorita, e tutto il resto per farne a lui dono. Poteva forse meritare doni sì grandi e perenni? Ma il nostro amore non fu nemmeno contento, per cui, nel creare lui, gli demmo anche il gran dono che superò tutti gli altri: il nostro FIAT Onnipotente.
Vero è che ce lo respinse, però Noi lo tenemmo in riserva, per dare poi ai figli quel medesimo dono che ci respinse il padre. In contraccambio altro non vogliamo che la corrispondenza da parte della creatura, la sua gratitudine, il suo piccolo amore ”.
(8.5.1932 - vol. 30) “ ... Il nostro Ente Supremo, creando l’uomo voleva stare in continua corrispondenza con lui, per dargli ora un dono, ora un altro; voleva fargli tante belle sorprese non mai interrotte, ma egli, col fare la sua volontà, tacitamente disse al suo Creatore: ‘ Ritirati, non ho dove mettere i tuoi doni ’; così perdette la sua vita divina e tutti i suoi infiniti beni. Ecco la ragione perché l’uomo si allontanò dal nostro Fiat, si disordinò in modo che ad ogni passo vacillava, divenne preda di tutti i mali ed incapace di far del bene. E così ora Ci sentiamo come immobilizzati dall’uomo, perché vogliamo dare e non possiamo, vogliamo parlare e non Ci intende, mentre il nostro Amore, con accenti pietosi non si stanca di dirgli: ‘ Oh, uomo, rientra in te stesso; richiama in te quella Volontà che respingesti; Essa vuol ritornare per distruggere i tuoi mali e, se La inviti, è pronta a prendere il possesso ed a formare il suo Regno in te, il suo dominio di pace, di felicità, di gloria, di vittoria per Me e per te. Deh, non voler essere più schiavo, né vivere nel labirinto dei tuoi mali e miserie. Ricordati che tale Io non ti creai, anzi ti creai re di te stesso, re di tutto. Perciòchiama la mia Volontà come vita, ed Essa ti farà conoscere la tua nobiltà e l’altezza del posto in cui fosti messo da Dio. Oh, come ne sarai contento, e contenterai il tuo Creatore! ’ ”.
LA VITA ‘NELLA DIVINA VOLONTA’ - UMANITA’ DEL VERBO – EUCARESTIA ‘OSTIE VIVENTI’
“ Io, nel venire sulla terra, venni a manifestare la mia dottrina Celeste, a far conoscere la mia Umanità, la mia Patria, e l’ordine che le creature dovevano tenere per raggiungere il Cielo; in una parola, il Vangelo; ma della mia Volontà quasi nulla o pochissimo dissi, quasi La sorvolai, facendo solo capire che la cosa che più M’importava era la Volontà del Padre mio. Dei suoi pregi, della sua altezza e grandezza, dei grandi beni che la creatura riceve col vivere nel mio Volere, quasi nulla dissi, perché la creatura, essendo troppo bambina nelle cose Celesti, non avrebbe capito nulla; solo la insegnai a pregare: " Fiat Voluntas tua, sicut in coelo et in terra ", affinché si disponesse a conoscere questa mia Volontà per amarla e farla e quindi ricevere i beni che Essa contiene. Ora, ciò che dovevo fare allora, gli insegnamenti che dovevo dare a tutti sulla mia Volontà, li ho dati a te; sicché il farli conoscere non è altro che supplire a ciò che dovevo fare Io stando in terra come compimento della mia Venuta ”. (Gesù a Luisa Piccarreta il 2.6.1921 - vol. 13 )
“ Tutti gli atti umani, secondo lo scopo della Creazione, dovevano aver vita nel mio Volere e formarvi il loro piano, di tutti gli atti umani cambiati in atti divini, con l’impronta della nobiltà, Santità e Sapienza Suprema.
Non era nostra Volontà che l’uomo uscisse da Noi, ma che vivesse con Noi, crescendo a somiglianza Nostra ed operando con gli stessi Nostri modi.
Perciò volevo che tutti i suoi atti fossero fatti nel mio Volere, per dargli
il posto per poter formare il suo fiumicello nel mare immenso del Mio ”. ( vol. 14 - 6.10.1922 )
“ L’opera Redimente è più grande, più variata e molteplice dell’opera della Creazione, anzi ogni atto dell’opera Redimente è mare immenso che circonda l’opera della Creazione… Ora, chi vive nella mia Volontà, chi prende per vita il mio ‘ Fiat Voluntas Tua ’ , scorre in questi mari immensi dell’opera Redimente, si diffonde e si allarga insieme, in modo da superare la stessa opera della Creazione. Perciò la sola Vita del mio Fiat può dare vero onore e gloria all’opera della Creazione, perché il mio Fiat si moltiplica e si estende ovunque, non ha limiti; invece l’opera della Creazione ha i suoi limiti, né si può allargare di più di quel che è.
Figlia mia, il più grande miracolo che può operare la mia Onnipotenza è un’anima che viva nel mio Fiat. Ti pare poco che la mia Volontà Santa, Immensa, Eterna, scenda in una creatura, e mettendo insieme la mia Volontà con la sua, la sperda in Me e Mi faccia vita di tutto l’operato della creatura, anche delle più piccole cose? Sicché il suo palpito, la parola, il pensiero, il moto, il respiro, sono del Dio vivente nella creatura; nasconde in sé Cielo e terra, ed apparentemente si vede una creatura. Grazia più grande, prodigio più portentoso, santità più eroica, non potrei dare che il mio Fiat.
Vedi, l’opera della Creazione è grande, l’opera della Redenzione è più grande ancora; il mio Fiat, il far vivere la creatura nella mia Volontà, supera l’una e l’altra, perché nella Creazione il mio Fiat creò e mise fuori le opere mie, ma non restò come centro di vita nelle cose create; nella Redenzione, il mio Fiat restò come centro di vita nella mia Umanità, ma non restò come centro di vita nelle creature, anzi se la loro volontà non aderisce alla Mia, rendono vani i frutti della mia Redenzione; invece col mio ‘ Fiat Voluntas Tua ’ sarà la vera gloria dell’opera della Creazione ed il compimento dei copiosi frutti dell’opera della Redenzione.
Ecco la causa perché non voglio altro da te che il mio Fiat, che Esso sia la tua vita e che non miri altro che il mio Volere, perché voglio essere come centro della tua vita ". (vol. 13 – 6.6.1921)
“ Figlia mia - racconta Gesù a Luisa il 19 ottobre 1922 (vol. 14) - la mia Umanità viveva come nel centro del Sole Eterno della mia Volontà Divina; e siccome da questo centro partivano raggi, che portando con loro la mia immensità coinvolgevano tutto e tutti,
il mio operato, partendo da questo centro, si trovava come in atto per ogni atto di creatura; ogni parola come in atto per ciascuna parola; ogni pensiero come in atto per ciascun pensiero, e così di tutto il resto.
E come ogni atto scendeva, come un atto solo risaliva di nuovo nel suo centro, portando con sé tutti gli atti umani per rifarli, per riordinarli, a seconda che voleva mio Padre.
Sicché solo perché la mia Umanità viveva nel centro del Volere Eterno poté abbracciare tutti come un atto solo, per compiere con decoro, e degna di Me, l’opera della Redenzione; altrimenti sarebbe stata un’opera incompleta e non degna di Me.
E siccome la rottura della volontà umana con la Divina fu tutto il male dell’uomo, così l’unione stabile della volontà della mia Umanità con la Divina doveva formare tutto il suo bene; e questo succedeva in Me come connaturale.
Guarda il sole: che cosa è? È una palla di luce, e questa luce la spande ugualmente a destra, a sinistra, davanti, di dietro, di sopra, di sotto, dovunque. La luce di tanti secoli addietro è quella di oggi; il sole niente ha cambiato, né luce, né calore, e la luce di oggi sarà quella della fine dei secoli. Se avesse ragione potrebbe dire tutti gli atti umani, anzi li terrebbe in sé come proprietà sua, essendo stato lui vita, effetto e causa di ciascun atto; e questo come cosa connaturale per lui. Ora, tutto questo succede per
l’anima che vive nel centro del mio Volere.
Lei abbraccia tutti e nessuno le sfugge, fa per tutti e niente omette. Insieme con Me non fa altro che spandersi a destra ed a sinistra, davanti e di dietro, ma in modo semplice e connaturale; e come opera nel mio Volere, fa il giro di tutti i secoli, e a tutti gli atti umani eleva il suo atto in modo divino, per virtù della mia Volontà.
Senti o figlia mia, rigenerata nel mio Supremo Volere - dice Gesù a Luisa -, quello che voglio fare di te ed in te: quello che faceva la mia Umanità nella Divina Volontà voglio ripeterlo, ma voglio il tuo volere unito insieme, affinché ripeta insieme con Me ciò che facevo e faccio ancora.
( Anche il nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 521, ci ricorda: << Tutto ciò che Cristo ha vissuto, Egli fa sì che noi possiamo viverlo in Lui e che Egli lo viva in noi >> )
Nel mio Volere - continua Gesù a Luisa - ci sono tutti gli atti che fece la mia Umanità, sia interni che esterni. Degli atti esterni più o meno si sa ciò che Io feci, e la creatura, volendo, si può unire con Me e prendere parte a quel bene che feci, ed Io sento il contento perché vedo il mio bene in mezzo alle creature come moltiplicato, in virtù dell’unione che formano con Me; i miei atti sono messi come al banco (in banca), e ne riscuoto gli interessi.
Invece, degli atti interni che fece la mia Umanità nella Divina Volontà per amor di tutti, poco o nulla si sa, e la creatura, non conoscendo né la potenza di questo Volere, né come la mia anima operava in Esso, né ciò che feci, come potrà unirsi con Me per prendere parte a quel bene? La conoscenza porta con sé il valore, gli effetti, la vita di quel bene. Un oggetto, tanto utile porta, per quanto si conosce…
Volendoti insieme con Me, anche nei miei atti interni che faceva la mia Umanità in questo Volere Supremo, è giusto che ti faccia conoscere i pregi, il valore, gli effetti, la potenza ed il modo che tiene questo mio Volere; ed a seconda che ti vado manifestando, apro tra te e Me la partecipazione di quello che ti faccio conoscere; altrimenti, a che pro dirtelo? Forse per darti una semplice notizia? No, no; quando Io faccio conoscere è perché voglio dare;
sicché quanti valori ed effetti conosci, tanto ti ho dato. Perciò vedi il gran bene che voglio fare, non solo a te, ma anche agli altri, perché, come si farà via questa conoscenza del vivere nel mio Volere, Esso sarà amato di più e l’amore assorbirà in loro tutto il bene che la conoscenza, come madre feconda, avrà loro partorito.
Io non sono il Dio isolato, no; voglio la creatura insieme con Me; l’eco mia deve risuonare nella sua, e la sua nella mia, per farne una sola; e se ho aspettato tanti secoli per far conoscere il mio Volere operante nella creatura ed il suo operante nel Mio, quasi elevandolo al mio stesso livello, era perché dovevo preparare e disporre le creature a passare dalle conoscenze minori alle maggiori; dovevo fare come un maestro, che deve insegnare le vocali, le consonanti, e poi passa ai componimenti.
Finora non si sapeva altro della mia Volontà che le vocali e le consonanti; era necessario che passassi ai componimenti, e questo Mi svolgerà la vita della mia Volontà.
Il primo componimento lo voglio da te - dice Gesù rivolto a Luisa -; se sarai attenta lo svolgerai bene, in modo da darmi l’onore di un tema che ti ha dato il tuo Gesù, il tema più nobile, il tema del Volere Eterno, che Mi porterà la gloria più grande e che, formando il connesso con le creature, farà conoscere nuovi orizzonti, nuovi cieli e nuovi eccessi del mio Amore. Vedi, nel mio Voler Supremo stanno tutti i miei atti interni, che fece la mia Umanità, come in aspettativa per uscire come messaggeri, per mettersi in via. Questi atti sono stati fatti per le creature, e vogliono darsi e farsi conoscere; e non dandosi, si sentono come imprigionati, e pregano, supplicano che il mio Volere li metta a conoscenza, per poter dare il bene che essi contengono.
Mi trovo nelle condizioni d’una povera madre, che per lungo tempo tiene il suo parto nel suo seno, e che essendo giunto il tempo di metterlo fuori, se non lo mette, spasima, s’addolora, e non curando la propria vita, a qualunque costo vuole mettere fuori il suo portato. Le ore, i giorni di ritardo, le sembrano anni e secoli; tutto ha fatto e disposto; non resta altro che metterlo fuori.
Tale sono Io, più che madre.
Per tanti secoli ho contenuto in Me, più che parto, tutti i miei atti umani, fatti nella santità del Volere Eterno, per darli alla creatura e come si daranno,
innalzeranno gli atti umani della creatura in atti divini, e la fregeranno con le più vaghe bellezze, facendola vivere con la vita della mia Volontà, dandole il valore, gli effetti ed i beni che il mio Volere possiede.
Perciò, più che madre spasimo, Mi addoloro, brucio, ché voglio far uscire questo parto della mia Volontà.
Il tempo è giunto; non resta altro che trovare chi deve riceverlo il primo parto, per continuare gli altri parti nelle altre creature. Perciò ti dico, sii attenta; allarga il tuo cuore per poter ricevere tutto il valore, gli effetti, la conoscenza che il mio Volere contiene.
Il volere umano, potrei dire, Mi ha reso infelice in mezzo alle creature, e la mia Volontà operante nella creatura Mi restituirà la mia felicità ”
Ed ecco come, per realizzare questo suo progetto, assumendo Gesù l’atteggiamento di Maestro amabile, si rivolge all’uomo decaduto per riportarlo allo stato d’origine : (9.2.1908 - vol. 8)
“ Voglio insegnarti il modo come devi stare con Me:
Primo: Devi entrare dentro di Me, e trasformarti in Me, e prendervi ciò che trovi in Me.
Secondo: Quando ti sei riempita tutta di Me, esci fuori ed opera insieme con Me, come se Io e tu fossimo una sola cosa, in modo che se Mi muovo Io, muoviti tu; se penso Io, pensa tu alla stessa cosa pensata da Me; insomma, qualunque cosa che faccio Io farai tu.
Terzo: Con questo operato insieme che abbiamo fatto, allontanati un istante da Me e va in mezzo alle creature, dando a tutti ed a ciascuno tutto ciò che abbiamo operato insieme, cioè dando a ciascuno la mia vita divina, ritornando subito in Me per darMi a nome di tutti tutta quella gloria che dovrebbero darmi, pregando, scusandoli, riparando, amando. Ah, sì, amaMi per tutti, saziaMi d’amore! ”
“ Voglio te, tutta stretta e unita con Me; e questo, non ti credere che lo devi fare quando soffri o preghi solo, ma sempre, sempre. Se ti muovi, se respiri, se lavori, se mangi, se dormi, tutto, tutto come se lo facessi nella mia Umanità, come se uscisse da Me il tuo operato, in modo che dovresti essere tu non altro che la scorza, e rotta la scorza della tua opera si dovrebbe trovare il frutto dell’opera divina; e questo devi farlo a bene di tutta quanta l’umanità, in modo che la mia Umanità si deve trovare come vivente in mezzo alle genti. Perché facendo tu tutto, anche le azioni più indifferenti, con questa intenzione di ricevere da Me la vita, la tua azione acquista il merito della mia Umanità, perché essendo Io Uomo e Dio, nel mio respiro contenevo i respiri di tutti, i movimenti, le azioni, i pensieri, tutto contenevo in Me; quindi li santificavo, li divinizzavo, li riparavo.
Onde, facendo tutto in atto di ricevere da Me il tuo operato, anche tu verrai ad abbracciare ed a contenere tutte le creature in te, ed il tuo operato si diffonderà a bene di tutti; sicché ancorché gli altri non Mi daranno niente, Io prenderò tutto da te ”. (vol. 7 - 28.11.1906)
“ Per stringerti più stretta con Me fino a giungere a sperdere il tuo essere in Me come Io lo trasfondo nel tuo, devi in tutto prendere ciò che è mio e in tutto lasciare ciò che è tuo, in modo che se tu pensi sempre a cose sante e che solo riguardano il bene, l’onore e la gloria di Dio, lasci la tua mente e prendi quella divina;se parli, se operi bene e solo per amore di Dio, lasci la tua bocca, le mani, e prendi la mia bocca e le mie mani; se cammini le vie sante e rette, camminerai coi miei stessi piedi; se il tuo cuore amerà solo Me, lascerai il tuo cuore e prenderai il mio, e Mi amerai col mio medesimo amore, e così di tutto il resto; sicché tu resterai rivestita di tutte le cose mieed Io di tutte le cose tue, che metto Io stesso in te e che sono mie.Ci può essere più stretta unione di questa? ” (vol. 8 - 8.1.1909)
Luisa gioisce di questo suo sperdersi in Gesù (vol. 9 - 4.11.1909):
<< Avendo fatta la S. Comunione stavo dicendo al mio adorabile Gesù: " Già sono stretta con Te, anzi immedesimata; se siamo già una cosa sola, io Ti lascio il mio essere in Te e vi prendo il Tuo.
Quindi vi lascio la mia mente e prendo la tua; vi lascio i miei occhi, la mia bocca, il mio cuore, le mie mani, i miei passi… "
Ed io ho detto a Gesù: " Oh, quanto sarò felice d'ora in poi!
Penserò con la tua mente, guarderò coi tuoi occhi, parlerò con la tua bocca, Ti amerò col tuo Cuore, opererò con le tue mani, camminerò coi tuoi piedi, e se qualche cosa mi accadrà di contrasto, dirò: " Il mio essere l'ho lasciato in Gesù ed ho preso il Suo; andate da Gesù, che vi risponderà per me ". Oh, come mi sento beata! Ah, sì, anche la tua Beatitudine vi prendo, non è vero, Gesù? >>
“ Figlia mia - dice Gesù a Luisa il 5 gennaio 1907 ( vol. 7 ) -, la vera e soda santità consiste nel ricevere come specialità
d’amore divino tutto ciò che all’anima può succedere o fare, fosse anche la cosa più indifferente, come sarebbe se trovasse un cibo gustoso o disgustoso. Specialità d’amore nel
gusto, pensando che Gesù produce quel gusto nel cibo, che l’ama fino a darle gusto anche nelle cose materiali. Specialità d’amore nel disgusto, pensando che l’ama tanto che l’ha
prodotto quel disgusto per assomigliarla a Sé nella mortificazione, dandole Lui stesso una monetina da poter offrire a Lui. Specialità d’amore divino se è umiliata, se è esaltata, se è
sana, se è inferma, se è povera o ricca. Specialità d’amore il respiro, la vista, la lingua, tutto, tutto, e siccome tutto, tutto deve ricevere come specialità
d’amore divino.
Essa deve ridare tutto a Dio come uno speciale amore suo, sicché deve ricevere l’onda dell’amor di Dio, e deve dare a Dio l’onda dell’amore
suo”.
“L’anima dovrebbe fare in modo che tutto ciò che fa, e che le è necessario, lo facesse come se Io lo volessi fare in lei. Se prega, dovrebbe dire: ‘ E’ Gesù che vuole pregare, ed io prego insieme con Lui ’. Se deve lavorare: ‘ E’ Gesù che vuole lavorare ’, ‘ È’ Gesù che vuole camminare ’, ‘ È’ Gesù che vuole prendere cibo..., che vuole dormire, che vuole alzarsi, che vuole divertirsi ’... , e così di tutto il resto della vita, esclusi gli errori. Così l’anima non solo farà tutto perché lo voglio Io, ma, perché lo voglio fare Io, Mi necessitano a Me proprio”.
Ora - continua Luisa - un giorno stavo lavorando, e stavo pensando: “ Come può essere che mentre io lavoro è Gesù che lavora in me? è Lui proprio che vuol fare questo lavoro? ”
E Gesù: “ Io proprio. Sono le mie dita che stanno nelle tue e lavorano. Figlia mia, quand’Io stavo sulla terra, le mie mani non si abbassavano a lavorare il legno, a ribattere i chiodi, ad aiutare nel lavori fabbrili il mio padre putativo Giuseppe? E mentre ciò facevo, con quelle mani medesime, con quelle dita, creavo le anime e altre le chiamavo all’altra vita, divinizzavo tutte le azioni umane, le santificavo, dando a ciascuno un merito divino. Nei movimenti delle mie dita chiamavo in rassegna tutti i movimenti delle tue dita e degli altri; e se vedevo che li facevano per Me o perché Io li volessi fare in loro, Io continuavo la vita di Nazareth in loro e Mi sentivo come rinfrancato da parte loro per i sacrifici, le umiliazioni della mia Vita nascosta, dando loro il merito della mia stessa Vita.
La Vita nascosta che feci in Nazareth non viene calcolata dagli uomini, mentre non poteva far loro più bene di quella, dopo la Passione, perché abbassandomi Io a tutte quelle piccole azioni e a quegli atti che gli uomini esercitano nella vita giornaliera, come il mangiare, il dormire, il bere, il lavorare, accendere il fuoco, scopare, ecc. - atti tutti di cui nessuno può fare a meno - Io facevo scorrere nelle loro anime una monetina divina e di prezzo incalcolabile. Sicché, se la Passione li redense, la Vita nascosta corredava ogni azione umana, anche la più indifferente, di merito divino e di prezzo infinito.
Vedi, mentre tu lavori, lavorando perché Io voglio lavorare, le mie dita scorrono nelle tue, e mentre lavoro in te, nel medesimo istante, con le mie mani creatrici, quanti sto mettendo alla luce di questo mondo? Quanti altri ne chiamo? Quanti altri ne santifico, altri correggo, altri castigo, ecc.? Ora, tu stai con Me a creare, a chiamare, a correggere ed altro, sicché come tu non sei sola, neppure lo sono Io nel mio operare. Ti potrei dare Io onore più grande? ”
Chi può dire quello che comprendevo - scrive Luisa - e il bene che si può fare a noi ed agli altri, facendo le cose perché Gesù le vuole fare in noi? (14.8.1912 – vol. 11)
E ancora, il 20 agosto 1912 Gesù dice a Luisa: (vol. 11)
“ Nel vedere l’anima operare da sola, mentre standole vicino Io la guardo, e vedendola molte volte che non sa fare bene ciò che fa, Io sto aspettando che Mi chiami e Mi dica: ‘ Voglio fare questa cosa e non so farla; vieni Tu a farla insieme con me , e tutto saprò far bene ’. Per esempio: ‘ Voglio amare, vieni insieme con me ad amare; voglio pregare, vieni Tu a pregare insieme; voglio fare questo sacrificio, vieni Tu a darmi la tua forza, ché io mi sento debole ... ’ , e così di tutto il resto, ed Io, volentieri e con sommo mio piacere, Mi presterei a tutto ”.
“ Io voglio la vera consumazione in te, non fantastica, ma vera, ma in modo semplice ed attuabile.
Supponi che ti venisse un pensiero che non è per Me; tu devi distruggerlo e sostituirlo col Divino, e così avrai fatto la consumazione del pensiero umano e avrai acquistato la vita del Pensiero Divino.
Così, se l’occhio vuol guardare una cosa che Mi dispiace o che non si riferisce a Me, e l’anima si mortifica, ha consumato l’occhio umano e ha acquistato l’occhio della Vita Divina; e così il resto del tuo essere.
Queste novelle Vite divine Me le sento scorrere in Me, e prendono parte a tutto il mio operare! Amo tanto queste Vite, che per amor loro cedo a tutto”. (21.5.1913 - vol. 11)
Seguiamo ancora il Maestro Divino nei suoi mirabili insegnamenti:
“ Figlia mia, la vera vita dell'anima fatta nel mio Volere non è altro che la formazione della sua vita nella Mia, dare la mia stessa forma a tutto ciò che lei fa.
Io non faccio altro che mettere in volo nel mio Volere tutti gli atti che facevo, sia interni che esterni; mettevo in volo ciascun pensiero della mia Mente, il quale, sorvolando su ogni pensiero di creatura, della quale tutto esisteva nel mio Volere, si faceva quasi corona di ciascuna intelligenza umana e portava alla Maestà del Padre l'omaggio, l'adorazione, la gloria, l'amore, la riparazione di ogni pensiero creato; e così il mio sguardo, la mia parola, il mio moto, il mio passo.
Ora, l'anima, per fare vita nel mio Volere, deve dare la forma della mia Mente alla sua, la forma del mio sguardo, della mia parola, del mio moto ai suoi. Onde, facendo ciò, perde la sua forma ed acquista la mia; non fa altro che dare continue morti all'essere umano e continua vita alla Volontà Divina.
Così l'anima potrà completare la Vita Divina della mia Volontà in lei; altrimenti non sarà del tutto compiuto questo prodigio, questa forma modellata del tutto sulla mia.
E’ il solo mio Volere, che è eterno ed immenso, che fa trovare tutto. Il passato e il futuro lo riduce ad un punto solo, ed in questo solo punto trova tutti i cuori palpitanti, tutte le menti in vita, tutto il mio Operato in atto, e l'anima, facendo suo questo mio Volere, fa tutto, soddisfa per tutti, ama per tutti e fa bene a tutti ed a ciascuno, come se fosse uno solo.
Chi mai può giungere a tanto? Nessuna virtù, nessun eroismo, neanche il martirio, può stare di fronte al mio Volere.
Tutti, tutti restano indietro all’operato nella mia Volontà”. (vol. 12 - 5.1.1921)
Per quanto tempo l’anima sta nella mia Volontà, tanto di vita divina può dire che fa sulla terra. Come Mi piace quando vedo che l’anima entra nella mia Volontà per farvi vita divina!
Molto Mi piace vedere le anime che ripetono nella mia Volontà ciò che faceva la mia Umanità in Essa!
