La Passione di Gesù nella Divina Volontà
42ª MEDITAZIONE
I tuoi nemici seguono ad accusarti; e vedendo Caifa che niente rispondi alle loro accuse, ti dice:
“Ti scongiuro per il Dio vivente, dimmi: Veramente sei tu il vero Figlio di Dio?”.
E tu, Amor mio, avendo sempre sul tuo labbro la parola della verità, atteggiandoti a maestà suprema, con voce sonora e soave (tanto che tutti restano colpiti e gli stessi demoni sprofondano nell’abisso), rispondi:
“Tu lo dici. Sì, Io sono il vero Figlio di Dio, e un giorno scenderò sulle nubi del cielo a giudicare tutte le nazioni”.
Alle tue parole creatrici tutti fanno silenzio; si sentono rabbrividire e spaventare. Ma Caifa, dopo pochi attimi di spavento, riavendosi e tutto furibondo più che belva feroce, dice a tutti:
“Che bisogno abbiamo più di testimoni? Ha detto già una grande bestemmia! Che più aspettiamo per condannarlo? Già è reo di morte!”.
E per dare più forza alle sue parole, si straccia le vesti con tanta rabbia e furore che tutti, come se fossero uno solo, si avventano contro di te, mio Bene; e chi ti dà pugni sulla testa, chi ti tira i capelli, chi ti dà schiaffi, chi ti sputa sul volto, chi ti calpesta sotto i piedi. Sono tali e tanti i tormenti che ti danno, che la terra trema e i cieli ne restano scossi.
Amor mio e Vita mia, come questi ti tormentano, così il mio povero cuore è lacerato dal dolore. Deh! Permettimi che esca dal tuo addolorato cuore e che in vece tua affronti tutti questi oltraggi. Ah! Se mi fosse possibile, vorrei fugarti dalle mani dei tuoi nemici, ma tu non vuoi poiché lo richiede la salvezza di tutti, ed io sono costretta a rassegnarmi.
Ma dolce Amor mio, lasciami che ti rassetti, che ti aggiusti i capelli, che ti tolga gli sputi, che ti rasciughi il sangue e mi chiuda nel tuo cuore, perché vedo che Caifa, stanco, vuol ritirarsi, consegnandoti in mano ai soldati.
Perciò ti benedico, e tu benedicimi e dammi il bacio del tuo amore; ed io mi chiudo nella fornace del tuo cuore divino per prendere sonno. Metto sul tuo cuore la mia bocca, affinché, respirando, ti baci, e dalla diversità dei tuoi palpiti più o meno sofferenti possa avvertire se tu soffri o riposi. Perciò, facendoti ale con le mie braccia per tenerti difeso, ti abbraccio, mi stringo forte al tuo cuore e prendo sonno.
fonte audio: www.donleonardomariapompei.it