Dopo aver passato giorni amarissimi, il benedetto Gesù è venuto e si tratteneva con me familiarmente, tanto che io credevo di doverlo possedere sempre; ma quando al meglio, come un lampo è scomparso. Chi può dire la mia pena? Mi sentivo impazzire, molto più che ne ero quasi sicura di non doverlo più perdere. Ora mentre mi struggevo in pene, come un lampo è ritornato, e con voce sonora e seria mi ha detto: “Chi sei tu che pretendi tenermi sempre con te?”
Ed io, pazza come stavo, tutta ardita ho risposto: “Tutto io sono stando con te, mi sento di non essere altro che una volontà uscita dal seno del mio Creatore; e questa volontà fino a tanto che sta unita con te, sente la vita, l’esistenza, la pace, tutto il suo bene. Senza di te me la sento senza vita, distruggere, dispersa, irrequieta, posso dire provo tutti i mali, e per aver vita e per non disperdermi, questa volontà uscita da te cerca il tuo seno, il tuo centro e là vi vuole rimanere per sempre”. Gesù pareva che tutto s’inteneriva, ma di nuovo ha ripetuto:
“Ma chi sei tu?”
Ed io: “Signore, non sono altro che una goccia d'acqua, e questa goccia d’acqua fino a tanto che si trova nel tuo mare, le pare d’essere tutto il mare; ma se dal mare non esce si mantiene pulita e chiara, in modo di poter stare a confronto delle altre acque; ma se dal mare se ne esce si infangherà e per la sua piccolezza si disperderà”. Tutto commosso si è inchinato verso di me dandomi un abbraccio, e mi ha detto:
“Figlia mia, chi vuol stare sempre nella mia Volontà conserva in sé la mia stessa Persona, e sebbene può uscire dalla mia Volontà, avendola creata libera di volontà, la mia potenza opera un prodigio somministrandole continuamente la partecipazione della vita divina; ed a questa partecipazione che riceve, sente tale forza ed attiramento d’unione con la Volontà Divina, che anche che lo volesse fare, non lo può fare. E questa è la continua virtù che esce da me verso chi fa sempre la mia Volontà”.
(Libro di Cielo 5° Volume - 24 marzo 1903)