Quando Io istituii il Sacramento Eucaristico e comunicai gli apostoli, Io comunicai Me stesso nella Volontà del Padre; e con ciò non solo riparavo tutto, ma trovando nella Divina Volontà l’immensità, l’onniveggenza di tutto e di tutti, quindi abbracciavo tutti, comunicavo tutti, e vedendo che molti non avrebbero preso parte al Sacramento, ed il Padre offeso che non volevano ricevere la vita, Io davo al Padre la soddisfazione, la gloria, come se tutti avessero fatto la Santa Comunione, dando al Padre per ciascuno la soddisfazione e la gloria d’una vita divina.
Anche tu fa’ la Comunione nella mia Volontà, ripeti ciò che feci Io, e così non solo riparerai tutto, ma darai Me stesso a tutti com’Io intendevo di darmi a tutti, e Mi darai gloria come se tutti si fossero comunicati. Il mio Cuore si sente intenerito nel vedere che la creatura, non potendo darmi nulla da sé che sia degno di Me, prende le cose mie, le fa sue, imita come l’ho fatto Io, e per piacermi Me le dà; ed Io nel mio compiacimento vo ripetendo: ‘Brava alla figlia mia, hai fatto proprio ciò che facevo Io ’.
Gli atti nella mia Volontà sono gli atti più semplici, ma perché semplici si comunicano a tutti.
Un atto solo nella mia Volontà, come luce semplicissima si diffonde in ogni cuore, in ogni opera, in tutti, ma l’atto è uno. Il mio stesso Essere, perché semplicissimo, è un Atto solo, ma un Atto che contiene tutto; non ha piedi ed è il passo di tutti, non occhio ed è occhio e luce di tutti; do vita a tutto, ma senza sforzo, senza fatica, ma do l’atto di operare a tutti. Onde l’anima nella mia Volontà si semplifica ed insieme con Me si moltiplica in tutti, fa bene a tutti”. (vol. 11 - 8.9.1916)
Ecco che Luisa così si rivolge al suo amato Gesù, il 24 gennaio 1923 (vol. 15):
“ Mio amato Bene, insieme con Te voglio seguire tutti gli atti che fece la tua Umanità nella Volontà Divina, dove giungesti Tu,
voglio giungere anch’io,
per fare che in tutti i tuoi atti trovi anche il mio; sicché, come la tua intelligenza nella Volontà Suprema percorse tutte le intelligenze delle creature, per dare al Padre Celeste la gloria,
l’onore, la riparazione per ciascun pensiero di creatura in modo divino, e suggellare con la luce, con la grazia della tua Volontà ciascun pensiero di esse, così anch’io voglio percorrere ciascun
pensiero, dal primo all’ultimo che avrà vita nelle menti umane, per ripetere ciò che sta fatto da Te, anzi voglio unirmi con quelli della nostra Celeste Mamma, che mai lasciò dietro, ma
sempre corse insieme con Te ”
Il 14 Agosto 1917 (vol. 12) Gesù, spiegando a Luisa l’operato che la sua SS. Umanità fece su questa terra, dice: “ Io non facevo altro che darmi in balia della Volontà del Padre. Sicché, se pensavo, pensavo nella Mente del Padre; se parlavo, parlavo nella bocca e con la lingua del Padre, se operavo, operavo nelle mani del Padre.
Anche il respiro respiravo in Lui, e tutto ciò che facevo andava ordinato come Lui voleva.
Sicché potevo dire che la mia Vita la svolgevo nel Padre ed Io ero il portatore del Padre, perché tutto chiuso nel suo Volere e niente facevo da Me.
Il punto mio principale era la Volontà del Padre, perché non badavo a Me stesso, né per le offese che Mi facevano Io interrompevo il mio corso, ma sempre più volavo al mio centro; e allora la mia vita naturale finì, quando in tutto compii la Volontà del Padre. Così tu, figlia mia. Se ti darai in balia della mia Volontà, non avrai più pensiero di nulla ”…
Ora, per ubbidire - continua a scrivere Luisa -, voglio dire due parole sulla diversità del VIVERE RASSEGNATI alla DIVINA VOLONTÀ e il VIVERE nel DIVINO VOLERE.
Prima, VIVERE RASSEGNATO: secondo il mio povero parere, significa rassegnarsi in tutto alla Volontà Divina, tanto nelle cose prospere quanto nelle avverse, guardando in tutte le cose la Divina Volontà, l'ordine delle disposizioni divine che tiene su tutte le creature, e che neppure un capello può cadere dal nostro capo se il Signore non lo vuole.
Mi sembra un buon figlio, che va dove vuole il Padre, soffre ciò che vuole il Padre; ricco o povero, gli è indifferente; è contento solo di essere ciò che vuole il Padre. Se riceve o chiede ordine di andare a qualche parte, per il disimpegno di qualche affare, lui va solo perché lo ha voluto il Padre, ma mentre dura il tempo deve prendere ristoro, fermarsi per riposare, prendere il cibo, trattare con persone, quindi deve mettere molto del suo volere, ad onta che va perché lo ha voluto il Padre, ma in tante cose si trova nell'occasione di farne da se stesso; quindi può stare i giorni, i mesi, lontano dal Padre, senza essergli specificata in tutte le cose la Volontà del Padre.
Sicché, a chi vive rassegnato al Divin Volere è quasi impossibile non usare la sua volontà. Sarà un buon figlio, ma non avrà in tutto i pensieri, le parole, la vita del Padre, ritrattato del tutto in lui, perché dovendo andare, ritornare, seguire, trattare con altri, già l'amore resta spezzato - perché solo l'unione continua fa crescere l'amore e mai si spezza - e la corrente della Volontà del Padre non è in comunicazione continua con la corrente della volontà del figlio, e in quegli intervalli il figlio può abituarsi a fare la propria volontà. Tuttavia credo che è il primo passo alla santità.
Secondo, VIVERE nel DIVIN VOLERE.
Vorrei le mani del mio Gesù per scrivere ciò. Ah, Lui solo potrebbe dire tutto il bello, il buono e il santo del vivere nel Divin Volere! Io, né sono capace né ho molti concetti nella mente; mi mancano i vocaboli… Mio Gesù, riversati nella mia parola, ed io dirò quello che posso.
Vivere nel Divin Volere significa in modo inseparabile; non fare nulla da sé, perché innanzi al Divino Volere l'anima si sente incapace di tutto; non chiede ordini né riceve, perché si sente incapace di andare da sola, e dice: " Se vuoi che faccia, facciamo insieme, e se vuoi che vada, andiamo insieme " ; sicché fa tutto ciò che fa il Padre.
Se il Padre pensa, fa suoi i pensieri del Padre e non fa un pensiero in più di quelli del Padre.
Se il Padre guarda, se parla, se opera, se cammina, se soffre, sa ama, anch'essa guarda ciò che guarda il Padre, ripete le parole del Padre, opera nelle mani del Padre, cammina coi piedi del Padre, soffre le stesse pene del Padre; vive non fuori ma dentro del Padre, sicché è il riflesso e il ritratto perfetto del Padre, ciò che non è per chi vive solo rassegnato. Questa figlia è impossibile trovarla senza del Padre, né il Padre senza di lei, e non solo esternamente, ma tutto il suo interno si vede come intrecciato con l'interno del Padre, trasformato, sperduto tutto tutto in Dio.
Oh, i voli rapidi di questa figlia nel Volere Divino! Questo Volere Divino è immenso; in ogni istante circola in tutti, dà vita e ordine a tutto, e l'anima, spaziando in questa immensità, vola a tutti, eccita tutti, ama tutti, ma come aiuta ed ama lo stesso Gesù, ciò che non può fare chi vive solo rassegnato.
Sicché a chi vive nel Divino Volere gli riesce impossibile fare da solo, anzi sente nausea del suo operato umano, ancorché santo, perché nel Divin Volere le cose, anche le più piccole prendono altro aspetto, acquistano nobiltà, splendore, santità divina, potenza e bellezza divina, si moltiplicano all'infinito, e in un istante l'anima fa tutto, e dopo che ha fatto tutto dice: ‘ non ho fatto nulla, ma l'ha fatto Gesù, e questo é tutto il mio contento, che misera qual sono, Gesù mi ha dato l'onore di tenermi nel Divin Volere, per farmi fare ciò che ha fatto Lui ’.
Sicché il nemico non può molestare questa figlia, se ha fatto bene o male, poco o molto, perché tutto l'ha fatto Gesù e lei insieme con Gesù. Questa è la più pacifica, non è soggetta ad ansietà, non ama nessuno ed ama tutti, ma divinamente. Si può dire che è la ripetitrice della Vita di Gesù, l'organo della sua voce, il palpito del suo Cuore, il mare delle sue grazie.
In questo solo, credo, consiste la vera Santità - afferma ancora Luisa -; tutte le altre cose sono ombre, larve, spettri di santità.
Nel Volere Divino le virtù prendono posto nell'ordine divino; invece, fuori di esso, nell'ordine umano; sono soggette a stima propria, a vanagloria, a passioni. Oh, quante opere buone, quanti Sacramenti frequentati sono da piangersi innanzi a Dio e da ripararsi, perché vuoti del Divino Volere, quindi senza frutti! Volesse il Cielo che tutti comprendessero la vera santità! Oh, come tutte le altre cose scomparirebbero! Quindi, molti si trovano sulla via falsa della santità; molti la mettono nelle pie pratiche di pietà, e guai a chi li sposta. Oh, come s'ingannano! Se i loro voleri non sono uniti con Gesù e anche trasformati in Lui - che è continuata preghiera - con tutte le loro pie pratiche la loro santità è falsa, e si vede che queste anime passano con molta facilità dalle pie pratiche ai difetti, ai divertimenti, a seminare discordie ed altro… Oh, come è disonorante questa specie di santità! Altri la mettono nell'andare in chiesa, nell'assistere a tutte le funzioni, ma il loro volere è lontano da Gesù, e si vede che queste anime poco si curano dei propri doveri, e se vengono impedite si arrabbiano, piangono, cosicché la loro santità se ne va per aria; se ne lamentano, disubbidiscono, sono le piaghe delle famiglie; oh, che falsa santità! Altre la mettono nelle confessioni frequenti, nelle direzioni spirituali minute, nel fare scrupolo di tutto, ma poi non si fanno scrupolo che il loro volere non corre insieme col Volere di Gesù, e guai a chi le contraddice… Queste anime sono come i palloni gonfi, che appena si fa un piccolo buco, esce l'aria e la loro santità va in fumo e va a terra. Questi poveri palloni hanno sempre da dire; sono al più portati alla mestizia; vivono sempre nel dubbio e quindi vorrebbero un direttore per loro, che in ogni piccola cosa li consigli, li rappacifichi, li consoli, ma subito sono più agitate di prima… Povera santità, com'è falsificata! Vorrei le lacrime del mio Gesù per piangere insieme con Lui su queste santità false, e far conoscere a tutti come la vera santità sta nel fare la Divina Volontà e vivere nel Divino Volere.
Questa santità getta le radici tanto profonde che non c'è pericolo che oscilli, perché riempie terra e Cielo e dovunque trova il suo appoggio. È ferma, non è soggetta ad incostanze, a difetti volontari; attenta ai propri doveri, è la più sacrificata e distaccata da tutti e da tutto, anche dalla stessa direzione spirituale, e siccome le radici sono profonde, si eleva tanto in alto, che i fiori e i frutti sbocciano nel Cielo, ed è tanto nascosta in Dio, che la terra poco o nulla ne vede di quest'anima. Il Volere Divino la tiene assorbita in Sé; solo Gesù è la vita, l'artefice, la forma della santità di questa invidiabile creatura.
Non ha niente di suo, ma tutto è in comune con Gesù.
La sua passione è il Divino Volere; la sua caratteristica è il Volere del suo Gesù e il " FIAT " è il suo motto continuo.
Invece, la povera e falsa santità dei ‘ palloni’ è soggetta a continue incostanze, e mentre pare che i palloni della loro santità si gonfino tanto che pare che volino per aria e ad una certa altezza, tanto che molti e gli stessi direttori ne restano ammirati, subito ne restano disingannati. Per far sgonfiare questi palloni basta un'umiliazione, una preferenza, usata dal direttore a qualche altra persona, credendo ciò un furto per loro, credendosi le più bisognose. Quindi, mentre fanno scrupolo delle sciocchezze, giungono poi a disubbidire; e la gelosia è il tarlo di questi palloni, che rodendoli il bene che fanno, li va tirando l'aria, e il povero pallone si sgonfia e cade a terra e giunge ad imbrattarsi di terra. E allora si vede la santità che c'era nel pallone: e che cosa si trova? Amor proprio, risentimento, passioni nascoste sotto aspetto di bene, come per aver occasione di dire qualcosa si sono fatti il trastullo del demonio; sicché di tutta la loro santità non si è trovato altro che una massa di difetti, apparentemente mascherati di virtù… E poi, chi può dire tutto? Lo sa solo Gesù i mali peggiori di questa santità falsa, di questa vita devota senza fondamento, perché appoggiata sulla falsa pietà. Queste false santità sono le viti spirituali senza frutto, sterili, che sono causa di far piangere - chissà quanto - il mio amabile Gesù; sono il malumore della società, il cruccio degli stessi direttori, delle famiglie. Si può dire che portano presso di loro un'aria malefica che nuoce a tutti.
Oh, com'è ben diversa la santità dell'anima che vive nel Volere Divino! Queste anime sono il sorriso di Gesù; sono lontane da tutti, anche dallo stesso direttore spirituale; solo Gesù è tutto per loro, sicché nessuno si cruccia per loro. L'aria benefica che posseggono imbalsama tutti, sono l'ordine e l'armonia di tutti. Gesù, geloso di queste anime, si fa attore e spettatore di ciò che fanno; neppure hanno un palpito, un respiro, un pensiero, che Lui non regoli e domini. Gesù tiene quest'anima tanto assorbita nel Divino Volere, che a stento può ricordarsi che vive nell'esilio.
Nel vivere questa meravigliosa vita divina, nelle sue effusioni di amore verso il suo Gesù, Luisa così si esprime: “ Mio Gesù, se mi fosse possibile, vorrei darti il bacio di tutte le creature; così contenterei il tuo Amore, col portarle tutte a Te ”.
E Gesù: “ Figlia mia, se vuoi darmi il bacio di tutti, baciami nella mia Volontà,
perché la mia Volontà, contenendo la virtù creatrice, contiene la potenza di moltiplicare un atto di tanti atti per quanti se ne vogliono, e così Mi darai il contento come se tutti Mi baciassero e tu avrai il merito come se da tutti Mi avessi fatto baciare, e tutte le creature ne avranno gli effetti a seconda delle proprie disposizioni.
Così, figlia mia, se tu desideri amarmi per tutti, il tuo amore scorrerà nella mia Volontà, se lo farai in Essa, e riempiendo la mia Volontà il Cielo e la terra, Mi sentirò ripetere il tuo ‘ Ti amo’ in Cielo, intorno a Me, dentro di Me, in terra, e da tutti i punti si moltiplicherà per quanti atti può fare la mia Volontà. Quindi, può darmi la soddisfazione dell’amore di tutti, perché la creatura è limitata ed è finita, mentre la mia Volontà è immensa ed infinita.
Come si possono spiegare quelle parole dette da Me nel creare l’uomo: ‘ Facciamo l’uomo a nostra Immagine e Somiglianza ’? Come mai la creatura, tanto inabile, poteva rassomigliarmi ed essere mia immagine? Solo nella mia Volontà poteva giungere a questo, poiché ‘ facendola sua ’ viene ad operare alla divina, e con la ripetizioni di questi atti divini viene ad assomigliarsi a Me, a rendersi mia perfetta Immagine.
Succede come al fanciullo che col ripetere gli atti che vede nel maestro, gli si assomiglia. Sicché la sola cosa che fa rassomigliare la creatura a Me, è la mia Volontà.
Perciò ho tanto interesse che la creatura, ‘ facendola sua’, compia il vero scopo per cui è stata creata ”. (vol. 11 – 24.8.1915)
Il 18 marzo 1917 (vol. 12) Luisa scrive: Stavo pregando, fondendomi tutta in Gesù; e volevo in mio potere ogni pensiero di Gesù per poter avere vita in ogni pensiero di creatura, per poter riparare con lo stesso pensiero di Gesù, e così di tutto il resto. Ed il mio dolce Gesù mi ha detto: “ Figlia mia, la mia Umanità sulla terra non faceva altro che concatenare ogni pensiero di creatura coi miei; sicché ogni pensiero di creatura si ripercuoteva nella mia mente, ogni parola nella mia voce, ogni palpito nel mio Cuore, ogni azione nelle mie mani, ogni passo nei miei piedi, e così di tutto il resto; con ciò davo al Padre riparazioni divine.
Ora tutto ciò che feci in terra, lo continuo nel Cielo; e come le creature pensano, i loro pensieri si riversano nella mia mente; come guardano, sento i loro sguardi nei miei. Sicché passa tra loro e Me come elettricità continua, come le membra sono in continua comunicazione col capo; e dico al Padre:
‘ Padre mio, non sono solo Io che Ti prego, che riparo, che soddisfo, che Ti placo, ma ci sono altre creature che fanno in Me ciò che faccio, anzi suppliscono col loro patire alla mia Umanità, che gloriosa è incapace di patire ’.
L’anima col fondersi in Me ripete ciò che feci e continuo a fare.
Ma qual sarà il contento di queste anime che hanno fatto la loro vita in Me, con l’abbracciare insieme con Me tutte le creature, tutte le riparazioni, quando saranno con Me in Cielo? La loro vita la continueranno in Me, e come le creature penseranno o mi offenderanno coi pensieri, questi si ripercuoteranno nella loro mente, e continueranno le riparazioni che fecero in terra. Saranno insieme con Me, innanzi al trono divino, le sentinelle d’onore; e come le creature Mi offenderanno in terra, loro faranno gli atti opposti in cielo, vigileranno il mio trono, avranno il posto d’onore, saranno quelle che più Mi comprenderanno, le più gloriose; la loro gloria sarà tutta fusa nella mia e la mia nella loro. Sicché la tua vita in terra sia tutta fusa nella mia, non fare atto che non lo farai passare in Me.
Ed ogni qualvolta che tu ti fonderai in Me, Io riverserò in te nuova grazia e nuova luce e Mi farò vigile sentinella del tuo cuore per tenerti lontano qualunque ombra di peccato; ti custodirò come la mia stessa Umanità, comanderò agli angeli che ti facciano corona, affinché resti difesa da tutto e da tutti ”.
“ Quando l’anima fondendosi fa i suoi atti immediati con Me, allora Mi sento tanto tirato verso di essa, che faccio insieme ciò che essa fa e trasmuto in divino l’operato della creatura ”. (Vol. 12 - 28.3.1917)
“ Vivere nel mio Volere è scomparire, è entrare nell’ambito dell’eternità, è penetrare nell’onnipotenza dell’Eterno, nella Mente increata; è prendere parte a tutto, per quanto a creatura è possibile, ed a ciascun atto divino; è fruire anche stando in terra di tutte le qualità divine; è odiare il male in modo divino; è quello spandersi a tutti senza esaurire, perché la Volontà che anima questa creatura è Divina; è la santità non ancora conosciuta, che farò conoscere, che metterà l’ultimo ornamento ed il più bello, il più fulgido di tutte le altre santità e sarà corona e compimento di tutte le altre santità ”. (vol. 12 – 8.4.1918)
“ L’anima con l’unirsi con Me ed immedesimarsi con Me, si unisce con la mia mente, e così tante vite di pensieri santi produce nelle menti delle creature; come si unisce coi miei occhi, così produce nelle creature tante vite di sguardi santi; così, se si unisce con la mia bocca, darà vita alle parole; se si unisce al mio Cuore, ai miei desideri, alle mie mani, ai miei passi, così ad ogni palpito darà una vita, vita ai desideri, alle azioni, ai passi ... Ma vite sante, perché contenendo in Me la Potenza Creatrice, insieme con Me l’anima crea a fa ciò che faccio Io.
Ora, questa unione con Me, parte per parte, mente per mente, cuore per cuore, ecc., produce in te, in grado più alto, la Vita della mia Volontà e del mio Amore.
Ed in questa Volontà viene formato il Padre, nell’Amore lo Spirito Santo, e dall’operato, dalle parole, dalle opere, dai pensieri e da tutto il resto che può uscire da questa Volontà e da questo Amore, viene formato il Figlio, ed ecco la Trinità nelle anime. Sicché, se dobbiamo operare, è indifferente operare nella Trinità in Cielo, o nella Trinità delle anime in terra ”. (vol. 11 – 12.6.1913)
Il 28 novembre 1906 (vol. 7°) Luisa scrive: << Ho visto il benedetto Gesù e pareva che si trasformasse tutto in me, in modo che se io respiravo, sentivo il suo respiro nel mio; se io muovevo un braccio, sentivo muovere il suo nel mio e così di tutto il resto. Mentre ciò faceva, mi ha detto: “ Figlia diletta mia, vedi in che stretta unione sto con te? Così voglio te, tutta stretta e unita a me; e questo, non ti credere che lo devi fare quando soffri o preghi solo, ma sempre, sempre.
Se ti muovi, se respiri, se lavori, se mangi, se dormi, tutto, tutto come se lo facessi nella mia Umanità, come se uscisse da Me il tuo operato, in modo che dovresti essere tu non altro che la scorza, e rotta la scorza della tua opera, si dovrebbe trovare il frutto dell’opera divina; e questo devi farlo a bene di tutta quanta l’umanità, in modo che la mia Umanità si deve trovare come vivente in mezzo alle genti.
Perché facendo tu tutto, anche le azioni più indifferenti con questa intenzione, di ricevere da Me la vita, la tua azione acquista il merito della mia Umanità.
Perché essendo Io Uomo e Dio, nel mio respiro contenevo i respiri di tutti, i movimenti, le azioni, i pensieri, tutto contenevo in me; quindi li santificavo, li divinizzavo, li riparavo.
Onde, facendo tutto in atto di ricevere da Me il tuo operato, anche tu verrai ad abbracciare ed a contenere tutte le creature in te ed il tuo operato si diffonderà a bene di tutti; sicché ancorché gli altri non Mi daranno niente, Io prenderò tutto da te ” >>.
“ Figlia mia, il mio Amore per la creatura è grande. Vedi come la luce del sole invade la terra? Se tu potessi fare di quella luce tanti atomi, in quegli atomi di luce sentiresti la mia voce melodiosa, e ti ripeterebbero l’uno presso l’altro: ‘ ti amo ’, ‘ ti amo ’, ‘ ti amo ’..., in modo che non ti darebbero tempo a numerarli; resteresti affogata nell’amore, e difatti ‘ ti amo, ti amo ’, ti dico nella luce che riempie il tuo occhio, ‘ ti amo ’ nell’aria che respiri, ‘ ti amo ’ nel sibilo del vento che percuote il tuo udito, ‘ ti amo ’ nel calore e nel freddo che sente il tuo tatto, ‘ ti amo ’ nel sangue che scorre nelle tue vene; ‘ ti amo ’, nel palpito del tuo cuore ti dice il mio palpito; ‘ ti amo ’, ti ripeto in ogni pensiero della tua mente; ‘ ti amo ’, in ogni azione delle tue mani; ‘ ti amo ’, in ogni passo dei tuoi piedi; ‘ ti amo ’, in ogni parola ..., perché niente succede dentro e fuori di te se non concorre un mio atto di amore verso di te; sicché un mio ‘ ti amo ’ non aspetta l’altro. E i tuoi ‘ Ti amo ’, quanti sono per Me? ”( vol. 11 – 23.4.1912 )
Avendo fatta la Comunione, stavo dicendo a Gesù: “ Ti amo ”, e Lui mi ha detto: “ Figlia mia, vuoi amarmi davvero? Dì: Gesù, Ti amo con la tua Volontà e siccome la mia Volontà riempie Cielo e terra, il tuo amore Mi circonderà ovunque e il tuo ‘ Ti amo ’ si ripercuoterà lassù nei Cieli e fin nel profondo degli abissi.
Così, se vuoi dire: Ti adoro, Ti benedico, Ti lodo, Ti ringrazio ’, lo dirai unita con la mia Volontà e riempirai Cieli e terra di adorazioni, di benedizioni, di lodi, di ringraziamenti, nella mia Volontà. Queste sono cose semplici, facili ed immense.
La mia Volontà è tutto, tanto che gli stessi miei attributi, che sono? Un atto semplice della mia Volontà. Sicché se la Giustizia, la Bontà, la Sapienza, la Fortezza, fanno il loro corso, la mia Volontà le precede, le accompagna, le mette in atto di operare; insomma, non si spostano un punto dal mio Volere. Perciò, chi prende la mia Volontà prende tutto, anzi può dire che la sua vita è finita, finite le debolezze, le tentazioni, le passioni, le miserie, perché in chi fa il mio Volere tutte le cose perdono i loro diritti, perché il mio Volere tiene il primato su tutto e diritto a tutto ”. (vol. 11 – 2.10.1913)
“ Diletta mia, entra in Me, vieni a nuotare nel mare immenso del mio Volere, del mio Amore; nasconditi nel Volere e nell'Amore increato del tuo Creatore.
Il mio Volere ha il potere di rendere infinito tutto ciò che entra nella mia Volontà e d’innalzare e trasformare gli atti delle creature in atti eterni,
perché ciò che entra nella mia Volontà acquista l'Eterno, l'Infinito, l'Immenso, perdendo ciò che ha principio, ciò che è finito, la piccolezza. Quale è il mio Volere, tali rende gli atti loro. Perciò dì, grida forte ‘ TI AMO ’ nel mio Volere; Io sentirò la nota del mio Amore eterno, sentirò l'amore creato nascosto nell'Amore increato, e Mi sentirò amato dalla creatura con amore eterno, infinito, immenso; quindi, un amore degno di Me, che Mi supplisce e può supplirmi nell'amore di tutti ". ( vol. 12 – 8.1.1919 )
“ Sperditi in Me: la tua preghiera sperdila nella mia, in modo che la tua e la mia siano una sola preghiera e non si conosca quale sia la tua e quale la mia; le tue pene, le tue opere, il tuo volere, il tuo amore, sperdili tutti nelle mie pene, nelle mie opere, ecc., in modo che si mescolino le une con le altre da formare una sola cosa, tanto che tu potrai dire: ‘ Ciò che è di Gesù è mio ’, ed Io: ‘ Ciò che è tuo è mio ’.
