La Passione di Gesù nella Divina Volontà
40ª MEDITAZIONE
Afflitto ed abbandonato mio Bene, mentre dorme la mia debole natura nel tuo addolorato cuore, il mio sonno viene spesso interrotto dalle strette d’amore e di dolore nel tuo cuore divino. Tra la veglia e il sonno sento gli urti che ti danno, e mi sveglio e dico:
“Povero mio Gesù, abbandonato da tutti, non c’è chi di te prenda difesa. Ma da dentro il tuo cuore io ti offro la mia vita per farti d’appoggio nell'atto che ti fanno urtare”.
E mi assopisco di nuovo, ma un’altra stretta d’amore del tuo cuore divino mi sveglia, e mi sento assordare le orecchie dagli insulti che ti fanno, dai bisbigli, dalle grida e dal correre di gente.
Amor mio, perché sono tutti contro di te? Perché come tanti lupi arrabbiati ti vogliono sbranare? Mi sento gelare il sangue nel sentire i preparativi dei tuoi nemici, ed io tremo e sono angosciata, pensando come fare per difenderti.
Ma il mio afflitto Gesù, tenendomi nel suo cuore, mi stringe più forte e mi dice:
“Figlia mia, non ho fatto nulla di male, e ho fatto tutto: ho il ‘delitto’ dell’amore, che contiene tutti i sacrifici; l’amore, di costo immensurabile. Siamo ancora al principio; tu sta’ nel mio cuore, osserva tutto, amami, taci ed impara. Fa che il tuo sangue gelato scorra nelle mie vene per dare ristoro al mio sangue che va tutto in fiamme; fa che il tuo tremito scorra nelle mie membra, affinché immedesimata in me, possa raffermarti e riscaldarti, per sentire parte delle mie pene, ed insieme possa acquistare forza nel vedermi tanto soffrire: questa sarà la più bella difesa che mi farai; siimi fedele ed attenta”.
Dolce Amor mio, è tale e tanto lo strepito dei tuoi nemici, che non mi lasciano prendere più sonno. Gli urti si fanno più violenti; sento i rumori delle catene con cui ti hanno legato, e tanto stretto, che ti fanno uscire dai polsi vivo sangue, con cui tu segni quelle vie. Ricordati che il mio sangue è nel tuo, e tu, come lo versi, il mio lo bacia, lo adora e ripara. Il tuo sangue sia luce a tutti quelli che di notte ti offendono, e calamita per attirare tutti i cuori intorno a te.
Amor mio e mio Tutto, mentre ti trascinano, l’aria pare assordare di grida e fischi. Già arrivi davanti a Caifa. Tu sei tutto mansueto, modesto, umile; la tua dolcezza e pazienza è tanta da terrorizzare gli stessi nemici; e Caifa, tutto furore, vorrebbe divorarti. Ah, come si distinguono bene l’innocenza ed il peccato!
Amor mio, tu sei dinanzi a Caifa come il più colpevole, in atto di essere condannato. Già Caifa domanda ai testimoni quali sono i tuoi delitti. Ah, avrebbe fatto meglio a domandare qual è il tuo amore! E chi ti accusa di una cosa e chi di un’altra, spropositando e contraddicendosi tra loro. E, come ti accusano, i soldati che ti stanno accanto ti tirano i capelli, ti scaricano sul volto santissimo orribili schiaffi, da far rimbombare tutta la sala. Ti torcono le labbra, ti battono, e tu taci, soffri; e se li guardi, la luce dei tuoi occhi scende nei loro cuori, e non potendo sopportarla, si allontanano da te, ma altri subentrano per fare di te maggiore scempio.
fonte audio: www.donleonardomariapompei.it