Con tuo guadagno grandissimo e con sommo mio contento, ripetimi spesso in ciò che fai: ‘ Gesù, lo verso in Te, per poter fare non la mia voglia, ma la tua ’, ed Io subito verso il mio agire in te ”. (vol. 12 - 31.1.1918)
Il 13 febbraio 1919 (vol. 12) Gesù rivolge, per primo a Luisa e poi a tutti noi, il suo ardente invito: “ Vuoi venire nella mia Volontà a sostituirti in modo divino per tanti atti non fatti dagli altri nostri fratelli, per tanti altri fatti umanamente, e per altri atti santi, sì, ma umani e non fatti in ordine divino?
Io ho fatto tutto nell'ordine divino, ma non sono contento ancora; voglio che la creatura entri nella mia Volontà e in modo divino venga a baciare i miei atti, sostituendosi a tutto come feci Io.
Perciò venga, venga; la sospiro, la desidero tanto che Mi metto come in festa quando vedo che la creatura entra in questo ambiente divino e, moltiplicandosi insieme con Me, si moltiplica in tutti, ed ama, ripara, sostituisce tutti e per ciascuno in modo divino. Le cose umane non le riconosco più in lei, ma tutte cose mie. Il mio Amore sorge e si moltiplica, le riparazioni si moltiplicano all'infinito, le sostituzioni sono divine… Che gioia, che festa!
Gli stessi Santi si uniscono con Me e fanno festa, e aspettano con ardore che una loro sorella sostituisca i loro stessi atti, santi nell'ordine umano, eppure non nell'ordine divino; Mi pregano che subito faccia entrare la creatura in questo ambiente divino e che tutti i suoi atti siano sostituiti solo col Volere Divino e con l'impronta dell'Eterno.
L'ho fatto Io per tutti; ora voglio che lo faccia tu per tutti ”.
Io sono entrata in Gesù - continua a scrivere Luisa - e facevo ciò che faceva Gesù. Oh, come vedevo con chiarezza ciò che Gesù mi aveva detto! Con Lui restavo moltiplicata in tutto, anche nei Santi… E Gesù ha soggiunto: “ Un atto solo di mia Volontà, e anche un istante, è pieno di Vita creatrice, e chi contiene questa Vita può dar vita in quell'istante a tutto e conservare tutto.
Sicché, da quest'atto solo della mia Volontà il Sole riceve la vita della luce, la terra la conservazione, le creature la vita…
Io ho la mia Corte in Cielo - prosegue Gesù - e ne voglio un'altra sulla terra; indovina tu: chi formerà questa Corte? ” (E Luisa risponde:) “ Le anime che vivranno nel tuo Volere ”. (E Gesù:) “ Brava; sono proprio loro che, senza l'ombra dell'interesse e della santità personale, ma divina, vivranno a bene dei loro fratelli e faranno un solo eco col Cielo ”.
Il 6 dicembre 1917 (vol. 12°) Luisa scrive: << Dopo aver ricevuto Gesù in Sacramento stavo dicendogli: “ Ti bacio col bacio del tuo Volere.
Tu non sei contento se Ti do solo il mio bacio, ma vuoi il bacio di tutte le creature, ed io perciò Ti do il bacio nel tuo Volere, perché in Esso
trovo
tutte le creature, e sulle ali del tuo Volere prendo tutte le loro bocche e Ti do il bacio col bacio del tuo Amore, affinché non Ti baci col mio amore, ma col tuo stesso Amore, e Tu senta il
contento, le dolcezze, la soavità del tuo stesso Amore sulle labbra di tutte le creature, in modo che, attirato dal tuo stesso Amore, Ti costringa a dare il bacio a tutte le creature … ”
Onde il mio dolce Gesù mi ha detto: “ Figlia mia, quanto Mi è dolce vedere, sentire l'anima nel mio Volere! Senza che lei se ne avveda si trova nelle altezze dei miei atti, delle mie preghiere, del modo come facevo Io stando su questa terra; si mette quasi al mio livello.
Io, nei miei più piccoli atti, racchiudevo tutte le creature passate, presenti e future, per offrire al Padre atti completi a nome di tutte le creature.
Nemmeno Mi sfuggì un respiro delle creature che non lo racchiudessi in Me, altrimenti il Padre avrebbe potuto trovare eccezioni nel riconoscere le creature e tutti i loro atti, perché non fatti da Me e usciti da Me; avrebbe potuto dirmi: ‘ Non hai fatto tutto e per tutti; la tua opera non è completa. Non posso riconoscere tutti, perché non li hai rincorporati in Te, ed Io voglio conoscere solo ciò che hai fatto Tu ’. Perciò, nell'immensità del mio Volere, del mio Amore e Potere, feci tutto e per tutti.
Onde, come mai possono piacermi le altre cose, per quanto belle, fuori dal mio Volere? Sono sempre atti bassi e umani e determinati; invece, gli atti nel mio Volere sono nobili, divini, senza termine, infiniti, qual è il mio Volere.
Sono simili ai miei ed Io do loro lo stesso valore, amore e potere dei miei stessi atti, li moltiplico in tutti, li estendo a tutte le generazioni, a tutti i tempi.
Che Mi importa che siano piccoli? Sono sempre i miei atti che si ripetono, e basta ” >>.
“ Figlia mia, prega, ma prega come prego Io, cioè,riversati tutta nella mia Volontà, e in Questa troverai Dio e tutte le creature; le darai a Dio come se fosse una sola creatura, perché il Volere Divino è il Padrone di tutti, e deporrai ai piedi della Divinità gli atti buoni, per darle onore, e i cattivi per ripararli con la Santità, Potenza ed Immensità della Divina Volontà, a cui niente sfugge.
Questa fu la vita della mia Umanità sulla terra. Per quanto santa Essa fosse, ebbi bisogno di questo Divin Volere, per dare completa soddisfazione al Padre e redimere le umane generazioni, perché solo in questo Divin Volere Io trovavo tutte le generazioni, passate, presenti e future, e tutti i loro pensieri, parole, atti, ecc., come in atto.
E in questo Santo Volere, senza che nulla Mi sfuggisse, Io prendevo tutti i pensieri nella mia Mente e per ciascuno in particolare Io Mi portavo innanzi alla Maestà Suprema e li riparavo, e in questa stessa Volontà scendevo nella mente di ciascuna creatura, dando loro il bene che avevo impetrato alle loro intelligenze.
Nei miei sguardi prendevo gli occhi di tutte le creature, nella mia voce le loro parole, nei miei movimenti i loro movimenti, nelle mie mani le loro opere, nei miei piedi i loro passi, nel mio Cuore gli affetti e desideri, e facendoli come miei, in questo Divin Volere la mia Umanità soddisfaceva il Padre e mettevo in salvo le povere creature; e il Divin Padre ne restava soddisfatto.
Non poteva rigettarmi, essendo il Santo Volere Lui stesso; avrebbe forse rigettato Sé stesso? No, certo; molto più che in questi atti trovava Santità perfetta, Bellezza inarrivabile e rapitrice, Amore sommo, atti immensi ed eterni, Potenza invincibile... Questa fu tutta la vita della mia Umanità sulla terra, per continuarla nel Cielo e nel SS. Sacramento.
Ora, perché non puoi farlo anche tu? Per chi Mi ama, tutto è possibile, unito con Me.
Nella mia Volontà, prega e porta innanzi alla Maestà Divina i pensieri di tutti nei tuoi pensieri; nei tuoi occhi gli sguardi di tutti; nelle tue parole, nei movimenti, negli affetti, nei desideri, quelli dei tuoi fratelli, per ripararli, per impetrare per loro Luce, Grazia, Amore.
Nel mio Volere ti troverai in Me ed in tutti, farai la mia Vita, pregherai con Me; e il Divin Padre ne sarà contento, e tutto il Cielo dirà: ‘ Chi ci chiama sulla terra? Chi è che vuole stringere in sé questo Santo Volere, racchiudendo tutti noi insieme? ’ E quanto bene può ottenere la terra, facendo scendere il Cielo in terra! ” >> (vol. 11° - 3.5.1916)
Stavo pregando e col mio pensiero mi fondevo nel Volere Eterno - scrive Luisa il 9 gennaio 1920 (vol. 12) -, e portandomi innanzi alla Maestà Suprema dicevo:
“ Eterna Maestà, vengo ai tuoi piedi a nome di tutta l'umana famiglia, dal primo fino all'ultimo uomo delle future, presenti e passate
generazioni,
ad adorarti profondamente.
Ai tuoi piedi SS. voglio suggellare le adorazioni di tutti, vengo a riconoscerti a nome di tutti come Creatore e dominatore assoluto di tutto; vengo ad amarti per tutti e per ciascuno; vengo a ricambiarti in amore per tutti a motivo di ogni cosa creata, in cui hai messo tanto amore, che mai la creatura troverà amore sufficiente per ricambiarti in amore; ma io nel tuo Volere trovo questo amore, e volendo che il mio amore, come gli altri atti, sia completo, pieno e per tutti, sono venuta perciò nel tuo Volere, dove tutto è immenso ed eterno, e trovo amore per poterti amare per tutti.
Quindi, Ti amo per ogni stella che hai creato, Ti amo per quanti raggi di luce e per quanta intensità di calore hai messo nel Sole… ”
Ora, mentre ciò facevo - prosegue Luisa -, un pensiero mi ha detto: ‘ Come va e in che modo Nostro Signore ha messo in ogni cosa creata fiumi d'amore verso la creatura? ’
Ed una luce ha risposto al mio pensiero: “ Certo, figlia mia, che in ogni cosa creata il mio Amore si riversava a torrenti verso la creatura.
Te lo dissi altrove e te lo confermo ora, che mentre il mio Amore increato creava il Sole, vi metteva oceani d'amore, ed in ogni goccia di luce che doveva inondare l'occhio, il passo, la mano e tutto, il mio Amore correva alla creatura, e quasi percuotendole dolcemente l'occhio, la mano, il passo, la bocca, le davo il mio bacio eterno e le porgevo il mio Amore.
Insieme alla luce corre il calore e, percuotendola un po' più forte e quasi impaziente dell'amore della creatura fino a dardeggiarla, le ripeto più forte il mio ‘ TI AMO ’ eterno.
E se il Sole con la sua luce e calore feconda le piante, è il mio Amore che corre a nutrire l'uomo; e se ho disteso il cielo sul capo dell'uomo, tempestandolo di stelle, è stato il mio Amore, che volendo allietare l'occhio dell'uomo anche di notte, gli dice in ogni scintillio di stella il mio ‘ TI AMO ’ …
Sicché ogni cosa creata porge il mio Amore all'uomo, e se ciò non fosse, la Creazione non avrebbe nessuno scopo. Ma Io non faccio nulla senza scopo; tutto è stato fatto per l'uomo, ma l'uomo non lo riconosce e si è cambiato per Me in dolore.
Perciò, figlia mia, se vuoi lenire il mio dolore, vieni spesso nel mio Volere e a nome di tutti dammi adorazione, amore, riconoscenza e ringraziamento per tutto "
Preghiamo allora con Luisa: " Mio Gesù, voglio amarti, e voglio tanto amore da supplire l'amore di tutte le generazioni che sono state e che ci saranno. Ma chi può darmi tanto amore da poterti amare per tutti?
Amor mio, nel tuo Volere c'è la Forza Creatrice; quindi nel tuo Volere voglio io stessa creare tanto amore da supplire e sorpassare l'amore di tutti e per tutto ciò che tutte le creature sono obbligate a dare a Dio come nostro Creatore… " (vol. 12 - 2.2.1921)
E ancora: “ Amor mio, nel tuo Volere trovo tutte le generazioni; ed io, a nome di tutta l'umana famiglia, Ti adoro, Ti bacio, Ti riparo per tutti; le tue piaghe, il tuo Sangue lo do a tutti, affinché tutti trovino la loro salvezza.
E se le anime perdute non possono più fruire del tuo SS. Sangue né amarti, lo prendo io per loro, per fare io ciò che dovrebbero far loro.
Il tuo Amore non voglio che resti defraudato in nulla da parte delle creature; per tutti voglio supplire, ripararti, amarti, dal primo fino all'ultimo uomo… ” (vol. 12° - 6.12.1919)
Il 29 dicembre 1923 (Vol. 16) Gesù dice a Luisa: “ Tutti gli atti che abbiamo fatto insieme nella mia Volontà sono atti eterni, come è eterna la mia Volontà; sicché tu hai del tuo in Me ed Io ho del mio in te; scorre in te una vena eterna che ci rende inseparabili e quanto più continui e moltiplichi i tuoi atti nel mio Volere, tanto più prendi parte a ciò che è eterno”. … Io - continua a scrivere Luisa - vedevo tra me e Gesù che il mio interno era accentrato in Lui, ed il suo accentrato in me.
Dopo ho fatto la santa Comunione, ed io secondo il mio solito stavo chiamando e mettendo tutte le cose create intorno a Gesù, acciocché tutte gli facessero corona e gli dessero il contraccambio dell’amore, degli omaggi al loro Creatore. Tutte sono corse alla mia chiamata, e vedevo a chiare note tutto l’amore del mio Gesù per me in tutte le cose create, e Gesù aspettava con tale tenerezza d’amore nel mio cuore il contraccambio di tanto amore, ed io, sorvolando su tutto e abbracciando tutto, mi portavo ai piedi di Gesù e gli dicevo: " Amor mio, mio Gesù, tutto hai creato per me e me lo hai donato, sicché tutto è mio, ed io lo dono a Te per amarti; perciò Ti dico in ogni stilla di luce di sole: ‘ Ti amo ’; nello scintillio delle stelle: ‘ Ti amo ’; in ogni goccia d’acqua: ‘ Ti amo ’.
Il tuo Volere mi fa vedere fin nel fondo dell’oceano il tuo ‘ ti amo ’ per me, ed io imprimo il mio ‘ Ti amo ’ per Te in ogni pesce che guizza nel mare; voglio imprimere il mio ‘ Ti amo ’ sul volo d’ogni uccello; Ti amo dovunque Amor mio. Voglio imprimere il mio ‘ Ti amo ’ sulle ali del vento, nel muoversi delle foglie, in ogni favilla di fuoco; ‘ Ti amo ’ per me e per tutti ".
Tutta la Creazione era con me a dire: ‘ Ti amo ’; ma quando ho voluto abbracciare tutte le umane generazioni nel Voler Eterno, per far prostrare tutti innanzi a Gesù, perché tutti facessero il loro dovere di dire in ogni loro atto, parola, pensiero, ‘ Ti amo ’, a Gesù, queste mi sfuggivano, ed io mi sperdevo e non sapevo fare; onde l’ho detto a Gesù, e Lui: " Figlia mia, eppure è proprio questo il vivere nel mio Volere: il portarmi tutta la Creazione innanzi a Me, e a nome di tutti darmi il contraccambio dei loro doveri ; nessuno deve sfuggirti, altrimenti la mia Volontà troverebbe dei vuoti nella Creazione e non resterebbe appagata. Ma sai perché non trovi tutti e molti ti sfuggono? E’ la forza del libero arbitrio; ma ti voglio insegnare il segreto dove tutti trovarli: entra nella mia Umanità e vi troverai tutti gli atti loro come in custodia, per cui Io presi l’impegno di soddisfare per loro innanzi al mio Celeste Padre; e tu va’ seguendo tutti gli atti miei, che erano gli atti di tutti, così troverai tutto e Mi darai il ricambio d’amore per tutti e per tutto.
Tutto c’è in Me; avendo fatto Io per tutti c’è in Me il deposito di tutto e rendo al Divin Padre il dovere dell’amore di tutto, e chi vuole se ne serve per via di mezzo per salire al Cielo ".
Io sono entrata in Gesù - continua Luisa - e con facilità ho trovato tutto e tutti, e seguendo l’operato di Gesù dicevo: " In ogni pensiero di creatura Ti amo; sul volo d’ogni sguardo Ti amo; in ogni suono di parola Ti amo; in ogni palpito, respiro, affetto, Ti amo; in ogni goccia di sangue, in ogni opera e passo, Ti amo ". (25.8.1921 - vol. 13)
“ Quante volte in più t’immergi nel mio Volere, tanto più si allarga il circolo della tua volontà nella Mia ”.
“ Io sto con ansia aspettando queste tue fusioni nella mia Volontà .
Tu devi sapere che, come Io pensavo nella mia Volontà, così venivo informando
i tuoi pensieri nella mia Volontà, preparandone il posto; come operavo, informavo le tue opere nel mio Volere, e così di tutto il resto.
Ora, ciò che facevo, non lo facevo per Me, ché non avevo bisogno, ma per te; perciò ti aspetto nella mia Volontà, che venga a prendere i posti che ti preparò la mia Umanità, e sopra le mie informazioni vieni a fare le tue; allora sono contento e ne ricevo completa gloria, quando ti veggo fare ciò che feci Io ”. (16.9.1921 - vol. 13)
Il 16 maggio 1919 (vol. 12) Gesù dà a Luisa questo chiarimento:“ Questi atti nel mio Volere, ad onta che corrano a bene di tutti, agiscono a seconda delle disposizioni di ciascuno e a seconda dell'atteggiamento dell'anima che vive nel mio Volere. Sicché un atto in più fatto nel mio Volere è un Sole di più che splende su tutte le creature ".
Onde dopo - continua Luisa - ho cercato di fondermi nel mio Gesù e nel suo Volere, moltiplicando i miei pensieri nei suoi, per riparare e sostituire per tutte le intelligenze create, passate, presenti e future; e dicevo di cuore al mio Gesù: " Quanto vorrei ridarti con la mia mente tutta la gloria, l'onore, la riparazione per tutta l'umana famiglia, anche per le stesse anime perdute che con la loro intelligenza non Te lo hanno dato! "
E Lui, come compiacendosi, mi ha baciato in fronte, dicendomi: " Ed Io col mio bacio suggello tutti i tuoi pensieri coi miei, affinché sempre trovi in te tutte le menti create e a nome loro riceva continua gloria, onore e riparazione ".
“ Nel Volere di Gesù - scrive Luisa il 7.4.1919 (vol. 12) - vedevo tutti i suoi pensieri, tutto il bene che ci aveva fatto con la sua Intelligenza, e come dalla sua mente ricevevano vita tutte le intelligenze umane. Ma, oh Dio, che abuso ne facevano, quante offese! Ed io dicevo: " Gesù, moltiplico i miei pensieri nel tuo Volere, per dare ad ogni tuo pensiero il bacio di un pensiero divino, un'adorazione, una riconoscenza di Te, una riparazione, un amore di pensiero divino, come se un altro Gesù lo facesse; e questo a nome di tutti e per tutti i pensieri umani, passati, presenti e futuri, e intendo supplire le stesse intelligenze delle anime perdute.
Voglio che la gloria da parte di tutte le creature sia completa e che nessuna manchi all'appello, e ciò che non fanno loro lo faccio io nel tuo Volere, per darti gloria divina e completa "
Poi Gesù, guardandomi, aspettava, come se volesse una riparazione ai suoi occhi; ed io ho detto: " Gesù, mi moltiplico nei tuoi sguardi per quante volte hai guardato la creatura con amore; mi moltiplico nelle tue lacrime, per piangere anch'io per tutte le colpe delle creature, per poterti dare a nome di tutti sguardi d'amore divino e lacrime divine, per darti gloria e riparazione completa per tutti gli sguardi di tutte le creature "
Poi Gesù ha voluto che a tutto, alla bocca, al Cuore, ai desideri, ecc. seguissi a dare la riparazione, moltiplicando tutto nel suo Volere. Poi Gesù ha soggiunto:
“ Figlia mia, come tu facevi gli atti nel mio Volere, tra il Cielo e la terra si formavano tanti Soli; altrimenti, tanto sarebbe il ribrezzo che Mi farebbe la terra che non potrei guardarla. Ma essa poco riceve da questi Soli, perché le tenebre sono tante, che mettendosi di fronte a questi Soli, non ricevono né tutta la luce, né il calore ”.
Il 3 settembre 1919 (vol. 12) Gesù precisa a Luisa: “Sappi che il solo fonderti in Me tutti i giorni e parecchie volte al giorno serve a mantenere l'equilibrio di tutte le riparazioni, perché solo chi entra in Me e prende il principio da Me di tutto ciò che fa, può equilibrare le riparazioni di tutti e di tutto; può equilibrare da parte delle creature la Gloria del Padre, perché stando in me un Principio eterno, una Volontà eterna, potei equilibrare tutto: soddisfazione, riparazione e Gloria completa del Padre Celeste da parte di tutti.
Sicché, come tu entri in Me, vieni a rinnovare l'equilibrio di tutte le riparazioni e della Gloria della Maestà Eterna.
Sostituendoti a nome di tutta l'umana famiglia, cerca, per quanto è da te, di ripararmi per tutto.
Se sapessi quanto bene ne riceve il mondo quando un'anima, senza l'ombra dell'interesse personale ma solo per mio amore, si eleva tra il Cielo e la terra, ed unita con Me equilibra le riparazioni di tutti!”.
Perciò Gesù ci invita a rimetterci in quell’ordine in cui il suo Amore divino ci aveva messi nel crearci : (vol. 13 - 15.12.1921)
“ Riordinati in Me; e sai come puoi riordinarti? Col fonderti interamente nel mio Volere . Anche il respiro, il palpito, l’aria che respiri, non devono essere altro che fusione nel mio Volere. Così entra l’ordine tra Creatore e creatura, e ritorna al principio donde uscì . Tutte le cose stanno nell’ordine, hanno il posto d’onore, sono perfette, quando non si spostano dal principio donde sono uscite; spostate dal principio, tutto è disordine, disonore, imperfezione.
Gli atti fatti nel mio Volere si restituiscono al principio dove l’anima fu creata e prendono vita nell’ambito dell’Eternità, portando al loro Creatore gli omaggi divini e la gloria del loro stesso Volere.
Tutti gli altri restano nel basso, aspettando l’ultima ora della vita per subire ciascuno il suo giudizio e la pena che merita, perché non c’è atto fatto fuori della mia Volontà, anche buono, che possa dirsi puro; il solo non avere la mira alla mia Volontà è gettare fango nelle opere più belle; e poi, il solo spostarsi dal suo principio merita una pena.
La Creazione fu messa fuori sulle ali del mio Volere, e sulle stesse ali vorrei che Mi ritornasse, ma invano l’aspetto. Ecco perché tutto è disordine e scompiglio. Perciò,vieni nel mio Volere, per darmi a nome di tutti la riparazione di tanto disordine ".
(6.4.1922 – vol. 14) “ Quanto sono belle le preghiere e gli atti fatti nel mio Volere! Come la creatura si trasforma nello stesso Dio Creatore e ridà il ricambio di ciò che Lui le ha dato! Tutto creai per l’uomo e tutto a lui donai.
Nella mia Volontà la creatura s’innalza al suo Dio Creatore e lo trova nell’atto in cui creò tutte le cose per fargliene dono, e lei, tremante alla molteplicità di tanti doni, e non avendo in sé la forza creatrice per poter creare tante cose per quante ne ha ricevute, offre le sue stesse cose (le cose di Dio Creatore) per ricambiarlo in amore.
Sole, stelle, fiori, acqua, fuoco, aria, ti ho dato per darti amore, e tu riconoscente li hai accettati e, mettendo a traffico il mio amore, Me ne hai dato il ricambio; sicché, sole ti diedi e sole Mi hai dato; stelle, fiori, acqua ti diedi, e tu Me li hai ridonati. Le note del mio amore hanno risuonato di nuovo su tutte le cose create e, ad unanime voce, Mi hanno dato l’amore che feci correre su tutta la Creazione.
Nella mia Volontà l’anima si mette al livello del suo Creatore, e nel suo stesso Volere riceve e dona.
Oh, che gara tra creatura e Creatore! Se tutti potessero vedere, ne resterebbero stupiti nel vedere che nella mia Volontà l’anima diventa un piccolo dio, ma tutto
in virtù della potenza della mia Volontà ”.
( E l’anima, riconoscente, risponde al suo Creatore:)
“ Amor mio, nel tuo Volere ciò che è tuo è mio; tutte le cose create sono mie; il sole è mio ed io te lo do in ricambio, affinché tutta la luce ed il calore del sole, in ogni stilla di luce e di calore Ti dica che io Ti amo, Ti adoro, Ti benedico, Ti prego, per tutti. Le stelle sono mie, ed in ogni tremolio di stelle
suggello il mio Ti amo immenso ed infinito, per tutti.
Le piante, i fiori, l’acqua, il fuoco, l’aria, sono miei ed io te li do in ricambio, ma tutti che Ti dicano, e a nome di tutti: ‘ Ti amo con quell’amore eterno con cui ci creasti ’ ”.
E Luisa, l’8 novembre 1921 scrive (vol. 13): “ Ogniqualvolta la mia volontà ripeteva gli atti, tanti Gesù si moltiplicavano. Allora il mio Gesù mi ha detto: " Vedi che significa vivere nel mio Volere? È un moltiplicare la mia Vita quante volte si vuole ripetere tutto il bene che la mia Vita contiene ".
Dopo ciò - continua a scrivere Luisa - stavo dicendo al mio Gesù: “ Vita mia, entro nel tuo Volere per potermi distendere in tutti ed in tutto, dal primo all’ultimo pensiero, dalla prima all’ultima parola, dalla prima all’ultima azione e passo che si son fatti e si faranno.
Voglio suggellare tutto col tuo Volere, affinché riceviate da tutto la gloria della vostra Santità, del vostro Amore, della vostra Potenza, e tutto ciò che è umano resti coperto, nascosto, improntato dal vostro Volere, acciò nulla, nulla resti d’umano in cui Voi non riceviate gloria Divina ”.
Ora, mentre ciò ed altro facevo, il mio dolce Gesù è venuto tutto festante, accompagnato da innumerevoli Beati, e ha detto: " Tutta la Creazione Mi dice: Gloria mia, gloria mia ".
E tutti i Santi hanno risposto: " Ecco, o Signore, che Vi diamo di tutto gloria Divina ". Si sentiva un’eco da tutte le parti, che diceva: " Di tutto Vi diamo Amore e gloria Divina ".
E il 22 maggio 1919 (vol. 12) Gesù spiega a Luisa come la Gloria di Dio sarà completata per mezzo di chi vivrà nel Volere Divino :
“ Figlia mia, tutte le mie opere sono complete, sicché la gloria che Mi deve dare la creatura sarà completa e non verrà l'ultimo giorno, se tutta la Creazione non Mi dà l'onore e la gloria da Me stesso voluta e decisa. Ciò che non Mi danno gli uni, lo prendo dagli altri, e in questi raddoppio la Grazia che altri Mi respingono e da questi ricevo doppio onore e gloria. Ad altri, a seconda delle loro disposizioni, giungo a dare la Grazia che darei a dieci, ad altri quella che darei a cento; ad altri quella che darei a mille, e alle volte do le grazie che darei a città, a province ed anche a regni interi, e questi Mi amano e mi danno gloria per dieci, per cento, per mille, ecc. Così viene completata la mia Gloria da parte della Creazione. E quando vedo che la creatura non può giungere, malgrado la sua buona volontà, la tiro nel mio Volere, dove trova virtù di moltiplicare un solo atto per quanti ne vuole, e Mi dà gloria, onore, amore, che altri non Mi danno.
Perciò sto preparando l'Era del vivere nel mio Volere, e ciò che non hanno fatto le generazioni passate e che non faranno, in quest'Era della mia Volontà i buoni completeranno l'amore, la gloria, l'onore di tutta la Creazione, dando loro grazie sorprendenti ed inaudite.
Ecco perché chiamo te nel mio Volere e ti sussurro all'orecchio: Gesù, depongo ai tuoi piedi l'adorazione, la sudditanza di tutta l'umana famiglia; depongo sul tuo Cuore il bacio di tutti; sulle tue labbra v'imprimo il mio bacio per suggellare il bacio di tutte le generazioni; Ti stringo con le mie braccia, per stringerti con le braccia di tutti e per portarti la gloria di tutti e le opere di tutte le creature ”.
(vol. 11° - 29.10.1914)“ Basta un solo atto della mia Volontà per creare mille mondi, tutti perfetti e completi. Non ho bisogno di atti susseguenti, uno Mi basta per tutti. Onde tu, facendo l’atto più semplice unito con la mia Volontà, Mi darai un atto completo, cioè di amore, di lode, di ringraziamento, di riparazione; tutto, insomma, Mi racchiuderai in quest’atto, anzi racchiuderai Me stesso e darai Me a Me ”.
Scrive ancora Luisa il 29 gennaio 1919 (vol. 12°): << Ho recitato il Credo, intendendo entrare nell'immensità del Volere Divino, dove
stanno tutti gli atti delle creature passate, presenti e future, e quegli stessi che la creatura dovrebbe fare e che per trascuratezza o malvagità non ha fatto. E dicevo: “ Mio Gesù, Amor
mio, entro nel tuo Volere e intendo con questo Credo rifare, riparare tutti gli atti di Fede che non hanno fatto le creature,
tutte le miscredenze e dare l'adorazione dovuta a Dio come Creatore ”.
Ora pareva che Gesù mi diceva: “ Figlia diletta mia, voglio farti sapere l'ordine della mia Provvidenza.
Nel corso di ogni duemila anni ho rinnovato il mondo: nei primi duemila lo rinnovai col Diluvio; nei secondi duemila lo rinnovai con la mia venuta sulla terra, in cui manifestai la mia Umanità, dalla quale, come da tante fessure, traluceva la mia Divinità, e i buoni e gli stessi Santi dei seguenti duemila anni sono vissuti dei frutti della mia Umanità e come leccando hanno goduto della mia Divinità.
Ora siamo circa alla fine del terzo duemila, e ci sarà una terza rinnovazione, ecco pertanto lo scompiglio generale: non è altro che il preparativo alla terza rinnovazione. E se nella seconda rinnovazione manifestai ciò che faceva e soffriva la mia Umanità e pochissimo ciò che operava la mia Divinità, ora, in questa terza rinnovazione, dopo che la terra sarà purgata e distrutta in gran parte la generazione presente, sarò ancora più largo con le creature e compirò la rinnovazione col manifestare ciò che faceva la mia Divinità nella mia Umanità, come agiva il mio Volere Divino col mio volere umano, come tutto restava concatenato in Me e come tutto lo facevo e rifacevo, e anche ogni pensiero di ciascuna creatura era rifatto da Me e suggellato col mio Volere Divino.
Il mio Amore vuole sfogo e vuole far conoscere gli eccessi che la mia Divinità operava nella mia Umanità in favore delle creature, eccessi che superano di gran lunga gli eccessi che operava esternamente la mia Umanità.
Ecco pure perché ti parlo spesso del vivere nel mio Volere, che finora non ho manifestato a nessuno. Al più hanno conosciuto l'ombra della mia Volontà, la grazia e la dolcezza che contiene il farla; ma penetrarvi dentro, abbracciare l'immensità, moltiplicarsi con Me e penetrare ovunque - anche stando in terra - e in Cielo e nei cuori, deporre i modi umani ed agire coi modi divini, questo non è conosciuto ancora, tanto che a non pochi sembrerà strano, e chi non tiene aperta la mente alla luce della Verità non ne comprenderà nulla. Ma Io a poco a poco Mi farò strada, manifestando ora una verità, ora un'altra di questo vivere nel mio Volere, che finiranno col comprenderlo.
Ora, il primo anello che congiunse il vero vivere nel mio Volere fu la mia Umanità.
La mia Umanità con la mia Divinità nuotava nel Volere Eterno e andavano rintracciando tutti gli atti delle creature per farli propri e dare al Padre, da parte delle creature, una gloria divina, e portare, a tutti gli atti delle creature, il valore, l'amore, il bacio del Volere Eterno.
In questo ambiente del Volere Eterno Io vedevo tutti gli atti delle creature possibili a farsi e non fatti, e gli stessi atti buoni malamente fatti, ed Io facevo i non fatti e rifacevo i malamente fatti.
Ora, questi atti non fatti e fatti solo da Me stanno tutti sospesi nel mio Volere,
e aspetto le creature che vengano a vivere nel mio Volere, e che ripetano nella mia Volontà ciò che feci Io ”.
Ed io - scrive Luisa -, interrompendo il dire di Gesù ho detto: “ Amor mio, se tanto bene c'è di questo vivere nel Volere Divino, perché non lo hai manifestato prima? ”
E Lui: “ Figlia mia, prima dovevo far conoscere ciò che fece e soffrì la mia Umanità di fuori, per poter disporre le anime a conoscere ciò che fece la mia Divinità di dentro. La creatura è incapace di comprendere tutto insieme il mio operato; perciò vado manifestandomi poco a poco. Poi, avrò uno stuolo di anime che vivendo nel mio Volere rifaranno tutti gli atti delle creature, e avrò la gloria di tanti atti sospesi, fatti solo da Me, anche da parte delle creature, e queste di tutte le classi: vergini, sacerdoti, secolari, a seconda del loro ufficio. Non più opereranno umanamente, ma penetrando nel mio Volere, i loro atti si moltiplicheranno per tutti in modo tutto divino, e da parte delle creature avrò la gloria divina di tanti Sacramenti amministrati e ricevuti in modo umano, di altri profanati, di altri infangati dall'interesse e di tante opere buone in cui resto più disonorato che onorato…
Lo sospiro tanto questo tempo, e tu prega e sospiralo insieme con Me ”.
(vol. 13 - 4.2.1922) Figlia mia, le anime che vivono nella mia Volontà sono le piccole rotelle che girano nella gran ruota dell’Eternità. La mia Volontà è il moto e la vita della ruota dell’Eternità interminabile. Come esse entrano nel mio Volere per pregare, per amare, per operare, ecc., la ruota dell’Eternità le fa girare nella sua circonferenza interminabile, ed esse, siccome in quella ruota trovano tutto ciò che si è fatto e si deve fare e tutto ciò che dovrebbe farsi e non si fa, come girano, così gettano luce e ondate divine in ciò che si è fatto e si deve fare, dando a nome di tutti l’onore divino al loro Creatore, e rifaranno ciò che dalle creature non è stato fatto.
Oh, com’è bello vedere entrare un’anima nel mio Volere! Come entra, la gran ruota dell’Eternità le dà la corda per farla girare nella sua gran mole, e la piccola rotella fa dei giri eterni. La corda della gran ruota la mette in comunicazione con tutte le corde divine, e mentre gira fa ciò che fa il suo Creatore. Perciò esse sono come le prime da Me create e come le ultime, perché nel girare si trovano al principio, nel mezzo e alla fine; onde saranno la corona di tutta l’umana famiglia, la gloria, l’onore ed il supplemento di tutti, e il ritorno a Dio di tutto l’ordine delle cose da Lui create. Perciò i tuoi giri siano continui nel mio Volere …
Come l’anima entra nella mia Volontà, … gira per quante intelligenze pensano, quanti sguardi danno le creature, quante parole dicono, quante opere e quanti passi fanno; queste anime girano ad ogni Atto Divino, ad ogni moto, ad ogni grazia che dal Cielo scende…, insomma, in ciò che si fa in Cielo e in terra, loro formano il giro. I giri di queste rotelle sono veloci, ma Io li numero tutti; prima, per prendermi la gloria, l’amore eterno che Mi danno, e poi per fondere tutto il bene eterno, per dar loro la capacità di farli sorpassare tutto, per poter abbracciare tutti e farsi corona di tutto ".
(vol. 13 – 20.1.1922) “ Io, quando voglio chiamare un’anima nel mio Volere, per fare che vi stabilisca il suo soggiorno, giro tutto il mondo e forse tutte le generazioni, e dove trovo la più piccola, la più povera, la prendo e la metto nell’ambito eterno del mio Volere, e le dico: ‘ Lavora insieme con Me nella mia Volontà; ciò che è mio è tuo; deponi se hai qualche cosa di proprio, perché nella Santità ed immense ricchezze della mia Volontà, non è altro che miseri cenci ’. Che sono i tuoi meriti a confronto dei miei? Nel mio Volere li troverai tutti, ed Io te ne faccio padrona.
Voglio che lasci tutto da parte, la tua missione è grandissima.
Voglio che tu ti stia in continuo atto nel mio Volere, voglio il passeggio dei tuoi pensieri nel mio Volere, che passeggiando su tutte le umane intelligenze stendano il manto del mio Volere su tutte le menti create, ed elevandosi fino al trono dell’Eterno offrano tutti i pensieri umani improntati dell’onore, della gloria della mia Volontà Divina. Poi stendi il manto del mio Volere su tutti gli sguardi umani, su tutte le parole, mettendo come in passeggio i tuoi occhi e le tue parole su tutte le loro, e suggellandole col mio Volere ti elevi di nuovo innanzi alla Maestà Suprema e offra l’omaggio, come se tutti avessero fatto uso della vista e della parola secondo il mio Volere.
E così, se operi, se respiri, se il tuo cuore palpita, il tuo passeggio sia continuo .
La tua via è lunghissima, è tutta l’Eternità che devi percorrere. Se sapessi quanto perdi con una tua fermata, e che privi Me, non di un onore umano, ma di un onore divino! Perciò, attenzione a fare le corse nel mio Volere! "
Alla scuola di Gesù, anche noi insieme a Luisa diciamo: “Padre Santo, vengo al tuo trono per portarti nel mio grembo tutti i tuoi figli, le tue care immagini da Te create, per rimetterli nel tuo grembo divino, affinché quella Volontà da essi spezzata tra Te e loro, Tu la vincoli e la rannodi di nuovo.
Sono piccola, è vero, ma prendo l’impegno di soddisfarti per tutti, non mi partirò dal tuo trono se non mi vincoli la volontà umana con la Divina, e portandola in terra venga il Regno del tuo Volere sulla terra. Ai piccoli nulla si nega, perché ciò che chiedono non è altro che l’eco del tuo stesso Volere e di ciò che vuoi Tu”.
“ Per fare che il Volere del Cielo scenda sulla terra - proclama Gesù il 6.12.1923 (vol. 16) -, è necessario che tutti gli atti umani siano suggellati e smaltati d’atti di Volontà Divina, affinché il Supremo Volere vedendo che tutti gli atti di volontà delle creature sono cosparsi dalla Sua, attirato dalla calamita potente del suo stesso Volere scenda in terra e vi regni ”.
(Gesù il 6.11.1922 – vol. 14) “ Amo tanto che il vivere nel mio Volere sia conosciuto: per far ripetere nelle anime le opere mie, ed allora non sarò più solo, ma avrò la creatura in mia compagnia, l’avrò con Me, intimamente con Me, nel fondo del mio Volere, quasi inseparabile da Me, come se allora allora fosse uscita dal mio Seno, come quando la creai, senza aver fatto altre vie contrarie alla mia Volontà. Quanto sarò contento! ”.
“ La Creazione in nulla si è spostata dalla mia Volontà : il cielo è sempre azzurro e stellato, il sole è pieno di luce e calore; tutta la Creazione è in perfetta armonia, una cosa è sostegno dell’altra; è sempre bella, fresca, giovane, non mai invecchia né perde un’ombra della sua beltà, anzi pare che ogni giorno sorga più maestosa, dando un dolce incanto a tutte le creature. Tale sarebbe stato l’uomo, se non si fosse sottratto dal mio Volere e tali sono le anime che vivono nel mio Volere: sono i nuovi Cieli, i nuovi Soli, la nuova terra, tutta fiorita, anzi più multiformi di bellezza e d’incanto ”. (vol. 13 - 1.5.1921)
" Figlia mia, nella mia Volontà c’è il vuoto dell’operato umano nel Divino, e questo vuoto dev’essere riempito da chi vive nel mio Volere; quanto più starai attenta a vivere nel mio Volere, e nel farlo conoscere agli altri, tanto più subito sarà riempito questo vuoto, in modo che il mio Volere, vedendosi aleggiare nel Suo il volere umano, come ritornando al principio donde ne uscì, si sentirà soddisfatto e vedrà compiute le sue brame sulla generazione umana, fossero pochi ed anche uno solo, perché il mio Volere con la sua potenza può rifarsi di tutto, anche d’uno solo quando non trova altri, ma è sempre una volontà umana che deve venire nella mia a riempire tutto ciò che gli altri non fanno; questo mi sarà tanto accetto, da squarciare i Cieli per far scendere il mio Volere e far conoscere il bene ed i prodigi che contiene ”.
(Diciamo allora al dolce Gesù:)
" Prego nel tuo Volere affinché la mia parola, moltiplicandosi in Esso, abbia per ogni parola di ciascuna creatura una parola di preghiera, di lode, di benedizione, d’amore, di riparazione; vorrei che la mia voce, innalzandosi tra il Cielo e la terra, assorbisse in sé tutte le voci umane per ridonarle a Te in omaggio e gloria, secondo che vorresti che la creatura se ne servisse della parola " (vol. 15 – 2.4.1923)
(Gesù - 9.4.1923 – vol. 15) “ Figlia diletta mia, amo tanto questi atti fatti nel mio Volere, che non appena l’anima entra in Esso per agire, l’ombra della mia luce la circonda, ed Io corro per fare che il mio atto ed il suo fosse un solo; e siccome Io sono l’Atto primo di tutta la Creazione, vedi dunque come quasi è naturale che chi opera nella mia Volontà si muove nel mio primo moto, ed operando nel mio viene a trovarsi ed opera nel moto di tutte le creature. Ed Io vedo la creatura, la sento, che scorrendo nel mio stesso moto, in tutti i moti di esse Mi dà tanti atti divini per quanti atti umani offensivi fanno tutte le altre, e questo solo perché ha operato nel mio primo moto.
Perciò chi vive nel mio Volere Mi sostituisce per tutti, Mi difende da tutti e mette in salvo il mio moto, cioè la mia stessa Vita. Ecco perciò che l’operare nel mio Volere è il prodigio dei prodigi, ma senza strepito, senza acclamazioni umani; ma è il mio vero trionfo su tutta la Creazione, ed essendo il trionfo tutto divino, l’umano tace e non ha vocaboli equivalenti sul come acclamare il trionfo della mia Suprema Volontà ".
Anche a noi, come a Luisa, Gesù rivolge il suo invito:“ Immedesima la tua intelligenza con la Mia, affinché la tua circoli in tutte le intelligenze delle creature e riceva il vincolo di ciascun pensiero di esse, per sostituirli con tanti altri pensieri fatti nel mio Volere, ed Io riceva la gloria come se tutti i pensieri fossero fatti nel modo divino.
Allarga il tuo volere nel Mio; nessuna cosa deve sfuggire che non resti presa nella rete della tua e mia Volontà.
Il mio Volere in Me ed il mio Volere in te, devono fondersi insieme e tenere gli stessi confini interminabili, ma ho bisogno che il tuo volere si presti a distendersi nel Mio e non gli sfugga nessuna cosa da Me creata, affinché in tutte le cose Io senta l’eco della Volontà Divina nella volontà umana, affinché vi generi la mia somiglianza ”. (vol. 14 – 28.7.1922)
(E la creatura risponde al suo Dio:)
" Amor mio, entro nel tuo Volere, e qui trovo tutti i pensieri della tua mente e tutti quelli delle creature, ed io faccio corona coi miei pensieri e con quelli di tutti i miei fratelli intorno ai tuoi, e poi li unisco insieme, facendone uno solo, per darti l’omaggio, l’adorazione, la gloria, l’amore, la riparazione della stessa tua Intelligenza ".
(E Gesù:)" Figlia inseparabile della mia Volontà, come son contento nel sentire ripetere ciò che faceva la mia Umanità nella mia Volontà; ed Io bacio i tuoi pensieri nei miei, le tue parole nelle mie, il tuo palpito nel mio ". (6.9.1921 - vol. 13)
Il 19 marzo 1924 (vol. 16) Luisa scrive: << Mi stavo fondendo nel mare immenso del Voler Divino ed il mio dolce Gesù mi ha detto:“ Figlia mia, benedico il tuo cuore, i tuoi palpiti, i tuoi affetti, le tue parole, i tuoi pensieri, fino il tuo più piccolo moto, affinché tutti, con la mia benedizione, restino investiti di una virtù divina, in modo che entrando nel mio Volere portino con sé, in virtù della mia benedizione, questa virtù divina, ed abbiano il potere di diffondersi in tutti, darsi a tutti e moltiplicarMi per ciascuno, per darMi l’amore, la gloria, come se tutti avessero la mia vita in loro. Perciò, entra nel mio Volere, penetra tra il Cielo e la terra, gira per tutti ... Il mio Volere è luce purissima, e questa luce contiene l’onniveggenza, il passaporto per poter penetrare nei più intimi nascondigli, nelle fibre più secrete, nell’abisso delle profondità e nello spazio delle altezze più alte … Onde metti in giro nella mia Volontà i tuoi pensieri, le tue parole, i tuoi palpiti, le tue pene, tutto il tuo essere; non lasciare nulla in te stessa, affinché, col passaporto della luce della mia Volontà e con la mia virtù divina, entri in ogni atto di creatura e moltiplichi la mia vita in ciascuna di esse.
Oh, come sarò contento nel vedere che la creatura, in virtù della mia Volontà, riempie cielo e terra di tante mie vite per quante creature esistono ! ”
Ond’io - continua Luisa - mi sono abbandonata nel Volere Supremo, e girando in Esso facevo scorrere i miei pensieri, le mie parole, le mie riparazioni, ecc., in ciascuna intelligenza creata ed in tutto il resto dell’operato umano, e come facevo i miei atti restava formato Gesù. Oh, come era bello ed incantevole vedere tanti Gesù dovunque passava il passaporto della luce dell’Eterna Volontà! >>
(vol. 17 - 2.10.1924) Il mio amabile Gesù mi ha detto: “ Pròstrati innanzi alla nostra Maestà Suprema ed offri le tue adorazioni, i tuoi omaggi, le tue lodi, a nome di tutti, con la potenza della nostra Volontà, con la sapienza e con la Volontà del nostro Amore Supremo.
Così sentiremo in te la potenza della nostra Volontà che Ci adora, la sapienza della nostra Volontà che Ci glorifica, l’amore della nostra Volontà che Ci ama e Ci loda.
E siccome la potenza, la sapienza e l’amore delle Tre Divine Persone sono in comunicazione con l’intelletto, memoria e volontà di tutte le creature, sentiremo scorrere le tue adorazioni, gli omaggi e le lodi in tutte le intelligenze delle creature, che elevandosi tra il Cielo e la terra Ci faranno sentire l’eco della nostra stessa potenza, sapienza e amore, che Ci adora, Ci loda e Ci ama.
Adorazioni più grandi, omaggi più nobili, amore e lodi più divine non puoi darci. Nessun altro atto può eguagliare questi atti, né darci tanta gloria e tanto amore, perché vediamo aleggiare nell’atto della creatura la potenza, la sapienza ed il reciproco amore delle Tre Divine Persone: troviamo gli atti nostri nell’atto della creatura. Come non gradirli e non dar loro la supremazia sopra tutti gli altri atti?”
Il 27 maggio 1922 (vol. 14) Luisa scrive: Stavo pensando tra me: “ Se è così grande un atto fatto nel tuo Volere, quanti, ahimè, me ne faccio sfuggire! ”.
Ed il mio dolce Gesù, muovendosi nel mio interno, mi ha detto: “ Figlia mia, c’è
l’atto preventivo e l’atto attuale.
Il preventivo è quello, quando l’anima, dal primo sorgere del giorno, ‘ fissa ’ la sua volontà nella Mia, e si decide e si conferma di voler vivere ed operare solo nel mio Volere; previene tutti i suoi atti e li fa scorrere tutti nel mio Volere. Con la volontà preventiva il mio Sole sorge, la mia Vita resta duplicata in tutti i suoi atti, come dentro di un solo atto attuale. Ma però, l’atto preventivo può essere ombrato, oscurato dai modi umani, dalla volontà propria, dalla stima, dalla trascuratezza ed altro, che sono come nubi innanzi al sole, che rendono meno vivida la sua luce sulla faccia della terra.
Invece l’atto attuale non è soggetto a nubi, ma ha virtù di diradare le nubi se ci sono, e fa sorgere tanti altri soli in cui resta duplicata la mia Vita, con tale vivezza di luce e calore da formare altrettanti nuovi soli, l’uno più bello dell’altro.
Però tutti e due sono necessari: il preventivo dà la mano, dispone e forma il piano all’attuale; l’ attuale conserva ed allarga il piano del preventivo ”.
“ Per entrare nel mio Volere non ci sono vie né porte né chiavi, perché il mio Volere si trova dappertutto, scorre sotto i piedi, a destra e a sinistra, sopra il capo e dovunque. La creature non deve fare altro che togliere la pietruzza della sua volontà, che, ad onta che sta nel mio Volere, non prende parte né gode dei suoi effetti, rendendosi come estranea nel mio Volere, perché la pietruzza della sua volontà impedisce come all'acqua di scorrere nel lido per correre altrove, perché le pietre glielo impediscono. Ma se l'anima toglie la pietruzza della sua volontà, nel medesimo istante lei scorre in Me ed Io in lei; trova tutti i miei beni a sua disposizione, luce, forza, aiuto, ciò che vuole. Ecco perché non ci sono vie, né porte, né chiavi: basta che si voglia e tutto è fatto.
Il mio Volere prende l'impegno di tutto e di darle ciò che le manca, e la fa spaziare nei confini interminabili della mia Volontà ”. (vol. 12° - 16.2.1921)
“ Figlia mia, il fonderti nella mia Volontà è l’atto più solenne, più grande, più importante di tutta la tua vita. Fonderti nella mia Volontà è entrare nell’ambito dell’eternità, abbracciarla, baciarla e ricevere il deposito dei beni che contiene la Volontà Eterna. Anzi, come l’anima si fonde nel Supremo Volere, tutti le vanno incontro per comunicare in lei tutto ciò che hanno di beni e di gloria. Gli angeli, i santi, la stessa Divinità, tutti comunicano, sapendo che comunicano in quella stessa Volontà in cui tutto è al sicuro. Anzi, l’anima, col ricevere questi beni, coi suoi atti nella Volontà Divina li moltiplica e ridona a tutto il Cielo doppia gloria ed onore. Sicché col fonderti nella mia Volontà metti in moto Cielo e terra. È una nuova festa a tutto l’empireo. E siccome il fondersi nella mia Volontà è amare e dare per tutti e per ciascuno, senza escludere nessuno, così Io, nella mia bontà, per non farmi vincere in amore dalla creatura, depongo in lei (nell’anima fusa nella Divina Volontà) i beni di tutti, e tutti i beni possibili che in Me contengo; né può mancare lo spazio dove deporre tutti i beni, perché la mia Volontà è immensa e si presta a ricevere tutto. Se tu sapessi che fai e che succede col fonderti nella mia Volontà, ne spasimeresti di desiderio di fonderti continuamente.
L’anima che si fonde nella mia Volontà, riceve come in deposito tutti i miei beni divini ed eterni. Gli stessi Santi fanno a gara per deporre i loro meriti nell’anima fusa nella mia Volontà, perché sentono in lei la gloria, la potenza della mia Volontà, e si sentono glorificati in modo divino dalla piccolezza della creatura ”. (4.1.1925 - vol. 17)
Il 10 maggio 1925, per obbedire al Confessore, Luisa scrive più dettagliatamente la sua esperienza del fondersi: (vol. 17)
<< Scrivo solo per obbedire e vi fo un misto di cose passate e di cose presenti. Molte volte nei miei scritti dico: ‘ Mi stavo fondendo nel Santo Voler Divino ’, e non mi spiego di più. Ora, costretta dall’ubbidienza dico quello che mi succede nel fondermi.
Mentre mi fondo, innanzi alla mia mente si fa presente un vuoto immenso, tutto di luce, che non si trova né dove giunge l’altezza né dove arriva la profondità, né i confini di destra né di sinistra, né quello davanti né quello di dietro. In mezzo a questa immensità, ad un punto altissimo mi sembra di vedere la Divinità, oppure le tre Divine Persone che mi aspettano, ma questo sempre mentalmente, ed io, non so come, una piccola bambina esce da me, ma sono io stessa, forse è la piccola anima mia; ma è commovente vedere questa piccola bambina mettersi in via in questo vuoto immenso, tutta sola: cammina timida in punta di piedi, con gli occhi sempre rivolti dove scorge le Tre Divine Persone, perché teme che se abbassa lo sguardo in quel vuoto immenso, non sa a qual punto deve andare a finire. Tutta la sua forza è in quello sguardo fisso in alto, che essendo ricambiato con lo sguardo dell’Altezza Suprema, prende forza nel cammino. Ora, mentre giunge innanzi a Loro, si sprofonda con la faccia nel vuoto per adorare la Maestà Divina, ma una mano delle Divine Persone rialza la piccola bambina, e le dicono:
"La figlia Nostra, la piccola figlia della nostra Volontà, vieni nelle nostre braccia".
Ed essa, nel sentire ciò si mette in festa e mette in festa le Tre Divine Persone, che aspettano il disimpegno del suo ufficio da loro affidatole; ed essa con una grazia propria di bambina dice:
" Vengo ad adorarvi, a benedirvi, a ringraziarvi per tutti; vengo a legarvi al vostro trono tutte le volontà umane di tutte le generazioni, dal primo all’ultimo uomo, affinché tutti riconoscano la vostra Volontà Suprema, l’adorino, l’amino e le diano vita nelle anime loro.
Maestà Suprema, in questo vuoto immenso ci sono tutte le creature, ed io voglio prenderle tutte per metterle nel vostro Santo Volere, affinché tutte ritornino al principio da dove sono uscite, cioè dalla vostra Volontà; perciò sono venuta nelle vostre braccia paterne, per portarvi tutti i vostri figli e miei fratelli, e legarli tutti con la vostra Volontà; ed io a nome di tutti e per tutti, voglio ripararvi e darvi l’omaggio, la gloria, come se tutti avessero fatto la vostra Santissima Volontà. Ma, deh! Vi prego che non più ci sia separazione tra Volontà Divina e umana! E’ una piccola bambina che ciò vi chiede, e ai piccoli so che Voi non sapete negar nulla ". Ma chi può dire tutto?, sarei troppo lunga; oltre che mi mancano i vocaboli di ciò che dico innanzi all’Altezza Suprema; mi sembra che qui nel basso mondo non si usa quel linguaggio di quel vuoto immenso.
Altre volte, poi, mentre mi fondo nel Divin Volere e quel vuoto immenso si fa davanti alla mia mente, giro per tutte le cose create e vi imprimo un ‘ Ti amo’ per quella Maestà Suprema, come se io volessi empire tutta l’atmosfera di tanti ‘ Ti amo’, per ricambiare l’Amore Supremo di tanto amore verso le creature; anzi, giro per ogni pensiero di creatura e v’imprimo il mio ‘ Ti amo’, per ogni sguardo e vi lascio il mio ‘ Ti amo’, per ogni bocca e ad ogni parola vi suggello il mio ‘ Ti amo’, per ogni palpito, opera e passo e li copro col mio ‘ Ti amo’ al mio Dio; scendo fin laggiù, nel mare, nel fondo dell’oceano, e in ogni guizzo di pesce, in ogni goccia d’acqua, lì voglio riempire del mio ‘ Ti amo’. Onde, dopo che dappertutto, come se seminasse il mio ‘ Ti amo’, la piccola bambina si porta innanzi alla Maestà Divina, e dice come se volesse fargli una sorpresa: " Mio Creatore e Padre mio, mio Gesù e mio Eterno Amore, guardate: tutte le cose da parte di tutte le creature Vi dicono che Vi amano; dovunque c’è il ‘ Ti amo’ per Voi: Cielo e terra ne sono pieni; e Voi non concederete alla piccola piccina che la vostra Volontà scenda in mezzo alle creature, si faccia conoscere, faccia pace con la volontà umana, e prendendo il suo giusto dominio, il suo posto d’onore, nessuna creatura faccia più la sua volontà, ma sempre la Vostra? "
Altre volte, poi, mentre mi fondo nel Divin Volere, voglio dolermi di tutte le offese fatte al mio Dio, e riprendo il mio giro in quel vuoto immenso per trovare tutto il dolore che il mio Gesù ebbe per tutti i peccati, lo faccio mio e giro ovunque: nei luoghi più reconditi e segreti, nei luoghi pubblici, su tutti gli atti umani cattivi per dolermi per tutte le offese e per ciascun peccato; mi sento che vorrei gridare ad ogni moto della creatura: ‘ dolore, perdono ’. E per fare che tutti lo sentano, lo imprimo nel rumoreggiare del tuono, affinché tuoni in tutti i cuori: ‘ dolore di aver offeso il mio Dio’ ; ‘ perdono’ nello scoppio della folgore; ‘ dolore’ nel sibilo del vento; ‘ dolore, perdono’, nel tintinnio delle campane; ‘ dolore e perdono’, insomma, in tutto. E poi porto al mio Dio il dolore di tutti ed imploro perdono per tutti e dico: " Gran Dio, fate scendere la vostra Volontà sulla terra, affinché il peccato non abbia più luogo.
E’ la sola volontà umana che produce tante offese che pare che allaga la terra di peccati; la vostra Volontà sarà la distruggitrice di tutti i mali.
Perciò, vi prego, contentate la piccola figlia della vostra Volontà, che non vuole altro che la vostra Volontà sia conosciuta ed amata e regni in tutti i cuori ".
Ricordo che un giorno - continua ancora Luisa - stavo fondendomi nel Santo Voler Divino, ed io guardavo il cielo che pioveva a dirotto, e sentivo un piacere nel vedere scendere l’acqua sulla terra; ed il mio dolce Gesù muovendosi nel mio interno, con amore e tenerezza indicibile mi diceva: " Figlia mia, in quelle gocce d’acqua che vedi scendere dal cielo c’è la mia Volontà; Essa corre rapidamente insieme con l’acqua; si parte per dissetare le creature, scendere nelle viscere umane, nelle loro vene, per rinfrescarle e costituirsi vita delle creature e portar loro il mio bacio, il mio amore; parte per innaffiare la terra, per fecondarla e prepararle il cibo; parte per tant’altri bisogni delle creature.
La mia Volontà vuole aver vita in tutte le cose create per dar vita celeste e naturale a tutte le creature.
Ma Essa, mentre va come in festa, piena d’amore verso tutti, non riceve l’adeguato ricambio, e resta come digiuna da parte delle creature.
Figlia mia, la tua volontà fusa nella Mia, corre pure in quell’acqua che piove dal cielo, corre insieme dovunque Essa va: non La lasciare sola e dalle il ricambio del tuo amore, e per tutti".
Ma mentre ciò diceva, sono restate incantate le mie pupille: non le potevo spostare da dentro quell’acqua che scorreva; la mia volontà correva insieme; vedevo in quell’acqua le mani del mio Gesù moltiplicate in tante, per portare con le sue mani l’acqua a tutti. Onde, chi può dire quello che provavo in me? Lo può dire solo Gesù, che ne è l’autore. Ma chi può dire i tanti modi nel fondermi nel suo Santissimo Volere? Per ora basta il dire; se Gesù vorrà darà i vocaboli e la grazia di dire altro, ed io riprenderò il mio dire.
Oltre di ciò, stavo dicendo al mio Gesù: " Dimmi Amor mio, che cosa è questo vuoto che mi si presenta davanti alla mia mente quando mi fondo nella tua Santissima Volontà? Chi è questa bambina che esce da me, e perché sente una forza irresistibile di venire al tuo Trono per venire a deporre i suoi piccoli atti nel grembo divino, quasi per fargli una festa? "
Ed il mio dolce Gesù, tutto bontà mi ha detto: " Figlia mia, il vuoto è la mia Volontà, messo a tua disposizione, che dovrebbe riempirsi di tant’atti per quanti le creature ne avrebbero fatti se avessero compito la nostra Volontà. Questo vuoto immenso che tu vedi, rappresentato nella nostra Volontà, uscì dalla nostra Divinità a bene di tutti nella Creazione per felicitare tutto e tutti; quindi era come di conseguenza che tutte le creature dovevano riempire questo vuoto col ricambio dei loro atti e donazione della loro volontà al loro Creatore, e non avendolo fatto, facendoci l’offesa più grave, perciò chiamammo te con missione speciale, per essere rifatti e ricambiati di ciò che gli altri Ci dovevano; ed ecco la causa per cui prima ti disponemmo con una lunga catena di grazie, e poi ti domandammo se volevi far vita nella nostra Volontà, e tu accettasti con un ‘ sì ’, legando la tua volontà al nostro Trono senza volerla più conoscere - perché volontà umana e Divina non si riconciliano né possono vivere insieme - ; onde, quel ‘ sì ’, cioè la tua volontà, esiste fortemente legata al nostro Trono; ecco perciò l’anima tua, come piccola bambina, è come tirata innanzi alla Maestà Suprema, perché c’è il tuo volere innanzi a Noi, che come calamita ti attira; e tu invece di guardare la tua volontà ti occupi solo di portare in grembo a Noi tutto ciò che hai potuto fare nella nostra Volontà, e deponi nel nostro seno la nostra stessa Volontà come l’omaggio più grande che a Noi conviene, ed il ricambio a Noi più gradito. Onde, la noncuranza della tua volontà, ed il solo Volere nostro che vive in te, Ci mette in festa; i tuoi piccoli atti fatti nel nostro Volere Ci portano le gioie di tutta la Creazione, sicché pare che tutto Ci sorrida e Ci fanno festa; e nel vederti scendere dal nostro trono, senza neppure guardare la tua volontà, portandoti la Nostra, è per Noi la gioia più grande.
Perciò ti dico sempre: ‘ Sii attenta nel nostro Volere, perché in Esso c’è molto da fare ’; e quanto più farai, tanta più festa Ci farai ed il nostro Volere si verserà a torrenti in te e fuori di te " >>.
Il 17 Maggio 1925, sempre in spirito di obbedienza, Luisa completa la sua esposizione : << Avendo fatto sentire al confessore ciò che sta scritto qui innanzi, in data del 10 Maggio, non è restato contento e mi ha imposto di riprendere a scrivere il modo di fondermi nel Santo Voler Divino; ed io, solo per ubbidire e per timore che il mio Gesù potesse menomamente dispiacersi, riprendo il mio dire.
Ora aggiungo che mentre si presenta alla mia mente quel vuoto immenso nel fondermi nel Supremo Volere, la piccola bambina riprende il suo giro, ed elevandosi in alto vuole ricambiare il suo Dio di tutto l’amore che ebbe per tutte le creature nella Creazione, vuole onorarlo come Creatore di tutte le cose, perciò gira per le stelle, ed in ogni scintillio di luce imprime il mio ‘ Ti amo ’ e ‘ gloria al mio Creatore ’ ; in ogni atomo di luce del sole che scende nel basso: ‘ Ti amo ’ e ‘ gloria ’; in tutta l’estensione dei cieli, tra la distanza d’un passo all’altro il mio ‘ Ti amo ’ e ‘ gloria ’; nel gorgheggio dell’uccello, nel battere delle sue ali: ‘ amore e gloria al mio Creatore ’; nel filo dell’erba che spunta dalla terra, nel fiore che sboccia, nel profumo che si eleva: ‘ amore e gloria ’; sull’altezza dei monti e nella profondità delle valli: ‘ amore e gloria ’. Giro per ogni cuore di creatura, come se mi volessi chiudere dentro e gridare dentro, ad ogni cuore, il mio ‘ Ti amo ’ e ‘ gloria al mio Creatore ’; vorrei che uno fosse il grido, una la volontà, una l’armonia di tutte le cose: ‘ Gloria ed amore al mio Creatore ’; e dopo, come se avessi riunito tutto insieme, in modo che tutto dice ricambio d’amore ed attestato di gloria per tutto ciò che Iddio ha fatto nella Creazione, mi porto al suo Trono e Gli dico: " Maestà Suprema e Creatore di tutte le cose, questa piccola bambina viene nelle vostre braccia per dirvi che tutta la Creazione, a nome di tutte le creature, vi dà non solo il ricambio dell’amore, ma della giusta gloria per tante cose da Voi create per amor nostro.
Nella vostra Volontà, in questo vuoto immenso, ho girato dappertutto, affinché tutte le cose Vi glorifichino, Vi amino e Vi benedicano; e giacché Vi ho messo in rapporto l’amore tra Creatore e creatura, che la volontà umana aveva spezzato, e la gloria che tutti vi dovevano, fate scendere la vostra Volontà sulla terra, affinché vincoli, raffermi tutti i rapporti tra Creatore e creatura; tutte le cose ritorneranno nell’ordine primiero, da Voi stabilito; perciò fate presto, non più indugiate: non vedete com’è piena di mali la terra?
Solo la vostra Volontà può arrestare questa corrente, può metterla in salvo; ma la vostra Volontà conosciuta e dominatrice ".
Onde, dopo ciò - continua ancora Luisa - sento che il mio ufficio non è completo, perciò scendo nel basso di quel vuoto per ricambiare il mio Gesù dell’opera della Redenzione, e come se trovassi in atto tutto ciò che Lui fece, voglio dargli il mio ricambio di tutti gli atti che avrebbero dovuto fargli tutte le creature nell’aspettarlo e riceverlo sulla terra, e poi, come se mi volessi trasmutare tutta in amore per Gesù, ritorno al mio ritornello e dico: “ ‘ Ti amo nell’atto di scendere dal Cielo ’ ; v’imprimo il mio ‘ Ti amo ’ nell’atto che fosti concepito; ‘ Ti amo nella prima goccia di sangue che si formò nella tua Umani-tà ’; ‘ Ti amo nel primo palpito del tuo cuore ’, per segnare tutti i tuoi palpiti col mio ‘ Ti amo ’; ‘ Ti amo nel tuo primo respiro ’, ‘ Ti amo nelle tue prime pene ’, ‘ Ti amo nelle prime tue lacrime che versasti nel seno materno ’; voglio ricambiare le tue preghiere, le tue riparazioni, le tue offerte col mio ‘ Ti amo ’, ed ogni istante della tua vita voglio suggellare col mio ‘ Ti amo ’; ‘ Ti amo nel tuo nascere ’, ‘ Ti amo nel freddo che soffristi ’; ‘ Ti amo in ogni stilla di latte che succhiasti dalla tua Mamma ’; intendo di riempire coi miei ‘ Ti amo ’ le fasce con cui la tua Mamma ti fasciò; stendo il mio ‘ Ti amo ’ sopra di quella terra in cui la tua cara Madre ti adagiò nella mangiatoia, e le tue tenerissime membra sentirono la durezza del fieno, ma più che fieno la durezza dei cuori; il mio ‘ Ti amo ’ in ogni tuo vagito, in tutte le tue lacrime e pene della tua infanzia; faccio scorrere il mio ‘ Ti amo ’ in tutti i rapporti, comunicazioni, amore che avesti con la tua Mamma; ‘ Ti amo in tutte le parole che dicesti, nel cibo che prendesti, nei passi che facesti, nell’acqua che bevesti ’; ‘ Ti amo nel lavoro che facesti con le tue mani ’; ‘ Ti amo in tutti gli atti che facesti nella tua vita nascosta ’; suggello il mio ‘ Ti amo ’ in ogni tuo atto interno e pene che soffristi; stendo il mio ‘ Ti amo ’ su quelle vie che percorresti, nell’aria che respirasti, in tutte le prediche che facesti nella tua vita pubblica; il mio ‘ Ti amo ’ scorre nella potenza dei miracoli che facesti, nei sacramenti che istituisti, in tutto, o mio Gesù, anche nelle fibre più intime del tuo Cuore, imprimo il mio ‘ Ti amo per me e per tutti ’. Il tuo Volere mi fa tutto presente, ed io nulla voglio lasciarti in cui non ci sia impresso il mio ‘ Ti amo ’ ; la tua piccola figlia del tuo Volere sente il dovere, che se altro non sa farti, almeno abbia un mio piccolo ‘ Ti amo ’ per tutto ciò che hai fatto per me e per tutti! E perciò il mio ‘ Ti amo ’ ti segue in tutte le pene della tua Passione, in tutti gli sputi, disprezzi ed insulti che ti fecero; il mio ‘ Ti amo ’ suggella ogni goccia del tuo Sangue che versasti, ogni colpo che ricevesti; in ogni piaga che si formò nel vostro corpo, in ogni spina che trafisse la vostra testa, nei dolori acerbi della crocifissione, nelle parole che pronunziasti sulla croce, fin nell’ultimo tuo respiro intendo d’imprimere il mio ‘ Ti amo ’; voglio chiudere tutta la tua vita, tutti i tuoi atti, col mio ‘ Ti amo ’; dovunque voglio che Tu tocchi, che veda, che senta il mio continuo ‘ Ti amo ’. Il mio ‘ Ti amo ’ non ti lascerà mai: il tuo stesso Volere è la vita del mio ‘ Ti amo ’ .
Ma sai che vuole questa piccola bambina? Che quel Divin Volere che tanto amasti e facesti in tutta la tua Vita sulla terra, si faccia conoscere a tutte le creature, affinché tutte Lo amino e adempiano la tua Volontà come in Cielo così in terra; vuole vincerti in amore, affinché doni la tua Volontà a tutte le creature.
Deh! rendi felice questa povera piccina che non vuole altro che ciò che vuoi Tu: che la tua Volontà sia conosciuta e regni sulla terra ! ”
Ora credo che l’ubbidienza ne sarà in qualche modo contenta - commenta Luisa a riguardo di quanto ha scritto sulla sua esperienza di come avviene il suo fondersi nel Divin Volere -; è vero che in molte cose ho dovuto fare dei salti, altrimenti non la finirei più. Il fondermi nel Supremo Volere è per me come una fonte che sorge, e ogni piccola cosa che sento, che vedo, un’offesa fatta al mio Gesù, mi è occasione di nuovi modi e nuove fusioni nella sua Santissima Volontà.
Ora riprendo col dire che il mio dolce Gesù mi ha detto: " Figlia mia, a ciò che hai detto sul fonderti nel mio Volere ci vuole un altro appello, qual è quello di fonderti nell’ordine della grazia, in tutto ciò che ha fatto e farà il Santificatore ai santificandi, qual è lo Spirito Santo.
Molto più che se la Creazione si addice al Padre - mentre siamo sempre unite le Tre Divine Persone nell’operare - e la Redenzione al Figlio, il Fiat Voluntas Tua si additerà allo Spirito Santo; ed è proprio nel Fiat Voluntas Tua che il Divino Spirito farà sfoggio della sua opera.
Tu lo fai quando venendo innanzi alla Maestà Suprema dici:
" Vengo a ricambiare in amore a tutto ciò che fa il Santificatore ai santificanti; vengo ad entrare nell’ordine della grazia per potervi dare la gloria ed il ricambio dell’amore, come se tutti si fossero fatti santi, ed a ripararvi tutte le opposizioni, le incorrispondenze alla grazia "
E per quanto è da te, cerchi nella nostra Volontà gli atti della grazia dello Spirito Santificatore, per fare tuo il suo dolore, i suoi gemiti segreti, i suoi sospiri angosciosi nel fondo dei cuori, nel vedersi sì male accolto; e siccome il primo atto che fa è portare la nostra Volontà come atto completo della loro santificazione, nel vedersi respinto geme con gemiti inenarrabili. E tu, nella tua infantile semplicità gli dici: “ Spirito Santificatore, fate presto, Vi supplico, Vi riprego, fate conoscere a tutti la vostra Volontà, affinché conoscendola l’amino e accolgano il vostro primo atto della loro santificazione completa, qual è la Santa vostra Volontà ”
Figlia mia, le Tre Divine Persone siamo inseparabili e distinte, così vogliamo manifestare alle umane generazioni le nostre opere verso di loro, che mentre siamo uniti tra Noi, ognuno di Noi vuole manifestare distintamente il suo amore e la sua opera verso le creature ".
Per tanti anni alla scuola del Divin Maestro, Luisa insegna anche a noi: (5ª ‘Ora’ de ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C. ’)
“ Entriamo in Gesù, e dopo esserci penetrati in tutto il suo interno, nelle sue più intime fibre, in quei palpiti di fuoco, nella sua intelligenza, che era come incendiata, prendiamo questo amore, e rivestiamoci dentro e fuori del fuoco che incendiava Gesù. Poi uscendo fuori da Lui, e riversandoci nella sua Volontà, vi troveremo tutte le creature.
Diamo ad ognuna l’amore di Gesù, e, ritoccando i loro cuori, le loro menti con questo amore, cerchiamo di trasformarle tutte in amore. E poi coi desideri, coi palpiti, coi pensieri di Gesù, formiamo Gesù nel cuore di ogni creatura.
Indi gli porteremo tutte le creature, che tengono Gesù nel proprio cuore, e le metteremo intorno a Lui, dicendogli: ‘ O Gesù, ti portiamo tutte le creature con altrettanti Gesù nel cuore per darti ristoro e conforto. Non abbiamo altri modi per poter dare ristoro al tuo amore, che portarti ogni creatura nel cuore ’.
Ciò facendo, daremo i veri sollievi a Gesù, ché son tante le fiamme che lo bruciano che va ripetendo: ‘ Son bruciato e non v’è chi prenda il mio amore. Deh! Datemi ristoro, prendete il mio amore e datemi amore ’ ”.
Rispondiamo a quest’ardente desiderio di Gesù:
“ Vita mia, Tu sai che non ho nulla; e tutto ciò che faccio lo prendo da Te e poi lo lascio di nuovo a Te, per fare che le cose mie, stando in Te, abbiano continuo atto e vita in Te, ed io rimango sempre nulla. Perciò, prendo il tuo Amore e lo faccio mio e Ti dico: ‘ Ti amo con un Amore eterno, immenso, con un Amore che non ha limiti né fine e che è uguale al Tuo’ ”(vol. 11° - 1.11.1915)
“ Io, venendo sulla terra, dovevo farla da Dio - dice Gesù a Luisa il 20.12.1925 (vol. 18) -; dovevo completare in tutto l’opera dell’uomo, dovevo innalzarlo al punto primo della sua origine, col dargli il possesso della mia Volontà. E sebbene molti se ne servono della mia venuta come rimedio alla loro salvezza, e quindi prendono la mia Volontà come medicina, come forza e come antidoto per non andare all’inferno, Io aspetterò ancora, affinché sorgano le anime che la prendano come vita, e col farla conoscere ne prendano il possesso, e così completerò l’opera della mia venuta sulla terra, ed avrà frutto l’innesto divino formato di nuovo con la creatura, e le mie lacrime si cambieranno in sorrisi celesti e divini per Me e per loro ”.
(vol. 13 – 25.12.1921) “…Il mio Volere contiene tutto, e chi lo possiede può darmi tutto. La mia Volontà fu tutto per Me: Mi concepì, Mi formò, Mi fece crescere e Mi fece nascere. Se la mia Mamma contribuì col darmi il Sangue, lo potette fare perché era la mia Volontà assorbita in Lei che lo conteneva. Se non avesse avuto il mio Volere, non avrebbe potuto contribuire a formare la mia Umanità, sicché la mia Volontà diretta e quella assorbita nella mia Mamma Mi diedero la Vita. L’umano non aveva potere su di Me per darmi nulla, ma solo il Volere Divino col suo alito Mi alimentò e Mi diede alla luce.
Ora, figlia mia, voglio confidarti un altro eccesso del mio Amore:
Chi fa la mia Volontà e vive in Essa, abbraccia in pari tempo l’operato della mia Umanità, perché Io voglio che la mia creatura si renda simile a Me.
Allora il mio Volere si fonde con il suo, depone in essa tutto il bene che contiene e la costituisce custode di tutti gli omaggi e di tutti gli onori divini che si debbono all’Eucaristia; ogni cosa a lei affido perché sono certo di mettere al sicuro il mio Operato. Come vedi, la mia Volontà si rende, in tal modo attrice e spettatrice e depositaria di tutti i miei beni, di tutte le mie Opere e della mia stessa Vita Divina”.
Il 24 ottobre 1918 Gesù spiega a Luisa Piccarreta come si sia voluto donare a noi nel Sacramento Eucaristico, ed afferma che mai la creatura avrebbe potuto riceverlo se Egli stesso non avesse dato tutta la sua vita per preparare l’anima a questo: “ Figlia mia, per fare sì che la creatura potesse avere tutti i mezzi necessari per ricevermi, volli istituire questo Sacramento, l’ultimo della mia vita, con il quale ho disposto intorno a ciascuna Ostia tutta la mia vita, come preparazione di ciascuna creatura che Mi avrebbe ricevuto.
Mai la creatura avrebbe potuto ricevermi, se non ci fosse stato un Dio preparatore, che, preso da eccesso di amore, si è voluto dare alla creatura; non potendo essa ricevermi, lo stesso eccesso Mi ha portato a dare tutta la mia vita per prepararla. Ho messo i passi miei davanti ai suoi, le opere mie davanti alle sue, il mio amore davanti al suo; poiché in Me c’era la Passione, ho messo anche le mie pene per prepararla. Perciò, rivestiti di Me, copriti di ciascun atto mio e vieni ”.
E’ seguendo questi insegnamenti di Gesù che dobbiamo prepararci a riceverlo sacramentalmente, sapendo che Gesù vuole essere imitato nella sua vita Eucaristica:
(3.7.1902 vol. 4°) “ Figlia mia, ogni periodo della mia Vita ottiene dall’uomo distinti e speciali atti e gradi di imitazione di amore, di riparazione e di altro. Il periodo della mia vita Eucaristica è vita di nascondimento e di continua trasformazione. Posso dire che il mio Amore, dopo che è giunto all’eccesso, è anche consumato, non potevo trovare, nella mia infinita sapienza, altri segni esterni di dimostrazione di amore per l’uomo. Mentre l’Incarnazione, la Vita e la Passione di Croce ottengono amore, lode, ringraziamento ed imitazione, la Vita Sacramentale ottiene dall’uomo un amore estatico, amore di disperdimento in Me, amore di perfetta consumazione. Consumandosi l’anima nella mia stessa Vita Sacramentale, essa può dire di fare, presso la Divinità, quegli stessi uffici, che continuamente faccio Io presso Dio, per amore degli uomini. Questa consumazione porterà l’anima alla Vita Eterna”.
“ Gesù è nascosto nell’Ostia per dare vita a tutti - scrive Luisa nelle Riflessioni alla 4ª Ora de ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C. ’ -. Nel suo nascondimento abbraccia tutti i secoli e dà luce a tutti. Così noi, nascondendoci in Lui, con le nostre preghiere e riparazioni daremo luce e vita a tutti.
Per farci simili a Gesù Cristo dobbiamo nascondere tutto in Lui, cioè pensieri, sguardi, parole, palpiti, affetti, desideri, passi ed opere, e fin le stesse preghiere nasconderle nelle preghiere di Gesù. E come l’amante Gesù nell’Eucaristia abbraccia tutti i secoli, così li abbracceremo insieme, e stretti a Lui saremo pensiero di ogni mente, parola di ogni lingua, desiderio d’ogni cuore, passo d’ogni piede, opera d’ogni braccio. Così facendo storneremo dal Cuore di Gesù il male che vorrebbero fargli tutte le creature, cercando di sostituire a tutto questo male, tutto il bene che ci sarà possibile fare, e in tal modo pressare Gesù a dare a tutte le anime salvezza, santità, amore ”.
“ Le nostre azioni, i nostri atti, le nostre preghiere, le Ore della Passione, dobbiamo farle con le stesse intenzioni di Gesù, nella sua Volontà, e sacrificando noi stessi come Lui, per la gloria del Padre e per il bene delle anime.
Dobbiamo metterci nella disposizione di sacrificarci in tutto per amore del nostro amabile Gesù, uniformandoci al suo spirito, operando con gli stessi suoi sentimenti e abbandonandoci in Lui, non solo in tutti i dolori e contrarietà esterni, ma molto più in tutto ciò che potrà disporre nel nostro interno; e così all’occasione, ci troveremo pronti ad accettare qualunque pena… Se tutto ciò lo faremo nella Volontà di Dio, che contiene tutte le dolcezze, tutti i contenti ed in modo immenso, noi daremo a Gesù dei larghi sorsi dolci, in modo da mitigare l’attossicamento che Gli arrecano le creature, e consolare il suo Divin Cuore”.
(1ª Ora de ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C.’)
Anche quando camminava “ Gesù, facendo i passi, non li faceva a vuoto; in questi glorificava il Padre e chiedeva la salvezza delle anime. Nei nostri passi dobbiamo mettere le stesse intenzioni che metteva Gesù, cioè, di sacrificarci per la gloria del Padre e per il bene delle anime. Dobbiamo inoltre immaginarci di mettere i nostri passi in quelli di Gesù. E come Gesù Cristo non li metteva a vuoto, ma racchiudeva nei suoi tutti quelli delle creature, riparando tutti i passi cattivi, per dare al Padre la gloria dovuta, e vita a tutti i passi cattivi delle creature perché potessero camminare per la via del bene, così faremo ancora noi, mettendo i nostri passi in quelli di Gesù Cristo, con le sue stesse intenzioni.
I pensieri, gli affetti, i palpiti, le preghiere, le azioni, il cibo, il lavoro, dobbiamo chiuderli nel Cuore di Gesù Cristo nell’atto di operare, e così facendo, le nostre azioni prenderanno l’attitudine divina.
Quando l’anima, fondendosi in Lui, fa i suoi atti immediati con Gesù, il buon Gesù si sentirà tanto tirato verso quest’anima, che farà insieme ciò che essa fa, e trasmuterà in divino l’operato della creatura ”.
(2ª Ora de ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C. ’)
“ Amor Mio, voglio darti, a nome di tutte le creature, amore per chi non Ti ama, lodi per chi Ti disprezza, benedizioni, ringraziamenti, ubbidienza per tutti.
Protesto che in qualunque offesa che riceverai, io intendo offrirti tutta me stessa per ripararti, fare l’atto opposto alle offese che le creature Ti fanno e consolarti coi miei baci e continui atti di amore.
Ma vedo che sono troppo misera, ho bisogno di Te per poterti riparare davvero. Perciò mi unisco alla tua SS. Umanità, ed insieme con Te unisco i miei pensieri ai tuoi, per riparare i pensieri cattivi miei e di tutti; la mia bocca alla tua, per riparare le bestemmie e i discorsi cattivi; il mio cuore al Tuo, per riparare le tendenze, i desideri e gli affetti cattivi.
In una parola, voglio riparare tutto ciò che ripara la tua Santissima Umanità,
unendomi all’immensità del tuo amore per tutti, ed al bene immenso che fai a tutti.
Ma non son contenta ancora; voglio unirmi alla tua Divinità, e questo mio nulla lo sperdo in Essa, e così Ti do il Tutto.
Ti do il tuo Amore per ristorare le tue amarezze;
Ti do il tuo Cuore per ristorarti delle nostre freddezze, incorrispondenze, ingratitudini e poco amore delle creature.
Ti do le tue armonie per rinfrancarti l’udito dagli assordamenti che ricevi con le bestemmie.Ti do la tua bellezza per rinfrancarti delle bruttezze delle anime nostre quando ci infanghiamo nella colpa.
Ti do la tua purità per rinfrancarti delle mancanze di rettitudine d’intenzione e del fango e del marciume che vedi in tante anime.
Ti do la tua immensità per rinfrancarti delle volontarie strettezze in cui si mettono le anime.
Ti do il tuo ardore per bruciare tutti i peccati e tutti i cuori, affinché tutti Ti amino e nessuno più Ti offenda.
Insomma Ti do tutto ciò che sei Tu per darti soddisfazione infinita, amore eterno, immenso ed infinito ”
“ Voglio entrare nel tuo interno e darti, o Gesù, palpiti per palpiti, respiri per respiri, affetti per affetti, desideri per desideri.
Intendo tuffarmi nella tua santissima Intelligenza e, facendo scorrere tutti questi palpiti, respiri, affetti, e desideri nell’immensità della tua Volontà, intendo moltiplicarli all’infinito.
Voglio, o mio Gesù, formare onde di palpiti per fare che nessun palpito cattivo si ripercuota nel tuo Cuore, e così lenire tutte le tue interne amarezze.
Intendo formare onde di affetti e di desideri, per allontanare tutti gli affetti e i desideri cattivi che potrebbero menomamente contristare il tuo Cuore.
Intendo ancora, o mio Gesù, formare onde di respiri e di pensieri, per allontanare qualunque respiro e pensiero che potrebbe menomamente dispiacerti.
Starò bene in guardia, o Gesù, affinché nulla più Ti affligga e aggiunga alle tue pene interne altre amarezze.
O mio Gesù, deh! Fa’ che tutto il mio interno nuoti nell’immensità del Tuo; così potrò ritrovare amore sufficiente e Volontà sufficiente per far che non entri nel tuo interno amore cattivo, né volontà che potrebbe dispiacerti ”
(18ª Ora de ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C. ‘)
E’ questo un modo nuovo e del tutto divino di rapportarci con il nostro Creatore e con la dolce Madre Celeste, Maria. Seguiamo ancora Luisa e, ai piedi di Gesù Crocifisso, ripetiamo insieme a lei:
Mio Gesù, metto la mia testa nella tua. Voglio offrirti, o dolce mio Bene, tutti i miei pensieri che come baci affettuosi Ti consolino e leniscano l’amarezza delle tue spine.
Metto i miei occhi nei tuoi, ed io voglio confortare i tuoi sguardi divini coi miei sguardi di amore.
Metto la mia bocca nella tua, dolce Amor mio, intendo mandarti fiumi d’amore, per mitigarti in qualche modo l’amarezza del fiele e la tua sete ardente.
Metto le mie mani nelle tue. Per ristorarti e raddolcire il tuo dolore, Ti offro le opere sante di tutte le creature.
Metto i miei piedi nei tuoi. Vorrei riunire i passi delle creature di tutte le generazioni, passate, presenti e future, ed indirizzarli tutti a Te, per venirti a consolare nelle tue dure pene.
Metto il mio cuore nel tuo povero Cuore. Com’è straziato! O mio Gesù, come confortare tanto dolore? Mi diffonderò in Te, metterò il mio cuore nel Tuo, i miei ardenti desideri nei tuoi, perché sia distrutto qualunque desiderio cattivo. Diffonderò il mio amore nel tuo, perché col tuo fuoco siano bruciati i cuori di tutte le creature e distrutti gli amori profani. Crocifisso Amor mio, la tua SS. Umanità la faccio mia: unita con la tua Volontà, ed insieme con Te, voglio fare ciò che fai Tu. Permetti, Vita mia, che scorrano i miei pensieri nei tuoi, che scorra il mio palpito nel tuo Cuore e tutto il mio essere in Te, affinché nulla mi possa sfuggire, e possa ripetere, atto per atto, parola per parola, tutto ciò che fai Tu. (19ª Ora de ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C. ’)
Ed ancora: (21ª Ora de ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C. ’)
… Facciamo nostro l’amore di Gesù, le tenerezze di Gesù e tutto ciò che faceva Gesù, per rendere contenta la Mamma sua… E per poterle dare il contento come glielo dava il Figlio suo, chiediamo a Gesù tutto l’amore che portava alla sua SS. Madre, la gloria che Le dava continuamente, la tenerezza e tutte le sue tenerezze d’amore. Tutto ciò, facciamolo nostro e diciamo alla Celeste Mamma:
“ Abbiamo in noi Gesù, e per renderti contenta e per poter trovare in noi ciò che trovavi in Gesù, diamo tutto a Te. Inoltre, Mamma bella, vogliamo ancor noi dare a Gesù tutti i contenti che trovava in Te; perciò vogliamo entrare nel tuo Cuore e prendere il tuo amore, tutti i tuoi contenti, tutte le tue tenerezze e premure materne, per darli tutti a Lui ”.
E, con Luisa, Ti accompagniamo, afflitta Madre, alla sepoltura di Gesù, e vediamo che deponi nella testa di Gesù la tua. Baciandola racchiudi in essa i tuoi pensieri e prendi per Te le sue spine, i suoi afflitti ed offesi pensieri e tutto ciò che ha sofferto nella sua santissima testa. Vorresti animare l’intelligenza di Gesù con la tua, per poter dare vita per vita… Negli occhi di Gesù deponi i tuoi e prendi per Te i suoi, le sue lacrime ed amarezze…
Ti sentiamo dire: “ O Figlio, lascio il mio udito nel tuo e prendo per me ciò che ha sofferto il tuo udito santissimo… Voglio fondere il mio volto nel tuo e prendere per me il tuo, e gli schiaffi, gli sputi, i disprezzi e tutto ciò che hai sofferto nel tuo Volto santissimo… Voglio darti la mia lingua per animare la tua. Dammi ciò che Tu hai sofferto nella tua santissima bocca… ”
Insieme a Luisa, anche ognuno di noi si rivolge a Te, o dolente Madre: “ Deponimi tutta in Gesù, svuotami di tutto per poter mettere tutto Gesù in me, come lo hai messo in Te… Con le tue stesse mani chiudimi tutta, tutta in Gesù.
Chiudi nella mia mente i pensieri di Gesù, affinché nessun altro pensiero entri in me. Chiudi gli occhi di Gesù nei miei, affinché mai possa sfuggire dal mio sguardo; il suo udito nel mio, onde sempre, sempre lo ascolti ed in tutto compia il suo Santissimo Volere. Deponi il suo Volto nel mio, affinché mirandolo così sfigurato per amor mio, lo ami, lo compatisca e ripari; la sua lingua nella mia, onde parli, preghi ed insegni con la lingua di Gesù; le sue mani nelle mie, affinché ogni movimento che faccio ed ogni opera che compio abbia vita dalle opere e dalle azioni di Gesù. Metti i suoi piedi nei miei, affinché ogni mio passo sia per le altre creature una vita di salvezza, di forza, di zelo… e chiudendo il suo Cuore nel mio, io possa vivere del suo amore, dei suoi desideri, delle sue opere ”(24ª Ora de ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C.’)
Ottima scuola per entrare in questa Vita nella Divina Volontà risulta questo scritto: ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C. ’. Gesù stesso vi attribuisce grande importanza: “ Per compenso che hai scritto ‘ Le Ore della Passione ’ - dice Gesù a Luisa (vol. 11 – Ottobre 1914) -, ad ogni parola che hai scritto, ti darò un’anima, un bacio ”.
Ed io: Amor mio, questo a me; e a quelli che le faranno, che darai? E Gesù: “ Se le faranno insieme a Me e con la Mia stessa Volontà, ad ogni parola che reciteranno darò loro anche un’anima, perché tutta la maggiore o minore efficacia di queste ‘ Ore della Passione ’ sta nella maggiore o minore unione che hanno con Me, e facendole con la Mia Volontà, la creatura si nasconde nel Mio Volere, ed agendo il Mio Volere, posso fare tutti i beni che voglio, anche per una sola parola. E questo, ogni volta che le farete ” .
E il 10 aprile 1913 (vol. 11): “ Non riguarderò queste ‘Ore’ come cose vostre, ma come cose fatte da Me e vi darò i miei stessi meriti, come se Io stessi soffrendo in atto la mia Passione, e così vi farò conseguire gli stessi effetti secondo la disposizione delle anime. Questo in terra, e per quale motivo premio maggiore non potrei darvi poi in Cielo? Queste anime Me le metterò di fronte, saettandole con saette di amore e di contenti, per quante volte hanno fatto le ‘Ore della mia Passione’ e loro saetteranno Me. Che dolce incanto sarà questo per quei beati !… ”
“ Alla mia cara Mamma mai sfuggì il pensiero della mia Passione; Ella, a forza di ripetere la mia Passione, si riempì tutta di Me. Così succede all’anima: a forza di ripetere ciò che Io soffrii, si riempie di Me ”. (24.3.1913 – vol. 11)
“ O mio Gesù, unisco le mie azioni alle tue per divinizzarle, e le offro unite a tutte le opere che facesti con la tua SS. Umanità, per darti tutta la gloria che Ti avrebbero dato le creature, se avessero operato santamente e con fini retti ” ( 20ª Ora de ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C. ’ )
E all’atto di prendere cibo: “ Prima di prendere il cibo - scrive Luisa -, uniamo le nostre intenzioni a quelle del nostro amabile e buon Gesù, immaginandoci di avere nella nostra bocca la bocca di Gesù, e muoviamo la nostra lingua e le nostre guance insieme con le sue. Così facendo, non solo attireremo in noi la vita di Gesù Cristo, ma ci uniremo con Lui, per dare al Padre la gloria, la lode, l’amore, il ringraziamento, la riparazione completa dovuta dalle creature, e che il buon Gesù faceva in quest’atto di prendere il cibo.
Gesù, anche nel suo respiro, si sente come soffocare per la perdita delle anime; e noi Gli daremo il nostro respiro d’amore a suo sollievo; e prendendo il suo respiro toccheremo le anime che si distaccano dalle sue braccia per dar loro vita del respiro divino, affinché invece di fuggire, possano ritornargli, e stringersi di più a Lui.
E quando ci troviamo in pena e sentiamo che quasi il nostro respiro non esce libero, pensiamo allora a Gesù che nel suo respiro contiene il respiro delle creature. Anch’Egli, come le anime vanno perdute, si sente togliere un respiro; e noi mettiamo allora il nostro respiro dolente e affannato nel respiro di Gesù per sollevarlo, e con la nostra pena corriamo appresso al peccatore per costringerlo a rinchiudersi nel Cuore di Gesù ”. (3ª Ora de ‘ Le Ore della Passione di N.S.G.C.’)
Ricevendo Gesù nell’Eucaristia l’anima deve permettere al Signore di trovare in lei le stesse gioie, le stesse preghiere e riparazioni che Gesù trovava in Se stesso quando, vivendo nella sua Umanità (sulla terra), riceveva Se stesso nel Sacramento Eucaristico. Rivestita degli atti umano-divini di Gesù, la creatura, ricevendo l’Eucaristia, dà al Padre la gloria completa, dà a Gesù stesso gloria completa, contentezze divine, sfoghi d’amore che nobilitano il Signore e l’anima riceve la grazia di consumarsi della stessa consumazione di Gesù.
Scriveva Luisa Piccarreta il 24 febbraio del 1917: “ Avendo ricevuto la Comunione, tenevo stretto al mio cuore il mio dolce Gesù. Gli ho detto: ‘ Vita mia, quanto vorrei fare ciò che facesti Tu stesso nel comunicarti (il giovedì santo), affinché Tu potessi trovare in me le tue stesse contentezze, le tue stesse preghiere, le tue stesse riparazioni ’.
Il mio sempre amabile Gesù mi ha detto: ‘ Figlia mia, in questo breve giro dell’Ostia Io racchiudo tutto; perciò, volli ricevere Me stesso, per fare atti completi che glorificavano il Padre degnamente quando le creature avrebbero ricevuto un Dio; così, davo alle creature il frutto completo della mia vita sacramentale. Altrimenti l’Ostia sarebbe stata incompleta per la gloria del Padre e per il bene delle creature; perciò, in ogni Ostia, ci sono le mie preghiere, i miei ringraziamenti e tutto quanto era necessario per glorificare il Padre e che la creatura doveva fare.
Quando la creatura manca, Io, in ogni Ostia, continuo il mio lavorio, come se da ciascuna anima ricevessi un’altra volta Me stesso.
L’anima deve trasformarsi in Me, diventare una sola cosa con Me e fare sua la mia vita, le mie preghiere, i miei gemiti di amore, le mie pene, i miei palpiti di fuoco, con i quali vorrei bruciarla; purtroppo, non trovo anime che si abbandonino in preda alle mie fiamme. Io, in questa Ostia rinasco, vivo, muoio e Mi consumo; non trovo chi si consumi per Me. Quando l’anima ripete ciò che faccio Io, sento come se un’altra volta ricevessi Me stesso; allora, trovo gloria completa, contentezze divine, sfoghi di amore che mi nobilitano, e do grazia all’anima di consumarsi della mia stessa consumazione’ ”.
(Gesù desidera essere riscaldato dalle freddezze dei tabernacoli di pietra e dalle freddezze delle creature che, sì, lo ricevono, ma con la loro superficialità e freddezza lo fanno morire di freddo e di fame. Per questo sceglie per Sé, come ‘ Tabernacoli Viventi ’, le anime amanti:)
(vol. 12° - 4/12/1918) “ Per le anime amanti, la mia prigionia ha formato la loro prigionia di amore, dove esse possono stare al sicuro e difese da tutti e da tutto. Io le ho scelte per averle come prigioni e come ‘ tabernacoli viventi ’, che mi devono riscaldare dalle freddezze dei tabernacoli di pietra e, molto di più, dalle freddezze delle creature che, imprigionandomi in loro, mi fanno morire di freddo e di fame. Ecco perché, molte volte, lascio le prigioni dei tabernacoli e vengo nel tuo cuore, per riscaldarmi dal freddo e per ristorarmi con il tuo amore. Quando ti vedo andare in cerca di Me, nei tabernacoli delle chiese, Io ti dico: ‘ Sei tu la mia vera prigione di amore per Me. Cercami nel tuo cuore ed amami ’ ”.
(Gesù, nel tabernacolo soffre nella sua vita sacramentale; il T.V., che ha in sé Gesù sofferente, deve partecipare alle sue sofferenze per ristorarLo).
Gesù, a Luisa, il 27 gennaio 1909, dice: “ Figlia mia, sai chi sei tu? Luisa della passione del tavernacolo. Quando ti partecipo le pene, sei del Calvario; quando non te le partecipo, rimani nel tabernacolo. E’ così; Io, nel tabernacolo, niente do di esteriore, né di croce, né di spine, eppure l’immolazione è quella dello stesso Calvario, le preghiere sono le stesse del Calvario, l’offerta della mia vita continua. La mia Volontà non è cambiata in alcunché; mi brucia la sete della salvezza delle anime. Posso dire che la mia vita sacramentale è unita con la mia vita mortale; queste vite, unite in un punto, non hanno perso alcunché; questo punto è tutto interiore. Se la tua volontà è la stessa di quando Io ti partecipavo le mie pene, se le tue offerte sono simili, se il tuo interiore è unito con Me, con la mia Volontà, non ho ragione di dirti che sei Luisa della passione del tabernacolo? Questa è la sola differenza: quando ti partecipo le mie pene, prendi parte alla mia vita mortale ed Io esento il mondo dai più gravi flagelli; quando non te le partecipo, flagello il mondo, e tu prendi parte alla mia vita sacramentale. Sempre una è la vita ”.
(Il T.V., come Gesù, deve morire continuamente per ottenere dal Padre misericordia per le creature:) “ Nel Sacramento dell’Eucaristia, là il sacrificio è continuo, perpetuo è il forzare il Padre, affinché usi misericordia alle creature ed alle anime, per ottenere l’Amore della Trinità. Io Mi trovo in continuo contrasto, morendo continuamente, sebbene tutte le mie morti siano morti di amore ” (vol. 4° -12.3.1903).
L’8 febbraio 1915 (vol. 11°) Gesù dice a Luisa:
“ Voglio l’eroismo delle anime che dimenticano se stesse, hanno cura soltanto di Me ed, unite con Me, si occupano della salvezza dei miei figli, verso i quali il demonio usa tutte le astuzie, per strapparli dalle mie braccia.
Voglio che ti adatti ai diversi momenti: ora dolorosi, ora luttuosi, ora tragici; insieme con Me prega e piangi per la cecità delle creature. La tua vita deve scomparire, facendo subentrare in te tutta la mia vita. Facendo così, sentirò in te il profumo della mia divinità, mi fiderò di te, anche in questi tempi tristi... ”.
(Il T.V., tramite la sofferenza, viene preparato per essere consacrato quale ‘ ostia vivente ’, da Gesù.)
Ogni volta che la creatura farà scorrere i suoi desideri, tutto ciò che è e vuol fare, cioè la sua volontà umana nella Volontà Divina, Gesù rinnoverà in lei la consacrazione ad ‘ ostia vivente ’ e continuerà a vivere in lei la sua vita divina.L’anima deve fare sue, la Volontà, le preghiere, l’amore, le riparazioni, i sacrifici di Gesù, per ridonarli a Lui come cibo del quale Egli vuole essere nutrito
(vol. 6° - 17.11.1904) “ Figlia mia, come Io mi faccio cibo per la creatura, così la creatura può farsi mio cibo, convertendo tutto il suo interiore in mio alimento; cioè, i pensieri, gli affetti, i desideri, le inclinazioni, i palpiti, i sospiri, l’amore, tutto, tutto dovrebbe tendere a Me. Io, vedendo il vero frutto del mio cibo, che è il divinizzare l’anima ed il convertirla tutta in Me, Mi ciberò dell’anima, cioè: dei suoi desideri, del suo amore e di tutto il resto. Allora l’anima potrebbe dirmi: come tu sei giunto a farti cibo mio ed a darmi tutto, anche io mi sono fatta cibo tuo; non mi resta altro da darti, poiché tutto ciò che sono è tuo ”.
(L’anima che fa sua la Divina Volontà, è un’ostia vivente:)
(vol. 11° - 17.12.1914) “ Figlia mia, anche tu puoi formare l’ostia, e misticamente consacrarla. Vedi la veste che Mi copre nel Sacramento? Sono le proprietà del pane con le quali viene formata l’ostia; la vita che esiste nell’Ostia è il mio Corpo, è il mio Sangue, è la mia Divinità; la disposizione che fa contenere nell’Ostia questa vita è della mia Suprema Volontà; questa Volontà sviluppa l’amore, la riparazione, l’immolazione, tutto il resto che faccio nel sacramento; tutto ciò mai si allontana minimamente dal mio Volere. Non c’è cosa che esca da Me, che il mio Volere non abbia determinato.
Ecco come anche tu puoi formare l’ostia. L’ostia è materiale e del tutto umana; anche tu hai un corpo materiale ed una volontà umana. Questo tuo corpo e questa tua volontà, se li manterrai puri, retti, lontani da qualunque ombra di peccato, sono le proprietà ed i veli con i quali posso consacrarmi e vivere nascosto in te. Ciò non basta, poiché sarebbe come avere l’ostia senza la consacrazione. Ci vuole la Mia Vita. La Mia Vita è composta di santità, di amore, di sapienza, di potenza, ecc., ma il motore di tutto è la mia Volontà. Quindi, dopo che hai preparato l’ostia, devi fare morire la tua volontà nell’ostia e (...) devi fare subentrare in tutto l’essere tuo la mia Volontà; la mia Volontà, che contiene tutta la mia vita, formerà la vera e perfetta consacrazione. Allora, non avrà più vita l’umano, la debolezza, l’incostanza, poiché la mia Volontà formerà la consacrazione della Vita divina, della fortezza, della fermezza e di tutto ciò che Io sono.
Ogni qualvolta farai scorrere la tua volontà nella mia, cioè i tuoi desideri, tutto ciò che sei e vuoi fare, Io rinnoverò la consacrazione; allora, in te, quale ostia vivente, non morta, quali sono le ostie senza di Me, Io continuerò la mia vita ”.
(Soltanto nelle ostie viventi Gesù viene sollevato dalla solitudine che è costretto a vivere nei tabernacoli:) “ Nelle ostie consacrate, nelle pissidi, nei tabernacoli, tutto è morto, muto, poiché non vi è sensibilmente un palpito, uno slancio di amore che possa rispondere a tanto mio amore. Se non fosse che Io aspetto i cuori, per darmi a loro, sarei molto infelice, resterei defraudato nel mio amore e sarebbe senza scopo la mia vita sacramentale; se ciò tollero nei tabernacoli, non lo tollero nelle ostie viventi. Io nel Sacramento voglio essere nutrito del mio stesso cibo, cioè l’anima fa suoi la mia Volontà, il mio amore, le mie preghiere, le mie riparazioni, i miei sacrifici, e li dà a Me come cose sue; di ciò, Io mi nutro. L’anima si unisce con Me; tende le sue orecchie per sentire ciò che sto facendo, per farlo insieme con Me; mentre replica i miei stessi atti Mi dà il suo cibo; di ciò Io sono felice.
Soltanto nelle ostie viventi trovo la ricompensa per la solitudine, per il digiuno e per ciò che soffro nei tabernacoli ”.
( L’amore della creatura, il palpito del suo cuore, è la particola dove Gesù prenderà vita, e la creatura sarà così ‘ ostia vivente’. Gesù, infatti, consacra l’amore dell’uomo tramite l’Amore Divino che è sviluppato dalla Divina Volontà. L’amore dell’uomo è perciò l’ostia vivente ed è consacrato tale dalla Divina Volontà. )
A Luisa, che si lamenta perché il suo Bene tarda a presentarsi a lei, Gesù dice:
“ Il tuo corpo è il mio tabernacolo; la tua anima è la pisside che Mi contiene; il palpito del tuo cuore è come particola che Mi consente di trasformarmi in te come dentro una particola; la differenza è che, mentre nella Particola, che si consuma, sono soggetto a continue morti, nel palpito del tuo cuore, che simboleggia il tuo amore e non è soggetto a consumarsi, la mia Vita è continua; allora, perché tanto ti affliggi per le mie privazioni? ”.
L’ostia vivente è per Gesù più cara e più privilegiata della stessa Ostia consacrata, perché in questi ‘cieli del suo Volere’ - quali sono le ostie viventi - la vita della sua Volontà non finisce mai, mentre nell’Ostia consacrata, consumandosi le specie, la sua vita sacramentale finisce: (vol. 11° - 3.3.1912)
“ Figlia mia, chi fa la mia Volontà perde il suo temperamento e prende il mio. (...) Queste sono le anime alle quali vado ripetendo: ‘ Se non avessi creato il cielo, per te sola lo creerei ’, dato che distendo il Cielo del mio Volere in loro e faccio le mie vere immagini; in questi cieli Io vado spaziando, divertendomi e scherzando con loro. A questi cieli Io ripeto: ‘ Se non mi fossi lasciato nel Sacramento, per voi sole mi sarei lasciato ’, poiché esse sono le mie vere ostie, ed Io, come non potrei vivere senza un Volere, così non posso vivere senza questi cieli della mia Volontà; anzi, non solo sono le mie vere ostie, ma lo scopo del mio Calvario e della mia stessa vita. Questi cieli del mio Volere sono per Me più cari e più privilegiati dei tabernacoli e delle stesse Ostie consacrate, poiché nell’Ostia, consumandosi le specie, la mia vita sacramentale finisce; invece, in questi cieli del mio Volere, la vita della mia Volontà non finisce mai; Mi servono come ostie in terra e saranno le mie ostie eterne in Cielo ”.
( Come Gesù si è fatto Ostia per amore, così ogni atto fatto per amore dalla creatura, nella Divina Volontà, forma un’ostia di cui Gesù si ciba, come l’anima si ciba di Lui. )
Il 20 ottobre 1917 Gesù spiega a Luisa: “ Figlia mia, se non puoi restringere tutta te dentro il breve giro di un’ostia, per amore mio, puoi restringere benissimo tutta te nella mia Volontà, per potere formare l’ostia di te nella mia Volontà. Ogni atto, che farai nella mia Volontà, farà un’ostia ed Io Mi ciberò di te, come tu di Me. Che cosa forma l’ostia? La mia vita in essa; la mia Volontà è tutta la mia vita. Allora, anche tu puoi farti ostia per amore mio; quanti più atti farai nella mia Volontà, tante più ostie farai per rendermi amore per amore ”.
(vol. 12° - 6.2.1919) “ Figlia mia, quando l’anima racchiude il mio Volere e Mi ama, nel mio Volere racchiude Me. Allora, l’anima, amandomi, realizza intorno a Me gli avvenimenti per imprigionarmi e forma un’ostia per Me; così, quando l’anima soffre, quando l’anima ripara, ecc. Racchiudendo il mio Volere, l’anima forma tante ostie per comunicare Me e per sfamarsi in modo divino e degno di Me. Io, appena vedo formate queste ostie nell’anima, vado a prenderle per nutrirmi e per saziare l’insaziabile mia fame della creatura che mi rende amore per amore.
Tu puoi dirmi: ‘ Tu hai comunicato Me, anche io ho comunicato Te ’ ”.
( L’anima che vive nel Divino Volere resta consacrata con Gesù in tutte le Ostie di tutte le Messe, essendo un altro Gesù in Gesù.
Quindi: Gesù consacra l’anima; ciò che Gesù fa con l’ostia, lo fa con l’anima, rendendola ostia vivente e, rendendola in tal modo altro Cristo, le dà la possibilità di consacrare altre ostie, che sono gli stessi atti che lei compie nella Divina Volontà : )
( vol. 12° - 27.3.1918 ) “ Figlia mia, chi realizza il sacrificio, sono Io. L’anima, che vive con Me nel mio Volere, quando Io Mi trasformo in ogni sacrificio, resta come sacrificata insieme con Me, non in una data Messa, ma in tutte le Messe; ella, vivendo nel mio Volere, resta con Me consacrata in tutte le ostie.
Non uscire mai dal mio Volere ed Io ti farò giungere dove vuoi; anzi, tra te e Me passerà tale elettricità di comunicazione, che tu non farai alcun atto senza di Me ed Io non farò alcun atto senza di te. Perciò, quando ti manca qualche cosa, entra nella mia Volontà e troverai pronto ciò che vuoi, quante Messe vuoi, quanto amore vuoi.
Nella mia Volontà nulla manca e troverai le cose in modo divino ed infinito ”.
L’8 aprile 1908 Gesù precisa: “ Figlia mia, … è cosa grande fare la Comunione; ma quanto dura l’unione stretta con l’anima? Al più un quarto d’ora. Ma la cosa che ti stia più a cuore è la completa disfatta della tua volontà nella Mia, perché per chi vive nella Volontà mia non è solo un quarto d’ora l’unione stretta, ma sempre sempre.
Sicché, la mia Volontà è continua comunione con l’anima, onde non una volta al giorno ma in tutte le ore e i momenti è sempre comunione per chi fa la mia Volontà ”.
E il 23 marzo 1910: “ … Ti raccomando, non uscire da dentro della mia Volontà, perché la mia Volontà contiene tale potenza da essere un nuovo Battesimo per l'anima, anzi più dello stesso Battesimo, perché nei Sacramenti c'è parte della mia Grazia, nella mia Volontà c'è tutta la pienezza della Grazia; nel Battesimo si toglie la macchia del peccato originale, ma rimangono le passioni, le debolezze; nella mia Volontà, distruggendo l'anima il proprio volere, distrugge le passioni, le debolezze e tutto ciò che è umano, e vive delle virtù, della fortezza e di tutte le qualità Divine ".
Io, nel sentire ciò, dicevo tra me - afferma Luisa - : " Da qui a poco dirà che la sua Volontà è più della stessa Comunione Sacramentale ", e Lui ha soggiunto:
" Certo, certo, perché la Comunione Sacramentale dura pochi minuti; la mia Volontà è Comunione perenne, anzi eternale, che si eterna nel Cielo. La Comunione Sacramentale è soggetta a qualche intoppo, o per malattia, o per necessità, o da parte di chi la deve amministrare, mentre
la Comunione della mia Volontà non è soggetta ad alcun impiccio: solo che l'anima la vuole, tutto è fatto, nessuno può impedirle un sì gran bene che forma la felicità della terra e del Cielo, né i demoni, né le creature, né la mia stessa Onnipotenza. L'anima è libera; nessuno ha diritto su di lei, a questo punto della mia Volontà. Perciò Io La insinuo, voglio tanto che La prendano (la mia Volontà) le mie creature; è la cosa che più M'importa, che più Mi sta a cuore; tutte le altre cose non M'interessano ugualmente, anche più sante, e quando ottengo che l'anima viva della mia Volontà, me ne vado trionfante, perché in ciò si racchiude il più gran bene che ci può essere in Cielo e in terra ".
(vol. 11° - 15.3.1912:) “ Figlia mia, la mia Volontà è la Santità della Santità.
Sicché l’anima che fa la mia Volontà secondo la perfezione che Io t’insegno, cioè come in Cielo così in terra, per quanto fosse piccola, ignorante, ignorata, si lascia dietro anche altri Santi, ad onta dei loro portenti, delle conversioni più strepitose, dei miracoli; anzi, confrontando le anime che fanno la mia Volontà, qual è nel mio terzo ‘ FIAT ’, sono regine, e tutte le altre come se stessero a loro servizio.
L’anima che fa la mia Volontà pare che fa niente, e fa tutto, perché stando nella mia Volontà queste anime agiscono alla Divina, nascostamente ed in modo sorprendente. Sicché sono luce che illumina, sono venti che purificano, son fuoco che brucia, sono miracoli che fanno fare i miracoli... Quelli che li fanno sono i canali; in queste anime invece ne risiede la potenza.
Sicché sono il piede del missionario, la lingua dei predicatori, la forza dei deboli, la pazienza degli infermi, il regime dei superiori, l’ubbidienza dei sudditi, la tolleranza dei calunniati, la fermezza nei pericoli, l’eroismo degli eroi, il coraggio dei martiri, la santità dei santi, e così di tutto il resto, perché stando nella mia Volontà vi concorrono a tutto il bene che ci può essere, e in Cielo e in terra.
Ecco come posso dire bene che sono le mie vere Ostie, ma Ostie vive, non morte, perché gli accidenti che formano l’ostia non sono pieni di vita, né influiscono nella mia Vita; ma l’anima che sta nella mia Divina Volontà è piena di vita, e facendo la mia Volontà influisce e concorre a tutto ciò che faccio Io. Ecco perché Mi sono più care queste Ostie consacrate dalla mia Volontà che le stesse Ostie sacramentali, e se ho ragione di esistere nelle Ostie sacramentali è per formare le Ostie Sacramentali della mia Volontà.
Figlia mia, è tanto il piacere che prendo della mia Volontà, che al solo sentirne parlare ne gongolo di gioia e chiamo tutto il Cielo a farne festa. Immagina tu stessa che sarà di quelle anime che La fanno: Io trovo tutti i contenti in loro, e do tutti i contenti a loro. La vita loro è la vita dei Beati.
Due sole cose stanno loro a cuore, desiderano, agognano: la Volontà mia e l’Amore. Poco altro hanno da fare, mentre fanno tutto. Le stesse virtù restano assorbite nella mia Volontà e nell’Amore, sicché non hanno più a che fare con loro, perché la mia Volontà contiene, possiede, assorbe tutto, ma in modo Divino, immenso ed interminabile. Questa è la vita dei Beati ”.
“ Quando un’anima decide di vivere nel mio Volere, la mia Volontà crea Me stesso in quell’anima, ed appena il mio Volere scorre nella volontà, nelle opere, nei passi dell’anima, ella tante mie creazioni subisce. Succede proprio come per una pisside piena di particole consacrate: quante particole ci sono, tanti Gesù ci sono, uno in ciascuna particola; così l’anima, in virtù della mia Volontà, mi contiene totalmente ed in ciascuna parte del suo essere.
Chi fa la mia Volontà, fa la vera comunione eternale, comunione con frutto completo ”. (20.8.1913 - vol. 11)
“ Il fiumicello di tutti i tuoi atti fatti nel mio Volere - dice Gesù a Luisa il 6 ottobre 1922 (vol. 14) - voglio che scorra nel mare immenso del mio Volere :
scorra ogni tuo pensiero in Esso, affinché ai riflessi della nostra Intelligenza, che è pensiero di ciascuno, si elevi su ciascuna intelligenza e Ci dia l’omaggio di ciascun pensiero, in modo divino; le tue parole ed opere scorrano pure, affinché al riflesso della nostra Parola Fiat, che fece tutte le cose ed è parola di ciascuno, e ai riflessi della Santità delle Nostre opere, che è vita e moto di tutto, Ci diano, elevandosi e sorvolando su tutto, la gloria d’ogni parola e di ogni opera, con la nostra stessa parola Fiat e con la stessa santità delle Nostre opere.
Figlia mia, se tutto ciò che è umano, sia anche un pensiero, non viene fatto nel mio Volere, il piano umano non prende possesso ed il fiumicello non viene formato, ed il mio Volere non può scendere sulla terra per farsi conoscere e regnare ”.
Ond’io, nel sentir ciò - continua Luisa -, Gli ho detto: “ Amore mio, Gesù, possibile che dopo tanti secoli di vita della Chiesa, che ha messo fuori tanti santi, e molti di questi hanno fatto stupire Cielo e terra delle loro virtù e delle meraviglie che hanno operato, non dovevano questi operare tutto nel Divin Volere, in modo da formare questo piano che tu dici? Stavi aspettando proprio me, la più inabile, la più cattivella ed ignorante, per far ciò? Pare proprio incredibile! ”.
E Gesù: “ Senti, figlia mia, la mia Sapienza tiene mezzi e vie che l’uomo ignora, che è obbligato a piegare la fronte ed adorarla in muto silenzio; e non sta a lui dettarmi leggi, chi debbo scegliere, ed il tempo opportuno che la mia bontà dispone. E poi dovevo prima formare i Santi che dovevano rassomigliarmi e copiare in modo più perfetto, per quanto a loro è possibile, la mia Umanità; e questo l’ho già fatto.
Ora la mia bontà vuole passare oltre, e vuole dare in eccessi più grandi d’amore, e perciò voglio che le creature entrino nell’Umanità mia, che copino ciò che faceva l’anima della mia Umanità nella Divina Volontà.
Se i primi hanno cooperato alla mia Redenzione: di salvare le anime, di insegnare la Legge, di sbandire la colpa, limitandosi nei secoli in cui son vissuti, i secondi passeranno oltre, copiando ciò che faceva l’anima della mia Umanità nella Divina Volontà; abbracceranno tutti i secoli, tutte le creature, ed elevandosi su tutti, metteranno in vigore i diritti della Creazione che spettano a Me e che riguardano le creature, portando tutte le cose alla prima origine della Creazione ed allo scopo per cui la Creazione uscì.
Tutto è ordinato in Me: se la Creazione la misi fuori, deve ritornarmi ordinata come uscì dalle mie mani.
Già il primo piano degli atti umani cambiati in divini nel mio Volere, fu fatto da Me, e lo lasciai come sospeso, e la creatura nulla seppe, meno che la mia cara ed indivisibile Mamma, ed era necessario; se l’uomo non sapeva la via, la porta, le stanze della mia Umanità, come avrebbe potuto entrarvi dentro e copiare ciò che Io facevo?
Ora il tempo è giunto, che la creatura entri in questo piano e vi faccia anche del suo nel mio; che meraviglia che ho chiamata te per prima? E poi è tanto vero che ho chiamato te per prima, che a nessun’altra anima, per quanto a Me cara, ho manifestato il modo di vivere nel mio Volere, gli effetti di esso, le meraviglie ed i beni che riceve la creatura operante nel Voler Supremo. Riscontra quante vite di Santi vuoi, o libri di dottrine, in nessuno troverai i prodigi del mio Volere operante nella creatura e la creatura operante nel Mio. Al più troverai la rassegnazione, l’unione dei voleri, ma il Voler Divino operante in essa, ed essa nel Mio, in nessuno lo troverai. Ciò significa che non era giunto il tempo in cui la mia bontà doveva chiamare la creatura a vivere in questo stato sublime. Anche lo stesso modo come ti faccio pregare non si riscontra in nessun altro. Perciò sii attenta. La mia Giustizia lo esige, il mio Amore delira; perciò la mia Sapienza dispone tutto per ottenere l’intento. Sono i diritti, la gloria della Creazione, che vogliamo da te ”.
L’8 marzo 1914 (vol. 11) Gesù consola Luisa ammalata manifestandole altre verità sulla sua Divina Volontà: “ Figlia mia, l’anima che sta nella mia Volontà può dire di tutto ciò che faccio: ‘ tutto questo è mio ’; e ciò perché la volontà dell’anima che a Me si è data sta tanto immedesimata con la Mia, che tutto ciò che fa la mia Volontà, lo fa lei. Sicché vivendo e morendo nel mio Volere, non c’è bene che con sé non si porti, perché non c’è bene che la mia Volontà non contenga, e di tutti i beni che si fanno dalle creature, la mia Volontà è la vita. Onde morendo a questa vita, l’anima nella mia Volontà si porta con sé e le Messe che si celebrano e le preghiere e le opere buone che si fanno, perché tutte sono frutti della mia Volontà. E ciò è molto meno a confronto dell’operato stesso della mia Volontà, che l’anima con sé si porta come suo.
Basta un istante dell’operato della mia Volontà per sorpassare tutto l’operato di tutte le creature passate, presenti e future.
Sicché l’anima, morendo nella mia Volontà, non c’è bellezza che la pareggi, né altezza, né ricchezza, né santità, né sapienza, né amore; nulla, nulla le si può paragonare, nulla la eguaglia.
Sicché l’anima che muore immedesimata nella mia Volontà, nell’ingresso che farà nella Patria Celeste, non si apriranno le sole porte del Cielo, ma tutto il Cielo si abbasserà per farla entrare nel celeste soggiorno, per fare onore all’operato della mia Volontà, che è in essa.
Che dirti poi della festa e sorpresa di tutti i Beati nel vedere quest’anima tutta improntata dell’operato della Volontà Divina? Nel vedere in quest’anima, che tutto ha fatto nel mio Volere, che tutto ciò che ha fatto in vita, ogni suo detto, ogni pensiero, opera, azione, ecc. sono tanti Soli che la adornano, e uno diverso dall’altro nella luce e nella bellezza? Nel vedere in quest’anima i tanti rivoli divini che inonderanno tutti i Beati e che, non potendo contenerli il Cielo, scorreranno anche in terra, a bene dei viatori?
Ah, figlia mia, la mia Volontà è il portento dei portenti, è il segreto per trovare la luce, la santità, le ricchezze; è il segreto di tutti i beni, non conosciuto intimamente e quindi non apprezzato né amato come si merita! Tu apprezzalo ed amalo e fallo conoscere a quanti ne vedi disposti ”.
Un altro giorno - continua Luisa -, stando soffrendo, mi sentivo di non poter far nulla, onde mi sentivo oppressa; e Gesù, stringendomi tutta, mi disse: “Figlia mia, non affannarti; cerca solo di stare abbandonata nella mia Volontà ed Io farò tutto per te, perché è più un solo istante nella mia Volontà che tutto ciò che potresti fare di bene in tutta la tua vita ”
Stavo pensando al Santo Volere Divino - scrive Luisa l’11 gennaio 1922 (vol. 13) - e dicevo tra me: “ Tutti i figli della Chiesa sono membra del Corpo Mistico, di cui Gesù è il Capo. Quale sarà il posto che occuperanno le anime che hanno la Volontà di Dio, in questo Corpo Mistico? ”
Il mio sempre benigno Gesù nel venire mi ha detto: " Figlia mia, la Chiesa è il mio Corpo Mistico, di cui Io Mi glorio di essere il Capo; ma per poter entrare in questo Corpo Mistico, le membra devono crescere a debita statura, altrimenti deformerebbero il mio Corpo. Ma, ahi! Quanti non solo non hanno la dovuta proporzione, ma sono marciosi, piagati, tanto che fanno schifo al mio Capo e alle altre membra sane.
Ora, le anime che vivono nel mio Volere o vivranno, saranno al Corpo della mia Chiesa come la pelle al corpo. Il corpo ha pelle interna e pelle esterna, e siccome nella pelle c’è la circolazione del sangue che dà vita a tutto il corpo, in virtù di questa circolazione le membra vi giungono a debita statura. Se non fosse per la pelle e per la circolazione del sangue, il corpo umano sarebbe orribile a vedersi e le membra non crescerebbero a debita statura.
Ora vedi come Mi sono necessarie queste anime che vivono nel mio Volere.
Avendole destinate come pelle al corpo della mia Chiesa e come circolazione di vita per tutte le membra, saranno esse che daranno la crescenza dovuta alle membra non cresciute, che
saneranno le membra piagate e che col continuo vivere nel mio Volere restituiranno la freschezza, la bellezza, lo splendore a tutto il Corpo Mistico, facendolo tutto simile al mio Capo, che
siederà con tutta maestà su tutte queste membra.
Ecco perché non potrà venire la fine dei giorni se non ho queste anime che vivono come sperdute nel mio Volere: esse M’interessano più che tutto. Quale figura farebbe questo Corpo Mistico nella Celeste Gerusalemme senza di esse?
E se questo interessa più di tutto Me, deve interessare più di tutto anche te, se Mi ami, ed Io d’ora in poi darò a tutti i tuoi atti fatti nel mio Volere virtù di circolazione di vita per tutto il Corpo Mistico della Chiesa. Come circolazione di sangue nel corpo umano, i tuoi atti, estesi nell’immensità del mio Volere, si estenderanno su tutti e copriranno come pelle queste membra, dando loro la debita crescenza. Perciò, sii attenta e fedele ".
Onde dopo - continua Luisa - stavo pregando, tutta abbandonata nel Volere di Gesù, e ho detto: " Amor mio, tutto nel tuo Volere: le mie piccole pene, le mie preghiere, il mio palpito, il mio respiro, tutto ciò che sono e posso, unito a tutto ciò che sei Tu, per dare la debita crescenza alle membra del Corpo Mistico "
I TRE ‘FIAT’: CREANTE, REDIMENTE, SANTIFICANTE
“ ... Figlia diletta mia, a tanto dolore che le creature Mi danno in questi tristi tempi, tanto da farmi piangere (ed essendo pianto di Dio si ripercuote in Cielo e in terra), subentrerà un sorriso che riempirà di allegrezza Cielo e terra, e questo sorriso spunterà sul mio labbro quando vedrò le primizie, le figlie del mio Volere, vivere non nell’ambiente umano, ma nell’ambiente divino; le vedrò improntate tutte nel Volere Eterno, immenso, infinito; vedrò quel punto Eterno che ha vita solo in Cielo, scorrere sulla terra e modellare le anime coi suoi principi infiniti, con l’agire divino, con la moltiplicazione degli atti in un solo atto. E come la Creazione deriva dal FIAT , così nel FIAT sarà completata.
Sicché solo le figlie del mio Volere nel Fiat completeranno tutto e, nel Fiat mio che prenderà vita in loro, avrò amore, gloria, riparazione, ringraziamenti, ecc. , completi, per tutto e per tutti.
Figlia mia, le cose da dove escono, là ritornano: tutto uscì dal FIAT, e nel FIAT verrà tutto a Me.
Saranno poche, ma nel Fiat tutto mi daranno ” (7.1.1921 - vol. 12)
“ ... Il primo ‘ sì ’ nel mio Fiat l’ho chiesto alla mia cara Mamma.
Ed oh! Potenza del suo Fiat nel mio Volere! Non appena il Fiat Divino si incontrò col Fiat della mia Mamma, se ne fece uno solo, il mio Fiat La innalzò, La divinizzò, La adombrò e, senza opera umana, concepì Me, Figlio di Dio.
Non appena disse: ‘ Fiat mihi ’, non solo si impossessò di Me, ma adombrò tutte le creature, tutte le cose create; sentiva tutte le vite delle creature in Sé, ed allora cominciò a fare da Madre e da Regina di tutti. Quanti portenti contiene questo ‘ Sì ’ della mia Mamma! Se li volessi dire tutti, non finiresti mai di sentirli.
Ora un secondo ‘ sì ’ nel mio Volere l’ho chiesto a te (a Luisa Piccarreta), e tu, sebbene tremante, lo pronunciasti; ora, questo ‘ sì ’ nel mio Volere avrà dei portenti, avrà un compimento divino. Tu seguimi e sprofondati nel mare immenso della mia Volontà ed Io penserò a tutto. La mia Mamma non pensò come avrei fatto a concepirmi in Lei, ma disse solo ‘ Fiat mihi ’ ed Io pensai al modo come concepirmi. Così farai tu ”. (10.1.1921 - vol. 12)
(17 gennaio 1921 - vol. 12:) “ ... Il FIAT è tutto pieno di vita, anzi è la stessa vita; e perciò, dall’interno del Fiat escono tutte le vite e tutte le cose.
Dal mio FIAT uscì la Creazione, perciò in ogni cosa creata si vede l’impronta del FIAT.
Dal ‘ FIAT MIHI ’ della mia Mamma, detto nel mio Volere, che ebbe la stessa potenza del mio Fiat, uscì la Redenzione, sicché non c’è cosa nella Redenzione che non contenga l’impronta del ‘ Fiat mihi ’ della mia Mamma; anche la mia stessa Umanità, i miei passi, le opere, le parole sono suggellate dal ‘ Fiat mihi ’ di Lei; le mie pene, le piaghe, le spine, la croce, il Sangue portano l’impronta del Suo ‘ Fiat mihi ’, perché le cose portano l’impronta dell’origine da cui sono uscite. La mia origine nel tempo fu dal Fiat dell’Immacolata Mamma, perciò tutto il mio operato porta il segno del Suo ‘ Fiat mihi ’. Sicché, in ogni Ostia Sacramentale c’è il Suo ‘ Fiat mihi ’; se l’uomo sorge dalla colpa, se il neonato è battezzato, se il Cielo si apre per ricevere anime, è il ‘ Fiat mihi ’ della mia Mamma che segna, che segue e provvede a tutto. Oh potenza del Fiat ! Lui sorge ad ogni istante, si moltiplica e si fa vita di tutti i beni.
Ora voglio dirti perché ho chiesto il tuo ‘Fiat’, il tuo ‘sì’ nel mio Volere.
La mia preghiera insegnata, il ‘ Fiat Voluntas Tua sicut in coelo et in terra ’, questa preghiera di tanti secoli, di tante generazioni, voglio che abbia il suo esaudimento e compimento.
Ecco perché volevo un altro ‘ sì ’ nel mio Volere, un altro‘ Fiat ’ contenente la potenza creatrice.
Voglio il Fiat che sorge ad ogni istante, che si moltiplica a tutti, voglio in un’anima il mio stesso FIAT che sale al mio trono e con la sua potenza creatrice porta in terra la vita del Fiat come in Cielo così in terra ”.
“... Il primo Fiat fu detto nella Creazione senza intervento di alcuna creatura, e scelsi la mia Mamma come compimento del secondo Fiat. Ora, a compimento, voglio il terzo Fiat che farà completare la gloria, l’onore del Fiat della Creazione, e sarà conferma e sviluppo dei frutti del Fiat della Redenzione.
Questi tre Fiat adombreranno la Sacrosanta Trinità sulla terra ed avrò il Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra. Questi tre Fiat saranno inseparabili, l’uno sarà vita dell’altro, saranno uno e trino, ma distinti tra loro. Il mio amore lo vuole, la mia gloria lo esige che, avendo sprigionato dal seno della mia Potenza creatrice i primi due Fiat, vuole sprigionare il terzo, non potendo più contenere il mio amore. E questo è per completare l’opera da Me uscita, altrimenti l’opera della Creazione e della Redenzione sarebbe incompleta ”.
(vol. 12 - 24.1.1921) “ ... Nel mio Volere c’è la forza creatrice: da un solo Fiat uscirono miliardi e miliardi di stelle; dal ‘Fiat mihi’ della mia Mamma, da cui la Redenzione ebbe origine, escono miliardi e miliardi di atti di grazia che si comunicano alle anime; questi atti di grazia sono più belli, più risplendenti, più multiformi delle stelle, e mentre le stelle sono fisse e non si moltiplicano, gli atti della grazia si moltiplicano all’infinito, in ogni istante corrono, allettano le creature, le felicitano e danno loro vita. Ah se le creature potessero vedere il soprannaturale della grazia! Sentirebbero tali armonie, vedrebbero tale spettacolo incantevole da credere che sia il loro paradiso.
Ora, anche il terzo Fiat deve correre insieme con gli altri due Fiat, deve moltiplicarsi all’infinito ed in ogni istante deve dare tanti atti per quanti atti di grazia si sprigionano dal mio Seno, per quante stelle, per quante gocce d’acqua e per quante cose create sprigionò il Fiat della Creazione; deve confondersi insieme e dire: ‘ quanti atti siete voi, tanti ne faccio io ’.
Questi tre Fiat hanno lo stesso valore e potere; tu scomparisci, è il Fiat che agisce e perciò, anche tu, nel mio Fiat Onnipotente, puoi dire: ‘ voglio creare tanto amore, tante adorazioni, tante benedizioni, tanta gloria al mio Dio per supplire a tutti e a tutto ’
I tuoi atti riempiranno Cielo e terra, si moltiplicheranno con gli atti della Creazione e Redenzione e se ne farà uno solo.
Parrà sorprendente a taluni tutto ciò, ed allora dovrebbero mettere in dubbio la mia Potenza Creatrice; e poi, quando sono Io che voglio, che do questo potere, ogni dubbio cessa: non sono forse libero di fare ciò che voglio e di dare a chi voglio? Tu stessa sii attenta, Io starò con te, ti adombrerò con la mia forza creatrice e compirò ciò che voglio su di te ”. (2.2.1921 - vol. 12)
(8.2.1921 - vol. 12) “…La creatura imperversa sempre di più nel male - dice Gesù a Luisa -, quante macchine di rovina stanno preparando! Giungeranno a tanto da esaurire lo stesso male; ma mentre essi si occuperanno nel far la loro via, Io mi occuperò che il mio Fiat Voluntas Tua abbia compimento ed esaudimento; che la mia Volontà regni sulla terra, ma in modo tutto nuovo. Mi occuperò a preparare l’era del Terzo FIAT, in cui il mio amore sfoggerà in modo meraviglioso ed inaudito. Ah sì! Voglio confondere l’uomo tutto in amore, perciò sii attenta; ti voglio con Me a preparare questa era di amore, celeste e divina, ed opereremo insieme ”.
(22.2.1921 – vol. 12) “... E’ mio solito, dopo di aver parlato, di fare silenzio; voglio riposarmi nella mia stessa opera uscita da Me, e questo lo feci nella mia Creazione. Dopo detto ‘ Fiat lux ’ e la luce fu, ‘ Fiat ’ a tutte le altre cose e le cose uscirono a vita, volli riposare, e la mia Luce Eterna riposò nella luce uscita nel tempo; il mio Amore riposò nell’amore con cui investii tutto il Creato; la mia Bellezza riposò nell’universo, tutto mi temprai della mia stessa bellezza; come pure riposò la mia Sapienza e Potenza in cui ordinai tutto con tale sapienza e potenza che Io stesso, guardando dissi: ‘ Come è bella l’opera da Me uscita! Voglio riposarmi in lei ’. Così faccio per le anime: dopo aver parlato, voglio riposarmi e godere gli effetti della Mia Parola ”.
Dopo ciò ha soggiunto ( scrive Luisa Piccarreta, riferendosi a Gesù):
“ Diciamo insieme un Fiat e, tutto, cielo e terra, si riempiva dell’adorazione alla Maestà Suprema; e di nuovo ha ripetuto ‘Fiat’ ed il Sangue, le Piaghe, le pene di Gesù sorgevano, si moltiplicavano all’infinito; e poi una terza volta: ‘ Fiat ’ e questo Fiat si moltiplicava in tutte le volontà delle creature per santificarle.
Poi mi ha detto: “ Figlia mia, questi tre ‘ FIAT ’ sono il CREANTE, il REDIMENTE, il SANTIFICANTE Nel creare l’uomo lo dotai di tre potenze: intelletto, memoria e volontà, e con tre Fiat compirò l’opera di santificazione sull’uomo.
Nel Fiat Creante l’intelletto dell’uomo resta come rapito. Tante cose l’uomo comprende di Me e quanto Io lo ami, essendo Io nascosto in tutte le cose create; ciò per farmi conoscere e per dargli amore, per farmi amare.
Nel Fiat della Redenzione, la memoria dell’uomo resta come incantata dagli eccessi del mio amore nel patire; ciò per aiutare e per salvare l’uomo nello stato di colpa.
Nel Terzo Fiat il mio amore vuole manifestarsi di più. Io voglio assistere la volontà umana; voglio mettere a sostegno della volontà dell’uomo la mia stessa Volontà, in modo che la volontà umana resti non solo rapita e incatenata, ma anche sostenuta da una Volontà Eterna. L’uomo, essendo così sostenuto in tutto, alla Volontà Eterna quasi non potrà sfuggire.
Non finiranno le generazioni, prima che la Mia Volontà regni sulla terra.
Il Mio Fiat Redimente si metterà in mezzo tra il Fiat Creante ed il Fiat Santificante; si uniranno i tre insieme e compiranno la santificazione dell’uomo. Il terzo Fiat darà tale grazia alla creatura, da farla tornare quasi allo stato di origine. Quando avrò visto l’uomo così come da Me fu creato, la mia opera sarà completa ed Io avrò il mio perpetuo riposo nell’ultimo ‘Fiat’.
Soltanto la vita nel Mio Volere ridonerà all’uomo lo stato di origine”.
(2.3.1921 - vol. 12) “... Il Terzo Fiat, il mio Fiat Voluntas tua, come in cielo così in terra sarà come l’arcobaleno, che si vide in cielo dopo il diluvio e che, come iride di pace, assicurò gli uomini che il diluvio era cessato. Così sarà per il Terzo ‘Fiat ; quando sarà conosciuto, anime amanti e disinteressate verranno a vivere nel mio Fiat ; queste anime saranno come arcobaleni, che, quali iridi di pace, rappacificheranno il Cielo con la terra e manderanno via il diluvio di tante colpe, che inonda la terra. Queste iridi di pace avranno per vita il Terzo Fiat ; così, il mio Fiat Voluntas tua avrà compimento in loro.
Come il Secondo Fiat Mi chiamò sulla terra a vivere in mezzo agli uomini,
così il Terzo Fiat chiamerà la mia Volontà nelle anime a regnarvi come in Cielo così in terra.
Figlia mia, - continua ancora Gesù a Luisa -, vieni nella mia Volontà. Voglio che tu, insieme con Me, nel mio Volere, ti dedichi a preparare l’era della mia Volontà.
Quando ti inoltrerai nella via del mio Volere, si formerà l’iride di pace, che, a sua volta, formerà l’anello di congiunzione tra la Volontà Divina e quella umana; da ciò avrà vita la mia Volontà sulla terra ed avrà origine l’esaudimento della preghiera mia e di tutta la Chiesa: ‘ Venga il Regno Tuo e sia fatta la Volontà Tua, come in Cielo così in terra ’ ”.
Gli SCRITTI sulla DIVINA VOLONTA’ - L’AGIRE di DIO
Il 19 maggio 1938 (vol. 36) Luisa scrive: “...Pensavo al grande sacrificio di scrivere, alle mie ripugnanze, alle lotte che ho subito per mettere la penna sulla carta, ché solo il pensiero di dispiacere il mio caro Gesù, mi faceva fare il sacrificio di ubbidire a chi mi comandava di farlo. Dicevo tra me: ‘ Chissà come andrà a finire, in quali mani potranno andare, chissà quanti cavilli, quante opposizioni faranno, quanti dubbi! ’ E mi sentivo irrequieta; la mia mente era funestata da tale apprensione che mi sentivo morire... ”.
( Ma Gesù la tranquillizza: )
“ Figlia mia, non ti turbare! Questi Scritti sono i miei, non tuoi; nelle mani di chi potranno andare nessuno potrà toccarli per sciuparli. Io li saprò custodire e difendere, perché è roba che Mi appartiene e, chiunque li prenderà con buona e retta volontà, troverà una catena di luce e di amore con cui amo le creature. Questi Scritti li posso chiamare lo sfogo del mio amore, follie, deliri, eccessi del mio amore con cui voglio vincere le creature, affinché ritornino nelle mie braccia, per far loro sentire quanto le amo e per far maggiormente loro conoscere quanto le amo. Voglio giungere all’eccesso di dar loro il gran dono della mia Volontà come vita, perché solo con Essa l’uomo potrà mettersi al sicuro e sentire le fiamme del mio amore, le mie ansie di quanto lo amo. Sicché chi leggerà questi scritti con l’intenzione di trovare la Verità, sentirà le mie fiamme e si sentirà trasformato in amore e Mi amerà di più.
Chi poi li leggerà per trovare cavilli e dubbi, la sua intelligenza resterà accecata e confusa dalla mia luce e dal mio amore. Figli miei, il bene che le mie Verità producono, ha due effetti, uno contrario all’altro: ai disposti è luce per formare l’occhio nella loro intelligenza e vita, per dar vita di santità che le mie Verità racchiudono. Gli indisposti invece, li acceca e li priva del bene che le mie Verità racchiudono ”.
Poi ha soggiunto: “ Figlia mia, fatti coraggio, non volerti turbare. Ciò che ha fatto il tuo Gesù, era necessario al mio amore ed all’importanza di ciò che ti dovevo manifestare sulla mia Divina Volontà. Posso dire che doveva servire alla mia stessa vita, ed a farmi compiere l’opera della Creazione; perciò era necessario che al principio di questo tuo stato, usassi con te tanti stratagemmi d’amore, cercassi tante intimità con te; ha dell’incredibile come Io giunsi a tanto! Ti feci pure tanto soffrire, per vedere se tu ti sottoponevi a tutto, poi ti affogavo con le mie grazie, col mio amore e ti sottoponevo di nuovo alle pene, per essere sicuro che tu non mi avresti negato nulla. E questo, per vincere la tua volontà... Tutto ciò che ho fatto al principio di questo tuo stato era necessario e doveva servire come fondo, come decoro, preparazione, santità e disposizione alla grande Verità che ti dovevo manifestare sulla mia Divina Volontà. Perciò, degli Scritti avrò più interesse Io che tu, perché sono i miei, ed una sola Verità sul mio FIAT Mi costa tanto che supera il valore di tutta la Creazione e Opera mia. Invece la mia Verità è Vita mia, è Vita che voglio dare alle creature e lo puoi comprendere da ciò che hai sofferto e dalle grazie che ti ho fatto, per giungere a manifestarti le mie Verità sul mio Santo Volere; perciò, quietati ed amiamoci, figlia mia, non spezziamo il nostro amore, perché ci costa assai a tutti e due: tu col tenere la tua vita sacrificata a mia disposizione, ed Io col sacrificarmi per te ”.
(Luisa Piccarreta riflettendo tra sé su questi fatti, il 24 gennaio 1921 - vol. 12 - scrive:) << ... Possibile tutto questo? Ce ne sono tante e se è vero che ha scelto me, mi sembra che sia una delle solite pazzie di Gesù. E poi, che cosa potrei fare e dire dentro di un letto, mezzo storpiata ed inetta qual sono? Potrei io far fronte alla molteplicità ed infinità del Fiat della Creazione e della Redenzione? Essendo il mio Fiat simile agli altri due Fiat, io devo correre insieme con loro, fare il bene che fanno loro, intrecciarmi con loro: ‘ Gesù, pensa a ciò che fai, io non sono da tanto! ’ >>
(E il 24 gennaio 1921 - vol. 12) “...Figlia mia, calmati! Io scelgo chi mi piace. Sappi che tutte le mie opere cominciano tra Me ed una sola creatura; poi, esse vengono diffuse. Infatti, chi fu il primo spettatore del Fiat della mia Creazione? Adamo e, poi, Eva. Non fu certamente una moltitudine di gente; dopo anni ed anni, sono stati spettatori, turbe e moltitudini di popoli.
Nel Secondo Fiat fu spettatrice soltanto la mia Mamma; neppure San Giuseppe seppe qualcosa. La mia Mamma si trovava più o meno nelle tue condizioni; era tanta la grandezza della forza creatrice dell’opera mia che sentiva in Sé, che, confusa, non sentiva la forza di farne parola ad alcuno. E se poi San Giuseppe lo seppe, fui Io che glielo manifestai. Onde, nel suo seno verginale come seme germogliò questo Fiat ; si formò la spiga per moltiplicare il seme; poi, la spiga uscì alla luce del giorno. Chi furono gli spettatori? Pochissimi. Nella stanza di Nazareth, i soli spettatori furono la mia cara Mamma e San Giuseppe. Quando la mia Umanità crebbe, uscii e Mi feci conoscere, ma non a tutti; poi il Secondo Fiat si diffuse di più e si diffonderà ancora.
Così sarà per il Terzo Fiat: germoglierà in te e si formerà la spiga. Il sacerdote soltanto ne avrà conoscenza; poi, poche anime; poi, si diffonderà, si diffonderà e farà lo stesso percorso dei Fiat della Creazione e della Redenzione. Quanto più ti senti schiacciata, tanto più cresce in te e si feconda la spiga del Terzo Fiat. Perciò, sii attenta e fedele ”.
“ ... E’ mio solito scegliere le anime più abbiette, inabili e povere per le mie opere più grandi. La mia stessa Mamma nulla aveva di straordinario nella sua vita esteriore; nessun miracolo, nessun segno aveva che la facesse distinguere dalle altre donne. Il suo solo distintivo era la perfetta virtù, cui quasi nessuno faceva attenzione; e se agli altri Santi ho dato il distintivo del miracolo, ed altri li ho fregiati con le mie piaghe, alla mia Mamma nulla, nulla. Eppure era il portento dei portenti, il miracolo dei miracoli, la vera e perfetta Crocifissa, nessun’altra simile a Lei.
Così faccio Io.
Quanto più grande è l’opera che voglio fare, tanto più scelgo anime abbiette, povere, ignoranti, senza nessuna esteriorità: il loro stato abbietto serve come sicura custodia dell’opera mia. I ladri della propria stima e dell’amor proprio non faranno loro attenzione, conoscendo la loro inabilità; e l’anima umile e tremante disimpegnerà l’ufficio da Me affidato, conoscendo che non essa, ma Io ho fatto tutto in lei ”. (17.1.1921 - vol. 12)
Non lasciamo che per altro tempo ancora rimanga senza risposta divina d’amore, questa storia d’amore del nostro Creatore, ma moltiplichiamo subito, per Lui, all’infinito, nella sua Volontà Divina, il nostro Ti amo nel suo ti amo: (4.2.1922 - vol. 14)
“ Figlia mia, voglio refrigerio alle mie fiamme, voglio sfogare il mio Amore, ma il mio Amore è respinto dalle creature. Tu devi sapere che Io nel creare l’uomo misi fuori, da dentro la mia Divinità, una quantità d’amore che doveva servire come vita primaria delle creature, per arricchirle, per sostenerle, per fortificarle, e per aiuto in tutti i loro bisogni. Ma l’uomo respinge questo amore, e il mio Amore va ramingo dacché fu creato l’uomo e gira sempre senza mai fermarsi; e respinto da uno corre ad un altro per darsi, e come respinto dà in singhiozzo di pianto. Sicché l’incorrispondenza fa il singhiozzo di pianto dell’Amore.
Onde mentre il mio Amore va ramingo e corre per darsi, se vede uno debole e povero, debole nella vita dell’anima, povero della mia Grazia, dà in singhiozzo di pianto e gli dice: ‘ Ahi, se non Mi facessi andare ramingo e Mi avessi dato alloggio nel tuo cuore, saresti stato forte e nulla ti mancherebbe! ’ Se vede un altro caduto nella colpa, dà in singhiozzo: ‘ Ah, se Mi avessi dato entrata nel tuo cuore, non saresti caduto! ’ Per quell’altro che vede trascinato dalle passioni, infangato di terra, l’Amore piange, e singhiozzando gli ripete: ‘ Ahi, se avessi preso il mio amore, le passioni non avrebbero vita in te, la terra non ti toccherebbe, il mio Amore ti basterebbe per tutto ’ … Sicché in ogni male dell’uomo, piccolo oppure grande, Lui ha un singhiozzo di pianto, e continua ad andar ramingo per darsi all’uomo.
E quando nell’orto del Getsemani si presentarono tutti i peccati innanzi alla mia Umanità, ogni colpa aveva il singhiozzo del mio Amore; e tutte le pene della mia Passione, ogni colpa di flagello, ogni spina, ogni piaga, era accompagnata dal singhiozzo del mio Amore. Perché se l’uomo avesse amato, nessun male poteva venire; la mancanza d’amore ha germogliato tutti i mali ed anche le mie stesse pene.
Io, nel creare l’uomo, feci come un Re che, volendo rendere felice il suo Regno, prende un tesoro di milioni e lo mette in giro, affinché chi ne vuole ne prenda; ma per quanto gira, appena qualcuno prende qualche centesimo. Ora, il Re è ansioso di sapere se i popoli prendono il bene che loro vuole fare, e domanda se il suo tesoro è finito, per mettere fuori altri milioni, e gli viene risposto: ‘ Maestà, appena qualche centesimo hanno preso ’. Il Re sente il dolore nel sentire che il suo popolo non riceve i suoi doni né li apprezza. Onde, uscendo in mezzo ai suoi sudditi, incomincia a vedere, chi coperto di stracci, chi infermo, chi digiuno, chi tremante di freddo, chi senza tetto, ed il Re nel suo dolore dà in singhiozzo di pianto e dice: ‘ Ah, se avessero preso i miei soldi, non vedrei nessuno coperti di stracci, che mi fanno disonore, ma ben vestiti, né infermi, ma sani; non vedrei nessuno digiuno e quasi morto per la fame, ma sazi; se avessero preso i miei soldi, nessuno sarebbe senza tetto; avrebbero potuto benissimo fabbricarsi una stanza per ricoverarsi … ’ Insomma, in ogni sventura che vede nel suo regno, lui ha un dolore, una lacrima, e rimpiange i suoi milioni che l’ingratitudine del popolo respinge. Ma è tanta la bontà di questo re, che ad onta di tanta ingratitudine non ritira questi milioni, li fa continuare a girare, sperando che altre generazioni possano prendere il bene che gli altri hanno respinto, e così ricevere la gloria del bene che ha fatto al suo regno.
Così faccio Io.
Il mio Amore uscito non lo ritirerò; continuerà ad andare ramingo; il suo singhiozzo durerà ancora, fino a tanto che trovi anime che prendano questo mio Amore fino all’ultimo centesimo, affinché cessi il mio pianto e possa ricevere la gloria della dote dell’amore che ho messo fuori a bene delle creature.
Ma sai tu - chiede Gesù a Luisa - chi saranno le fortunate che faranno cessare all’Amore il singhiozzo del pianto? Sono le anime che vivranno nel mio Volere.
Loro prenderanno tutto l’amore respinto dalle altre generazioni, con la potenza della mia Volontà Creatrice lo moltiplicheranno quanto
vogliono
per quante creature Me lo hanno respinto, ed allora cesserà il mio inghiozzo,
ed in ricambio sottentrerà il singulto della gioia, e l’Amore appagato darà alle fortunate tutti i beni e la felicità che gli altri non hanno voluto ”.
dal Discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II del 21 marzo 2002 all’Incontro con i Giovani di Roma
“ (…) Dio ha creato l’uomo a sua immagine, destinandolo a quella prima e fondamentale vocazione che è la comunione con Lui. In questo consiste la più alta dignità dell’essere umano. ‘ Fin dal suo nascere - ricorda il Concilio Vaticano II - l’uomo è invitato al dialogo con Dio ’ (Gaudium et spes, 19). Sì, cari amici, siamo creati da Dio e per Dio e il desiderio di Lui è iscritto nel nostro cuore. Poiché ‘ la gloria di Dio è l’uomo vivente ’, come notava sant’Ireneo di Lione,
Dio non cessa di attirare a Sé l’uomo, affinché in Lui possa trovare la verità, la bellezza e la felicità che cerca senza posa…
Proprio perché creati ad immagine di Dio abbiamo ricevuto da Lui anche quel grande dono che è la libertà.
Se non è esercitata bene però, la libertà ci può condurre lontani da Dio. Può farci perdere la dignità di cui Egli ci ha rivestiti…
(…) I nostri progenitori, allontanandosi dalla Volontà Divina, sono caduti nel peccato, cioè nel cattivo uso della libertà. Il Padre Celeste non ci ha tuttavia abbandonati; ha mandato il suo Figlio Gesù per risanare la libertà ferita e restaurare in modo anche più bello quell’immagine che si era deturpata. Vittorioso sul peccato e sulla morte, Gesù (…) ci invita a non sottomettere la nostra libertà personale ad alcun potere terreno, ma soltanto a Lui e al Padre suo onnipotente.
Giovani del nuovo millennio, non usate male la vostra libertà! Non sciupate la grande dignità di figli di Dio che vi è stata donata! Sottomettetevi unicamente a Cristo, che vuole il vostro bene e la vostra autentica gioia (cfr. Mt. 23,8-10); a Lui, che vi vuole uomini e donne pienamente felici e realizzati! Scoprirete in tal modo che soltanto aderendo alla Volontà di Dio possiamo essere luce del mondo e sale della terra !
Queste realtà tanto sublimi quanto impegnative possono essere comprese e vissute solamente in un clima di costante preghiera. E’ questo il segreto per entrare e dimorare nella Volontà di Dio ”.
Pro Manuscripto a cura del Gruppo di Preghiera ‘ Divino Volere e Divino Amore
* * *
“ Ah, no, no, non finiranno le generazioni se non ritorna l’uomo nel mio Seno, bello, dominante, come uscì dalle mie mani creatrici.
Non sono contento d’averlo soltanto redento; anche a costo d’aspettare, avrò pazienza ancora, ma deve ritornare a Me come lo feci, in virtù della Mia Volontà.
Col fare la sua volontà scese nell’abisso e si trasformò in bruto; col fare la Mia Volontà salirà ed acquisterà la nuova trasformazione nella natura da Me creata, ed allora potrò dire: ‘ Tutto ho compiuto; l’ordine di tutta la Creazione Mi è ritornato e Mi riposerò in esso ’ ”. ( Gesù alla Serva di Dio Luisa Piccarreta Vol. 14 - 11.11.1922 )